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Autore: Baguettes    27/03/2014    5 recensioni
[ .. ] Dieci minuti piccolo, e sarò da te.
Arrivo.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay,
era tutta la sera che ci pensavo, che ci giravo intorno, e alla fine eccola qui, l'ennesima e forse monotona Os Frerardosa.
Enjoy,
Gee.
 
 
PS. spero vi piaccia!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

We, forever.

 

 

Le mie mani, scivolano lente sulla mia pelle, e desiderando di essere le tue.
Sfioro con delicatezza la pelle sudata, accarezzando anche quelle piccole goccioline che cadono lentamente, lasciando un segno trasparente sul collo.
Era da tanto che non lo facevo, che non mi toccavo;
di solito, lo facevi tu quando non ci vedevamo dopo tanti giorni, o addirittura settimane.
Guardo ancora una volta le mie mani, sporche ormai dal mio stesso sangue.
Mi sono tagliato i polsi, anche oggi, ma la cosa peggiore è che non fa male.
Sorrido tra me e me, e lascio scivolare i polpastrelli ad accarezzare il pomo d'Adamo. Sento il sangue scorrere, scivolare lungo il polso, provo solletico, e rido, rido di gusto.
Non fa male, lo sai?
Alzo lo sguardo sulla specchiera, e vedo che c'è ancora il tuo dopobarba.
Tu facevi sempre la barba, e sorrido ricordando quei momenti in cui mentre facevamo insieme la spesa, tu facevi sempre cadere tre confezioni di quella merda nel carrello.
Afferro la bottiglietta, stando attento a non farla cadere in terra; la osservo, e scosto la piccola pellicola di polvere che si è venuta a creare con il passare dei giorni, del tempo.
Già, il tempo..
chissà da quanto era li, immobile senza essere toccata, proprio come me.
Sono cinque anni, e tu non mi tocchi più, lo sai?
Certo che lo sai.
Chissà da quanto era li, immobile senza essere toccata, proprio come me.
Sono passati due mesi, e tu non mi tocchi più, come è strano.
Sono passati due mesi quando per colpa di quei maledetti medici mi hai lasciato.
Dicevano che stavi bene, sai?
Dicevano che saresti uscito presto dall'ospedale, e che io avrei potuto abbracciarti; sei morto quella stessa notte.
Sei morto in un letto bianco, un misero letto spoglio e inutile.
Sei morto in un letto che di buono aveva solo il tuo profumo.
Sei morto in un posto dove non avresti mai voluto essere; dicevi che la morte migliore per te, sarebbe stata smettere di respirare, mentre il tuo sguardo si perdeva nel mio;
invece sei morto, senza vedermi per un ultima volta.
 
Poggio la bottiglia sulla specchiera, al suo solito posto, e mi allontano di qualche centimetro.
Ti sto immaginando qui, accanto a me, che sorridi, e mi abbracci come avevi sempre fatto.. ma la verità, e che sto immaginando tutto.
Sai cosa mi fa questo effetto? La mia mente, si, la mia mente.
Soffro di sclerosi multipla, che felicità, no?
I farmaci che prendo mi fanno uno strano effetto, sai?
Mi stanno uccidendo, sempre di più.
Sono dimagrito, di cinque chili, o forse di più, ma non mi importa, ho il piede nella fossa.
I medici, gli psicologi dicono che non è nulla di grave, ma io non ci credo, sono tutte cazzate, lo dicono solo per tranquillizzarmi.
Anche tu sei morto così, anche tu eri malato come me; ma ti sei ucciso con le tue stesse mani.
Lo so che quella notte hai ingerito troppe pastiglie, e che il tuo cuore non ha retto, lo so, tranquillo.. almeno non hai sofferto a lungo.
Sei stato furbo, bravo.
<< Frank? >>
mi ripulisco in fretta le mani con l'asciugamano trovato per caso sul pavimento, e lo lancio dentro il cesto della roba.
Sono furbo anch'io, è rosso.
<< dimmi! >>
sento i passi di mia madre farsi sempre più vicini, e respiro profondamente prima di sorridere e abbassare le maniche del maglione.
<< posso entrare? >>
voglio restare solo, ma non parlo, la lascio entrare.
Mi guarda, e non dice niente; lo vedo, è distrutta dal dolore quanto me, e mi dispiace, mi dispiace tanto.
Ogni volta che mi guarda vorrebbe fare qualcosa, ma non può, perché fa già tanto con il suo amore.
Se non avessi avuto lei, sarei già morto.
L'abbraccio, senza dire una sola parola, e lei ricambia, stringendomi per le spalle.
Non so come l'abbia capito, o anche solo intuito, so solo che l'abbraccio più forte che mai.
Non voglio dirgli cosa sto pensando in questo momento, le causerei solo dolore.
Non voglio che lei pianga, che lei sia triste in questo momento.
Sembra felice da quando abbiamo riordinato casa, sai?
Abbiamo impiegato un ora per disfare il letto dalle lenzuola sporche.. e sai il perché?
Immaginavo noi due, sdraiati, a far l'amore, come quella notte in cui io stesso ti avevo fatto la tinta rossa, e io stesso non avevo resistito a tale bellezza.
Eri bello con quei capelli, e lo sei ancora.
<< come stai oggi? >> voglio dirle che oggi sto più male del solito, ma ovviamente il tuo ricordo mi blocca, mi stai chiamando, dalla scorsa notte.
Mi sei apparso in sonno, mi hai detto che dovevi e volevi assolutamente vedermi, e non posso rifiutare l'invito.
<< come una macchia rossa. >> rispondo secco.
L'abbraccio ancora più forte, e lei non risponde.
Mi allontano, e le do un bacio sulla fronte.
<< ti voglio bene, mamma. >> mi perfora la pelle con il suo sguardo magnetico, è bellissima la mia mamma, davvero.
<< Frankie.. >> lo dice in modo esasperato, e sento che sta per piangere, lo fa ogni volta che mi abbraccia.
La guardo, e lei abbassa lo sguardo.
Vorrei che ricordasse questo momento, ma non posso dirglielo.
<< esco un attimo, okay? >>
non so perché non mi chiede dove sto andando, ma non mi importa, l'ho abbracciata, e posso andar via felice.
 
Scendo le scale, prendo le mie medicine, le infilo dentro la tasca stretta dei jeans, i miei preferiti, e mi dirigo da te.
Cammino veloce, e supero il terzo incrocio; quando vedo il cimitero da lontano, inizio a correre, e non appena mi ritrovo davanti al cancello chiuso, mi fermo un attimo a respirare.
Cazzo, ti rivedrò, non ci credo.
Scavalco il cancello, e inizio a correre.. potrei farlo anche ad occhi chiusi, tanto so dove sei.
Ed eccoti infatti, ti vedo da lontano, vedo la croce in legno, piantata sul terreno umido e ricoperto da fiorellini bianchi.
Ti vedo, e ti raggiungo all'istante.
Non ci penso un solo secondo, e mi sdraio sopra di te, sul terriccio bagnato e sporco.
Mi rilasso qualche istante, e poi, tolgo fuori la scatola delle pastiglie.
Alzo lo sguardo verso il cielo, e ingoio la prima..
il dottore dice che agisce dopo circa dieci minuti, quindi dovrai aspettare, okay?
Sorrido, e socchiudo gli occhi, immaginando la tua immagine, il tuo bellissimo viso perfetto e bianco; sei perfetto amore.
Ingoio la seconda pastiglia, e poi non ci penso più, ne prendo altre quattro di fila, rischiando di soffocare.
Non sento alcun dolore, la medicina ci metterà un po ad agire, merda.
Hei, ma tu aspettami, capito?
Socchiudo gli occhi, e poggio la testa sulla croce in legno.
Dieci minuti piccolo, e sarò da te.
Arrivo. 
   
 
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