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Autore: Hachi_Purple    28/03/2014    1 recensioni
C'era una volta, in un regno molto lontano, una giovane principessa di nome Emily.
Emily, non era come tutte le altre, né all'apparenza, né nel cuore; lo era solamente, nel desiderio di incontrare un giorno, il suo principe, che l'avrebbe condotta lontano, in un luogo dove finalmente, si sarebbe sentita davvero viva.
Questo desiderio, le sembrava però quasi irrealizzabile a causa di una maledizione, che l'aveva colpita quando ancora era nella culla e che recitava così :
"Qualsiasi principe, potrà innamorarsi di te solamente quando avrà già accanto la sua principessa."
Non sapeva quale perfida strega, poteva avercela con lei così tanto da farle un simile incantesimo, né per quale motivo, ma ormai non poteva far nulla, se non aspettare il bacio del suo vero amore che, come in ogni favola che si rispetti, avrebbe sciolto il sortilegio.
Un vero amore, che tardava ad arrivare però.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta, in un regno molto lontano, una giovane principessa di nome Emily.
Emily, non era come tutte le altre, né all'apparenza, né nel cuore; lo era solamente, nel desiderio di incontrare un giorno, il suo principe, che l'avrebbe condotta lontano, in un luogo dove finalmente, si sarebbe sentita davvero viva.
Questo desiderio, le sembrava però quasi irrealizzabile a causa di una maledizione, che l'aveva colpita quando ancora era nella culla e che recitava così :
"Qualsiasi principe, potrà innamorarsi di te solamente quando avrà già accanto la sua principessa."
 Non sapeva quale perfida strega, poteva avercela con lei così tanto da farle un simile incantesimo, né per quale motivo, ma ormai non poteva far nulla, se non aspettare il bacio del suo vero amore che, come in ogni favola che si rispetti, avrebbe sciolto il sortilegio.
Un vero amore, che tardava ad arrivare però.
Aveva dei gusti difficili lei e anche se la maledizione non fosse esistita, non avrebbe comunque mai incontrato nessuno, che potesse somigliare al SUO principe e questo la rendeva molto triste.
Sembrava quasi, che tutti avessero un'anima gemella, tranne lei; lei che non voleva accontentarsi del primo uomo a cavallo giunto a salvarla, lei che voleva qualcosa in più di un semplice colpo di fulmine, lei che voleva un amore reale.

Tutto il regno sembrava in festa quella sera, luci colorate inondavano la notte e la rendevano meno buia, la musica riempiva l'aria, gli uccellini cinguettavano e giungevano persone da ogni dove per festeggiare il fidanzamento della principessa Kaith e del principe Cris.
Tra tutta quelle persone, c'era anche lei, Emily.
Entrò nel castello come se ci fosse solo lei e non fece caso agli sguardi indagatori dei presenti; Kaith era la sua migliore amica e le sarebbe stata accanto, in quel momento di gioia, qualunque fosse stata la situazione... ma era evidente, che le altre principesse la guardavano con aria sorpresa. Infondo, sapeva anche lei di essere diversa.
Non aveva capelli dorati tanto lunghi da permettere a qualcuno di scalare una torre, non ne aveva color dell'ebano... i suoi, erano neri come la notte sì, ma resi unici da quelle "fiamme" rosa, che le partivano dalla punta e che sfumano verso l'alto.
Non aveva un vestito giallo o azzurro, pieno di fiocchi e balze, il suo era semplice, anch'esso color della notte, con una lunga "coda" e delle piccole borchie dorate che le ricoprivano tutto il corpetto, perfettamentre in tinta con la decorazione dei guanti e le scarpe.
Forse, all'apparenza poteva sembrare una strana ragazza, ma chiunque avesse avuto la fortuna di imbattersi in lei, avrebbe incontrato la persona più dolce del mondo; non c'era essere vivente nel suo regno, a cui lei aveva negato un sorriso, una parola gentile, un aiuto. Il suo più grande desiderio, era che nessuno rimanesse mai solo e, aveva giurato a se stessa che il giorno in cui sarebbe diventata regina, se mai lo fosse diventata, avrebbe fatto sì che questo desiderio, diventasse una legge a cui nessuno, avrebbe mai potuto venir meno.

Nonostante gli sguardi ostili che la circondavano quella sera, lei sorrideva a tutti.
Sorrideva così tanto, da illuminare lei sola, più di tutte quelle splendide luci.
Sorrideva a chi la scrutava con curiosità, sorrideva a chi non la guardava affatto, sorrideva alla sua Kaith e al suo bellissimo principe e, improvvisamente, cominciò a sorridere anche il suo cuore.
Cominciò a farlo, nel preciso momento in cui, uno sconosciuto varcò la soglia e il mondo, le sembrò quasi, fermarsi.
Lo sconosciuto, avanzava lentamente verso Emily e Kaith con un andamento lento e deciso, ogni passo che faceva, risuonava nelle orecchie della principessa, come un milione di tamburi che suonano insieme.
Quando si avvicinò per salutare Kaith, Emily potè finalmente ammirarlo da vicino : era bellissimo.
I lunghi capelli azzurri gli incorniciavano il volto dai lineamenti spigolosi, quasi fino a coprirgli uno degli occhi, gli occhi più belli che lei avesse mai visto, erano di un colore chiaro e particolare simile al grigio, quasi come se fossero fatti di ghiaccio.
Era molto alto e molto magro e, di certo non era il solito principe, quello che in grado di far voltare tutte le presenti in sala al suo arrivo, ma era l'unico principe, che aveva fatto voltare lei.
Lo sconosciuto dai capelli azzurri, salutò Kaith con un caloroso abbraccio, poi si voltò verso Emily, le porse la mano e sorridendole dolcemente, si presentò.
Si chiamava, Faust.

Quando Faust fu abbastanza lontano da non ascoltare le sue parole, Emily chiese informazioni su di lui a Kaith.
Scoprì molte cose, ad esempio che si trattava di un principe di un regno non molto lontano, che era in cerca della sua principessa , che lui e Kaith si conoscevano ormai da molto tempo grazie alle loro famiglie e che, era di un anno più giovane di lei.
Quest'ultima informazione, lo rendeva inappropriato, secondo le altre, perchè nessun principe poteva essere più giovane della propria principessa.
Inutile dire, che a lei non importava.
Fel, la sorella minore di Kaith, dopo aver ascoltato senza permesso il discorso delle due, manifestò la sua disapprovazione e aggiunse, pregando sua sorella di non aiutarli a conoscersi, che era meglio se Emily avesse trovato un principe più grande, se non voleva rischiare di essere guardata molto peggio, di quanto già non facevano.
Ma ad Emily, nemmeno questo importava.
Ormai, aveva deciso; ormai, voleva conoscerlo.
Così, senza disturbare ulteriormente Kaith durante la sua festa di fidanzamento,  andò alla ricerca di Faust.
Girò per tutto il palazzo, cercando di non dare troppo nell'occhio per non essere seguita o interrotta e, quando finalmente lo trovò, seduto sul dondolo in cortile a guardare le stelle, per la prima volta nella sua vita, si sentì impacciata e confusa.
Si avvicinò lentamente e lui, sembrò quasi percepire la sua presenza, tanto che quando lei fu abbastanza vicina ancor prima che aprì la bocca per dire qualcosa, lui si girò e sorridendole nuovamente le disse "Il cielo stanotte è troppo bello per non guardarlo, non credi?"
Emily rimase immobile e muta per qualche secondo, poi finalmente la voce le uscì e diede ragione al principe, che la invitò a sedersi accanto a lui, per guardare quel meraviglioso spettacolo che si estendeva sopra di loro.
Se solo le altre principesse l'avessero vista lì, in quel momento, probabilmente avrebbero avuto un ottimo argomento di cui sparlare, per tutta la stagione. Ma come sempre, non le importava.
Emily e Faust parlarono molto, parlarono di tutto e scoprirono di avere davvero tanto in comune, sembrava quasi che le loro storie fossero state fatte per intrecciarsi.
La notte avanzava e i minuti sembravano essersi congelati, come se il tempo si fosse fermato a quell'istante, come se in quel castello, in quel regno, in quel mondo, ci fossero solamente loro due: un principe ed una principessa, che finalmente sembravano essersi trovati.
Emily, cominciava a sentir freddo nel suo leggerissimo vestito nero, ma non voleva andarsene, non voleva rientrare e rovinare quella magia che si era creata tra loro, così cercò di focalizzare tutta la sua attenzione solamente sugli occhi di Faust, che riuscivano a parlarle più di quanto facesse la sua bocca.
Ma lui, sembrava leggerle davvero nel pensiero e, senza dir nulla, mentre lei guardava in alto e gli raccontava i suoi sogni e le sue speranza, le posò la camicia sulle spalle.
Emily si voltò improvvisamente, con il cuore pieno di gioia e lui, le sorrise per l'ennesima volta quella sera.
Poi, il cielo "esplose" improvvisamente : i fuochi d'artificio furono il loro "rintocco della mezzanotte".
Faust, la salutò con un leggero bacio sulla guancia e poi sparì tra la gente che, come lui stava tornando nei propri castelli.
In quel momento, Emily si ricordò della sua maledizione e, fu assalita dal terrore di non rivederlo mai più.
Non lo avrebbe permesso comunque, lei doveva rivederlo, ad ogni costo.

Passarono due giorni ed Emily, cominciò a convincersi che Faust in realtà era stato solamente frutto della sua immaginazione.
Fin da subito le era chiaro che lui non sarebbe più apparso davanti ai suoi occhi, proprio per questo aveva tentato di catturare ogni attimo, senza perdersi nemmeno uno scintillio proveniente da quei magnifici occhi.
Ma aveva sperato di sbagliarsi questa volta, aveva sperato che per lui fosse stato meraviglioso quanto lo era stato per lei... ovviamente invece, aveva avuto ragione, come sempre.
Si chiuse nella sua stanza e scrisse per ore, scrisse una lettera o forse un racconto, non lo sapeva più nemmeno lei.
Scrisse, finchè un corvo bussò alla sua finestra.
"Sciò, vattene via!" Gridò Enio il giardiniere, cercando di cacciare la povera bestiola che invece, determinata continuava a battere alla finestra di Emily.
Quando si accorse che l'uccello portava un bigliettino, aprì il più velocemente possibile la finestra e lo fece entrare.
Si affrettò a prendere il messaggio e diede qualcosa da mangiare al povero corvo, che aveva dovuto subire l'ira di Enio, soltanto per recapitarle un messaggio.
Fissava il piccolo foglio piena di speranze ma, continuando a ripetersi "Non farti illusioni dolcezza, altrimenti sarà peggio!".
Quando finalmente si decise ad aprirlo, dovette rileggerlo una decina di volte, prima di essere sicura di cosa ci fosse realmente scritto :  "Cara Emily, spero che il mio biglietto non ti infastidisca, anche se ripensando all'altra sera, non credo lo farà.  Sarei molto onorato se tu volessi rivedermi. Se deciderai di farlo, il mio corvo Teo, provvederà a darmi la tua risposta. Scusami se sono così freddo e "breve", ma lo spazio a mia disposizione è poco, mi farò perdonare al nostro incontro, se vorrai. Faust."
Emily si affrettò a rispondere, ovviamente gli disse che voleva rivederlo e gli chiese quando questo sarebbe accaduto, scrisse velocemente cercando di usare una scrittura leggibile e guardò il piccolo Teo, andarsene via insieme al suo messaggio pieno di speranze. 

Per le ore che seguirono, Emily non fece altro che guardare fuori dalla finestra, in attesa di veder spuntare il piccolo Teo. 
Ma Teo non arrivava.
Decise quindi, di distrarsi e di non comportarsi come tutte le altre principesse del regno, solo perchè aveva trovato qualcuno che somigliava al suo principe, non doveva perdere la testa.
Smise di pensarci (quasi) e sentì un lieve rumore, provenire dalla finestra : era Teo.
Lo fece entrare ma non trovò alcun biglietto, si guardò attorno cercando di capire se poteva essere caduto da qualche parte... quando guardò giù in giardino, del piccolo foglio non c'era traccia ma al suo posto trovò uno splendido sorriso...

Incredula, rispose a quel sorriso e si precipitò fuori dal castello.
Quando finalmente, la distanza tra loro fu quella di un bacio,  Faust la strinse tra le braccia e le sussurrò un "Sono felice di rivederti".
Era tutto così inopportuno.
Era tutto così... come lo aveva sempre sognato.

Lui, la presa per mano e andarono al mare, si era già fatto buio e sulla spiaggia non c'erano altri che loro.
Si sedettero su uno scoglio ad ammirare il cielo, come la sera in cui si erano conosciuti e Faust, le disse che quel castello che si scorgeva in lontananza, era la sua casa e le promise, che un giorno l'avrebbe portata al suo interno e le avrebbe fatto conoscere ogni stanza, ogni fiore del giardino, ogni singola cosa che si trovava lì.
Emily ascoltava estasiata la voce del principe, come quando si ascolta per la prima volta la canzone destinata a diventare la tua preferita, e prima di rispondere pensava e ripensava alle parole da uilizzare, invasa dalla paura di rovinare tutto.
Se mai lo avesse fatto, non se lo sarebbe mai perdonata.

Le ore passavano e quei due, non avevano nessuna voglia di andarsene.
Quando però, Emily sentì il rintocco della mezzanotte, dovette raccogliere tutta la sua forza di volontà e salutare Faust, che però non sembrava affatto intenzionato a lasciarla andare.
Insistette così tanto, che la principessa riuscì a tornare a casa solamente un'ora più tardi, cercando di non farsi scoprire da nessuno, per non rischiare di essere rinchiusa nella sua stanza per chissà quanti giorni.
Si salutarono un milione di volte quella notte, persino quando lei fu già nella sua stanza, si affacciò e lo salutò nuovamente con la mano, e lui le disse a bassa voce un "Ci vediamo domani" che, rese la notte della principessa, la più dolce che lei potesse ricordare.

I giorni seguenti, i due continuarono a vedersi, era un appuntamento fisso, ogni giorno alla stessa ora, sulla stessa spiaggia.
Passavano ore seduti l'uno accanto all'altra a parlare, a raccontarsi, a ridere, a cantare... a vivere, come mai avevano fatto prima.
Emily ormai, non riusciva ad immaginare di passare una singola giornata senza vederlo, senza ascoltare la sua voce o senza perdersi in quegli occhi, l'unico "luogo" in cui non poteva fare a meno di specchiarsi e dove, si vedeva con estrema chiarezza.

Una mattina, Kaith invitò Emily a prendere una cioccolata calda da lei, dato che non la vedeva ormai dalla sera della sua festa di fidanzamento, da quando Faust era entrato nella vita della principessa.
Nonostante Kaith fosse la sua migliore amica, Emily non le aveva ancora raccontato del "suo" principe ed era quindi ora di farlo, anche se non sapeva come avrebbe potuto reagire ad una simile notizia.
Tra un "omino di marzapane" e l'altro, Emily inziò il suo racconto, disse di quanto lui l'avesse colpita sin dal primo sguardo e di quanto ogni momento insieme a lui fosse "diverso", di come le mancasse ogni volta non era davanti ai suoi occhi e di come ormai, non riuscisse a pensare ad un mondo, in cui lui non ci fosse.
Non riusciva a concepire una favola, in cui lui non fosse il suo principe azzurro.
Kaith l'ascoltò in silenzio per tutto il racconto poi, quando Emily ebbe terminato, sorrise e le espresse tutta la sua gioia per la splendida notizia ma, dopo averle chiesto se le loro labbra si fossero già incontrate in un bacio ed aver ricevuto una risposta negativa, le ricordò della sua maledizione.
Una maledizione a cui Emily non pensava ormai da tanto tempo e che, ora pesava su di lei come mai prima.

Quella sera sulla solita spiaggia, accanto a Faust, la principessa non riusciva a smettere di pensare alle sue splendide labbra e a quanto, tutto sarebbe potuto andare come aveva sempre desiderato, se solo avesse spezzato la maledizione.
Così, mentre lui le raccontava la sua giornata, lei si avvicinò al suo viso.
Com'era poco principesco da parte sua prendere l'iniziativa... com'era da Emily, farlo.
Lui la guardò intensamente per qualche secondo e poi si avvicinò, il cuore di lei sembrava essere sul punto di esplodere, non sarebbe riuscita a sopravvivere a quel momento, ne era certa.
Gli strinse la mano e arrivò quasi, alle sue labbra.
Erano distanti un respiro... quando lui, si allontanò improvvisamente, lasciando la povera Emily a guardarlo confusa e con il cuore, che pian piano si stava sbriciolando.

Né quella sera, né i giorni seguenti, i due parlarono dell'accaduto.
Emily però, non riusciva a smettere di chiedersi cosa ci fosse in lei che non andava, continuava a pensare a come, tutte le altre principesse non avessero dovuto far altro che perdere i sensi o andare ad un ballo, per ricevere il bacio del vero amore e a come invece, a lei non fossero bastati dei giorni perfetti vissuti con il suo principe.
Si chiedeva se fosse colpa della maledizione o se semplicemente, colpa sua.
Se lo chiedeva ogni minuto, ma sembrava non trovare risposta.

Così una sera, mentre passeggiavano abbracciati sulla spiaggia per tornare ai rispettivi castelli, lei prese coraggio e chiese a Faust : cosa siamo io e te?
Il principe sembrava confuso o forse fingeva di esserlo; rimase in silenzio, così lei le fece una domanda più specifica, più importante, una domanda a cui non poteva sopportare, di non ricevere risposta : perchè non mi hai ancora baciata?
Faust si fermò di colpo e la guardò dritta negli occhi, poi le disse :
"Mia piccola Emily, dal giorno in cui ti ho conosciuta ti ho sentita entrare nella mia vita come una tempesta, hai sconvolto tutto ciò che conoscevo, hai sconvolto tutto ciò che ero ed io, te ne sono infinitamente grato. Non avrei mai sperato di incontrare una principessa con la tua forza, così differente da tutte le altre, eppure eccoti quì. Sei quì ed io, non potrei desiderare nient'altro al mondo, se non questo.
Non sai quanto da mesi ormai, io desideri poter essere come tutti gli altri, poterti stringere tra le braccia e fare di te la mia principessa, ma non posso.
E ascoltami bene, ho detto non posso, non ho detto 'non lo voglio', perchè forse è la prima cosa che desidero davvero nella mia vita. Non posso e mi dispiace. Posso assicurarti però, che la colpa è solamente la mia, tu non c'entri nulla, sei fantastica e un giorno, sono certa che ci sarà un altro principe a rendersene conto, qualcuno che ti renderà la regina più felice del reame."
Emily ormai, non riusciva più a controllare le sue lacrime, uscivano da sole e le rigavano le guance. Era così strano per lei che non piangeva mai, non era abituata, lo faceva così di rado che non sapeva come comportarsi.
Lo stesso valeva per lui che la guardava stringendo il suo volto tra le mani,  non sapendo cos'altro dire.
In tutto il regno, si poteva quasi udire il rumore dei loro cuori che andavano in frantumi.
Rimasero lì, immobili, per un tempo che sembrò infinito poi finalmente, lui decise che era giunto il momento di dirle la verità; le raccontò della sua maledizione, gliela recitò come si recita una filastrocca ripetuta fino allo sfinimento : "Quando troverai il tuo vero amore e finalmente le vostre labbra si incontreranno, sarà quello il preciso istante in cui vi perderete per sempre."
Emily lo guardò per qualche minuto senza dire una parola, poi il suo viso s'illuminò e spiegò al principe che anche lei era stata colpita da una maledizione e che, questa maledizione faceva sì che lui non potesse essere innamorato davvero di lei, fino al momento del loro primo bacio e che quindi, non avrebbero corso alcun rischio.
Faust si fermò a riflettere su quelle parole, analizzò per qualche secondo la situazione e poi si avvicinò ad Emily, sorridendole con un sorriso speciale.
Le accarezzò dolcemente una guancia e finalmente, le sue labbra sfiorarono quelle di lei.
Emily sentì tutto il suo corpo esplodere, ebbe persino la sensazione di percepire la maledizione che lasciava il suo corpo e, per la prima volta nella sua vita, si sentì come ogni altra principessa.
Era felice, felice da morire.
Non si sentiva più così diversa, ora le capiva, ora anche il suo cuore apparteneva totalmente a qualcuno.

Tornò al castello quella sera, convinta di aver aggirato la maledizione lanciata su Faust e di aver perso tre cose con quel bacio, ma di non aver perso lui.
Cos'aveva perso?
Per prima cosa, aveva perso la sua maledizione, per seconda il suo cuore, che ormai non le apparteneva più e per terza ed ultima, aveva perso il controllo sul suo sorriso, che nonostante gli sforzi, non riusciva ad andarsene dal suo viso.
Quella notte, si rese conto che dormire non è una cosa tanto semplice, quando tutti i tuoi sogni sono stati catapultati nella realtà.
Per ore, rimase a fissare il buio, con il sapore di Faust ancora sulle labbra ed il suo odore impresso sulla pelle.
Non aveva mai sperato di potersi sentire tanto felice, non aveva mai creduto di poterlo essere, grazie ad un'altra persona.

Come sempre, anche quel giorno, alla solita ora Emily, trovò Faust ad aspettarla sorridendo, era così felice di vedere che per una volta nella sua vita le cose non erano precipitate sul più bello, che non riuscì a contenersi e appena lo vide gli corse incontro e si gettò tra le sue braccia.
Per tutta risposta, Faust le scostò i capelli dagli occhi, le sorrise e le diede un leggero bacio sulle labbra.
Era tutto normale, della maledizione non sembrava esserci traccia ed Emily, aveva deciso che non se ne sarebbe preoccupata, stavolta non si sarebbe rovinata le cose solamente per la sua sciocca abitudine ad analizzare ogni situazione nei dettagli, stavolta avrebbe vissuto e basta.
Era così bello vivere.
Anche quel giorno andarono al mare, ormai era quello il loro luogo, il posto in cui tutto era cresciuto fino a sbocciare; rimasero abbracciati sulla sabbia per ore, recuperando tutti i baci che avevano perso per paura e aggiungendone di nuovi, che avevano il dolce sapore di un vuoto ormai colmato.

Le ore, quando lo baciava, sembrava scorrere in modo differente, i minuti sembravano volare via eppure, tra quelle braccia, le sembrava che il tempo si fermasse.
Si sentiva così diversa dal solito, che avrebbe potuto iniziare a duettare una canzone insieme a degli uccellini, se se ne fosse presentata l'occasione.
Ma come ogni cosa meravigliosa, nonostante la sua intensità (o forse proprio per questo), durò solamente, il tempo di un sogno.
Il giorno seguente infatti, Emily aspettò il suo principe per molto tempo dopo l'orario in cui erano soliti vedersi, ma di lui neanche l'ombra.
La principessa fissava il giardino attentamente, quasi al punto di non sbattere le palpebre, come se questo potesse farlo magicamente apparire.
Di lui però, non c'era traccia e neanche Teo, sembrava arrivare.
Emily volle mentire a sè stessa e finse di non preoccuparsi, era solo un giorno, magari aveva avuto un contrattempo, magari il giorno dopo le avrebbe spiegato tutto e avrebbero recuperato il pomeriggio perso, le avrebbe chiesto scusa assicurandole che, sarebbe rimasto per sempre con lei.
Ma lui, non si presentò nemmeno il giorno dopo.
O il giorno dopo ancora.
O quello dopo ancora.
Per una settimana, Emily rimase in cortile ad aspettarlo fino a tarda notte, ma lui non arrivò mai.

Non potendo più mentire a sè stessa, Emily andò a trovare Kaith, disperata e profondamente preoccupata per il suo principe.
Quando l'amica fu di fronte a lei, non riuscì a trattenere le lacrime e l'abbracciò stretta, singhiozzando.
Kaith era confusa e spaventata, si conoscevano da tutta la vita eppure, non aveva mai visto la sua piccola Emily versare lacrime, se non davanti ad una scena commuovente o ad una bella canzone.
Appena riuscì a ricacciare indietro le lacrime, Emily raccontò tutto all'amica e poi le chiese se avesse avuto notizie del suo Faust, negli ultimi giorni.
La risposta, le trafisse il cuore come una lama.
Faust era passato da lei e le aveva detto che finalmente aveva trovato la sua principessa, si chiamava Clair ed abitava nel loro regno, era più giovane di lui e si erano conosciuti per caso pochi giorni prima, ed era stato amore a prima vista.
Emily non voleva crederci e Kaith riusciva solamente a dire, che il giorno seguente sarebbe andata a parlare con Faust per capire cosa fosse successo e tentare di aiutare l'amica.
Ma ormai Emily si sentiva spezzata a metà; un peso le premeva sul petto e sulla gola, tanto che anche respirare le risultava difficile.
A vederla così, anche il cuore di Kaith si stava spezzando;  così "corse" da Faust e, quasi dimenticandosi di essere una principessa, gli chiese cosa gli stesse passando per la testa.
Lui sembrava un'altra persona, rideva mentre Kaith diventava rossa dalla rabbia e parlava di Emily come se non fosse mai successo nulla, come se tutti quei giorni passati insieme, non fossero mai realmente significati qualcosa.
Kaith, cercò di farlo ragionare ma lui sembrava non volerne sapere e liquidò la povera principessa, dicendo che ormai aveva preso la sua decisione e che avrebbe sposato Clair, perchè con lei, per la prima volta nella sua vita si sentiva bene, si sentiva nel posto in cui voleva essere e quando erano insieme, nient'altro importava perchè lei, riusciva ad eliminare ogni persona attorno a loro, ogni singolo problema dalla sua vita e questo, non era qualcosa che poteva ignorare.
Per quanto riguardava Emily invece beh, lei era stata una buona amica, gli era stata accanto quando lui ne aveva avuto bisogno ma di certo non poteva essere lei il vero amore perchè, insieme a lei il mondo rimaneva esattamente com'era, non diventava quello splendido luogo in cui l'amore, doveva essere in grado di trascinarti.

Quando Kaith riferì ad Emily, quello che Faust le aveva detto, lei rimase in silenzio, immobile, senza parlare, senza muoversi, quasi senza respirare.
Si voltò, ringraziò l'amica e andò nella sua stanza.
Anche questa volta si mise a scrivere, scrisse dei giorni trascorsi con lui e scrisse del modo in cui si sentiva in quel preciso istante, come se improvvisamente non sapesse più come si fa a vivere.
Fu quello, il momento in cui odiò il suo essere diversa, il suo non volere un'amore come quello delle altre principesse e cominciò a chiedersi se, con una mela avvelenata, o qualcosa di simile, lui sarebbe corso a salvarla, se sarebbe potuto tornare da lei.
Avrebbe corso qualsiasi rischio pur di riaverlo, ma se lui non voleva lei, che senso avrebbe avuto?
Così, decise che non avrebbe fatto nulla, non avrebbe interferito con la sua felicità, non sarebbe stata un peso, quella che non riesce ad accettare un rifiuto, nonostante in realtà, un rifiuto vero e proprio non c'era stato.

Passarono quattro mesi, il matrimonio di Faust e Clair era alle porte ed Emily, era ancora bloccata nel ricordo di quei baci.
Dall'ultima volta in cui si erano baciati in riva al mare, lei non lo aveva più visto e forse era stato meglio; se non riusciva a dimenticarlo così, come avrebbe fatto se avesse rivisto il suo volto?
Mancavano poco più di una settimana e il 'suo' Faust non sarebbe più stato suo; tutto il regno, ignaro dei sentimenti della principessa, parlava di questo matrimonio e lei, non poteva quindi, evitare di pensarci.
La situazione peggiorò, quando lui le mandò tramite Teo, l'invito al matrimonio.
Questo era troppo, Emily non poteva sopportarlo.
Mise via le lacrime, si sistemò i capelli e andò da Kaith per raccontarle cos'era accaduto.
L'amica, rimase senza parole, in tutti quegli anni in cui Faust aveva frequentato la sua famiglia, non si era mai comportato in questo modo, tanto che propose ad Emily di affrontarlo, prima che fosse stato inutile.
La principessa, si lasciò stranamente convincere e quello stesso giorno, si recarono al castello del principe.
Emily, sentiva le lacrime che premevano contro i suoi occhi e chiedevano di uscire, mentre le sue mani, bussavano al portone del palazzo.
Quando Faust fu davanti a lei, il mondo si immobilizzò per qualche istante, poi tutto riprese normalmente e lei, lo salutò in modo freddo e distaccato, mentre lui si abbassò a salutarla con un leggero bacio sulla guancia.
Emily, lo guardò confusa con la fronte aggrottata; era forse impazzito?
Come poteva non rendersi conto di quello che le aveva fatto?
La principessa pensò di impazzire, e la voglia di urlargli contro cresceva ogni istante, sempre di più, ma per la prima volta in vita sua, decise che si sarebbe comportata come ogni altra principessa, gli porse l'invito e lo rifiutò con elenganza, dicendogli che le dispiaceva ma proprio non era il caso che lei partecipasse a quelle nozze, non era il luogo in cui lei doveva trovarsi, non era la persona che lui avrebbe dovuto vedere tra gli invitati, il giorno delle sue nozze.
Come se fosse caduto dalle nuvole, il principe Faust le chiese per quale motivo gli stesse dicendo questo, così lei decise che non valeva più la pena ridurre in polvere quei pochi pezzi del suo cuore rimasti ancora intatti e voltandosi, si diresse verso l'uscita per andarsene.
In tutto questo, Kaith era rimasta immobile, ferma e in silenzio mentre Faust, di tanto in tanto cercava appoggio da lei, le faceva battute sperando di risolvere le cose con nonchalance, ma lei da brava migliore amica, non disse nulla e lasciò che Emily sistemasse la situazione da sè, per quanto potesse farlo.
Quando se ne andarono, Faust non disse nulla, non cercò di fermarle né tanto meno si preoccupò di aver ferito quella che una volta, era stata la sua principessa.
Intanto, il cuore di Emily stava scomparendo.
"E' la maledizione, non può esserci altra spiegazione!" Continuava a ripetere Kaith, cercando di alleviare il dolore della sua amica.
Alle orecchie di Emily però, quelle parole giunsero in maniera diversa : avrebbe trovato la strega che aveva lanciato il sortilegio su Faust e avrebbe sistemato le cose.

Prese un pò di vestiti, qualche provvista e senza farsi vedere, andò nella stalla e "salì" su Pauly, il suo miglior cavallo e partì, senza dir nulla a nessuno, per salvare il suo "e vissero felici e contenti".
Non sapeva dove andare, ma non poteva più rimanere ferma ad aspettare che un miracolo cambiasse le cose, era ora di agire, di cambiare la situazione, rimboccandosi le maniche.
Per due giorni, viaggiò con Pauly, senza trovare nulla, tanto che iniziava a scoraggiarsi : come avrebbe fatto a trovare la strega, se non aveva nemmeno un indizio?
Non sapeva nulla, nemmeno il nome, trovarla sembrava una missione impossibile.

Mentre questi pensieri le invadevano la mente, Emily si imbattè in una donna, che solitaria percorreva le strade di quel piccolo bosco, lontano dai ogni regno conosciuto.
In un primo momento, la giovane principessa non diede alla cosa molta importanza, infondo anche lei era sola in quel posto e quindi, non era nella posizione per giudicare, ma quando la donna si piazzò davanti a Pauly per non farli passare, cominciò a chiedersi chi fosse e cosa volesse.
La donna, le domandò che cosa ci facesse una principessa da sola in quel brutto posto, disse che non era prudente e che era consigliabile tornare indietro, dato che poche miglia più avanti si trovava la città delle streghe, la città da cui ogni principessa faceva meglio a tenersi alla larga.
La notizia, che avrebbe dovuto indurre Emily ad abbandonare quel luogo e a tornare a casa, ebbe l'effetto contrario, come tutto quello che le veniva detto ultimamente, infondo; così ringraziò la donna e si addentrò ancora di più in quel bosco, alla ricerca della città di cui aveva appena sentito parlare.
Il sole era ancora alto nel cielo quando improvvisamente, tutto si fece scuro, il colore degli alberi iniziò a diventare più nero e i loro rami si intrecciavano, impedendo al sole di illuminare il passaggio : era giunta a destinazione, lo sentiva.
A confermare la sua intuizione arrivò un altra donna, una signora anziana, piccola, dai capelli perlati e i vestiti scuri e stropicciati, si presentò con il nome di Deb.
Deb, chiese alla principessa per quale motivo si trovasse proprio lì e come aveva fatto ad arrivarci, e poi la mise in guardia; le disse che una volta addentrata in quella piccola città, uscirne era quasi impossibile, se voleva sopravvivere avrebbe dovuto diventarne parte integrante, acconsentendo quindi alla pratica della magia nera e a tutto ciò che essa comportava.
Le diede anche un medaglione che secondo lei, sarebbe stato in grado di proteggerla nel caso in cui qualcosa fosse andato storto.
Emily riflettè qualche minuto, mancavano cinque giorni al matrimonio, ma che senso aveva spezzare la maledizione se poi, non avrebbe potuto abbandonare il villaggio?
Decise allora di lasciar perdere e si incamminò nuovamente verso casa, dove probabilmente, avrebbe dovuto affrontare la collera del Re e della Regina.

Impiegò un solo giorno per tornare indietro, ormai non aveva più speranze di cambiare le cose, doveva arrendersi, doveva lasciarsi tutto alle spalle e tornare la principessa forte che era prima e, per farlo, sarebbe dovuta andare al mare e gettare via quei ricordi, che la tenevano bloccata in quella tristezza.
Prima di rientrare quindi, passò per la spiaggia.
Il destino volle, che non era stata l'unica ad avere quella brillante idea infatti, a passeggiare abbracciati in riva al mare, c'erano Faust e Clair, felici e "innamorati".
Appena li vide, Emily tornò indietro, ma fu più veloce il principe a chiamarla che lei a scappare; le corse incontro, la abbracciò e le presentò Clair, che fece finta di non sapere chi lei fosse, fece finta di non sapere che quella era stata la principessa del suo principe azzurro, e la salutò con gioia.
Le chiesero di unirsi a loro per il resto del pomeriggio, ma Emily con il cuore sempre più in pezzi, rifiutò.

Nei giorni precedenti al matrimonio, Emily e Faust si incontrarono davvero molte volte, lui si comportava come se non le avesse mai spezzato il cuore e lei, cercava di essere fredda e di non mostrargli come si sentiva veramente.
Si incontrarono così tante volte che Emily iniziò quasi a pensare che lui la seguisse, com'era possibile che per tutti quei mesi non si fossero visti ed ora, eccolo lì, quasi ogni giorno?
Intanto, al matrimonio mancavano poche ore.
Come se quel dolore non fosse abbastanza, sommato a tutte le volte in cui la povera principessa si era imbattuta in quei capelli azzurri negli ultimi giorni, ci si mise anche Clair; il giorno prima delle nozze infatti, si presentò alla sua porta.
Emily era sorpresa di questa visita, non sapeva cosa potesse spingere la futura sposa di Faust ad andare da lei e, quando lo scoprì fu ancora più sorpresa e soprattutto, arrabbiata e ferita; Clair era infatti venuta a dirle che doveva stare alla larga dal suo principe, perchè si era resa conto che ultimamente i loro incontri erano diventati più frequenti e lui, manifestava ogni giorno di più, un certo desiderio nel vederla e questo, non poteva continuare.
Cosa doveva pensare quindi, la povera Emily?
Perchè semplicemente, non potevano lasciarla in pace, come d'altronde aveva fatto lei con loro?
Quel giorno, anche Faust passò al suo castello.

Quando principe e principessa si trovarono faccia a faccia, lei pensò di sapere già cosa lui avesse da dire; le avrebbe detto che tutti quegli incontri, anche se casuali, erano stati inopportuni e che, non poteva rischiare di perdere il suo vero amore per questo e quindi, la prossima volta che le loro strade si sarebbero incrociate, avrebbero dovuto far finta di nulla.
Ma le cose in realtà, andarono diversamente.

Faust si avvicinò pericolosamente a lei, tanto che Emily sentì il cuore esploderle.
Le prese il viso tra le mani e disse : "Chi sei tu? Riesco a ricordare che quando ero con te, tutto era normale, nessuna magia inondava l'aria... eppure, ora che ti sono così vicino, mi sento legato a te più che a chiunque altro. Non riesco ad allontanarmi. Riesco solo a pensarti, sempre."
La principessa, lo guardò perplessa e disorientata, prima di sentirsi nuovamente la persona più felice del mondo, quando le labbra di lui, toccarono le sue.
E più la baciava, più lui ricordava ogni singola sensazione provata su quella spiaggia, accanto ad Emily, una sensazione che poteva appartenere soltanto al vero amore.
Improvvisamente, il mondo intorno non contava più nulla: il matrimonio, i mesi passati a soffrire, tutto ciò che era successo, ora era diventato insignificante.

Che anche per lei esistesse il lieto fine?
Aveva appena avuto la dimostrazione che era proprio come aveva sentito dire "il vero amore vince su tutto", eppure... lei non era nata, per avere un finale da favola e infondo, lo sapeva.

Tra un bacio e l'altro, stordita da quelle labbra e da quelle parole, Emily cercò di rimettere insieme il suo cervello per formare una frase di senso compiuto e disse : e adesso, Clair?
Faust non rispose, la prese per mano e con uno sguardo le chiese scusa per tutto quello che le aveva fatto passare e le promise che non l'avrebbe più lasciata sola, mai più.
La principessa si sentiva divisa tra due fuochi : era immensamente felice che i suoi desideri finalmente si fossero realizzati ma, nel profondo sentiva che non era giusto, che non potevano far finta che nulla fosse accaduto, erano stati mesi terribili per lei, poteva davvero perdonarlo così?
No, non poteva.
Eppure non riusciva a dirgli di no, mentre la teneva stretta e i loro occhi cercavano di recuperare tutti i giorni persi a guardare qualcosa di diverso.

Rimasero abbracciati per talmente tanto tempo che i loro pensieri si erano come congelati, dimenticandosi dell'imminente matrimonio a cui ovviamente, Faust non aveva intenzione di presentarsi.
Chissà come si sarebbe infuriata Clair... e chissà se avrebbe capito subito che l'assenza del principe era legata ad Emily...
Sì, lo avrebbe fatto. La principessa ne era certa.
E non si sbagliava, in effetti.

Teo entrò improvvisamente dalla finestra, cercando di richiamare l'attenzione di Faust che non sembrava volergli "rispondere".
Continuava a picchiettare con il becco sulle spalle dei due innamorati, sembrava impazzito, come se qualcosa lo stesse turbando.
Faust ed Emily, ignorarono Teo per un paio di minuti, poi si staccarono e seguirono il piccolo corvo che lì guidò fino alla finestra.
Clair gridava nel giardino del castello e, ad ogni suo grido, il sole sembrava spegnersi sempre più e le ombre, iniziavano ad invadere il regno rendendolo un luogo insolitamente oscuro.
Emily rivolse uno sguardo impaurito al suo principe ed insieme tentarono di bloccare ogni possibile entrata al castello, mentre Clair infuriata, avanzava spostando ogni ostacolo che si trovava di fronte, con un semplice movimento : era una strega.
Questo spiegava molte cose, questo complicava molto le cose.
Non potevano fermarla, non ne erano in grado e mentre questa consapevolezza si faceva strada dentro di lei, continuava a ripetersi : se solo fossi entrata in quel villaggio quel giorno, ora sarei in grado di combatterla.
"No ora saresti intrappolata lì, non saresti con lui, non desiderare cose che non vuoi davvero" le sembrò quasi di sentirsi queste parole nelle orecchie o forse, le stava sentendo davvero : era il medaglione che parlava ai suoi pensieri.
Era tutto così assurdo, che l'unica cosa che riuscì a desiderare in quel momento, mentre Clair abbatteva le barriere che lei e Faust avevano costruito con fatica ed era pronta a lanciare un sortilegio sul suo principe, fu : non mi importa quali saranno le conseguenze, lei deve pagarla e io, devo proteggerlo.
Il medaglione la mise in guardia di nuovo, se avesse anche solo sfiorato quei poteri oscuri, non sarebbe potuta tornare più indietro, la sua vita sarebbe cambiata per sempre, non sarebbe più stata una principessa ma una strega e nessuno, sarebbe stato in grado di amare una strega.
A queste parole Emily si irrigidì, forse non era quello che voleva davvero...
Ma non appena Clair le indirizzò contro un incantesimo, che però colpì Faust che si era "lanciato" per proteggerla, capì che nulla le importava più del fatto che lui stesse bene, che fosse con lei o senza di lei.
E in una frazione di secondo, cambiò il suo destino.
Sentì il potere invaderla : non si era mai sentita tanto forte, prima.

Lanciò un incantesimo in grado di proteggere sia lei che Faust, ma Clair era troppo potente, aveva un cuore oscuro segnato da anni e anni di magie malvagie, mentre Emily era solamente una principessa innamorata, che voleva proteggere il suo principe, non c'era battaglia, non c'era confronto.
Il medaglione le propose di rifugiarsi nella sua stanza insieme a Faust e di sigillarla con un incantesimo, solo così sarebbero potuti sfuggire a quella fine certa.
Clair nel frattempo, aveva lanciato un sortilegio che aveva inondato i muri del castello di ombre malvagie, pronte ad attaccarli, a soffocarli.
La principessa prese Faust per mano e corse in camera, sigillandola.

Rimasero immobili e in silenzio per qualche minuto, da soli, al buio, finchè il medaglione non emanò una strana luce che proiettò di fronte a loro la figura di una vecchietta, che somigliava incredibilmente alla principessa Emily.
"Non accendere la luce Emily, altrimenti le ombre torneranno."
Parlava in modo criptico, il principe e la principessa erano confusi, non riuscivano a capire cosa volesse intendere quell'emanazione, finchè questa non aggiunse :
"Devi spengere il tuo cuore se vuoi salvarlo, altrimenti sarete bloccati quì per sempre, sommersi dalle ombre di Clair.
Un giorno forse, la luce si riaccenderà da sola."
Faust continuava a scuotere la testa, era visibilmente contrario mentre Emily, sembrava decisa sul da farsi.
Prima di spengere tutto però, si rivolse nuovamente alla vecchietta, chiedendogli il perchè di quegli ultimi, strani mesi.
"Clair è la strega più potente del regno, sà guardare al passato, al presente e al futuro.
La sua età non è quella che dimostra, da generazioni ormai odia entrambe le vostre famiglie ed è stata proprio lei a lanciarvi quelle maledizioni, senza pensare però, che 'il bacio del vero amore spezza qualunque sortilegio'.
Quando avete raggirato le maledizioni si è sentita sconfitta e, come credo abbiate capito, lei non è il tipo che accetta le sconfitte. 
Ora vuole vendetta e l'unico modo che avete per vincere questa battaglia è intrappolarla in questo medaglione. Ed è il motivo per cui io stessa te l'ho dato sotto un altro aspetto. E' il tuo destino Emily, puoi fidarti di me.
Se sarai così forte, potrai liberare anche me, liberare te stessa. 
Se sarai forte, non dovrai più avere paura delle ombre."
L'emanazione sparì ed Emily rivolse uno sguardo pieno d'amore al suo principe e con un bacio, gli disse addio.

Uscì dalla stanza e la sigillò nuovamente, lanciò un incantesimo che avrebbe isolato la stanza finchè Clair non sarebbe finita nel medaglione, incapace di fare ancora del male.
Clair era forte ed Emily si aggrappò a tutto l'odio che provava verso di lei, consapevole che questo l'avrebbe portata a quell'oscurità di cui aveva bisogno per sconfiggerla.
Ma l'amore per il suo principe la teneva incatenata alla sua luce, alla speranza, alla bontà... a tutti quegli elementi che non le avrebbero permesso di andare oltre.
Triste e consapevole che una parte di lei se ne sarebbe pentita per sempre, lanciò un incantesimo che costruì "un muro" in grado di nascondere tutti i suoi sentimenti per il principe.
Non appena fu libera da tutto quell'amore, si sentì come sprofondare in un nuovo universo.
Era pronta.
Non sapeva più per quale motivo stesse combattendo, ma sentiva di dover sconfiggere Clair, doveva farlo : la odiava, anche se non riusciva a ricordare perchè.

Clair le lanciò contro il suo incantesimo più potente, aveva un'intensità tale che avrebbe potuto ucciderla.
Ma ad Emily bastò  incanalare tutto il suo odio ed espanderlo fuori di sè per poter girare l'incantesimo verso la sua fonte; l'impatto fu così violento che Clair rimase stordita a terra ed Emily, ebbe tutto il tempo di compiere la sua missione.
Le basto così poco per battere il suo nemico.
Si sarebbe aspettata una battaglia molto più pericolosa e difficile invece, era diventata tanto potente da tener testa a quella strega, tanto da riuscire a sconfiggerla senza troppa fatica.
Ma a quale prezzo?

Non ricordava più nulla, il suo cuore era vuoto, la sua mente non aveva più ragioni.

Quanto Faust, ormai libero dall'incantesimo di protezione che la "principessa" aveva lanciato sulla camera, le corse incontro, Emily lo allontanò guardandolo con aria dura e confusa.
Lo fissò un paio di secondi, sentiva qualcosa ma ormai non sapeva più cosa fosse, non le erano più famigliari quelle sensazioni, non sapeva chi lui fosse.
Così, con uno schiocco di dita, scomparve sotto gli occhi del principe.

Passarono trent'anni.
Faust, aveva continuato la ricerca della sua principessa per tutti i regni vicini e lontani, senza risultati ed Emily, aveva vissuto la sua vita da strega, ormai inconsapevole di chi fosse realmente, in quel villaggio di streghe.
Tutto era contro di loro, sembrava fossero destinati a non trovarsi mai più.
Ma nella testa di Faust, le parole di quell'emanazione, continuavano a ripetersi, chiare : 
"Un giorno forse, la luce si riaccenderà da sola."
L'avrebbe ritrovata, lo sapeva.
Non gli importava se ci sarebbero voluti altri trent'anni.

Emily nel frattempo, non ricordava più chi fosse Faust.
Il medaglione che portava al collo però, di tanto in tanto la invitava a recarsi in quel regno lontano dove tanti anni prima aveva sconfitto una potente strega... invito che Emily rifiutava sempre... finchè un giorno, non fu così forte che dovette per forza assecondarlo.
Prese il suo cavallo e arrivò al regno, dove nulla le sembrava familiare, anche se il medaglione continuava a tormentarla perchè trovasse qualcosa.
Emily cominciava a chiedersi se non fosse tutto uno scherzo, un modo di tormentarla, che Clair aveva trovato, dato che era intrappolata nella collana da oltre trent'anni.
Nonostante i suoi dubbi comunque, seguì il richiamo del medaglione fino alla spiaggia e si sedette in attesa di un segno, su uno scoglio.
I capelli le sfioravano il volto e il lungo vestito nero, danzava a ritmo di quel vento.
Sembrava non esserci anima viva, finchè non scorse una figura in lontanza, che passeggiava sola in riva al mare.
Emily sentì che il richiamo cresceva ad ogni passo che quella figura faceva verso di lei, così decise di alzarsi e andargli incontro : voleva capire di cosa si trattasse.
Rimase sulla difensiva, pronta a lanciare un incantesimo al primo segnale di pericolo; quando furono abbastanza vicini da potersi guardare negli occhi, quella figura l'abbracciò stretta con le lacrime che gli rigavano le guancie.
Emily si staccò indignata e confusa, ma la figura non voleva saperne di lasciarla.
"Cosa vuoi, da me?" Disse Emily.
E per tutta risposta, ricevette un bacio.
"Il bacio del vero amore è in grado di spezzare ogni sortilegio."
Emily sentì il muro che aveva nel cuore, crollare.
Fu una sensazione talmente intensa, che le sembrò quasi qualcosa di "fisico" : ora tutto le appariva chiaro.
"Faust!" sussurrò, con le lacrime che crescevano nei suoi occhi.
Le sorrise e lei finalmente si ricordò chi era.
"E vissero felici e contenti?" le domandò.
"Per sempre."
E con un altro bacio sigillò quella promessa.

Esisteva davvero il lieto fine, anche per lei.
  
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