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Autore: marylilyemy    25/03/2014    0 recensioni
Ci fermiamo entrambi a guardare le stelle. – Non credi che siano qualcosa di stupendo?-mi chiede con il naso all’insù. – Già- dico sospirando. – E se in esse è conservato il nostro destino?-mi chiede guardandomi. Mi volto verso di lei. -Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi- le dico sorridendole.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1: Nuova vita. POV SARAH
La vita è un brivido che vola via. La vita è tutto un equilibrio sopra la follia. La vita è strana. Non ci sono istruzioni per viverla,ma ognuno può prendere la sua matita e iniziare a scriverla. Vi chiederete perché una matita? Beh perché quando  qualcosa andrà storto,quando non potrai  fare niente per rimediare,quando dici “Questa non è la mia vita” puoi semplicemente prendere una gomma e cancellare...per poi riprendere di nuovo la matita e ricominciare a scrivere. Eppure allo stesso tempo è così straordinaria,con i suoi segreti,i suoi inganni,le sue promesse non mantenute ed il fatto che non si ferma mai. Si,non si ferma mai perché ogni volta che pensi che sia finita in realtà deve iniziare ancora tutto..e allora ti viene voglia di vivere,lottare ed andare avanti. Io però non ho mai capito niente della vita. Ci sono persone che dicono “Non è che devi sapere qualcosa della vita,la vita si vive e basta”. Si,va bene,ma io sinceramente non ci ho mai capito niente! Ho sempre dato ascolto agli altri e mai al mio cuore,ho sempre fatto fare tutto al mio cervello oppure a quello degli altri mentre il mio cuore restava lì nascosto dietro a tutti ad ascoltare ogni singola parola,mi sono sempre tirata indietro..davanti a tutto..davanti ad ogni occasione. Ecco perché dico di non sapere niente della vita..perché semplicemente io non ho una vita. Osservo cadere lentamente varie gocce sul finestrino del treno che riescono a distrarmi dai miei pensieri. Ecco,ne è appena caduta una che sta superando tutte le altre..sospiro. Guardo attentamente la vecchietta che si trova sul sedile di fronte a me. Mi scruta con uno strano sguardo,squadrandomi da cima a fondo. Distolgo lo sguardo prima che incontri il suo e ritorno a guardare quelle interessanti goccioline sul finestrino. Alzo pian piano lo sguardo;ci sono moltissimi alberi,tante campagne. Sembra la campagna di mia nonna quando andavo in vacanza da lei;mi ricordo che sotto al mio albero preferito il nonno mi aveva montato un’altalena con la ruota della sua vecchia macchina;ricordo quando passavo i pomeriggi sotto gli alberi di ciliegio e il nonno mi spiegava,sempre con la sua infinita dolcezza,che anche gli alberi hanno una vita. Proseguo e il mio sguardo arriva fino al cielo;i miei occhi incontrano il suo blu (anche se piove leggermente) e vi si immergono dentro. Iniziano a scostare piano tutte le nuvole e trovando finalmente uno spazio accogliente. Una voce interrompe i miei liberi pensieri...”Informiamo i signori passeggeri che siamo arrivati alla stazione di Londra”. Mi affretto a prendere la borsa e la valigia e piano scendo dal treno. Il capotreno mi si avvicina e mi aiuta a scendere. – Grazie- dico. Lui mi sorride. Beh quand’è che riesci a trovare persone così disponibili? Una volta scesa dal treno mi affretto a guardare il miscuglio di persone davanti a me. Alcune si rilassano aspettando il treno,altre corrono veloce per non perderlo. E poi ci sono io ferma in mezzo alla stazione. Sento il freddo dietro di me del treno che sta partendo veloce e un rumore assordante quasi mi uccide i timpani. Prendo in una  mano la valigia e nell’altra la borsa...respiro profondamente. Ok forza Sarah,qui inizierà tutto daccapo...tutto...dimentica il passato e pensa al presente e al futuro. Un passo,due,tre. Ehi è facile! Esco dalla stazione e prendo un taxi. – Wall Street 25- dico al conducente. Osservo la città. C’è movimento all’ora di punta. Arrivata pago il taxi e mi posiziono di fronte alla mia nuova casa. Salgo piano i tre gradini del pianerottolo...apro la borsa e prendo le chiavi di casa con le mie solite mani tremanti. Le infilo nella serratura e dopo due scatti la porta è aperta. Faccio due passi e sono dentro. È incredibile. È piena di mobili ma le mura sono orribili,ma ha un non so che di caldo e accogliente. Di fronte a me c’è quello che deve essere il salone e poi subito accanto la cucina. Continuo a camminare e alla mia destra trovo un piccolo bagno. Poi percorro un corridoio e trovo una camera da letto e un ripostiglio. Entro in camera e appoggio la valigia davanti all’armadio. Torno subito indietro appena il mio stomaco fa uno strano rumore. Si credo che sia ora di andare a mettere qualcosa sotto i denti. Riprendo le mie chiavi e la borsa e chiudo la porta di casa. Esco fuori,ed anche se non conosco bene il posto mi incammino,intraprendente. I marciapiedi sono affollatissimi,c’è un gran frastuono di clacson e i semafori secondo me tra un po’ andranno in ebollizione. Per un attimo mi fermo e mi chiedo se il cielo sia ancora lì a guardarmi. Alzo lo sguardo e scruto un cielo di un azzurro particolare che mischiato con il grigio delle nuvole diventa una sorta di blu. È un bellissimo colore quello del cielo. Ho sempre pensato che il colore del cielo non fosse azzurro,ma che anch’egli avesse delle emozioni ed in base ad esse cambiasse...sempre! I miei occhi ancora una volta si immergono in tale meraviglia. Sento qualcuno venirmi addosso. – E levati no?-mi dice quel cretino che mi è venuto addosso. – Non si chiede scusa in questo paese?- gli urlo da lontano,convinta che ormai non mi possa più sentire. Il mio naso è ghiacciato ed è diventato rosso come quello dei clown dal freddo;anche se devo dire la verità funziona ancora molto bene. Immediatamente sento il profumo delizioso di hot dog e seguendo la scia con il mio fiuto quasi come quello di un cane riesco a trovare quel solito camioncino che prepara gli hot dog. – Uno,grazie- chiedo al signore dietro al piccolo bancone. – Ecco a lei signorina- mi dice dandomi il mio panino e sorridendomi mentre gli do i soldi. Non mi fermo a sedere ma continuo a passeggiare mentre mi gusto il mio delizioso panino. Riprendo la via per la strada di casa. In questo posto si congela! Metto le mani nelle tasche del cappotto e appena apro la porta di casa mi ci tuffo dentro e accendo il riscaldamento. Questa casa prima era di mio cugino quando venne a lavorare qui a Londra;così si è concesso di darmela per...beh lasciamo stare. – Bene Sarah ed ora si comincia!- dico a me stessa ad alta voce. Prendo straccio,scopa,secchio e detersivo,mi metto un paio di guanti e inizio a lavorare. Entro le otto ho la casa più pulita di quella di mia zia Mary fissata per le pulizie. Ma stanca come ora devo farmi assolutamente un bagno caldo. Vado nella mia camera dove ho già sistemato tutta la mia roba e nell’armadio prendo il bel pigiama con gli orsetti caldo caldo che la nonna mi regalò un mesetto fa. Entro in bagno e finalmente mi immergo nella vasca con l’acqua calda. Chiudo gli occhi. La mia testa è vuota ora come non mai. Ehi cosa stai facendo no..no lasciami..lasciami...lasciami ho detto...aiutooo!!! AAAAA!!! .....No,papà nooo!Sobbalzo. Decido di uscire dalla vasca che ha provocato davvero degli effetti negativi su di me...altro che rilassamento! Mi asciugo e indosso il pigiama. Mi infilo nel letto e accendo un po’ il computer portatile;decido di mandare un e-mail a mio cugino Philip giusto per ringraziarlo ancora una volta della casa.
Ciaooooo Philip come stai tutto bene? La casa qui è magnifica,grazie ancora. Certo una fatica per pulirla ma è davvero bellissima. Londra è buia,triste,come dicono tutti. Ma io sento nell’aria qualcosa di diverso..non so cosa...sai il mio solito sesto senso! Ora vado,salutami la zia Mary. Un bacio,la tua pazza Sarah.
Chiudo il computer e lo appoggio sul comodino. Oggi è stata davvero una giornata stressante. Mi metto sotto le coperte. Non so perché questo posto a differenza delle altre persone che vengono qui mi ispira qualcosa....non lo so...le persone..il traffico...la metropolitana...il suono odioso dei clacson...il cielo. Si,forse il cielo è la cosa che mi piace di più.. quel suo azzurro-blu mi dice qualcosa ma non so cosa. Mi piace anche il profumo di questa città....Un mischio tra sofferenza e speranza. È come se mi facesse capire che c’è sofferenza ma che forse ci sarà sempre una piccola luce che sarà lì pronta ad aiutarti...dopotutto è parte della nostra natura soffrire, come lo è anche gioire... ed questa la vera essenza che fa di noi ciò che siamo. Sospiro e lascio andare via questi pensieri,come tutti gli altri e mi concentro solo sul fatto che domani sarà una giornata impegnativa...davvero impegnativa.
 
  
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