Crossover
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Autore: Dian87    12/12/2004    1 recensioni
Oltre mille anni separano due nuovi amanti. Dalle serie di Inu Yasha e Shinzo
Genere: Avventura, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1- IL RISVEGLIO

Mushra si accorse di una presenza e lasciò Yakumo con Sago e Kutal. Il giovane raggiunse un albero, su cui era rinchiusa una ragazza. Rampicanti tenevano la giovane, che sembrava addormentata, bloccata al tronco, ma Mushra notò la freccia che la teneva. Il ragazzo toccò la freccia e questa si dissolse assieme ai rampicanti, lasciando cadere la giovane a terra, e solo allora Mushra si accorse delle orecchie canine e dell'abito che indossava, un kariginu rosso. Mushra sollevò la giovane e la portò dagli altri.

- Chi è, Mushra?- chiese Sago.

- Non lo so, l'ho trovata bloccata ad un albero.-

- Si sta svegliando.- avvisò Yakumo.

La ragazza aprì gli occhi e si chiese chi erano quegli umani che le erano intorno.

- Chi siete?- chiese in giapponese.

Vide che non la capivano e si mise seduta.

- Aki, Inu Yasha no nee-chan.- disse, battendosi una mano aperta sul petto.

- Yakumo.- disse l'umana, indicandosi.- Mushra, Sago, Kutal.- aggiunse, indicando gli altri.

- Yakumo, Mushra, Sago, Kutal?- chiese Aki, indicando di volta in volta uno di loro.

Yakumo annuì e Aki sorrise, incerta. Sebbene avesse saputo i loro nomi, non sapeva chi erano in realtà, anche se tre sembravano umani e uno un demone.

- Watashi wa hanyou desu.- tentò Aki, per fare capire cos'era.

- Che ha detto?- chiese Mushra.

- Non lo so.- ammise Yakumo.- Non conosco la sua lingua.-

Aki si sentì perduta. Era rimasta per un tempo interminabile rinchiusa su quell'albero a causa dei suoi due fratelli e ora che si era svegliata si era ritrovata in un luogo a lei sconosciuto, del quale le era sconosciuta anche la lingua. Aki sentì una risata e si voltò verso la persona che rideva.

- Chi è quello?- chiese Sago.

- Naraku.- sibilò Aki, alzandosi.

- Aki, non sopravviverai a lungo in questo mondo e anche l'ultimo frammento della Shikon no Tama sarà mio.- rise Naraku, parlando contemporaneamente in entrambe le lingue.- Ma se vuoi ti faccio morire com'è morto il tuo caro fratellino Inu Yasha.-

- Naraku, hai ancora in te Onigumo, non sperare di battermi anche se sono la sorella gemella di Inu Yasha, sei un hanyou tale e quale a me.-

- Non immaginavo che eri sua sorella gemella, ma è meglio così, soffrirai di più.-

Naraku fu circondato dai suoi insetti, ma prima di sparire lanciò un colpo contro Yakumo, ma, molto che prima che Mushra e gli altri se ne accorgessero…

- TESSAIGA!- urlò Aki e parò con essa Yakumo dal colpo di Naraku.- ASPETTA, BASTARDO! TAGLIO NEL VENTO!- e effettuò il colpo.

Naraku esplose, ma Aki vide il fantoccio a terra e lo ruppe stringendolo nel suo pugno: la lotta sua e di suo fratello non era ancora finita, ma ora lei era sola.

- Vi ringrazio per avermi liberato, ma ora devo andare.- tentò di spiegare Aki in giapponese.- Dove vado io nessun essere umano può sopravvivere.-

Aki fece un inchino e si allontanò. Avrebbe voluto continuare la battaglia con loro, ma erano in ogni caso estranei allo scontro, non avrebbero saputo nemmeno per che cosa avrebbero lottato. Aki, rimessa la spada nel fodero e allontanatasi un bel po' dal gruppo, si portò una mano al petto, dove Kagome l'aveva colpita. Aki sapeva che suo fratello gemello a volte era un cretino, ma non immaginava che lo fosse anche suo fratello maggiore. Avevano voluto metterla al sicuro a tutti i costi e, quando Inu Yasha non ce l'aveva fatta più, le aveva affidato la Tessaiga, ma lei era già bloccata e priva di conoscenza da anni. Improvvisamente Aki sentì una fitta al cuore e fu costretta a inginocchiarsi dal dolore, ma un attimo dopo fu di nuovo in piedi che camminava ancora. Yakumo osservò la giovane che si stava allontanando.

- Deve soffrire molto.- commentò Yakumo.- Prima ci deve aver ringraziato nel suo linguaggio.-

- Non è né umana né enterriana.- osservò Sago.

- Ho sentito leggende che parlano di esseri che non sono né umani né enterriani e che sono chiamati spettri e, nel caso che siano per metà spettri e per metà umani, mezzi spettri.- disse Kutal.

- Ma allora che significa quella parola che ha detto indicandosi la seconda volta?- chiese Mushra.

- Probabilmente quello che è, ha detto che anche quel tipo che ha attaccato Yakumo è un "hanyou".- rispose Kutal.

- Le ha detto che suo fratello è morto quasi ridendo, dopo ha attaccato Yakumo, Aki l'ha difesa e ha invocato un nome.- riepilogò Sago.

- Non dimenticare che ha preso una figura di legno e l'ha rotta.- aggiunse Kutal.

- Che significato poteva avere quella cosa?- chiese Mushra.

- Lei lo odia.- spiegò Yakumo.- Non avete visto l'espressione dei suoi occhi e il suo corpo fremente di rabbia? Sebbene sia in condizioni gravi, potrebbe combattere finché non cadrà a terra morta.-

Tutti rimasero in silenzio, non comprendendo del tutto le parole di Yakumo.

- Anche quando ha rotto quella figura pensava al modo in cui avrebbe potuto combattere contro quel Naraku.-

Nel frattempo, Aki era giunta alle pendici del monte su cui abitava un vecchio maestro che forgiava spade come quella che portava con sé. Aki prese un respiro profondo e cominciò la risalita, anche se il bue del maestro comparve accanto a lei e una pulce le saltò sul naso, cominciando a succhiare il sangue. Aki spiaccicò la pulce e, quando portò la mano davanti agli occhi, vide che si trattava di un servitore di suo fratello gemello, Miyoga.

- Ehilà, Miyoga, a quanto pare sei ancora vivo!- esclamò la ragazza.

- Oh, signorina Aki, sono così contento di vederla! Soprattutto dopo che i suoi fratelli avevano detto che lei era morta!-

- Questo è classico di Inu Yasha.- commentò amaramente la ragazza, ma dopo la curiosità ebbe il sopravvento.- Dimmi, Miyoga, che cos'è successo dopo che sono stata sigillata sull'albero?-

- Naraku ha attaccato il gruppo e sono morti tutti, anche Sesshomaru, tutti in un colpo solo.-

- Ma tu sei scappato giusto in tempo, vero?- fece, conoscendo il carattere della pulce.

- Ma che dice?- fece, indignato, Miyoga.- Sono venuto qui per aspettarla e dirle cos'era successo!-

- Totosai è in casa?- chiese Aki.

- Sì, ma non sapendo quando saresti arrivata…- Miyoga non volle terminare la frase: Aki avrebbe capito da sola che cos'era accaduto al vecchio maestro.- Andiamo.-

Aki si sedette sul dorso del bue a tre occhi, con entrambe le gambe da una parte, e questo la portò sul monte. Aki e Miyoga entrarono, Aki vide una statua di pietra che aveva l'aspetto di Totosai e, avvicinandosi, vide che era proprio lui.

- Che gli è successo, Miyoga?-

- Non sapendo quando saresti tornata, è stato tramutato in pietra e solo la Tenseiga può riportarlo alla vita. La spada di suo fratello Sesshomaru dovrebbe essere laggiù.-

Aki frugò tra le cianfrusaglie che Miyoga aveva accumulato nel tempo e trovò la spada di suo fratello Sesshomaru.

- Non l'ho mai usata, Miyoga.- avvisò Aki.

- Stia tranquilla, solo chi è dotato di un animo caritatevole può usarla e io so che lei può farcela.-

Aki impugnò meglio la spada e prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi. Quando li riaprì vide i messaggeri degli inferi e li uccise. Totosai ritornò vivo e osservò Aki, che aveva la Tessaiga al fianco e la Tenseiga in mano.

- Oh, sei arrivata.- fu il suo primo commento.- Ma troppo tardi.-

- Che significa, maestro Totosai?- chiese Aki, sedendosi davanti a lui.

- Che ormai tutti quelli che conoscevi sono morti da secoli, tranne me e Miyoga, ora non sono né gli umani né gli spettri a comandare sulla terra, ma delle creature che si chiamano enterriani.-

- Enterriani?- fece Aki, non comprendendo.

- Sì, enterriani, t'insegnerò la loro lingua, così che tu possa capirla e comunicare.- rispose Miyoga.

  
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