Pain, love … is such
a fine line
Non
ci
consoliamo dei dolori, ce ne distraiamo.
Stendhal,
Armance, 1826
Aveva
capito che c’era qualcosa che non andava non
appena Graham si era affacciato in camera sua per annunciarle che uno
dei
ragazzini di Jeremy la stava cercando. Era facile capire di chi si
trattasse,
solo uno di loro sarebbe venuto a trovarla, l’unico che
avesse un valido motivo
per farlo. Mise via il libro che stava leggendo, scivolò
giù dal letto e si
diresse verso il piano inferiore. I piedi nudi si stavano rapidamente
raffreddando sul marmo delle scale, ma data l’arsura di quei
giorni e lo stato febbricitante
dovuto all’avvicinarsi della luna piena, era quasi un
sollievo sentire le
articolazioni semi congelate.
Lo
vide seduto su uno dei divanetti in pelle nera,
il bel viso tirato e gli occhi azzurri privi del consueto scintillio
malizioso.
Era successo qualcosa di grave, una cosa che aveva avuto il potere di
spezzarlo
in due, lo percepiva chiaramente.
-
Tutti fuori. – ordinò, rivolgendosi allo sparuto
gruppo di guardie del corpo che si trovava al piano terra. Non si
voltò per
vedere se le avevano obbedito, il lieve rumore che giungeva in
lontananza le
annunciava chiaramente che erano usciti tutti quanti in giardino.
Si
avvicinò al ragazzo con circospezione, cercando
il modo più delicato per spingerlo a parlare. Era venuto fin
lì, aveva fatto
tutta quella strada, ma non sembrava intenzionato ad aprire bocca. Non
ancora,
per il momento.
-
Nick … – sussurrò, chinandosi ad
accarezzargli con
dolcezza una guancia, leggermente ispida a causa della barba che non
era stata
rasata.
Puntò
gli occhi azzurri nei suoi castani,
fulminandola con lo sguardo più disperato e allo stesso
tempo inerme che gli
avesse mai visto. Anzi, che avesse visto sul volto di una persona da
molto
tempo. Era la stessa espressione che era rimasta incollata al suo viso
nei mesi
successivi alla morte di Nathaniel, identica a quella che aveva visto
sul volto
di suo fratello. Tradiva un dolore assoluto, una ferita profonda che
avrebbe
impiegato decine o forse centinaia di mesi a rimarginarsi del tutto,
ovviamente
nella migliore delle ipotesi. Solo una persona poteva aver causato un
dolore
del genere al suo Nick, il ragazzo duro come una roccia, ma nel
profondo dal
cuore fragile come un calice di cristallo.
-
Si tratta di Antonio? – sussurrò, timorosa.
Le
lacrime riaffiorarono negli occhi lucidi e
arrossati di Nicholas. Annuì debolmente; evidentemente non
si fidava abbastanza
della sua voce per dirlo, o forse non voleva dirlo ad alta voce
perché farlo
avrebbe significato ammetterlo definitivamente.
Lo
abbracciò di slancio, stringendolo a sé con tutta
la forza di cui era capace, cercando di mettere in
quell’abbraccio tutto ciò
che le parole non sarebbero mai riuscite a esprimere.
-
Mi dispiace così tanto, Nick. –
-
Ti prego, non lasciarmi. –
Quella
replica, sussurrata appena, ebbe il potere di
causarle una stretta al cuore. Era così indifeso, sembrava
un bambino che non
chiedeva altro che sentirsi dire che era tutto un brutto sogno e che
quando si
fosse svegliato avrebbe trovato tutto come al solito. Avrebbe davvero
voluto
che fosse così, le sarebbe piaciuto poter fare qualcosa per
farlo smettere di
soffrire.
-
Non ti lascio, non me ne vado proprio da nessuna
parte. – gli assicurò.
Lo
sentì rilassarsi nella sua stretta, incassando il
volto tra il suo collo e la spalla. Il suo respiro sulla pelle le fece
correre
un brivido caldo lungo la schiena.
Rimasero
in quella posizione finchè non fu Nick a
separarsi quel tanto che bastava per guardarla negli occhi.
C’era un bisogno
straziante in quegli occhi azzurri, un desiderio di sentirla vicina in
ogni modo
possibile. Voleva cancellare il dolore, almeno per il momento, e
conosceva un
solo modo per distoglierlo almeno temporaneamente da qualsiasi potere.
Scivolò
via dalla sua presa, alzandosi in piedi e
afferrandogli la mano. Lo tirò dietro di sé,
conducendolo verso la rampa di
scale che portava alla zona notte. Stava per salire il primo gradino
quando si
sentì tirare indietro. Nick la sollevò, facendo
leva con le braccia,
costringendola a stringergli le gambe intorno ai fianchi per non cadere
giù. La
baciò con impeto, leccando e mordendo ogni porzione di
labbra che riusciva a
raggiungere, graffiando e ingaggiando una specie di lotta tra lingue
per la
supremazia.
Le
sfuggì un sospiro quando abbandonò la sua bocca e
le morse lievemente il collo, succhiando con vigore e tirando la pelle
delicata
all’altezza della carotide. Gettò la testa
all’indietro, chiudendo gli occhi,
in preda al piacere. Li riaprì solo quando
avvertì un rumore metallico, giusto
in tempo per vedere i bottoni della camicetta che rotolavano lungo i
gradini in
marmo; ricambiò il favore, artigliando il colletto della
polo e tirandolo verso
il basso finchè l’intero tessuto non venne
lacerato in tre lunghe strisce. Il
torace atletico e muscoloso di Nick le apparve in tutta la sua
perfezione; gli
cinse il collo con le braccia e cominciò a depositare una
scia di baci e morsi
su ogni centimetro di pelle esposta. Quando giunse
all’altezza dei capezzoli ne
prese uno tra i denti e lo tirò con forza, strappandogli un
gemito che era un
misto di dolore e piacere.
Raggiunta
la sua stanza, lo spintonò con forza sul
letto a baldacchino, raggiungendolo e strofinandosi su di lui come
avrebbe
fatto una gatta. Tornò a prendere d’assalto il suo
torace, schiaffeggiando leggermente
via le sue mani quando provò ad attirarla a sé.
-
Sta fermo, non costringermi a legarti al letto. –
mormorò, sorridendo compiaciuta davanti alla sua espressione
offuscata dall’eccitazione
che quella semplice frase aveva prodotto.
Scese
a seguire il profilo degli addominali con la
lingua, soffermandosi con lentezza esasperante lungo l’orlo
dei jeans. Sciolse
la cintura con un paio di rapidi movimenti, sbottonandoli e facendoli
scivolare
lungo le gambe muscolose del ragazzo.
-
Mi stai facendo impazzire. – mormorò Nick, la voce
resa roca dall’eccitazione che lo pervadeva.
-
È proprio quello il mio scopo, lupacchiotto. –
Si
mise a cavalcioni su di lui, ondeggiando i
fianchi e strappandogli una serie di lunghi gemiti gutturali. Sorrise
quando le
mani possenti di Nick le cinsero i fianchi e la fecero sollevare
leggermente,
quel tanto che bastava per liberarsi dei boxer e permettergli di
guidarsi
dentro di lei.
Affondava
dentro di lei con sempre più forza, quasi
a volersi fondere in un solo corpo, accompagnando il ritmo con i gemiti
di
piacere di entrambi.
Quando
entrambi giunsero all’apice, ormai stremati,
Fiamma rotolò di lato. Emise un sospiro di contentezza
quando il ragazzo la
cinse con un braccio e la attirò a sé,
permettendole di posare la testa sul suo
petto, accarezzandole ritmicamente la schiena nuda.
-
Grazie. – le sussurrò a fior di labbra, per poi
baciarla dolcemente.
-
Non ho fatto nulla. – minimizzò, ma sapeva
benissimo a cosa si stesse riferendo. Non c’era niente da
fare, quel
lupacchiotto riusciva sempre a capire il motivo di ogni suo
comportamento.
-
Non provarci nemmeno a fare la finta tonta, so che
lo sai. Hai capito che avevo bisogno di non pensare e hai fatto tutto
ciò che
potevi per aiutarmi in questo. –
-
Non ho fatto nulla. –, insistè, per poi
aggiungere: - Sei il mio ragazzo, è mio compito fare tutto
ciò che è in mio
potere per cercare di farti stare meglio. –
-
Sono cosa? – la provocò scherzosamente. Era la
prima volta che la sentiva ufficializzare la loro relazione e quelle
quattro
parole gli erano parse la cosa più bella che avesse mai
sentito in tutta la sua
vita.
-
Non provarci nemmeno a fare il finto tonto, lupacchiotto,
so che hai sentito bene ciò che ho detto. – gli
fece il verso.
Rise,
attirandola nuovamente a sé e baciandola con
più vigore.
-
Mi piace come suona detto da te. –
-
Sai, in realtà piace molto anche a me. – ammise,
rispondendo al bacio e accarezzandogli lentamente una guancia.
-
Lo sai che ci sono e ci sarò sempre per te, vero,
Nick? –
-
Lo so. Sai, è buffo, ma mio padre mi ha detto
proprio la stessa cosa poco prima di andarsene. –
Fiamma
aggrottò la fronte, perplessa, - Non capisco.
–
-
Mi ha detto che sono fortunato, perché ho trovato
una ragazza che sarà sempre al mio fianco, quindi avrei
fatto bene a non fare l’idiota
e a non lasciarmiti scappare. –
L’affetto
che provava nei confronti di Antonio
Sorrentino avvampò più forte che mai.
Quell’uomo aveva un gran cuore, era
leale, coraggioso e un ottimo padre. Era una brava persona, una delle
poche che
ancora giravano per il mondo, e lei avrebbe aiutato Nick in ogni modo
possibile
a vendicarsi dei Bastardi che l’avevano ucciso.
-
Tuo padre ha sempre avuto ragione su un sacco di
cose. Nick, io … –
S’interruppe,
indecisa sull’andare o meno avanti. In
tutta la sua vita aveva detto di amare solo un’altra persona
e non era finita
bene tra loro; decisamente no, dal momento che il sangue di Stefan
Santos
ancora macchiava uno dei tappeti più pregiati di Stonehaven.
Oh,
al diavolo. Nick non era Stefan e lei non era
più una ragazzina adolescente.
-
Nick, io ti amo. –
Gli
occhi azzurri di Nicholas si illuminarono,
tornando ad assumere lo sguardo radioso ed euforico che lo
contraddistingueva.
-
Anche io ti amo. È sempre stato così e lo
sarà
sempre. –
Un
bacio sancì quella dichiarazione prima che
entrambi, ormai privi di ogni energia, scivolassero tra le braccia di
Morfeo e
si addormentassero l’uno stretto all’altra.
[1.153
parole]
Spazio
autrice:
Come
vi avevo promesso, eccomi di nuovo qui con un’altra
OS. Magari in futuro vi proporrò anche una mini long o una
long, chissà,
suppongo dipenda da quanto apprezzamento riscuoteranno queste storie e
se ne
avrò o meno il tempo. Per maggiori chiarimenti riguardo la
mia OC, vi consiglio
di leggere l’altra OS: “Little Wolf”. Ho
sentito il bisogno fisico di scrivere
una cosa del genere quando ieri sera mi sono messa in paro con le
puntate di
Bitten e ho visto la morte di Antonio. Vi giuro, io che sono in qualche
modo minimamente
attratta da quel bastardo psicopatico di Santos, ho seriamente
desiderato di
poter entrare nello schermo e farlo a pezzi con le mie mani per
ciò che ha
fatto. Straziantissima la scena tra i due Sorrentino e devo dire che le
capacità recitative di Steve sono state eccezionali in
particolare in questa
scena (roba da lacrime a ruota, davvero). Insomma, questa serie
è sempre più
toccante e avvincente, ergo continuerò a tormentarvi con i
miei folli scritti.
Muahahahah. Fatemi sapere che ne pensate, lasciando una recensioncina
se ne
avete voglia. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt