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Autore: Fiamma Erin Gaunt    26/03/2014    0 recensioni
[Bitten (http://en.wikipedia.org/wiki/Bitten_(TV_series))]
La vera anima gemella non è quella che sa ascoltarti, ma quella che ti capisce senza bisogno di parole. Tra loro era così, non serviva parlare, bastava uno sguardo per capirsi alla perfezione.
NB: SPOILER per chi non è arrivato alla puntata 1x07.
[Nick Sorrentino/Fiamma Bellin]
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Pain, love … is such a fine line

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non ci consoliamo dei dolori, ce ne distraiamo.

Stendhal, Armance, 1826

 

 

 

 

 

Aveva capito che c’era qualcosa che non andava non appena Graham si era affacciato in camera sua per annunciarle che uno dei ragazzini di Jeremy la stava cercando. Era facile capire di chi si trattasse, solo uno di loro sarebbe venuto a trovarla, l’unico che avesse un valido motivo per farlo. Mise via il libro che stava leggendo, scivolò giù dal letto e si diresse verso il piano inferiore. I piedi nudi si stavano rapidamente raffreddando sul marmo delle scale, ma data l’arsura di quei giorni e lo stato febbricitante dovuto all’avvicinarsi della luna piena, era quasi un sollievo sentire le articolazioni semi congelate.

Lo vide seduto su uno dei divanetti in pelle nera, il bel viso tirato e gli occhi azzurri privi del consueto scintillio malizioso. Era successo qualcosa di grave, una cosa che aveva avuto il potere di spezzarlo in due, lo percepiva chiaramente.

- Tutti fuori. – ordinò, rivolgendosi allo sparuto gruppo di guardie del corpo che si trovava al piano terra. Non si voltò per vedere se le avevano obbedito, il lieve rumore che giungeva in lontananza le annunciava chiaramente che erano usciti tutti quanti in giardino.

Si avvicinò al ragazzo con circospezione, cercando il modo più delicato per spingerlo a parlare. Era venuto fin lì, aveva fatto tutta quella strada, ma non sembrava intenzionato ad aprire bocca. Non ancora, per il momento.

- Nick … – sussurrò, chinandosi ad accarezzargli con dolcezza una guancia, leggermente ispida a causa della barba che non era stata rasata.

Puntò gli occhi azzurri nei suoi castani, fulminandola con lo sguardo più disperato e allo stesso tempo inerme che gli avesse mai visto. Anzi, che avesse visto sul volto di una persona da molto tempo. Era la stessa espressione che era rimasta incollata al suo viso nei mesi successivi alla morte di Nathaniel, identica a quella che aveva visto sul volto di suo fratello. Tradiva un dolore assoluto, una ferita profonda che avrebbe impiegato decine o forse centinaia di mesi a rimarginarsi del tutto, ovviamente nella migliore delle ipotesi. Solo una persona poteva aver causato un dolore del genere al suo Nick, il ragazzo duro come una roccia, ma nel profondo dal cuore fragile come un calice di cristallo.

- Si tratta di Antonio? – sussurrò, timorosa.

Le lacrime riaffiorarono negli occhi lucidi e arrossati di Nicholas. Annuì debolmente; evidentemente non si fidava abbastanza della sua voce per dirlo, o forse non voleva dirlo ad alta voce perché farlo avrebbe significato ammetterlo definitivamente.

Lo abbracciò di slancio, stringendolo a sé con tutta la forza di cui era capace, cercando di mettere in quell’abbraccio tutto ciò che le parole non sarebbero mai riuscite a esprimere.

- Mi dispiace così tanto, Nick. –

- Ti prego, non lasciarmi. –

Quella replica, sussurrata appena, ebbe il potere di causarle una stretta al cuore. Era così indifeso, sembrava un bambino che non chiedeva altro che sentirsi dire che era tutto un brutto sogno e che quando si fosse svegliato avrebbe trovato tutto come al solito. Avrebbe davvero voluto che fosse così, le sarebbe piaciuto poter fare qualcosa per farlo smettere di soffrire.

- Non ti lascio, non me ne vado proprio da nessuna parte. – gli assicurò.

Lo sentì rilassarsi nella sua stretta, incassando il volto tra il suo collo e la spalla. Il suo respiro sulla pelle le fece correre un brivido caldo lungo la schiena.

Rimasero in quella posizione finchè non fu Nick a separarsi quel tanto che bastava per guardarla negli occhi. C’era un bisogno straziante in quegli occhi azzurri, un desiderio di sentirla vicina in ogni modo possibile. Voleva cancellare il dolore, almeno per il momento, e conosceva un solo modo per distoglierlo almeno temporaneamente da qualsiasi potere.

Scivolò via dalla sua presa, alzandosi in piedi e afferrandogli la mano. Lo tirò dietro di sé, conducendolo verso la rampa di scale che portava alla zona notte. Stava per salire il primo gradino quando si sentì tirare indietro. Nick la sollevò, facendo leva con le braccia, costringendola a stringergli le gambe intorno ai fianchi per non cadere giù. La baciò con impeto, leccando e mordendo ogni porzione di labbra che riusciva a raggiungere, graffiando e ingaggiando una specie di lotta tra lingue per la supremazia.

Le sfuggì un sospiro quando abbandonò la sua bocca e le morse lievemente il collo, succhiando con vigore e tirando la pelle delicata all’altezza della carotide. Gettò la testa all’indietro, chiudendo gli occhi, in preda al piacere. Li riaprì solo quando avvertì un rumore metallico, giusto in tempo per vedere i bottoni della camicetta che rotolavano lungo i gradini in marmo; ricambiò il favore, artigliando il colletto della polo e tirandolo verso il basso finchè l’intero tessuto non venne lacerato in tre lunghe strisce. Il torace atletico e muscoloso di Nick le apparve in tutta la sua perfezione; gli cinse il collo con le braccia e cominciò a depositare una scia di baci e morsi su ogni centimetro di pelle esposta. Quando giunse all’altezza dei capezzoli ne prese uno tra i denti e lo tirò con forza, strappandogli un gemito che era un misto di dolore e piacere.

Raggiunta la sua stanza, lo spintonò con forza sul letto a baldacchino, raggiungendolo e strofinandosi su di lui come avrebbe fatto una gatta. Tornò a prendere d’assalto il suo torace, schiaffeggiando leggermente via le sue mani quando provò ad attirarla a sé.

- Sta fermo, non costringermi a legarti al letto. – mormorò, sorridendo compiaciuta davanti alla sua espressione offuscata dall’eccitazione che quella semplice frase aveva prodotto.

Scese a seguire il profilo degli addominali con la lingua, soffermandosi con lentezza esasperante lungo l’orlo dei jeans. Sciolse la cintura con un paio di rapidi movimenti, sbottonandoli e facendoli scivolare lungo le gambe muscolose del ragazzo.

- Mi stai facendo impazzire. – mormorò Nick, la voce resa roca dall’eccitazione che lo pervadeva.

- È proprio quello il mio scopo, lupacchiotto. –

Si mise a cavalcioni su di lui, ondeggiando i fianchi e strappandogli una serie di lunghi gemiti gutturali. Sorrise quando le mani possenti di Nick le cinsero i fianchi e la fecero sollevare leggermente, quel tanto che bastava per liberarsi dei boxer e permettergli di guidarsi dentro di lei.

Affondava dentro di lei con sempre più forza, quasi a volersi fondere in un solo corpo, accompagnando il ritmo con i gemiti di piacere di entrambi.

Quando entrambi giunsero all’apice, ormai stremati, Fiamma rotolò di lato. Emise un sospiro di contentezza quando il ragazzo la cinse con un braccio e la attirò a sé, permettendole di posare la testa sul suo petto, accarezzandole ritmicamente la schiena nuda.

- Grazie. – le sussurrò a fior di labbra, per poi baciarla dolcemente.

- Non ho fatto nulla. – minimizzò, ma sapeva benissimo a cosa si stesse riferendo. Non c’era niente da fare, quel lupacchiotto riusciva sempre a capire il motivo di ogni suo comportamento.

- Non provarci nemmeno a fare la finta tonta, so che lo sai. Hai capito che avevo bisogno di non pensare e hai fatto tutto ciò che potevi per aiutarmi in questo. –

- Non ho fatto nulla. –, insistè, per poi aggiungere: - Sei il mio ragazzo, è mio compito fare tutto ciò che è in mio potere per cercare di farti stare meglio. –

- Sono cosa? – la provocò scherzosamente. Era la prima volta che la sentiva ufficializzare la loro relazione e quelle quattro parole gli erano parse la cosa più bella che avesse mai sentito in tutta la sua vita.

- Non provarci nemmeno a fare il finto tonto, lupacchiotto, so che hai sentito bene ciò che ho detto. – gli fece il verso.

Rise, attirandola nuovamente a sé e baciandola con più vigore.

- Mi piace come suona detto da te. –

- Sai, in realtà piace molto anche a me. – ammise, rispondendo al bacio e accarezzandogli lentamente una guancia.

- Lo sai che ci sono e ci sarò sempre per te, vero, Nick? –

- Lo so. Sai, è buffo, ma mio padre mi ha detto proprio la stessa cosa poco prima di andarsene. –

Fiamma aggrottò la fronte, perplessa, - Non capisco. –

- Mi ha detto che sono fortunato, perché ho trovato una ragazza che sarà sempre al mio fianco, quindi avrei fatto bene a non fare l’idiota e a non lasciarmiti scappare. –

L’affetto che provava nei confronti di Antonio Sorrentino avvampò più forte che mai. Quell’uomo aveva un gran cuore, era leale, coraggioso e un ottimo padre. Era una brava persona, una delle poche che ancora giravano per il mondo, e lei avrebbe aiutato Nick in ogni modo possibile a vendicarsi dei Bastardi che l’avevano ucciso.

- Tuo padre ha sempre avuto ragione su un sacco di cose. Nick, io … –

S’interruppe, indecisa sull’andare o meno avanti. In tutta la sua vita aveva detto di amare solo un’altra persona e non era finita bene tra loro; decisamente no, dal momento che il sangue di Stefan Santos ancora macchiava uno dei tappeti più pregiati di Stonehaven.

Oh, al diavolo. Nick non era Stefan e lei non era più una ragazzina adolescente.

- Nick, io ti amo. –

Gli occhi azzurri di Nicholas si illuminarono, tornando ad assumere lo sguardo radioso ed euforico che lo contraddistingueva.

- Anche io ti amo. È sempre stato così e lo sarà sempre. –

Un bacio sancì quella dichiarazione prima che entrambi, ormai privi di ogni energia, scivolassero tra le braccia di Morfeo e si addormentassero l’uno stretto all’altra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1.153 parole]

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Come vi avevo promesso, eccomi di nuovo qui con un’altra OS. Magari in futuro vi proporrò anche una mini long o una long, chissà, suppongo dipenda da quanto apprezzamento riscuoteranno queste storie e se ne avrò o meno il tempo. Per maggiori chiarimenti riguardo la mia OC, vi consiglio di leggere l’altra OS: “Little Wolf”. Ho sentito il bisogno fisico di scrivere una cosa del genere quando ieri sera mi sono messa in paro con le puntate di Bitten e ho visto la morte di Antonio. Vi giuro, io che sono in qualche modo minimamente attratta da quel bastardo psicopatico di Santos, ho seriamente desiderato di poter entrare nello schermo e farlo a pezzi con le mie mani per ciò che ha fatto. Straziantissima la scena tra i due Sorrentino e devo dire che le capacità recitative di Steve sono state eccezionali in particolare in questa scena (roba da lacrime a ruota, davvero). Insomma, questa serie è sempre più toccante e avvincente, ergo continuerò a tormentarvi con i miei folli scritti. Muahahahah. Fatemi sapere che ne pensate, lasciando una recensioncina se ne avete voglia. Alla prossima.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

 

 

 

  
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