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Autore: Horse_    26/03/2014    6 recensioni
“Sei gelosa –continua. Provi a bloccarla, ma lei prosegue tranquillamente– e non dire di no. Ti si legge in faccia. A lui tieni ancora Nina, si vede. Tieni a lui in un modo così profondo che lo notano tutti e anche lui tiene ancora a te. La vostra storia non è finita Nina e non finirà mai. Il vostro amore è immortale, come quello di Amara e Silas, come quello di Damon ed Elena, come quello di Stefan ed Elena. Questi sono amori diversi, ma dureranno per sempre. Il vostro amore durerà per sempre.”
S E M P R E.
Sei lettere, una parola, un significato enorme.
Sempre. Ma il vostro amore durerà per sempre?
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“Tu… -ti blocchi alla ricerca di aria- non hai sbagliato niente con me.”
“Si, invece. –annuisce– Guarda dove siamo arrivati.”
“Ho sbagliato tutto io…” mormori.
“Perché sei qui, Nina… Se è per le foto te lo assicuro, semplici foto.” ti risponde.
“Te lo ripeto: sono qui per noi.” gli rispondi con la voce che trema.
“C’è ancora un noi tra me e te?” ti domanda. “Questo devo ancora capirlo…”
“Vorrei capirlo anche io, dannazione. –stringi i pugni fino a farti male– C’è ancora un noi, Ian?”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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<< Non importa dove andiamo ne quello che si fa 
non importa con chi usciamo ne che ora si farà 
non mi sembra neanche vero posso essere me stesso esser sincero 
senza alcuno sdoppiamento di personalità 
perchè tu ti diverti 
perchè non dici è tardi 
perchè tu non mi perdi 
non mi deludi mai 
perchè tu ti inserisci 
e le persone tu le capisci 
dei miei amici non ti stranisci 
perchè non mi deludi mai 

siamo io e te 
siamo noi due 
siamo la somma delle nostre idee 
siamo io e te 
siamo tu ed io 
siamo io il tuo bisogno e tu sei il mio 
siamo qualcosa che sarebbe nato 
dovunque comunque perciò siamo qui 
siamo io e te 
siamo così 

siamo i due lati opposti identici >> 
                             
                                                    Siamo io e te. 
                                                                              Jovanotti.






[Nian, ambientata prima/poi/durante la rimpatriata dei membi del cast di Lost]



Lui non c’è, non oggi.

Ti guardi attorno smarrita, non capendo più nulla.
Non vuoi o non puoi capire.
Ti ridesti dai tuoi pensieri solo quando senti una voce che ti chiama –ti riprende.
 

“Neens,-la voce è infastidita. Ti volti verso la persona che ti sta parlando e noti Julie con le mani sui fianchi.- sei sicura di stare bene?”
“Io…” mormori, ma non sai cosa rispondere.
 

Nina, stai effettivamente bene?
No, non stai bene. Se stessi bene avresti risposto di si invece che abbassare lo sguardo verso il tuo cellulare, alla ricerca di qualche appiglio.
No, tu non stai affatto bene. Non appena hai visto quella foto non hai capito più nulla.
 

“Vuoi fermarti un attimo?” ti chiede la tua produttrice esecutiva.
 

Scuoti la testa e appoggi il cellulare sulla sedia più vicina, poi ti sistemi una ciocca dietro i capelli.
Sei nervosa, forse questo l’hanno notato tutti, ma non ti importa.
 

“No, va tutto bene. Scusatemi, continuiamo!” rispondi secca e ti avvicini a Paul per continuare la scena.
 

Di fronte a te hai Michael Malarkey –alias Enzo– e Candice che hanno qualcosa in mano.
Dopo il consenso dei registi e di Julie riprendete tutti quanti a recitare.
Michael sta recitando perfettamente –è immerso completamente nel suo ruolo–, anche Candice e Paul stanno recitando perfettamente. L’unica fuori luogo sei tu.
 
La tua testa non ragiona, non la vuoi far ragionare.
Hai solo un’immagine di fronte a te e non ti piace per niente. Hai appena visto la foto di Ian e di Maggie Grace alla rimpatriata del cast di Lost.
Ecco perché Ian non c’è.
 
Alcuni attori del cast hanno pubblicato delle foto nei vari social network e tra quelle foto ne hai viste alcune di interessanti.
No, forse interessante non è il concetto adatto. Ian sembra molto affiatato con quella donna, che poi –se non ricordi male– era pure la sua ex, per giunta.
 
Non sai perché reagisci così, non te ne capaciti, ma quando una donna si avvicina a lui ti senti strana. Una strana rabbia sale dentro di te e ti senti come per scoppiare, ma ti trattieni, perché è giusto così.
Il danno l’avete fatto entrambi, chi più e chi meno, ma non si può più ritornare indietro.
 
Vi siete detti addio, ma siete ancora ottimi amici –o forse perché siete obbligati. A lui non dispiace questo rapporto, te l’ha sempre detto, anche se alcune volte nei suoi occhi hai scorto rammarico e dispiacere, tristezza anche, ma non hai mai voluto farglielo notare. Ma a te, Nina, va bene tutto questo?
 
Ovviamente no, non accetti questa cosa. Sempre meglio averlo come amico che perderlo, perché tu a Ian ci tieni e tieni a lui in una maniera che non sapresti spiegartelo da sola. Il tuo cuore accelera ancora quando tu stai con lui, il tuo corpo si scalda quando sei con lui e sei attraversata da mille scariche elettriche quando lui ti tocca eppure… Eppure avete perso tutto.
 
L’avete detto davanti a tutto il mondo che la vostra relazione è finita, ma forse non ci credete nemmeno voi o tu non ci credi neppure.
Magari lui si è rassegnato e sta cercando di andare avanti, magari proprio con quella Maggie.
Dentro alla tua testa ti si ripresenta l’immagine che hai visto poco prima: Ian le bacia una guancia felice.
 
Forse lui ha già dimenticato cosa siete stati, cosa è stato –ed è ancora– per te e cosa sei stata tu per lui.
Lui è stato, è e sarà sempre un uomo importante nella tua vita, se non il più importante.
Perché lui è così infondo. Non appena una persona ci passa cinque minuti insieme ci si affeziona ed è difficile staccarsi da lui.
 
Lo sai anche ora. Lo sai ogni secondo, ogni minuto, ogni ora, ogni giorno che passi con lui. Non c’è niente da fare, con lui stai ancora bene.
Ti senti sicura quando sei con lui e non vorresti nessun altro al tuo fianco, ma questo è tutto sbagliato. Sei stata tu a rifiutarlo ed ha fatto tanto male a lui, ma ha fatto tanto male anche a te.
 
Non ti sentivi pronta a creare una famiglia, l’avevi sempre voluta con lui, ma più avanti. Lui invece –che la vita l’ha già vissuta– avrebbe voluto una sistemazione e vivere la sua vita appieno.
Tu invece volevi vivere ancora i tuoi anni, ma ti rendi conto ora che lui oramai si sta avvicinando ad una soglia della non più giovinezza e tu, invece, ci sei dentro del tutto.
 
Ma è colpa tua infondo? E’ tua la colpa di esserti innamorata di un uomo più grande di te? E’ sua la colpa di essersi innamorato di una donna più piccola di lui, una ragazzina?
No, la colpa non è né tua né sua. Al cuore non si comanda ed è proprio vero. Non hai ordinato tu al tuo cuore di innamorarsi di lui e la stessa cosa è successa a Ian.
 

“Ok, STOP!” senti una voce abbastanza nervosa.
 

Ti giri e sai che la colpa è solo tua. Siete in quattro a recitare e tre stanno dando il meglio di loro, come sempre.
 

“Nina, -Julie ti prende per mano- andiamo.”
“Dove?” domandi tu ingenuamente.
“Tu seguimi!” ti ordina lei perentoria.
“Ma…” mormori cercando appiglio in qualcuno, ma Julie ti trascina via dal luogo delle riprese.
 

Julie ti conduce verso alcuni corridoi, poi ti ritrovi dentro il tuo camerino, seduta su una sedia, senza capire come e perché.
La tua produttrice esecutiva si siede di fronte a te e ti poggia una mano sulla gamba, poi ti sorride rassicurante.
 

“Neens, cosa c’è che non va?” ti domanda.
“Niente –scuoti la testa cercando di convincerla– davvero.”
“Nina, ci conosciamo da una vita ormai, anche prima di The Vampire Diaries, non puoi mentirmi così. Dimmi cosa c’è che non va…” ti dice rassicurante.
 

Julie ti conosce come un libro aperto, uno di quei libri che ti sembra di conoscere già dalla copertina.
Uno di quei libri di cui ti immagini già il finale e che passo dopo passo riesci a prevedere la mossa successiva. Forse sono sempre stata un libro aperto con tutti, o forse solo con lei e con Ian.
 
“Io, non…” mormori tentando di mentire ancora sia e lei che a te.
 
Sai che è difficile mentire ora, ma continui comunque a provarti.
Vuoi stare da sola, pensare da sola e crogiolarti nei tuoi pensieri da sola, quando ti servirebbe qualcuno con cui sfogarti, un qualcuno che ti conosce da una vita.
Vorresti chiamare tua madre, ma è tardi ormai. Starà già dormendo mentre tu sei qui a fare le ore piccole.
 

“Ho capito –annuisce– è per Ian, giustamente!”
 

Ti senti colpita appieno. Come se ti fosse arrivata una palla di cannone addosso.
Colpita e affondata.
Con un solo sguardo, con alcune parole lei è riuscita a caparti, è arrivata al succo della questione. Forse è questo che ti piace di lei, è intelligente ed intuitiva –a volte troppo.
 

“Non dire di no, l’ho capito.” ti avverte, poi continua. “Ho visto le foto, tutti hanno visto quelle foto e mi sono accorta della tua espressione quando le hai viste pure tu. Non mentirmi piccola Nina, ti conosco meglio di chiunque altro. –Ti sorride e ti abbraccia. Tu ti nascondi tra i suoi capelli biondi e singhiozzi un po’. Cerchi di trattenerti, ma non ce la fai– Sfogati Nina, va tutto bene.”
“Io non… Non so cosa mia sia preso, non capisco… Non lo so neppure io…” mormori incapace di darti una spiegazione.
 

O forse sai il perché del tuo comportamento.
Gelosia e rimpianto.
Julie scuote la testa e ti allontana un po’ per guardarti negli occhi, poi ti sorride.
Un sorriso caldo, dolce, rassicurante.
 

“Non vuoi lasciarlo andare…” annuisce, poi sospira. “Il vostro lavoro vi obbliga a stare vicini e a voi non va bene. Volete andare avanti e al tempo stesso dare una svolta alle vostre vite. Siete due calamite dai poli opposti. Vi attraete e non potete rimanere lontani, perché c’è sempre una forza ad attrarvi.”
“No, -scuoti la testa- ormai è tutto-” inizi, ma poi la produttrice ti blocca.
“No Nina, non è tutto finito. Vi conosco, vi conosco tutti. In questi anni ho imparato a capirvi, ho imparato a capire quando girarvi alla larga e quando aiutarvi in tutti i modi. Ho imparato a capire, a vedere, quando c’è qualcosa che non va in voi. Siamo una famiglia e queste cose si vedono.” ti risponde.
 

Annuisci debolmente. Ha ragione.
 

“Sei gelosa –continua. Provi a bloccarla, ma lei prosegue tranquillamente– e non dire di no. Ti si legge in faccia. A lui tieni ancora Nina, si vede. Tieni a lui in un modo così profondo che lo notano tutti e anche lui tiene ancora a te. La vostra storia non è finita Nina e non finirà mai. Il vostro amore è immortale, come quello di Amara e Silas, come quello di Damon ed Elena, come quello di Stefan ed Elena. Questi sono amori diversi, ma dureranno per sempre. Il vostro amore durerà per sempre.”
 

S E M P R E.
Sei lettere, una parola, un significato enorme.
Sempre. Ma il vostro amore durerà per sempre?
Tu non sai se lo ami ancora, forse non lo vuoi ammettere a te stessa.
Non vuoi perderlo, non vuoi che sia di nessun altra, vuoi averlo con te, sempre.
 
E’ forse questo l’amore, Nina?
Si, è l’amore in vari aspetti. L’amore è infinito, c’è sempre da scoprire. A volte per capire di amare una persona serve la lontananza, l’hai capito ora.
 

“Tu lo ami ancora, lui ti ama ancora.” termina poi.
“Si, -sospiri- lo amo ancora.”
 

Lei ti sorride poi ghigna soddisfatta.
 

“Vedi? Non era così difficile da capire poi!” si alza e ti abbraccia entusiasta. “Vai da lui, ora.”
“Cosa?” ti alzi in piedi di scatto.
“Si, corri. Non vorrai mica che Ian passi più tempo del dovuto con la bionda, no?” mi domandò ammiccando.
“NO!” rispondi sicura, mentre Julie scoppia a ridere.
 

Ti avvii verso la porta, ma prima di andartene ringrazi ancora la tua produttrice.
 

“Grazie!” rispondi di cuore.
“Ora vai. Io devo andare dagli altri e inventarmi qualcosa.” ti risponde.
 

Esci dal tuo camerino e quando sei arrivata in fondo al corridoio senti una voce.
 

“Ricordatevi le ciambelle!”
 

Scoppi a ridere ricordando la strana usanza del cast.
Quando qualcuno litiga o quando avviene qualche strana proposta, quando si fa la pace o si accetta si devono portare dei dolci.
Ovviamente a Julie le ciambelle.
 
 






 
                                                           * * *
 






 
Corri nel parcheggio, schivando qualsiasi tipo di macchina ti si presenti di fronte.
Appunti a te stessa di dover andare a fare lo slalom sugli sci, sei brava.
Ti dirigi verso la tua macchina, infili le mani dentro le tasche e trovi le chiavi –stranamente in fretta.
 
Apri la porta, ti infili dentro la macchina ed una volta richiusa schizzi via dal parcheggio.
E’ tardi, è impossibile che Ian sia ancora fuori.
Sai che a lui non piace stare via molto di notte, te lo ricordi.
A quest’ora è già a casa, o sta per arrivare.
 
Non sai dove aspettarlo, non sai se andargli incontro, alla fine decidi.
Ti dirigi verso casa sua.
Hai sempre odiato il traffico, questa notte più delle altre volte. Inizi ad essere nervosa, agitata, ti tremano le mani.
 
Con che coraggio ti presenti a casa sua nel cuore della notte?
Vuoi fargli una scenata di gelosia?
Probabilmente si, ma prima gli spiegherai le tue ragioni.
Acceleri e non ti fermi neanche di fronte al semaforo rosso, contro le urla di alcuni pedoni.
 
Sicuramente ti ritroverai una bella multa e sospiri felice per non aver ucciso nessuno. Sai che non devi guidare in modo spericolato –te lo ripeteva sempre anche lui– ma a te ora importa di arrivare in tempo.
 
 
 
 
Finalmente arrivi a casa di Ian. Parcheggi dietro l’angolo e silenziosamente esci dalla macchina, tentando di non farti vedere da nessuno.
Alzi lo sguardo verso la sua finestra e noti che le luci sono spente.
Forse non c’è o forse è già a letto.
 
Vai all’entrata e con tua immensa fortuna trovi la porta aperta.
Ti precipiti all’interno del palazzo e non chiami –o aspetti– nemmeno l’ascensore da quanta è la tua foga. Salti gli scalini a due a due, addirittura arrivando a tre a tre e finalmente arrivi di fronte alla sua porta.
 
Appoggi l’orecchia sulla porta di legno e non senti nessun rumore.
Molto probabilmente non c’è. Alzi le spalle e sfili dalla tua tasca le chiavi di casa sua –te le aveva lasciate in caso ti sarebbe venuto qualche ripensamento ed in effetti ora era così.
Infili la chiave, la giri piano ed entri all’interno della casa.
 
I tuoi occhi si scontrano subito con il buio e decidi di accendere la luce.
Ti richiudi la porta alle spalle e sorridi nel vedere che è rimasto tutto così.
Tutto intatto dall’ultima volta che ci avevi messo piede, dalla nascita dei cuccioli.
Nietzsche ti viene incontro felice, alla ricerca di coccole. Ti appresi subito a darle qualche carezza, mentre lei ti lecca una mano.
 
Ti era mancata pure lei. Ovviamente arriva anche Moke, che si struscia tra le tue gambe.
Prendi in braccio quel gattaccio buffone –in senso buono– e gli posi un bacio sulla testa pelosa poi lo appoggi sopra il divano.
Ti accomodi anche tu sopra il divano di pelle nera e inizi a guardarti attorno.
 
Sorridi amaramente ripensando ai momenti più belli della tua vita passati tra queste quattro mura e devi ricacciare indietro le lacrime che puntualmente si sforzano di scendere.
Decidi di rispegnere la luce. Se Ian fosse arrivato gli sarebbe preso un colpo notando tutte le luci accese.
 
Ti appoggi meglio e sbadigli.
Sei stanca, ma devi resistere per lui, per voi.
Stai quasi per addormentarti, quando senti una chiave infilarsi e lo scatto della serratura.
E’ arrivato.
 
Ian entra silenzioso dalla porta e se la richiude alle spalle. Tutto sempre tenendo la luce accesa.
Lo vedi in qualche modo perplesso mentre si passa una mano sui capelli annusando l’aria.
Forse ha sentito il tuo profumo o non lo sai.
 

“Nietzsche, Moke, sono a casa.” dice mentre entra e cerca i suoi animali. Tutto sempre al buio. “Non venite dal papà? Dio, sono spariti tutti o questa sera sto dando di matto? Sento perfino il profumo di Nina… Ma dove sono arrivato?”
 

Sorridi nel sentire i suoi pensieri ad alta voce, poi ti decidi a rispondere.
Accendi la luce –grazie all’interruttore nel muro, accanto al divano– e ti alzi in piedi.
 

“E se ti dicessi che non sei pazzo?” gli domandai.
 

Vedi Ian spalancare gli occhi ed iniziare a boccheggiare.
Gli sorridi imbarazzata, mentre tutto quello che vorresti fare e scoppiargli a ridere in faccia per la sua buffa espressione.
 
“Cosa ci fai qui?” ti domanda in tono freddo, distante.
 

Senti una strana sensazione.
Tristezza, ecco cosa senti. La sua risposta, il suo tono, ti fa male, ma non demordi.
Sei venuta fino a qui per una ragione e non te ne andrai fino a che non avrai concluso, al costo di non rivederlo più.
 

“Sai che è violazione di domicilio questa, no?” ti domanda poi, mentre si toglie il giubbotto.
 

Trovi quel movimento terribilmente sexy, anche ora.
Fai a fuoco, ma tieni le tue emozioni a bada.
 

“Dobbiamo parlare.” dici solo.
 

Dai una risposta secca, precisa, cosa che non è da te.
Vuoi attirare tutta la sua attenzione e quando ti si avvicina sai di aver fatto centro.
 

“Cosa c’è di così importante, Nina?” ti domanda stanco, ferito e sempre con quel tono distante.
 

Abbassi lo sguardo per un attimo, dispiaciuta.
Ti ha chiamata Nina, in un tono distaccato. Non l’aveva mai fatto prima d’ora. Cioè… L’aveva fatto quando vi siete urlati contro e vi eravate lasciati.
Tu che eri sempre stata la sua piccola donna, la sua Neens, la sua principessa guerriera, il suo tutto.
 

“Dobbiamo parlare. Dobbiamo parlare di te, di me, di noi!” gli rispondi.
“E cosa dobbiamo dire su di noi?” ti domanda a pochi centimetri dal tuo viso. Te lo soffia sulle labbra quasi. “Ormai non c’è più nessun noi…”
“E’ proprio per questo!” gli rispondi puntando i tuoi occhi su di lui. “E’ proprio per questo che voglio parlare. Cosa ci è successo?”
“Me lo domandi?” ti dice –quasi urlando– mentre ormai è quasi attaccato al tuo corpo. “Dimmelo tu, Nina.
“Non lo so, io… Non lo so…” mormori e ti tiri indietro.
 

Ti tiri indietro ancora una volta.
 

“Vieni qui per parlare e poi non lo sai?” ti domanda, poi si stacca da te. “Non ti capisco, davvero…”
“Non mi capisco neanche io se è per questo, ma non voglio parlare di me. Ho visto le foto…” gli rispondi.
 

Ti guarda interrogativo poi capisce a quali foto ti stai riferendo.
Alza le spalle disinteressato, poi si sposta verso il frigo e prende una bottiglietta d’acqua.
Si riempie un bicchiere, tutto in religioso silenzio.
Ti fa stare male questo silenzio. Vuoi che ti dica qualcosa, qualsiasi cosa.
 

“Oh… Quelle foto –butta giù tutta l’acqua– , non ti piacciono? O forse è un altro il punto. Vecchia rimpatriata tra amici e amiche, tutto qui.”
“Ho visto…” rispondi tagliente.
“Dimmi, -appoggia il bicchiere sul marmo- cosa c’è che non va?”
“Eri tanto affiatato… -Lo guardi e lui sembra non capirti- Con lei.
“E’ una vecchia amica, mi ha fatto piacere rivederla.” ti risponde secco, mentre si sfila dalle tasche il cellulare e l’appoggia sul tavolino.
“E’ anche la tua ex…” gli rispondi marcando l’ultima parola.
“Anche tu lo sei!” ti risponde tagliente.
 

Il mondo ti crolla addosso.
Tutte le tue speranza sono andate in fumo. Tutto quello che avevi pensato, costruito è andato in mille pezzi.
Abbassi lo sguardo e ci stai male. Ti ha reputato la sua ex, anche se lo sei, ma sentirlo pronunciare da lui ti fa ugualmente male.
 
Lui ti guarda e sembra dispiaciuto della sua risposta. Ti si avvicina, fa per accarezzarti la guancia, ma poi ritrai le mano, quasi sconfitto.
 

“Che cosa ho fallito con te?” ti domanda o forse lo domanda a se stesso.
 

Lo guardi e nel suo sguardo noti smarrimento, frustrazione, dolore, tristezza e rabbia.
La sua voce risulta flebile e intrisa di dolore.
Lui non ha sbagliato niente con te, sei stata tu a sbagliare con lui.
 

“Tu… -ti blocchi alla ricerca di aria- non hai sbagliato niente con me.”
“Si, invece. –annuisce– Guarda dove siamo arrivati.”
“Ho sbagliato tutto io…” mormori.
“Perché sei qui, Nina… Se è per le foto te lo assicuro, semplici foto.” ti risponde.
“Te lo ripeto: sono qui per noi.” gli rispondi con la voce che trema.
“C’è ancora un noi tra me e te?” ti domanda. “Questo devo ancora capirlo…”
“Vorrei capirlo anche io, dannazione. –stringi i pugni fino a farti male– C’è ancora un noi, Ian?”
“Lo vorrei Nina, davvero…” mormora sconfitto. “Tu sei andata avanti, io sono andato avanti…”
“Sei andato avanti? Con la bionda? Maggie?” gli domandi irritata.
“Lei non centra niente.” ti risponde duro e l’attimo quasi dolce che si era creato va in frantumi.
“Si che centra!” urli e sbatti i pugni sul suo petto. “Ho visto le foto, ho visto come vi guardavate! Pendeva dalla tue labbra, Ian!”
“E allora?” ti risponde.
 

Ian ferma la tua miriade di pugni e tiene le tua mani strette a se.
Ti ritrovi con la schiena contro il muro, con Ian che ti scruta ferito e arrabbiato.
 

“Cosa ti importa se sono andato avanti?” ringhia a due centimetri dal tuo viso. “Tu hai avuto Derek e chissà quanti altri con cui andare a letto. Io non posso?”
 

E l’ultima frase è come un coltello che ti si infilza nello stomaco.
Pensa davvero questo di te? Che sei andata a letto con mille ragazzi quando non ti sei fatta toccare da nessuno perché pensavi ancora a lui?
 

“Pensi davvero questo di me?” gli urli scrollandoti la sua presa di dosso.
 

Non parla, ma dai suoi occhi noti una risposta affermativa.
La tua mano scatta da sola e va a colpire la sua guancia sinistra in un sonoro schiaffo.
Ian si porta una mano sulla guancia spalancando la bocca incredulo.
 
“Va’ al diavolo allora!” gli urli.


Prendi la tua borsa e ti affretti ad uscire, quando due braccia muscolose ti bloccano e ti incollano di nuovo al muro.
Ian ti scruta ancora arrabbiato, mentre noti la sua guancia rossa.
 

“Lo vuoi sapere?” ti domanda. “Vuoi sapere se sono stato con qualcuno? No dannazione, no! Non sono stata con nessuna Nina! Non ci sono riuscito, io… -vacilla un attimo, poi riprende- Non posso stare con nessun’altra che non sia tu!”
 

Non gli dai il tempo di andare oltre. Gli salti addosso portando le tue mani dietro la sua testa e premi le tue labbra contro le sue.
La sua lingua entra dentro la tua con irruenza, con impazienza.
Le vostre lingue giocano, si cercano e si rincorrono in una danza che non c’era stata più da tempo.
 
Ti erano mancati i suoi baci, quelli veri. I baci che vi scambiate sul set non sono niente, mentre questo è un vero bacio.
E’ un bacio carico di passione, di dolore, di amore, di distanza e di unione.
Ian porta le sue mani dietro di te e ti afferra per i glutei cercando di sostenersi.
 
Ti appoggia maggiormente alla parere per avere un appiglio, ma entrambi volete di più.
Non sai come vi trovate a letto, entrambi nudi, a consumare il vostro amore eterno.
Perché il vostro amore durerà per SEMPRE.
Non ci sono bisogno di parole, non ora. Avete capito entrambi che una volta usciti da questo vortice starete insieme, per tutta la vita.

 
 
 
 
______________________________________________________________________________________________________________________________________________



Note dell'autrice:
Non so, mi è venuto tutto così, di getto.
Ho già in mente di fare un continuo e di raccontare un po' la serata del PaleyFestival sul continuo di questa One-shot.
Ho cercato di creare una confusione nella testa di Nina e approfondire tutte le sue paure e tutti i suoi sentimenti e sulle colpe che si da.
Qui, forse, è stato accentuato il fatto della sua colpa, ma io sono pienamente convinta che colpe non ce ne siano e se ce ne sono, sono di entrabi.
Nessuno è un santo u.u Molti danno la colpa a Nina, ma non è giusto.
Comunque... Ho voluto accentrare anche il ruolo di Julie e sulla famiglia d TVD, perchè è quello che sono e secondo me quella donna bionda-mangia ciambelle ha un ruolo fondamentale sulla vita di tutti -non solo nei copioni.

Nell'ultima parte vediamo Ian che si confronta con Nina ed entrambi mettono a nudo i loro pensieri, le loro paure.
Hanno paura di rimanerne scottati, ancora. Si urlano addosso, si fanno male, si feriscono, ma alla fine in qualche modo capiscono.
Sono come Damon ed Elena, i personaggi, secondo me, sono il riflesso della realtà.
Termino con il scusarmi per eventuali errori o forme, ma ho finito di scriverla ora e la rincontrollerò domani =)
Mi auguro di leggere cosa ne pensate e se non è venuta fuori una schifezza scriverò quello che ho promesso sopra *incrocialedita*

Buona notte a tutti =)

Horse_


 
  
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