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Autore: Sickophilia    28/03/2014    2 recensioni
Un sogno d'amore mai coronato, bugie e finzioni, la gratuità dell'esistenza e la noia di una vita troppo regolare e normale sono le riflessioni a cui mi abbandono.
Vorrei essere libera di scegliere, ma sono schiava dell'esistenza.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SEHNSUCHT

Pink Floyd- Careful with that axe, Eugene


Sto tremando. Forse è il freddo. Ho l'animo congelato.
Non sento nulla.
Non vivo.
Ti voglio.

Devo decidere la mia esistenza, questo inutile nulla che riempie ogni cellula del mio corpo contro il mio volere. Affermiamo di essere liberi.
Non siamo liberi di non nascere, di non esistere.
E mi invade la malinconia, quella sensazione così cupa e familiare che accompagna ogni mia azione.

Questa è l'età d'oro della pazzia, dell'insanità mentale e fisica. Questo è tempo di crisi, di cambiamento, di paura.
Attento con quell'ascia, ti ferirai.
Giocare a fare i grandi ti fa solo apparire più infantile. Non crescere in fretta, te ne pentirai.
L'instabilità che ti porti  dietro è simbolo di decadenza, l'umanità sta decadendo, non ha più senso, è gratuita.
Tutto ciò che ti circonda è gratuito, e quando te ne sarai reso conto cambierai per sempre.
Allora capirai perché io mi sopravvivo.

Il furore ti invade, sembri così giovane e bello!
Ammirarti da fuori è una delizia, capirti da dentro è un suicidio.
Possiedi la creativa capacità di tormentarti l'anima. Quanto ti amo in questo momento!
Sei raggiante, splendente, florido: dove c'è molta luce, l'ombra è più nera.
Grida, grida, muori gridando!
Grida chi sei, chi vorresti essere, cosa non sarai. Grida fuori il marcio che ti porti dentro, fai uscire la serpe prima che ti morda e amami. Amami come mai farai. E io morirò.
Attento con quell'ascia, mi ferirai.

Ti odio come non ho mai fatto, come mai farò. Vattene via demone! Ti conosco troppo bene, non mi inganni più.
L'amore è un demone, e il demone sei tu, e ti odio così tanto che amarti mi risulta spontaneo e naturale.
Pensi che potresti distinguere il Paradiso dall'Inferno?
Sei un'anima in pena, angosciata, tormentata.
Scambieresti i tuoi eroi per dei fantasmi?
Smettila di apparire, tu esisti grazie ai tuoi fantasmi, persuaso dall'altezzoso eco di un passato glorioso con il quale ti confronti in ogni secondo.
Tu non hai un futuro, io non ho un futuro, viviamo in un eterno presente mentre ci rincorriamo e ci lasciamo ogni volta che siamo ad un passo dall'appartenerci.
Ci inganniamo soltanto, ma io adoro farlo, ingannare me stessa è così maledettamente soddisfacente!
Solo in quel momento mi riconosco con l'universo, e questo mi appartiene.
Uccideresti per sapere la verità?

Ricordi quand'eri bambino?
I tuoi occhi splendevano di speranza, trascorrevi ore a progettare un vivido futuro nei minimi particolari.
Ti sei reso conto del tempo perso e il passato ti ha travolto.
Adesso i tuoi occhi sono neri, vuoti e talmente profondi che mi fai paura, tu, che con tutte le promesse della vita ti sei ritrovato in un incrocio buio e squallido, umido come le tue guance, freddo come il tuo cuore calcolatore.
Sei un martire, un innocente sacrificato per alimentare la crisi che la gente non percepisce. Non si sono mai chiesti come mai la malattia si diffonde così rapidamente?
Zitto e impazzisci, prigioniero delle false speranze, pittore della nostalgia, schiavo dell'odio, zitto e marcisci.

Non abbiamo forse una sostanziale inclinazione a farci del male e a richiamare il dolore nonostante esso si sia affievolito?
E' che pretendiamo di poter commuovere gli altri affinché capiscano il nostro disagio e ci diano certezze.
Nessuno ti capisce, qualcuno finge solamente di farlo, tutto  sotto una falsa maschera di perbenismo.
E anche tu lo fai, ma lo fai così masochisticamente bene che quasi ti credo e mi sento capita nel profondo e penso che ti amo.
Ti amo perché accanto a me fingi meravigliosamente di capire il mio struggimento e questo mi basta, non pretendo di più.
Ma sono un'ipocrita, e solo io lo so. Non posso fare a meno di esserlo, certe malattie mi colgono  senza un apparente motivo.
La pazzia mi sta uccidendo. Salvami! 
Mi sento come se fossi priva di personalità, e forse lo sono.
Camminare in questo mondo è faticoso, vorrei essere perfetta, almeno per te, ma sono le tre del mattino e la perfezione è sparita sotto le pieghe di un cuscino che non uso, sotto un falso sorriso e dietro ad una mente contaminata dalla noncuranza e stanca di pensare.
Devo smetterla di rifletterci, mi fa male.
Questa freddezza mi rende più umana, ma ciò che è umano non è in fondo solo animale?

Siamo un mucchio di carne e ossa posto gratuitamente su un pezzo di terra a trascorrere la nostra vita per arrivare a putrefare dimenticati da tutti.
Non abbiamo la minima ragione di esistere e di stare qui. Siamo di troppo, siamo troppi e dobbiamo solo morire.
Sono vuota dentro, apatica fuori, spezzata nel profondo, viva all'esterno.
Mi sento male, voglio vomitare ed eliminare quello che di umano c'è in me; voglio sputare vermi e vederli strisciare sporcando il mio corpo, voglio ruotare su me stessa fino a perdere ogni senso, voglio ridere fino alla morte, piangere mentre sono in vita, cadere e rotolare, rompermi le ossa, sorridere e cantare, amare, dormire, saltare nel vuoto, scoprire, odiare.
Voglio essere come il più viscido dei vermi e perdermi nella mia miseria.
Mettiti nei miei panni: lo sai che esistono anime che soffrono senza sosta?
Vorrei essere complicata, ma sono una Sfinge senza misteri.
Vorresti essere vivo, ma sei pazzo, malato, marcio.
Lasciati andare alla noia, ora sei felicemente insensibile.
C'era davvero bisogno di morire per rinascere più morti di prima?

Ti voglio come non mai, ma tutto è inutile.
Tu non ci sei.

28/03/2014 20:59
  
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