25/03/2014
1 recensioniInizio flashback.
‘Ecco signor Jackson, qui dentro ci sono tutti i ragazzini che desidera.’ Disse una suora molto giovane dai capelli biondi, mentre si mordeva le labbra e muoveva le mani nervosamente, sembrava come se stesse per svenire davanti quel signor ‘Jackson’.
Iniziò a guardardarci tutti, accarezzava la testa di ognuno di noi, sorrideva e giocava con noi, o meglio con loro.
Appena il suo sguardo si posò su di me mi raggiunse e si calò verso di me stringendomi la manina.
Ero l’unica bambina non entusiasta di vedere quel bellissimo ragazzo dalla pelle scura e i capelli ricciolini, il suo sorriso sembrava quello di un’angelo ed era così gentile.
‘Ehi baby, come ti chiami?’ Mi chiese con un sorriso, fui subito timida ed abbassai lo sguardo, non parlavo mai dal quell’accaduto.
Ero una bambina molto timida e chiusa, non parlavo quasi mai avevo meno di tre anni quando mio padre, l’unico che mi era rimasto morì e mi mandarono in quest’orfanotrofio.
Avevo gli occhi corti neri, gli occhi da cerbiattolina grandi grandi la pelle mulatta e le labbra rosate, mi accarezzo i capelli ed alzai lo sguardo pronunciando il mio nome:
‘Sabrina.’ Dissi velocemente.
‘Oh, ciao Sabrina.’ Disse con un sorriso. ‘Io sono Michael, che ne dici di venire via con me? Sarai felice ‘ Continuò, lo guardai per un po’, e mi metteva molta sicurezza, risposi di si con la testa.
Michael, Michael Michael Michael Michael Michael Michael Michael Michael Michael Michael.
Quel nome non faceva altro che ronzare dentro alla mia testa.
Sentì le sue braccia prendere i miei fianchi e mi tirò subito in braccio a lui, mi venne istintivo avvolgere le mie esili braccina attorno al suo collo ed appoggiare la mia testa sull’incavo del suo collo sentendo il suo meraviglioso odore, quasi simile al mio, non era un’odore di quello che te ne metti mezza boccetta e profumi, era il suo odore, forse era la sua pelle, un’odore da bambino.
Sentivo che di lui mi potevo fidare.
Andammo dal direttore e Michael mi appoggiò in una poltrona mentre lui firmava dei fogli dove davano il mio affidamento completo a lui.
Appena finì, il direttore mi sorrise e mi disse : ‘Bene, adesso puoi benissimo chiamarlo papà.’
Michael mi portò nella sua macchina, una grande macchina nera, eravamo seguiti da dei grandi signori vestiti di nero e non era Michael a guidare ma un’autista.
‘Dove mi porti?’ Chiesi ‘Dov’è casa tua?’
‘Nell’isola che non c’è bambina.’ Concluse baciandomi la fronte facendomi sognare quel posto fatato ed infatti lo era per davvero.
fineflashback.
Spazio autrice:
Salve gentah, eccomi qui con un'ennesima fanfiction sull'amore della mia vita c.c
Bene allora, ho sempre sognato esser sua figlia, sempre sempre sempre, e mi è venuta in mente questa cosa.
Questo è un prologo dove c'è il flash dell'adozione, già nel secondo capitolo ci sarà il presente, sabrina ha vent'anni mentre michael trenta (siamo nella bad era) non fate caso alle età, le ODIO :D
Si, l'età deve esser tutta a modo mio, quindi non fatevi i conti sarebbe inutile HAHAH mi scuso per gli eventuali errori d'ortografia ma non ho controllato.
Detto questo buona lettura e non vi dimenticate di lasciare una piccola recensioncina per farmi capire se vi piace o meno perchè il mio motto è: 'Le recensioni sono quella cosa che fa andare avanti una storia! u.u'
E volevo anche chiedervi se c'è qualcuna disposta a farmi una grafica per la storia :)
Un bacione;
Sabrina. xx