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Autore: tatachan    27/03/2014    0 recensioni
eccomi qui, seduto contro lo specchio, in questa palestra, una sala enorme, con tanto di attrezzi vari, che abbiamo affittato per le prove del prossimo concerto, io, insieme ai miei compagni, che mi ritrovo a pensare a quanto sia sexy il mio ragazzo, tutto sudato, la sua canottiera zuppa, e l'unica cosa che ora riesco a focalizzare è il disperato desiderio di restare da solo con lui...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Tatsuya, Un po' tutti, Yuichi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Che rabbia! Non sopporto più questa situazione assurda. Perché deve essere sempre così stramaledettamente freddo quando siamo con gli altri del gruppo? Tutti i Kat-Tun sanno che stiamo insieme: sono ben 5 anni che stiamo insieme, eppure ogni volta che ci sono tutti lui si comporta come se fossimo semplici amici: sì, parliamo e scherziamo, però non si sbilancia mai. È vero, un po' è anche colpa mia, insomma io mi comporto esattamente come Tatsuya: quando siamo in gruppo non mi lascio trasportare più di tanto, un po' perché mi vergogno e un po' perché non ho idea di come potrebbe reagire lui. So bene che, quando si arrabbia, il mio ragazzo diventa “pericoloso”: è tanto sensibile quanto permaloso e se si offende è la fine, è capace di non rivolgermi la parola per giorni, tantomeno si azzarda a baciarmi o fare qualcosa di più... e per me è una tortura essere ignorato da lui.

Ma adesso non riesco a sopportare quei due, Kamenashi e Koki, che tubano in continuazione davanti a tutti, senza un minimo di ritegno, mentre io non posso nemmeno posare lo sguardo su Tatsuya, perché potrei perdere il controllo, e lui lì si comporta come se niente fosse. Kamenashi e Koki si sono messi insieme da poco: io mi ero accorto da tempo che Koki era innamorato di Kame (chi non l'aveva capito?) ma Kame lo ha sempre visto solo come un amico, continuando a strusciarsi su chiunque gli capitava a tiro (ci ha provato anche con me!), finché Koki, apparentemente stufo di quell'amore a senso unico, aveva iniziato a guardarsi intorno. Kame era uscito fuori di testa, l'idea di Koki accanto a qualcuno che non fosse lui lo aveva fatto letteralmente impazzire, e così.... Certo, modestia a parte, se le cose si sono risolte il merito è stato mio e del mio Tatsuya: Kame era piombato in casa mia, mentre io ero insieme a Tatsuya a vedere un film, con gli occhi gonfi di lacrime; così io e Tatsuya lo abbiamo aiutato, in fondo noi siamo i suoi compagni più grandi, e lui è il “cucciolo” del gruppo.

Ma ora quei due sono sempre appiccicati, si strusciano l'uno contro l'altro, durante le prove non fanno altro che flirtare.

E adesso eccomi qui, seduto contro lo specchio, in questa palestra, una sala enorme, con tanto di attrezzi vari, che abbiamo affittato per le prove del prossimo concerto, io, insieme ai miei compagni, che mi ritrovo a pensare a quanto sia sexy il mio ragazzo, tutto sudato, la sua canottiera zuppa, e l'unica cosa che ora riesco a focalizzare è il disperato desiderio di restare da solo con lui... Accidenti!! Sono furioso.

Il fatto è che da quando Kame e Koki si sono messi insieme ho avuto modo di riflettere sulla mia storia con Tatsuya: lo amo perdutamente e so che anche lui mi ama, ma mi piacerebbe che ogni tanto esternasse i suoi sentimenti anche davanti agli altri Kat-Tun, che per noi sono come una seconda famiglia. Chiedo troppo?

Tatsuya mi si siede accanto: «Nakamaru, a cosa pensi? Hai una faccia...!» e sorride come solo lui sa fare, provocando una improvvisa accelerazione del mio battito. Già, “Nakamaru”, è così che mi chiami davanti agli altri, ma... da quando questo mi rattrista? «È solo che...» provo a rispondere. Se c'è una cosa che ho imparato dalla storia di Koki e Kame è che con la persona che si ama si deve essere sempre sinceri, ma non è facile, e forse questo non è il contesto adatto. «Niente, niente...» mi affretto a tagliare il discorso. Ma il mio ragazzo non è convinto, mi ha guardato negli occhi e per lui sono un libro aperto, si accorge subito che qualcosa non va. Ma non dice nulla, anzi si alza e si allontana, riprendendo a provare una parte che gli stava dando qualche problema: «Ti va di darmi una mano? Questo passo proprio non mi riesce...». Mi alzo e mi avvicino a lui, mostrandogli la giusta coreografia, subito si avvicina Taguchi: «Questa parte è abbastanza complicata, che ne dite se la proviamo tutti insieme? Ehi!!! Kame, Koki, potreste staccarvi un attimo e venire a provare?» «Uff, va bene, va bene, ma facciamo in fretta, siamo qui da ore e noi vorremmo tornarcene a casa» ribatte Koki. «Sì, in effetti oggi siamo tutti un po' stanchi... Che ne dici Nakamaru, va bene se dopo questo per oggi ce ne andiamo?» mi chiede Taguchi. Dentro di me sorrido, perché nonostante sia quello più stravagante del gruppo, che spesso non riesce a distinguere quando è il momento di scherzare da quando invece è meglio tacere, Taguchi mi dimostra un grande rispetto, dando sempre a me l'ultima parola: «Va bene ragazzi» rispondo. Così iniziamo a provare, cerchiamo di correggerci a vicenda e, quando siamo soddisfatti del risultato, dico: «Bene ragazzi, per oggi ci fermiamo qui, domani abbiamo un giorno di riposo, sfruttiamolo per recuperare le energie!».

Subito Kame si avvicina a Koki e, parlando abbastanza forte perché tutti lo possano sentire, gli dice «Conosco un paio di modi per recuperare le energie, possiamo iniziare da subito se ti va...». Koki sorride compiaciuto, ma io non ne posso più, così mi fiondo nello spogliatoio, recupero le mie cose e sto per uscire, quando sento qualcuno alle mie spalle mormorare «Non mi aspetti? Pensavo che saremmo stati insieme stasera, e anche domani...». Tatsuya mi abbraccia da dietro e mi bacia il collo, ma io mi allontano da lui: «Se ti fa piacere...andiamo, dai». Non so nemmeno io perché mi comporto così, non è da me, quando siamo lontani da occhi indiscreti solitamente sono io ad avventarmi sul mio amore. Questa volta non ci riesco, lui è davanti a me e io sento che ho bisogno di lui, come ho bisogno dell'aria che respiro: lui ha il potere di farmi la persona più felice del mondo, ma proprio per questo ha anche il potere di abbattermi. Possibile che in tutto questo tempo, io me ne sto rendendo conto solo adesso? No, io l'ho sempre saputo, dall'istante stesso in cui mi sono innamorato di lui, ma adesso sono terrorizzato all'idea che lui potrebbe lasciarmi. Anche se Tatsuya non mi vuole lasciare, giusto? Perché mi stanno venendo tutti questi dubbi? Perché questa insicurezza ora? C'è solo un modo per risolvere questa situazione che si sta facendo piuttosto pesante, e si chiama verità. «Prima ho preferito non insistere, non mi sembrava il caso, ma adesso mi sto preoccupando. Che ti prende Yuichi? Dimmelo...» e mentre mi parla, Tatsuya mi stringe le braccia, avvicinando il suo viso al mio, al punto che riesco a sentire il suo respiro su di me, e avverto nei suoi occhi un velo di paura. «Non qui...andiamo a casa mia, ok? Prometto che ti dirò tutto». Tatsuya mi fissa ancora per qualche secondo, poi corre a prendere il giubbotto e la borsa e ci avviamo a casa mia con la sua macchina. Durante il tragitto non dice nulla, io nemmeno, guardo fuori dal finestrino le luci della città che scorrono veloci. Arriviamo a casa, non faccio in tempo a chiudere la porta che Tatsuya esclama: «Hai deciso di lasciarmi? Se è così dimmelo subito. Non capisco però, cosa ti ho fatto? Ho sbagliato qualcosa? Dimmelo, ti prego, cercherò di rimediare. Io...non lasciarmi...», gli occhi si fanno sempre più lucidi. Scatto verso di lui e lo abbraccio forte, lui mi afferra la schiena aggrappandosi alla mia giacca: «Baka» gli sussurro all'orecchio «Non ho la minima intenzione di lasciarti, come potrei?». Lui, per tutta risposta, mi stringe più forte e nasconde il volto nell'incavo del mio collo. Continuo ad abbracciarlo e, contemporaneamente, lo spingo verso il divano, dove ci ritroviamo seduti e abbracciati. Dopo qualche minuto lo allontano dolcemente da me, solo per poterlo guardare in volto. Per un momento quella situazione mi sembra decisamente comica: ero io quello a cui erano saliti dubbi e insicurezze, e adesso mi tocca consolare il mio ragazzo. «Ascoltami, il fatto è che vedo Koki e Kame così...intimi di fronte a noi, e non ho potuto fare a meno di constatare che io e te, invece, pure se stiamo insieme da anni, non ci lasciamo mai andare davanti ai ragazzi, anche se loro sanno di noi...» «È questo il problema?» «Bhè...ecco...» cerco di schiarirmi la gola. I suoi occhi, meravigliosi...non riesco a restare lucido se continuo a fissarli. I miei occhi vanno sulle sue labbra, proprio lì, a poca distanza dalle mie, le desidero, ma prima devo finire questo discorso. Così mi alzo dal divano, per allontanarmi da quella tentazione, mi tolgo la giacca. Anche lui si toglie il giubbotto, e dalla sua felpa scollata, troppo scollata, posso vedere il suo collo. Inizio ad avere caldo e mi sento la bocca asciutta, tiro un po' giù la zip della mia maglia: posso sentire i suoi occhi su di me, mi vuole, lo percepisco dal suo respiro. Riprendo il discorso lasciato interrotto «Ho pensato per un momento che forse il sentimento che lega quei due, Koki e Kame, possa essere più forte del nostro... Insomma loro fanno evidentemente fatica a stare lontani, anche quando proviamo, mentre noi, quando non siamo da soli, ci comportiamo da amici. Ci chiamiamo persino per cognome e tu sembri perfettamente a tuo agio» «Credevo che anche per te fosse normale...» «Non è così, nemmeno ti immagini la fatica che faccio a controllarmi... sai perché non ti guardo quasi mai mentre proviamo o quando ci esibiamo? Perché ho paura di quello che potrei farti se i nostri sguardi si incrociassero... La verità è che io ti voglio, costantemente, anche se stiamo insieme da tanto tempo, il desiderio che ho di te non si spegne mai, nemmeno per un istante. Ma tu puoi dire lo stesso? Tu, che sei sempre così introverso, impassibile. E poi, scusa se te lo dico, da quando ti sei tagliato i capelli hai sempre un'aria così seria, dura. Spesso ti isoli da noi, anche da me, e io ho paura...forse per te non sono abbastanza?».

Un lampo, riesco a fatica a rendermi conto di quello che sta succedendo: Tatsuya si alza dal divano, viene verso di me come una furia, mi sbatte letteralmente contro il muro, il suo viso a pochi centimetri dal mio: «Non provarci Yuichi, non provare mai più a dire una cosa del genere. Tu non hai idea di quello che mi scatta dentro quando ti ho vicino, come puoi dire che mi sento a mio agio? Quando balliamo, riesci a leggere forse i miei pensieri? No, non lo sai, non puoi saperlo, se lo sapessi non mi diresti queste cose. Quando cantiamo, hai idea dei sussulti del mio cuore? Pensi di non essere abbastanza per me? Dimentichi così facilmente le cose che ti dico ogni volta che facciamo l'amore? Contano così poco per te quelle parole?» «Non è questo» provo a spiegarmi, mentre quegli ardenti occhi neri mi fissano, in un misto di rabbia e dolore. Mi rendo conto di averlo ferito: «Ho solo pensato che... forse... sì, insomma, ogni tanto mi farebbe piacere ricevere certe attenzioni anche in altri momenti...». Tatsuya si ritrae da me, girandosi dall'altra parte, in modo da darmi le spalle. «Bene», dice «se è questo che vuoi, ci proverò, ma solo se anche tu farai lo stesso». Respira profondamente, forse per calmarsi, in fondo per un momento me la sono vista brutta, si era alterato parecchio: fatto sta che io osservo la sua schiena che si muove, respiro dopo respiro, e non capisco più nulla. Mi sono trattenuto anche troppo: mi avvento sul mio ragazzo, lo cingo da dietro, e inizio a baciargli il collo. «Ah, Yuichi...» «Scusami amore, mi sono lasciato trasportare dalle mie paranoie, mi dispiace, non essere arrabbiato, ti prego» «Non ti basteranno delle semplici scuse Yuichi, dovrai sforzarti di più per farti perdonare». Sorrido mentre continuo a baciare la nuca di Tatsuya. Nel frattempo le mie mani corrono sotto la sua felpa, accarezzo il suo corpo perfetto, il petto, l'ombelico e una mano si infila rapida nei suoi boxer, iniziando a massaggiare...

Sento il suo respiro mozzato, piccoli gemiti che piano piano si fanno più forti: «Cavolo...nhg...» «Amore...devi resistere ancora un po'...devo vedere il tuo volto» così lo libero dalla mia stretta, lo giro verso di me e inizio a spogliarlo, poi mi tolgo i vestiti. Ci portiamo sul divano, lo sdraio sotto di me, e ricomincio da dove avevo lasciato, mentre lo bacio con passione, alla disperata ricerca della sua lingua, del suo calore, del suo sapore. Lui è l'aria che respiro. Lo sento liberarsi nella mia mano: lui me la prende e inizia a leccarla. Quanto è sexy, il volto arrossato e i capelli sudati, e io sono assolutamente eccitato da una tale visione. Una volta che ha terminato mi guarda, i suoi occhi profondi, e annuisce. Così, dopo averlo preparato con la mano, entro dentro di lui: sento le sue dita stringermi le spalle. Iniziamo a muoverci, lui solleva il bacino, aiutandomi ad entrare completamente. Entrambi siamo accecati dal piacere e dal desiderio: ma non si tratta di un desiderio esclusivamente fisico, è una sincronia delle nostre anime. Baci bollenti e quelle parole, quelle parole che fanno arrossire, così imbarazzanti da dire e da ascoltare, ma non possiamo farne a meno, ora che siamo una cosa sola: «Ti amo Tatsuya, ti amo da morire, sei meraviglioso» «Anche io ti amo...ah!...Yuichi...ti amo». Non so per quanto siamo andati avanti così, d'un tratto ho sentito Tatsuya liberarsi nuovamente, ma stavolta anche io ho raggiunto l'apice.

Eccoci adesso, esausti, ansimanti, sudati, insieme. Noi stiamo bene solo quando siamo insieme, abbiamo bisogno l'uno dell'altro. Gli passo il palmo della mia mano su una guancia, lui sorride e mi dice: «Ti sei impegnato tanto, per questa volta sei perdonato». Mi metto a ridere. Lui mi prende la mano e incrocia le mie dita con le sue: «Sei bellissimo quando sorridi così amore, lo sai?». Io gli accarezzo i capelli corvini: «Tu sei bellissimo, non smetterei mai di guardarti». Restiamo così, continuando a sussurrarci parole dolci.

Due giorni dopo siamo nuovamente in palestra per le prove. Sono un po' agitato, non ho più toccato l'argomento con Tatsuya, non so cosa farà. Iniziamo come sempre, Kame e Koki si guardano spesso e sorridono. Di sicuro avranno trascorso il giorno di riposo insieme, non oso immaginare in che modo. Taguchi è completamente preso dal ballo. E poi c'è lui, il mio ragazzo: non ci credo, mi sta guardando! Non mi aveva mai guardato in quel modo davanti a tutti. Uno sguardo sexy, molto eloquente... Io arrossisco violentemente, ma sostengo il suo sguardo. Restiamo così, quando una voce ci risveglia «Ehi, piccioncini!!! Noi siamo pronti, venite anche voi?» Koki ci riporta bruscamente alla realtà: «Sì sì, eccoci». Dopo tre ore intense trascorse provando sia le coreografie sia le canzoni, ci ritroviamo tutti seduti per terra, stanchi morti, ma comunque soddisfatti per il lavoro svolto. «Che ne dite, ci prendiamo una bella pausa» propone Kame. Approviamo la proposta: Kame e Koki si appartano un po' lontano da noi e iniziano a tubare, come al solito, Taguchi esce dalla stanza per una telefonata importante, rimaniamo io e Tatsuya. Gli sorrido e lui mi sorride a sua volta. Mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio: «Così sei davvero eccitante, lo sai?» «Ma che dici?» rispondo imbarazzato. «Ma come? Non eri tu a volere che dimostrassi certe attenzioni in pubblico?» esclama, un po' confuso. Già, è vero. «Sì, però, è imbarazzante...» «Dici? E che mi dici di questo?» e si avvicina ancora, fino a poggiare le sue labbra sulle mie. Il mio cuore sta per esplodere, non sono abituato a queste situazioni, anche perché proprio in quel momento Taguchi rientra in stanza. Tuttavia Tatsuya, che se n'è accorto, continua a tenere le labbra incollate alle mie ancora un po', per poi staccarsi, senza smettere di guardarmi. Taguchi resta impalato per qualche secondo, ma poi si rivolge a noi come se nulla fosse, come se fosse normale quello che stavamo facendo. Anche Koki e Kame, mentre tornano verso di noi dicono: «Wow, state insieme da diversi anni, ma questa è la prima volta che vi vediamo in tali atteggiamenti...era ora!». Non sembravano per nulla imbarazzati, anzi era come se fosse la cosa più normale del mondo.      

Continua...

  
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