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Autore: Arial    26/03/2014    3 recensioni
Un bicchiere di scotch e il pensiero rivolto alla sorte della persona che amano. Alla vigilia dell'ultima battaglia, Michael e Castiel sono in cerca della stessa rassicurazione.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Michael
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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“Here we are
In the darkest place
To keep from forgetting
I picture your face

And I wonder
While we count the cost
Which is sweeter
Love or its loss.”
(My Vampire Heart – Tom McRae)

 

 

 

Castiel posò il bicchiere davanti a sé. Una piccola onda di liquore ambrato smosse un cubetto di ghiaccio, che tintinnò debolmente contro il vetro.

L’uomo sospirò, le pareti della stanza che sembravano stringersi intorno a lui.

Un sottile fruscio d’ali, l’onda, il tintinnio, un sospiro. Poi il silenzio.

Decise di romperlo, prima che si protraesse ulteriormente. «Che vuoi?» domandò, gli occhi risolutamente fissi sul mogano vecchio e scheggiato.

«Non trascurate l’ospitalità,» lo derise una voce nota, «poiché alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo

Il tono appena più lieve, la pronuncia accurata e piana. Un estraneo non avrebbe colto la differenza, ma Castiel non era un estraneo e… E il Diavolo è nei dettagli, rifletté amaro.

«Brindo alla loro ignoranza, allora» disse, levando il bicchiere. Un sorriso gli si dipinse sul volto, largo e vuoto come un’abitudine. «Vuoi unirti a me? Dubito però che tu abbia qualcosa cui brindare.»

«Perché no?» lo sorprese Michael. «Domani sarà il gran giorno, mi sembra giusto accoglierlo con una bevuta. È quello che chiamano il bicchiere della staffa, giusto?»

«Precisamente» confermò l’uomo, accogliendo la notizia con un semplice cenno del capo: il suo mondo era già finito tre settimane prima, quando Dean aveva dato il proprio consenso all’arcangelo. «Ed è per questo che dovresti far comparire qualcosa di meglio: preferirei andarmene con roba più raffinata nello stomaco.»

L’altro sorrise e accettò la coppa sbreccata che gli veniva porta. «Se è solo questo a preoccuparti, continua pure a sorbire lo scotch di Bobby: questa non sarà la fine, non per te. Dean è stato molto chiaro a riguardo.»

Le dita di Castiel sbiancarono contro la bottiglia, ma versarono l’alcol con composta efficienza. «Cosa vuoi, Michael?» ripeté, stanco.

«Una risposta» replicò il Principe, gli occhi persi nelle calde profondità del suo bicchiere, la voce lontana. «E sei l’unico a potermela dare.»

Castiel sorrise, senza alcuna allegria. «Non vivo per servire, non più» disse.

«Non me» lo corresse l’altro, concedendosi un piccolo sorso e affondando in una poltrona mezzo sfondata. Si distese con completo abbandono, la testa reclinata contro l’imbottitura, le gambe allungate in avanti. Era a suo agio. Niente a che fare con quei disgraziati che ricordavano tanti manichini con una scopa su per il culo – almeno stando all’analitica descrizione che qualcuno aveva dato della sua specie – Michael sembrava umano, sembrava… Dean.

«Quale sorte ci aspetta, dopo la morte?» proseguì l’arcangelo. «Cos’hai provato alla tua?»

L’uomo non poté che fissarlo, sbalordito e in qualche modo deluso: non si era aspettato una simile domanda, non da quello che un tempo era stato il suo generale.

«Capisco. Siamo alla vigilia della battaglia, dopotutto… E sia» concesse, infine. «Ma a una sola condizione: se lo faccio, dovrai a tua volta togliermi una piccola curiosità, intesi?»

Michael annuì, atteggiando le labbra in un piccolo ghigno. «Quid pro quo, Clarice» ribatté, con una delle citazioni preferite di Dean, e Castiel lo detestò come non mai. «Comincia pure.»

«No, dobbiamo prima siglare il nostro patto.»

L’altro sollevò elegantemente un sopracciglio. «Come, di grazia?» chiese, prima che la comprensione gli scivolasse addosso. «Non so cosa sia più umiliante,» considerò, scuotendo il capo, «ridurmi a fare accordi come un demone qualsiasi o baciare un abominio quale sei tu.» Si rimise in piedi e si fece presso di lui. «Sei uno sciocco, Castiel. Dean dorme troppo profondamente e non sarà certo un tuo bacio a svegliarlo.»

Castiel rise, beffardo e tenace. «Che vuoi farci? Avrò visto troppa TV da quando sono qui sulla Terra, Principe

Pronunciò l’ultima parola come un insulto. E lo era. Cinse il viso di Dean con entrambe le mani e lo avvicinò al proprio. Le labbra del ragazzo erano morbide e fredde, il suo respiro dolcissimo.

Con la lingua, l’uomo domandò il proprio accesso. Michael glielo concesse.

Castiel annegò in quella bocca umida e calda e nei fantasmi dei baci passati, ancorato al presente solo dalle tiepide dita che si erano chiuse sul suo collo. Poi l’arcangelo si allontanò, mentre la realtà ripiombava su di lui con tutto il proprio peso.

«Uno sciocco» sussurrò Michael, passandosi la lingua sulle labbra. Il tono era glaciale, ma gli occhi narravano un’altra storia. Fu però sufficiente un solo battito di ciglia a cancellare quella nuova dolcezza dal suo sguardo. «Allora?» riprese, vicino e al tempo stesso impossibilmente lontano.

L’uomo scosse la testa. «La mia morte fu pressoché immediata: la luce di Raphael che pioveva su ogni cosa, soffocante e imperiosa, la bruciante morsa con cui si fece strada dentro di me… Non ricordo altro.»

«E poi?»

«E poi il buio» rispose Castiel. «Nient’altro che quello, finché nostro Padre non decise altrimenti e mi risvegliai su un’anonima spiaggia.»

L’arcangelo deglutì e chinò il capo. «Ti ringrazio» disse, in un sospiro, come sforzandosi di assimilare la notizia.

Una smorfia crudele si dipinse sulle labbra di Castiel. «È il mio turno» replicò, con dura soddisfazione. «Dimmi, Michael, come pensi di sconfiggere Lucifer, con un cuore tanto vile? Lui ebbe il coraggio di sfidare Dio, tu tremi alla sola prospettiva dello scontro e, bisognoso di rassicurazioni, ti rivolgi al più spregevole dei paria.»

Strinse i pugni, preparandosi a un colpo che non arrivò. Michael sollevò invece lo sguardo su di lui, negli occhi una familiare disperazione, sul viso il più affranto dei sorrisi. «Non sei clemente, con nessuno dei due» ribatté, a bassa voce. «Hai ragione, tremo ed elemosino rassicurazioni, ma non per la mia vita: il mio braccio è saldo, la mia risoluzione ferrea. Sono il cuore e la coscienza ad aver chiesto un’assoluzione che mai potrà arrivare.» Indietreggiò ancora, portandosi una mano al volto in un gesto di muta rassegnazione. «Fra noi,» proseguì, «il vero sciocco non posso che essere io.»

È qui per suo fratello, realizzò Castiel, sforzandosi di vedere l’angelo e scoprendo dinanzi a sé nient’altro che il cacciatore: i contorni fra loro troppo sfumati; il carattere così simile, eppure così diverso.

«Dean?» domandò. «Che ne sarà di lui, alla fine del vostro scontro?»

E Michael sorrise, trasformandosi nuovamente nell’implacabile strumento del Signore. «Avresti dovuto scegliere la tua unica domanda con maggiore oculatezza, Castiel» disse, prima di scomparire.

 

 

 

Note: Dedicata a Claudia, che trasforma il più frivolo degli argomenti in una conversazione entusiasmante. Grazie per condividere con me la tua passione ♥

Un grazie anche alla mia Bitch per aver trasformato questa storia in qualcosa di leggibile!

Lettori cari, lettori belli, non ho intenzione di lasciare a lungo in sospeso il destino di Dean e Michael, aspettatevi un sequel. In questa vita o nell’altra.

   
 
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