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Autore: DezoPenguin    30/03/2014    1 recensioni
Elementary My Dear Natsuki parte terza. Sembrava un caso semplice, non c'era dubbio su chi avesse ucciso quel facoltoso uomo d'affari. Eppure Shizuru si ritrova attirata in una ragnatela di morte, manipolazione e vendetta, mentre cerca di scoprire la verità.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka Suzushiro, Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Yukino Kikukawa
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Elementary My Dear Natsuki'
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NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui. Lasciate una recensione se vi va, così potrò tradurla e mandarla all'autore. Chiedo scusa per non aver inserito prima questa nota.

NDA: questa è la terza parte del mio romanzo, e si colloca dopo "Elementary, My Dear Natsuki" e "Come, Natsuki, The Game is Afoot." Non è necessario leggere le prime due storie per capire questa, visto che dovrebbe essere ovvio quali ruoli le due assumono in questo universo alternativo e in che modo le cose si stanno sviluppando, ma ehi, se non l'avete già fatto, perché non dare comunque un'occhiata alle due storie precedenti?

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Acque profonde, Natsuki-capitolo 1

Non mi sentivo particolarmente allegra in quel dicembre del 1898. Tutti gli apparati e le ghirlande e le decorazioni natalizie che cominciavano a spuntare da tutte le parti e le carole sulle labbra delle persone mi irritavano invece di rilassarmi, ed ogni volta che sentivo dire che mancava solo un anno al nuovo secolo, digrignavo i denti al pensiero che vivevo in una nazione che non sapeva contare da uno a cento. Shizuru aveva detto che il nuovo secolo era la commemorazione artificiale di una data decisa in modo arbitrario, tanto che avrebbe avuto altrettanto senso festeggiare il nuovo secolo adesso, ma la cosa continuava a darmi fastidio.

In verità il mio malumore aveva poco a che fare con le feste. Sarei stata più che felice di celebrare il Natale se fossi vissuta in Australia. Semplicemente non mi piaceva l’inverno. Una neve precoce mi aveva bagnato le scarpe ed ora i miei alluci stavano congelando, mentre il vento pomeridiano penetrava come un coltello attraverso il mio vestito e il mio mantello da viaggio, e le mie mani erano gelate perché avevo deciso di indossare dei guanti di capretto, in modo da poter usare comodamente i miei revolver .32 Smith and Wesson Safety Hammerless—ehi, una ragazza deve sapere come equipaggiarsi ed una gita a Soho rendeva le armi necessarie. Il calore del fumo della mia sigaretta mi ricordava quanto fosse freddo il resto del mio corpo, quindi alla fine mi tolsi quella cosa di bocca, la buttai per terra e la schiacciai sotto il tacco.

Pensai che avrei ignorato più facilmente il disagio del mio viaggio a Soho se questo non si fosse rivelato un completo fallimento. Nessuno dei miei contatti nella malavita aveva informazioni riguardo uomini che indossavano gemelli neri di forma triangolare, con una sfera d’oro simile ad un occhio incastonata in uno dei vertici. Parte di me non poteva fare a meno di chiedersi se non mi stessi illudendo. Anche se il fatto che due uomini, due assassini, avevano indossato gli stessi insoliti gemelli non fosse stato una coincidenza, l’incidente era accaduto quattordici anni fa.

Forse erano tutte quelle chiacchiere sul nuovo secolo a turbarmi. L’intera città sembrava guardare con speranza al futuro, ed io ero lì a guardare disperamente in un passato popolato solo da frammenti di ricordi. Mi sentivo come se fossi imprigionata in una marea spietata, che mi allontanava dal luogo che volevo raggiungere.

Il ricordo mi aveva tormentata per anni. Una folla di gente che ci separava, poi io che mi guardavo indietro, vedendo una mano che la spingeva, bloccata alla vista degli altri da un secondo corpo. Un grido, un corpo che perdeva l’equilibrio, e mia madre che cadeva oltre il parapetto, precipitando nelle gelide acque del Mare del Nord. Quell’evento aveva plasmato la mia vita, mi aveva reso quella che ero, quella che avevo lottato per diventare.

Come potevo guardare avanti quando il passato era sempre con me, con il suo richiamo a cui non era possibile resistere? No—non potevo perdere quel passato, così combattevo per tuffarmici con tutta la forza che avevo. Non volevo fronteggiare il futuro, non se questo significava recidere i legami lasciando dei problemi irrisolti.

Quelli erano i pensieri che mi opprimevano mentre percorrevo Baker Street diretta verso la porta del 221. Ero sicura quando avrei messo piede a casa Shizuru mi avrebbe presa in giro per il mio aspetto, ma in certo modo bizzarro, mi ritrovavo ad aspettare quel momento con ansia. C'era una familiarità, in esso, quel senso di vicinanza che permetteva di non corazzarsi dietro la distanza di una conversazione educata. E mentre ci pensavo, mi accorsi che nei pochi mesi in cui avevamo condiviso l’alloggio, Shizuru Viola era diventata la persona a me più vicina da quando la Friesland aveva attraccato.

Perché non glielo chiedi? Mi domandò una parte traditrice della mia mente mentre salivo i gradini della porta principale. Era il suo lavoro, dopotutto, lei era l’unica ‘consulente investigativa’ di Londra: più di una semplice agente privata, riceveva la maggioranza dei suoi casi da altri detective quando questi avevano esaurito le opzioni – incluse le forze di polizia ufficiali.

Ma non potevo farlo. Non volevo che lei analizzasse la mia vita, esaminandola come un medico che esplora le profondità di una ferita. Uno dei motivi per cui andavamo d’accordo era che lei non ficcanasava mai. Solo Dio era a conoscenza di quanto effettivamente lei sapesse di me; dopotutto quella donna deduceva la storia della vita di una persona guardandole le ginocchia dei pantaloni. Ma non diceva mai nulla, non insisteva mai, non mi chiedeva mai più di quanto fossi disposta a dare. Era quella la differenza fra lei e persone come Mai Tokiha, che era un tipo materno. Mai avrebbe voluto sistemare i miei problemi, quindi quando ero in sua presenza esitavo sempre. Con Shizuru non era necessario, perché sapevo che avrebbe rispettato la mia privacy. La nostra era una vicinanza nata dalla distanza.

Però, pensavo mentre scuotevo la neve via dalle scarpe, mi stava aiutando in un altro modo. Per un qualche motivo, a Shizuru piaceva portarmi con sé nei suoi casi, e stava cominciando a diventare parte della nostra routine. Fin dal nostro ritorno da Dartmoor l'avevo vista trovare la soluzione del furto delle azioni Nelligan e di come questo furto fosse stato collegato ad un omicidio compiuto con un rampone in una baita arredata come la cabina di una nave; sventare le macchinazioni di un detestabile barone i cui hobby erano collezionare porcellane e donne, e portare alla luce il modo in cui una lite per un terreno scatenata da William Acton aveva portato al furto e poi all'omicidio. Avevo scritto gli eventi di quest'ultimo caso, più che altro per aiutarmi a riordinare i fatti nella mia testa, e ad un certo punto era diventato un racconto, come quelle storie del mistero che mi piacevano tanto.

Shizuru mi aveva presa in giro così tanto per quella cosa, che in un impeto rabbia avevo spedito il manoscritto allo Strand Magazine, cambiando i nomi di luoghi e persone. Lo scherzo si era rivoltato contro di me quando la direzione del giornale aveva accettato la storia, accompagnando con bell’assegno la richiesta di altri racconti.

"Ve l’avevo detto, Natsuki" era stata la risposta di Shizuru, il che mi aveva fatto capire che mi aveva provocata di proposito, per farmi trovare il coraggio di spedire il manoscritto. E il denaro era d’aiuto, visto che stavo tentando di pagare metà della malavita di Londra con un budget limitato.

Quindi sì, stava già facendo la sua parte nell'assistermi. E comunque era meglio affrontare un problema alla volta, vero?

Ripulii le mie scarpe dalle ultime tracce di umidità e salii le scale fino al 221B. C’era un debole odore acre nell’aria sul pianerottolo, e quando aprii la porta la causa di quell’odore mi investì. La stanza era invasa da una nuvola di fumo puzzolente, tanto fitta che il mio primo pensiero fu che fosse scoppiato un incendio.

"Ara, Natsuki è qui!" mi salutò allegramente Shizuru.

Rimasi a fissarla con la bocca aperta troppo a lungo, così uno sbuffo di fumo mi finì nei polmoni. Tossendo, dissi, "Shizuru, che diavolo state facendo?"

Lei battè le palpebre, poi i suoi occhi di quel bizzarro colore scarlatto si spalancarono confusi.

"Ma non è ovvio? Sto seguendo i passi di Natsuki. La donna moderna ed indipendente ha diritto al tabacco quanto qualsiasi uomo, no?”

Sollevò l’elegante pipa di schiuma, con il suo cannello incurvato, il bocchino d’ambra e il bordo d’avorio, che senz’altro doveva aver fumato per almeno due ore filate, usando una miscela che faceva sembrare il ‘trinciato’ profumata e limpida aria di campagna.

"Odiate il fatto che io fumi," le feci notare, tossendo di nuovo. Come diavolo faceva a respirare lì dentro?

"Non dice il proverbio ‘Se non puoi batterli, unisciti a loro’?"

"Smetto subito!" dissi, disperata, tirando fuori il portasigarette dalla tasca del panciotto e buttandolo sul tavolino da caffè.

"Ma pensavo insisteste che ne avete il diritto?" chiese Shizuru.

"Ne vale la pena, se mi promettete che non accenderete più quella cosa."

"Oh, grazie a Dio," disse, e l'ironia se ne andò completamente dalla sua voce, "Non credo che avrei potuto resistere un altro minuto."

"Aspett—lo avete fatto solo per convincermi a smettere?"

Mise la pipa nel posacenere e la spense.

"Piuttosto, per mostrarvi il perché desidero che smettiate."

Inclinò il capo da una parte, nei suoi occhi c'era un'espressione un po' triste. "Non mi aspetto che Natsuki mantenga la sua promessa, naturalmente."

"No, io — io stavo pensando di smettere comunque,”Voglio dire, ho cominciato più che altro per mostrare che ero libera dalle convenzioni, ma perché varrebbe la pena di fare esattamente quello che fanno le altre donne indipendenti?"

E non riesci proprio ad ammettere che stai smettendo perché finora non ti eri accorta di quanto le desse fastidio? Mi chiesi. Ma la risposta era ovvia: naturalmente non potevo. Riuscivo a malapena a credere che stessi operando un cambiamento nel mio stile di vita—di riflesso, perfino d'impulso—per il bene di qualcun altro. Ma dirlo ad alta voce? Quello sarebbe stato ammettere molto di più. Non esisteva che potessi dare a qualcuno quel genere di potere su di me.

"Se siete sicura...allora, possiamo aprire le finestre per cambiare l'aria?"

Spalancammo le finestre che si aprivano su Baker Street. Tossii ancora quando il fumo mi investì mentre usciva.

"Possiamo andarcene da qui?" chiesi.

"Ma Natsuki è appena arrivata."

"Sì, bè, preferirei respirare che stare al caldo."

Shizuru ridacchiò, sorridendo.

"Va bene, allora. Potremmo bere il tè al Climbing Rose? È quasi l'ora, e l'aria dovrebbe essere pulita per quando torneremo."

"Va bene."

L'atmosfera leziosa di qualla sala da tè non mi si addiceva per nulla, ma sarebbe stata calda e senza fumo, cose che in quel momento venivano per prime nella mia lista di priorità.

"Bene!"

Si infilò i guanti, indossò il mantello da viaggio e il cappello, sopra la giacca e la gonna lilla e il panciotto color crema, raggiungendomi sul pianerottolo dove mi ero ritirata per amore dei miei polmoni. Non avevo idea di come fosse riuscita a tirare fuori da quella pipa la quantità di fumo che poteva produrre un falò! Il campanello suonò mentre scendevamo le scale, ma prima che potessimo aprire la porta la signora scozzese dai capelli rossi che era la nostra padrona di casa era uscita dal proprio appartamento per far entrare un fattorino dei telegrafi in uniforme.

"Telegramma per la signorina Shizuru Viola," disse.

La signora Hudson si voltò per indicare le scale poi sorrise quando ci vide scendere.

"Sei fortunato, eccola qua."

Mi feci da parte in modo che Shizuru potesse scendere; aprì il telegramma e lo lesse in fretta.

"Cìè risposta, signora?" chiese il ragazzo.

"Sì, grazie. Signora Hudson, posso prendere in prestito una penna?"

"Certo, servitevi pure."

Shizuru entrò in casa della signora Hudson, ne uscì un minuto dopo e tese il modulo di risposta al ragazzo. Riuscii a vedere quello che aveva scritto: "Io sono, come sempre, al vostro servizio." Erano quattro parole di troppo per un semplice telegramma—diavolo, io avrei semplicemente scritto "sì" e basta—ma quella era Shizuru, che si rifiutava di rinunciare all'educazione solo per risparmiare qualche penny. Diede la mancia al ragazzo e sorrise.

"Grazie signora!"

Si portò una mano alla visiera del berretto ed uscì.

"Bene, Natsuki, mi dispiace ma il nostro tè dovrà essere rimandato." Riuscì ad infilare una nota di rimorso nella frase, ma i suoi occhi ridevano. Per quanto ne sapevo, questo significava una cosa sola.

"Avete un caso?"

Mi tese il telegramma.

"'Viola,'" lessi. "'Venite subito Odessa. Smith morto. Trepoff colpevole. Impossibile partorire scandalo.' Aspettate, ma che? 'Armitage.' Odessa? Questo telegramma vi chiama in Russia, così su due piedi? E avete intenzione di andarci? Chi sono Smith e Trepoff? Cos’è questa storia del parto? E chi diavolo è questo Armitage per cui siete disposta a mollare tutto e ad andarvene così?"

"Ara, ara, quante domande! Natsuki dev’essere molto eccitata. Vi piacerebbe venire con me? Vi spiegherò tutto lungo la strada."

"Venire con voi? In Ucraina?"

Lei rise.

"No, questa particolare Odessa si trova nel Surrey. Se ci sbrighiamo, possiamo arrivare alla Victoria Station in mezz’ora per prendere il prossimo treno."

"Va bene, va bene, ma il resto?"

Ignorandomi, si rivolse alla nostra padrona di casa.

"Signora Hudson, abbiamo lasciato aperte le finestre per ripulire l'aria. Visto che non torneremo fino a domani o più tardi, vi dispiacerebbe chiuderle tra mezz'ora?"

"Pulire l'aria? Che stavate facendo, esperimenti chimici?"

"Più o meno. Sono stata costretta a mostrare a Natsuki qualcosa che non poteva essere spiegato a parole."

"Se lo dite voi. Grazie per avermelo detto, altrimenti sarei finita con la neve sui tappeti."

"Shizuru, e riguardo a-" cominciai, ma lei mi aveva già oltrepassata ed era uscita dalla porta, così fui costretta a seguirla. Agitò una mano e sembrò evocare una carrozza dal nulla invece che semplicemente fermarne una. Una volta che il veicolo fu partito lei ebbe pietà di me.

"Ora, Natsuki mi stava chiedendo di Odessa?"

"Sì, non ho mai sentito di un villaggio chiamato Odessa. E voi avete capito subito di che si parlava dopo aver semplicemente sentito il nome."

"Perché non è un villaggio. Odessa è il nome della tenuta di campagna della famiglia Searss, ha questo nome perché la moglie dell’uomo che l’ha fatta costruire veniva da Odessa, e lui voleva commemorare il luogo di nascita della sua sposa."

"Capisco. Ehi, quel nome, Searrs, perché mi suona familiare?"

"È una famiglia molto in vista per quanto riguarda l'industria e la finanza. Sono stati i primi ad investire nella Compagnia delle Indie Orientali, oltre ad aver intrapreso degli affari molto remunerativi nel Nuovo Mondo. Più recentemente hanno finanziato le ferrovie e controllano diverse miniere e attività industriali."

Sembravano il genere di persone che mio padre avrebbe apprezzato. Gerhart Kruger, magnate tedesco, aveva costruito la propria fortuna sull'acciaio, le navi e le armi.

"In anni recenti, comunque, la fortuna della famiglia Searrs è rimasta confinata all'ambito finanziario," continuò Shizuru. "Sette anni fa, David e Jessamyn Searrs sono rimasti uccisi quando la Sophy Anderson è affondata."

Sussultai, avevo sentito di quel disastro perfino in tenera età, l'affondamento di un veliero speronato da un vapore, a causa della nebbia. La morte in mare mi colpiva troppo da vicino per lasciarmi a mio agio.

"Lasciarono due figlie, eredi di una vasta fortuna. La maggiore, Rena, aveva quattordici anni al tempo dell’incidente, mentre la più giovane, Alyssa, ne aveva solo tre, era poco più di un’infante. I Searrs avevano provveduto a redigere un testamento, fu istituito un fondo fiduciario, una specie di fondazione per la salvaguardia e l’amministrazione degli interessi di famiglia. L’amministrarore del fondo era uno dei più alti dirigenti della Searrs, un uomo che portava il comunissimo nome di John Smith."

"Smith! Il telegramma diceva-"

Shizuru annuì.

"Devo presumere che questo sia lo 'Smith' a cui faceva riferimento il telegramma, anche se l'economia di parole lascia spazio ad errori." Sospirò. "Ma sto divagando."

"C'è dell'altro?"

"Oh, sì. Rena Searrs diventò un’affascinante e bellissima giovane donna, una delle preferite dell’alta società. Fece il proprio debutto a diciannove anni, fu presentata a Corte, e fu considerata una delle fanciulle più ambite della Stagione 1896. In quel periodo era difficile trovare un giornale la cui pagina delle cronache mondane non la menzionasse in qualche modo. Natsuki non ricorda il suo nome?"

"Shizuru, mi avete mai vista leggere le cronache mondane? Le vite dei ricchi e viziati non mi interessano affatto."

Shizuru si posò un dito sul labbro inferiore, parodiando un'espressione pensosa.

"Ara, ottimo argomento. Comunque, fu molto celebrata."

Pensai che le ragazze del collegio che avrei dovuto frequentare in quel periodo sarebbero state affascinate da quello che accadeva nella Società; e molte di loro avrebbero atteso con impazienza il loro debutto, forse perfino io. La figlia bastarda di uno straniero e della sua amante non sarebbe stata presentata a Corte tanto presto, ma forse avrei potuto diventare l’ornamento della casa di qualche professionista, di un uomo della City o di un possidente. Sempre che fossi stata posseduta dallo spirito di qualcun altro.

"Allora chi sposò?"

"Nessuno."

"Nessuno?" ripetei.

"Ricevette molte proposte di matrimonio, naturalmente, visto che era bella, affascinante e ricca. Inoltre, il fatto che i suoi genitori erano morti significava che la sua fortuna sarebbe stata immediatamente accessibile all’eventuale marito, senza che fosse ostacolata da accordi matrimoniali o dai capricci di un suocero di cui conquistarsi i favori. Come potete immaginare, ci furono molti cacciatori di dote che ci provarono. Invece, lei si fidanzò con un russo, forse pensando anche alla storia della propria famiglia. Era una specie di avventuriero, figlio più giovane di una famiglia della nobiltà minore, imparentata alla lontana con il principe Yusupov. Comunque non era certo un cacciatore di dote, visto che aveva una posizione di grande responsabilità come tutore del figlio di un ricco conte italiano. I due erano stati amici durante i loro giorni da avventurieri."

"Presumo che le cose non filarono lisce."

"No." Shizuru scosse la testa con tristezza, "Avrebbero dovuto sposarsi alla fine di agosto, ma in quel luglio Rena Searrs morì tragicamente. Aveva dato una festa ad Odessa ed era uscita per una cavalcata, quando una delle cinghie della sua sella si spezzò mentre il cavallo saltava. Cadde e si ruppe il collo, lasciando sua sorella di otto anni unica sopravvissuta della famiglia Searrs."

"Per questo avete detto che sono stati fortunati solo dal punto di vista finanziario."

Shizuru annuì.

"E da quel punto di vista sono stati molto fortunati. Sotto la direzione di Smith la floridezza della Searrs è cresciuta in modo significativo. Nella City lui aveva reputazione di uomo d'affari astuto ed estremamente spietato. Se fosse stato un americano, senza dubbio sarebbe stato un di quei 'baroni della finanza' di cui si legge. Naturalmente, un uomo come quello sarebbe stato doppiamente pericoloso con un patrimonio finanziario come quello della Searrs alle spalle."

"Intendete che è il tipo d'uomo che si è fatto dei nemici. Rivali battuti, soci in affari costretti ad accettare accordi sfavorevoli grazie al potere finanziario della Searrs, o forse persone rovinate da pratiche economiche spietate, se non addirittura illegali?"

Shizuru mi rivolse un'occhiata strana.

"Che c'è? Solo perché non leggo le cronache mondane non significa che non sappia come funzionano le cose importanti."

"Devo ricordarmi di non sottovalutare Natsuki."

"Giusto, dannazione," dissi, sentendomi vagamente insultata. Davvero sembravo una testa vuota ignorante solo perché non mi piaceva inzuccherare le cose e metterci sopra un bel fiocco? "Quindi questo Trepoff..."

"Sì?"

"Sul telegramma il nome era citato come se desse per scontato che voi sapeste chi è, come Smith e Odessa."

"È vero."

La carrozza stava rallentando; guardai fuori dal finestrino e riconobbi la facciata della Victoria Station.

"Allora il colpevole chi sarebbe? Un rivale in affari?"

Shizuru scosse la testa.

"Non nel senso in cui intendete. Sergay Trepoff era il fidanzato di Rena Searrs."

 

~X X X~

 

Note dell'autore: come già detto in "Elementary, My Dear Natsuki," ho reso Natsuki una fumatrice solo per poter inserire una certa scena suggeritami dalla mia amica RadiantBeam, ed eccola qui!

Come in "Come, Natsuki, The Game is Afoot," gli altri casi menzionati da Natsuki e risolti tra una storia e l'altra sono presi dal canone originale di Sherlock Holmes. Cercate di scoprire quali!

Un growler (nel testo originale NDT) chiamato anche four-wheeler, era il tipo più comune di carrozza a pagamento in quel periodo (anche se l'hansom è più famoso), ed era un piccolo veicolo completamente chiuso.

  
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