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Autore: julierebel17    28/03/2014    1 recensioni
"Dunque lei è la contessina Emily Spencer?" le chiese un baldo giovane dai lineamenti angelici dopo averle baciato la mano.
La fanciulla sorrise appena, intimidita dal suo gesto:"Si, in persona, lei è?" fece per chiedergli il nome.
"Stephan" rispose.
"Stephan cosa?". "Solo Stephan, mi concede questo ballo?". Il ragazzo non proferì altre parole e la convinse a danzare con lui...
Genere: Erotico, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Violenza
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Hey! Ciao a tutti! Mi starete odiando per avervi lasciati così, in sospeso. Mi dispiace tantissimo, ma sapete che tra impegni e mancata ispirazione è abbastanza difficile gestire una storia. Questa sera, nonostante l'ora, ho pensato di scrivere. Non me ne vogliate per tutto questo tempo trascorso, proverò a farmi perdonare scrivendo un po' di più. Ecco a voi, buona lettura! Baci xx, Julie.


Stephan si stese placidamente sul letto assaporando la gioia dei suoi pensieri.
Marylin…era sempre stata una bella fanciulla.
Il Marchese ricordava di averla notata ad una fiera di paese una decina d’anni prima; ci parlò o almeno, provò a farlo, ma quella lo snobbò con aria altezzosa perché il ragazzo, a quanto pareva, non fu di suo gradimento.
Troppo grasso, logorroico e per nulla affascinante.
Fu quel giorno che Stephan si ripromise che l’avrebbe conquistata, prima o poi.
Il momento della sua vendetta era arrivato.
Adesso non era più quello di un tempo.
Aveva perso molti chili. Il suo corpo era elastico, il suo sguardo malizioso e le sue labbra seducenti.
Marylin di certo non era rimasta indifferente a tali cambiamenti; lo si notava dal suo modo di fissarlo ogni qualvolta parlasse.
Desiderava quelle labbra più di un bel bicchiere di vino rosso. Era assetata di passione.
 
 
“Signore”, Godrin bussò alla porta della camera, ma prima che potesse accennare altri movimenti la Duchessa si fiondò all’interno del vano.
 
“Puoi andare, Godrin” disse con la solita aria superba, ma quell’ultimo rimase lì fin quando fu il padrone a congedarlo.
 
“Mpf. I tuoi servitori non mi danno retta, eppure mi conoscono da quasi dodici anni! Dovresti educarli meglio, vengono pagati per farti da schiavi” sostenne infastidita.
 
“Vedo che sei sempre la solita”, Stephan rise.
“E tu sei il solito incapace”replicò l’altra.
 
I suoi modi di fare non l’ammaliavano per nulla, ma c’era qualcosa in lei, forse quella schiettezza che lo eccitava terribilmente.
 
“Il solito caratterino” ammiccò Stephan prendendola per la vita.
La ragazza rabbrividì.
Si scosse per qualche secondo facendo ondeggiare i riccioli scuri che le contornavano il viso.
Le sue gote erano di un rosa pallido, la fronte di media ampiezza e le labbra sottili.
Ciò che forse attirava di più il ragazzo erano i suoi occhi; di un marrone scuro, quasi nero.
Così espressivi e penetranti.
 
“Chi ti ha dato il permesso di entrare in camera mia?” sussurrò il Marchese all’orecchio della donzella.
“Io. Nessuno mi dà ordini, neanche se sono in casa di qualcun altro” replicò voltandosi verso Stephan e sfuggendogli.
 
Si stese sul letto muovendo con delicatezza le braccia; accarezzò le coperte ammiccando con lo sguardo.
 
“Dovrei punirti per quello che stai facendo, lo sai, vero? Insulsa poco di buono che non sei altro” accennò il Marchese con un tono fintamente serio e malvagio.
“Oh, mio Signore, le chiedo umilmente perdono, la prego, non mi faccia del male” rispose la Duchessa altrettanto scherzosamente.
 
“Starai tanto bene da sentir dolore” disse compiaciuto Stephan avvicinandosi al letto.
 
Si sedettero entrambi, con le gambe incrociate verso quelle dell’altro, ma Marylin si alzò di scatto correndo verso lo specchio posto in un angolo dell’enorme camera.
 
“Dove vai, Marylin?”
“Eh no…se mi vuoi, devi PRENDERMI…” sorrise.
 
Stephan le corse incontro invano. La Duchessa si spostava all’interno della stanza con il tocco leggero di una farfalla che va posandosi sui fiori.
Una volta si sedeva sul letto, un’altra si nascondeva dietro allo specchio, un’altra ancora dietro alle lussuose tende di seta.
 
Alla fine, si chiuse nell’armadio.
Stephan provò ad aprirlo, ma Marylin teneva le ante chiuse dall’interno.
“Dai, Marylin, aprimi o ne pagherai le conseguenze” disse maliziosamente.
 
“No, mio Signore, non ho intenzione di uscire di qui” replicò l’altra.
 
Il Marchese si vide costretto agli inganni.
“D’accordo, visto che hai così tanta voglia di giocare, fallo pure da sola, io vado in salotto a sbrigare i miei affari.
Quando mi vorrai, saprai dove trovarmi”.
Fece finta di uscire, avvicinandosi alla porta, aprendola e chiudendola, solo per far rumore.
Andò poi a nascondersi a passi silenziosi accanto all’armadio.
 
Come previsto, Marylin uscì di scatto e Stephan la prese per la vita altrettanto rapidamente.
 
“Lasciami!” gli intimò.
“Mi avevi chiesto di prenderti, adesso sei mia” le rispose.
“Ti ho detto di lascia…aah Stepha…Stephan…non…aaah”, lievi gemiti fuoriuscirono dalle sue labbra come fruscii di vento prima della tempesta.
 
Il tocco fermo, ma gentile di Stephan le provocò un assurdo piacere.
La buttò con violenza sul letto per poi slacciarle frettolosamente il corsetto.
 
“Nessuno ti ha detto che potevi far…aaah”, Marylin cercò di controbattere, come al solito, per via del suo forte carattere, ma non fece in tempo che Stephan le fiondò le mani ovunque.
 
Provò a tirarle via la gonna, ma non vi fu verso di rimuoverla.
Era grossa ed ingombrante, ma in qualche modo sarebbe riuscito a spostarla.
 
Abbracciò la Duchessa tenendola ben salda.
Sentì i seni battere contro il suo petto.
 
La guardò negli occhi, quegli occhi terribilmente affascinanti.
Marylin era bella anche con i capelli scompigliati, ma quella bellezza era fugace quanto un battito di ciglia.
 
“Ricordi…quel…ricordi quel giorno alla…fiera?” disse lui ansimando.
“S-si” rispose a stento l’altra.
“Mi negasti perfi…no…il sa…luto” continuò.
“Ricordo…perf…aaah..perfettamente”
“Ecco. Quel…giorno…immaginai un…aah..momento del genere…mi sarei vendicato…quel giorno seppi…che..aaah…prima o poi…avrei fatto…questo!” quasi urlò prima di penetrarla con forza.
 
“Aaaaaah!”.
Un grido secco uscì dalle labbra di Marylin.
Un grido di dolore prima che potesse cadergli, sfinita, tra le braccia…
  
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