This
is it, the
apocalypse
{Ad
Amy come regalo
per il suo compleanno, in ritardo ovviamente;
a Beta
perché,
dhasjd, è adorabile e le voglio tanto beeene;
a
Daniel che ha letto
in pochi giorni non so quante storie;
alla
Gre che non mi
lascia mai sola un secondo
E a
tutti quelli che
mi aspettano con pazienza.
Grazie.
«So
far away, I wish you were here
Before
it's too late this could all disappear
Before
the doors close, and it comes to an end
With
you by my side I will fight and defend»
- Keep holding on, Avril Lavigne
Restò in
silenzio per qualche minuto e
poi sussurrò: - Puoi metterti i miei vestiti?-
- La giacca con
scritto dietro il tuo
nome.- annuì rigirandosi per avvolgere un braccio attorno
alla sua vita e lo
baciò dolcemente ripetendo: - Ti amo.-
[I’ll be there
for you]
Zayn
aveva accettato la proposta di Liam a fermarsi a casa
sua per la notte, si erano fatti una doccia assieme e ora stava seduto
a gambe
incrociate nel letto del maggiore. Teneva un libro sulle ginocchia per
poter
avere un piano più o meno rigido e continuare il suo
disegno; non era nulla di
particolarmente difficile, solo il viso rilassato del castano mentre
dormiva
contro di lui.
L’aveva
sentito mugugnare nel sonno, di tanto in tanto, ripetendo
il suo nome e lui aveva capito che per calmarlo bastava solamente
passare le
dita della mano libera tra i suoi capelli.
Il
disegno era ormai quasi completato, stava apportando le
ultime modifiche, quando sentì la porta aprirsi e,
sollevando lo sguardo, vide
Ruth entrare nella stanza e sedersi alla fine del letto.
- Come
stai, Zayn?- s’informò dopo qualche minuto, non
sorprendendolo affatto ed ottenendo solo un’alzata di spalle
e un: - Lui è qui,
m’importa solo di questo.-
Quando
la sentì dire: - Ci ha fatto prendere un bello
spavento quell’idiota, eh?- annuì con decisione,
rigirandosi la matita tra le
dita.
-
L’altra notte ho sognato che non ce la faceva.-
confessò,
tenendo gli occhi puntati sul viso del castano che si spingeva contro
la
propria gamba; infilò le dita tra i suoi capelli quando vide
la stessa smorfia
sulle labbra e gli venne quasi da piangere quando lo sentì
ripetere il suo nome
mentre stringeva la stoffa dei pantaloni della tuta che gli aveva
prestato.
Riportò
velocemente l’attenzione su Ruth quando le sentì
dire: - Fa così da giorni, da quando è tornato.-,
inarcò un sopracciglio per
farla continuare e quella aggiunse: - La prima notte l’ho
sentito gridare e
quando son venuta di qui era in lacrime, ripeteva solo un nome e non
l’ho mai
visto così.-
S’indicò
con un dito e chiese timidamente: - Il mio nome?- vedendola
annuire con un’espressione seria.
-
Sembra così forte, Zayn. Ma in realtà
è ancora il mio
fratellino che aveva incubi e veniva a piangere nel mio letto.-
Non
riuscì a trattenere il sorriso, immaginandosi un Liam
più piccolo che si lamentava per gli incubi e si nascondeva
tra le braccia
della sorella poco più grande.
-
Stanotte ci sarò io.- mormorò, passando le dita
sulla
mascella contratta del castano e vedendolo rilassarsi lentamente. - Lui
ha
fatto tanto, troppo, per me. Ed ora ci sono io per lui, non gli
succederà mai
più nulla.-
- Lo
fa per te, Zayn.- arrossì leggermente e tenne il labbro
stretto tra i denti, sentendola aggiungere: - Perché
è completamente impazzito
per te e sei la cosa migliore che potesse capitargli in questo periodo.
Non potremo
mai ringraziarti per tutto quello che stai facendo per lui e..-
- Ma
io non sto facendo assolutamente nulla.- bisbigliò, le
guance rossicce per l’imbarazzo quando si sentì
nuovamente ripetere: - Lo stai
amando, ed è la cosa più importante di tutte.-
Restarono
in silenzio per almeno dieci minuti, lui che
definiva la voglia sul collo di Liam e Ruth che spostava lo sguardo da
uno
all’altro con un sorriso sempre più grande.
Puntarono
entrambi lo sguardo sul castano nel momento in cui
sbadigliò e si stiracchiò, il braccio ingessato
fermo sul petto, e non
riuscirono a trattenere la risata per l’espressione spaesata
e il suo guardare
insistentemente la ragazza bionda chiedendo: - Che ci fai qui?-
- Era
solo venuta a controllarti, Leeyum.- ridacchiò il
moretto, scompigliandogli i capelli ricci e vedendolo piegare le labbra
in un
broncio.
Scoppiò
nuovamente a ridere quando sentì Ruth dire: - E ora
me ne vado, contento? Volevo solo assicurarmi che non avessi fatto
qualcosa al
povero Zayn.-
La
seguì con lo sguardo mentre usciva dalla stanza per poi
fare un verso sorpreso al: - Stai disegnando?- del ragazzo sdraiato
accanto a
lui. Spinse velocemente il libro e il disegno contro il proprio petto
per poi
sbuffare e mostrarglielo, mugugnando: - Non è venuto nemmeno
bene.-
Continuò
a studiare i movimenti del ragazzo che si metteva
seduto, la schiena contro la testata del letto e le dita strette sul
foglio, ed
arrossì quando vide quelle labbra aprirsi in un sorriso
enorme.
- Sono
io.- annuì, nonostante non ci fosse bisogno di una
risposta, e si mordicchiò l’interno della guancia,
sempre più nervoso. Cercò di
mantenere il contatto visivo quando Liam sollevò lo sguardo,
quegli occhi erano
così marroni e lui ci sprofondava dentro ogni volta, e
incassò la testa nelle
spalle sentendolo borbottare: - Smettila di dire che quel che fai
è brutto.-
- Ma..
ma è vero.. io.. quel disegno non.. - iniziò a
farfugliare, aggrottando le sopracciglia e incrociando quasi gli occhi
per
guardare il viso del ragazzo che si avvicinava sempre più.
-.. e poi tu.. tu
sei.. sei molto più.. ecco.. non è.. realistico
tu.. tu sei molto più..-
Lo
fissò confuso quando scoppiò a ridere, quella
risata che
formava delle rughette attorno ai suoi occhi e lo rendeva ancora
più adorabile,
per poi arrossire di colpo sentendolo dire: - Non riesco a ragionare se
mi sei
troppo vicino.-
-
C-Come?- balbettò col cuore a mille, spostando lo sguardo
su tutto il viso del castano per non doversi concentrare sugli occhi.
- Me
lo ripetevi sempre prima, ricordi? A casa di Louis la
prima volta, dopo la partita e poi..-
- Ma
è vero!- esclamò, mettendosi sulla difensiva. -
Non
riesco a ragionare se tu mi stai così vicino, figurati dirti
una frase corretta
che..-
- Ora
lo stai facendo.- sentì bisbigliare contro il suo
orecchio, con un tono di voce che non avrebbe dovuto essere
così seducente. -
E, Dio, arrossisci ancora. Sei meraviglioso.-
Zayn
sbuffò e puntò lo sguardo sui suoi piedi coperti
dalle
calze del maggiore, per poi dire velocemente: - Non credo ci sia una
soluzione
per quello. Ti diverti a mettermi in situazioni imbarazzanti.-
Si
aspettava di tutto dall’altro ragazzo ma non il suo
movimento repentino, il suo mettersi a cavalcioni sopra di lui e
incollare le
labbra alle sue, intrappolandolo tra la testata del letto e il suo
corpo.
Appoggiò
una mano sul suo braccio ingessato, mentre con le
dita dell’altra mano stringeva la sua maglia, e
ricambiò il bacio per poi
arrossire quando sentì il “ti amo”
contro le labbra.
Sentì
la bocca del ventenne scorrere lungo il proprio collo,
che allungò per lasciargli più pelle a
disposizione, e ridacchiò contro di lui
sentendo la sua mano fredda sotto la maglia.
Fu
costretto a guardarlo negli occhi, quando appoggiò il
palmo sulla guancia bollente, e strinse i denti sulla lingua per
vincere l’imbarazzo
e ricambiare lo sguardo mentre lo sentiva ripetere: - Ti amo.-
- Non
sono ancora abituato a sentirtelo dire.- confessò con
le guance rosso peperone, cercando di non arrendersi di fronte a quei
pozzi
scuri che non si erano ancora concentrati su altro. - Avevo
già fatto i miei
calcoli.- continuò, per non restare in silenzio di fronte a
lui. - Se con
Danielle ci avevi messo un anno e mezzo, speravo di sentirtelo dire
dopo due
anni.. sempre se stavamo ancora insieme. Non avevo calcolato una
rottura.-
iniziò a farfugliare, sentendosi sempre più
piccolo e stupido di fronte al
maggiore che lo fissava solamente.
-
Leeyum?- lo chiamò, cercando di togliersi di dosso
quell’improvvisa sensazione di aver detto o fatto qualcosa di
sbagliato.
Spalancò
gli occhi sorpreso quando lo vide sporgersi verso
di lui, rabbrividì appena sentendo le sue labbra sfiorargli
l’orecchio e non
riuscì a trattenere il gemito e il rossore che si espanse su
tutto il viso
quando glielo morse.
Cercò
di riprendersi, le guance gli stavano andando a fuoco
e si sentiva ancora più agitato dell’ultima volta
in cui era stato
all’autolavaggio, ma si bloccò quando
sentì il sussurro di Liam.
- Ti
amo, stupido idiota.- restò immobile, stringendo le
dita sul braccio ingessato del ragazzo, e chiuse gli occhi con un
sorriso
sempre più innamorato mentre l’altro gli diceva: -
Ti amo più di quanto ho
amato Danielle, più di quanto amerò qualcun
altro. Mi hai preso quand’ero
distrutto e mi hai tenuto stretto a te. Mi hai insegnato a credere
ancora in un
sogno e non sembri renderti conto di quanto tutto questo sia importante
per me.
Ti amo, Zayn Malik, e puoi star certo che questo non
cambierà mai. Ti amo, ti
amo e ti amo. Sono disposto a star sveglio tutta la notte e ripetertelo
mentre
dormi, a continuare a dirtelo la mattina dopo quando ti sveglierai.
Sono pronto
a dirtelo quando starai male, quando ti sembrerà di essere
rimasto solo e senza
nessuno. Perché ci sarò io, sarò qui
per te e per nessun altro.-
Lo
sentì staccarsi e aprì gli occhi, incastrandoli
nei suoi,
perdendosi completamente nel suo sorriso luminoso. Era così
bello, non poteva
credere che dopo tre anni fosse riuscito ad ottenerlo.
Il
Liam dell’autolavaggio era suo, solo suo, e lo amava. Era
il suo ragazzo e lo amava. Non poteva davvero esistere una persona
più
fortunata di lui.
- E
ora..- seguì con lo sguardo la mano del maggiore che
riprendeva il disegno e glielo mostrava con un sorriso. -.. questo sono
io
quindi posso tenerlo?-
- Ma..
ma non è nemmeno fatto bene.- si lamentò,
cercando di
riprenderlo ma fallendo miseramente quando lo spostò dietro
la sua schiena. -
Non sto scherzando, Liam. Non avevo un piano comodo e ci son degli
errori
odiosi lì sopra e..-
- Non
m’importa.- lo sentì intestardirsi,
un’espressione
decisa in viso che si sciolse subito in un sorriso mentre aggiungeva: -
Per
favore, scricciolo.-
Capì
subito di non aver possibilità di fronte a lui,
sbuffò
ed annuì, aggiungendo: - Non so che ci trovi a collezionare
tutti i miei
schizzi.-
- Non
capirai mai, amore mio.- si morse il labbro,
arrossendo leggermente, e intrecciò le dita tra le sue
ciocche di capelli
mossi.
- Come
stai, Leeyum?- s'informò, dopo qualche minuto in cui
l'aveva osservato, vedendolo fare spallucce e sussurrare un: - Bene.-
per nulla
convinto.
Sospirò
pesantemente, passando le dita tra le sue ciocche, e
chiese in un bisbiglio: - Ancora quell'incubo?-
Restò
immobile, tenendo gli occhi fissi nei suoi che
sembravano studiarlo, e lo sentì dire, un filo di voce
spezzata dal pianto
imminente: - Due fari, tu a terra e io che ti fisso senza far nulla.-
-
Liam, sai benissimo che non avresti mai..- cercò di farlo
ragionare, vedendolo scuotere la testa e dire velocemente: - Ti ho
quasi perso,
Zayn. L'ho sentito che ti avrei perso. Non capisci, io.. io l'ho
sentito. Mi è
passato tutto davanti, ogni nostro momento e idiozia. E stavo perdendo
tutto.
Io..-
- Ma
sono qui, Liam.- insistette il moro, stringendogli il
mento tra le dita. - Mi vedi che sono qui ora e quelli sono solo
incubi. Sono
qui, amore.- bisbigliò, strofinando il pollice contro la sua
mandibola. - Sono
qui e non me ne vado, capito?-
Gli
lasciò la presa solo quando lo vide annuire un po’
più
deciso, s’inginocchiò di fronte a lui e spinse la
fronte contro la sua
ripetendo: - Ti amo, non mi succederà mai nulla
finché avrò te.-
Piegò
le labbra in un sorriso dolce, sentendo le mani del
maggiore stringersi ai suoi fianchi, e lo guardò negli
occhi, lasciando
scorrere le dita lungo le sue guance.
-
Amore mio.- ripeté come aveva fatto all’ospedale,
percependo le dita di Liam tremare e stringerlo più forte. -
Sono qui, mi hai
protetto, non mi è successo nulla.-
- Non
importa quel che dici ora, Zayn.- lo sentì dire
all’improvviso, la voce debole e gli occhi lucidi. - Quando
stanotte chiuderò
gli occhi ci sarò di nuovo dentro, rivedrò di
nuovo tutto e mi sentirò morire
perché tu..- strinse le dita tra i suoi capelli, tirando con
una certa forza
per farlo smettere di parlare e sibilò: - Smettila di
pensarci. Io sarò qui
oggi, domani e tutte le volte in cui avrai bisogno di me.-
- Ma
tu..- scosse la testa e strinse le dita tra i suoi
capelli, spingendo i polpastrelli contro la sua cute e ribadendo: - Non
devi
pensarci.-
Gli
lasciò un bacio sulla tempia, appoggiando la guancia
contro i suoi capelli quando si nascose contro il suo petto, e
iniziò a parlare
dell’orso che gli aveva regalato e che continuava ad essere
rapito dalla
sorellina più piccola.
Avevano
appena finito di cenare tutti assieme, si era
trasferito con Liam in camera e l’aveva osservato mentre si
sedeva a gambe incrociate
sul letto, un libro sulle ginocchia e gli occhi concentrati sulle
parole.
Non
aveva aspettato oltre e si era posizionato alle sue
spalle, aveva iniziato a lasciargli dei baci leggeri sul collo mentre
con una
mano gli accarezzava la schiena da sopra la maglia e l’aveva
sentito rilassarsi
sotto il suo tocco e abbandonarsi contro di lui.
- Mi
dispiace di essere così, cucciolo.- l’aveva
sentito
dire in un bisbiglio. - L’idea di perderti mi terrorizza,
quel giorno ho
pensato di dover continuare senza te e quindi ora.. ora è
difficile smettere di
vederlo e di pensarci.-
Zayn
lo ascoltò attentamente e poi strofinò il naso
contro
la sua pelle, ripetendo: - Sono qui, amore mio.-, passò la
mano lungo il suo
braccio e si appoggiò contro la testata del letto con la
schiena mentre il
maggiore si rilassava e si abbandonava contro il proprio petto.
- Come
sono andati questi giorni a scuola?-
Si
morse il labbro non appena sentì la domanda e fece
spallucce, cercando di restare sul vago mentre rispondeva: - Sono
passati nella
noia.-
- Con
quei tipi?- scosse la testa, appoggiando il mento
sulla sua spalla ed allacciando le braccia attorno alla sua vita, e
bisbigliò:
- Non è successo nulla, non preoccuparti.-
Vide
la smorfia sulle labbra del castano, chiaramente
indeciso se credergli o meno, e
lo strinse più forte con
le labbra premute contro la sua pelle.
- Non
mi hanno sfiorato nemmeno con un dito, forse qualche
spintone ma niente di grave.- cercò di rassicurarlo,
sentendolo irrigidirsi
all'improvviso e sfiorandogli con le dita il gesso. - Domani esci con
Danielle?- cambiò discorso, baciandogli dolcemente il segno
che gli aveva
lasciato sul collo.
- Non
lo so, scricciolo. Non ho molta voglia di uscire con
lei e festeggiare la nostra rinata amicizia.- annuì per
fargli capire di essere
attento e gli morse un orecchio, cercando di distrarlo da qualsiasi
cosa stesse
pensando.
- Non
volevo obbligarti ad accettare.- sussurrò, sentendosi
vagamente in colpa per l'umore del castano.
- Non
è quello.- spinse la fronte contro la sua spalla,
preparandosi al peggio quando quello sospirò e
continuò: - È che lei è
Danielle.-
Strizzò
gli occhi, per non farsi vincere dalle lacrime, e
sussurrò: - Tu sei ancora..-
- No!-
esclamò di colpo Liam, spaventandolo quando si
voltò
verso di lui e appoggiò una mano sulla sua spalla. - Io amo
te, Zayn. È solo
che lei è stata importante, molto. E io ho paura di far
soffrire troppe
persone.-
Deglutì,
cercando di sostenere il suo sguardo, e bisbigliò:
- Perché dovrebbero soffrire tante persone?-
La
risposta di Liam: - Non voglio farti soffrire perché non
riesco a chiudere con un ricordo.- gli arrivò dritta al
petto come un pugnale,
mozzandogli il fiato ed inumidendogli gli occhi.
- Ma
tu.. cioè.. io..- tentennò, non sapendo bene cosa
dire
e abbassando lo sguardo sconfitto.
- No,
Zayn. Non ci provare. No.- piegò le labbra in una
smorfia, stringendo i denti sull'interno delle guance, e
sollevò lo sguardo
chiedendo: - A fare cosa?-
- A
chiuderti a riccio e pensare che ti ho riempito di
stronzate.- lo sentì sibilare con un tono deciso. -
Perché io amo te, non lei.
Il fatto che non riesca a dimenticare i ricordi che abbiamo io e lei
non
c'entra nulla con noi due.-
-
Forse me l'hai detto troppo presto quel ti..- fu costretto
a bloccarsi, trovandosi le sue labbra contro e quello: - Smettila.-
soffiato
contro la sua bocca.
- Non
mi rimangio quelle parole, sono solo per te.- lo sentì
insistere, non riuscendo a sostenere per così tanto il suo
sguardo. - Amore.-
mugugnò qualcosa in risposta e nascose il viso contro il suo
petto mentre gli
stringeva la maglia tra le dita.
-
È che lei è bellissima.- piagnucolò
come un bambino,
cercando rifugio tra le sue braccia. - Ed è simpatica, avete
un passato
importante alle spalle e Harry.. lui diceva sempre che non l'avresti
mai dimenticata.-
Si
morse forte il labbro, per non singhiozzare quando lo
sentì ammettere: - Harry ha ragione.- e fece un verso
strano, invitandolo a
continuare.
- Non
la dimenticherò, mai. È vero, lo ammetto.-
strinse più
forte le dita, osservando con gli occhi lucidi la firma in rosa che
spiccava
sul suo gesso. - Ma lei fa parte del mio passato, non posso continuare
a vivere
di ricordi. Ora ho te, Zayn. Sei il mio presente e io voglio te, amo
te.-
- Ma
lei è così..- cercò di dire, fissando
torvo quello che
gli aveva coperto la bocca con la mano libera e scuoteva la testa
replicando: -
Lei nulla, guardati ad uno specchio. Anzi, guardati con i miei occhi e
probabilmente non capirai nemmeno un briciolo di quel che provo per te
e di
quello che vedo in te.-
Appoggiò
le dita sulle sue, si liberò dalla mano e lo
guardò, chiedendo con un filo di voce: - Come fai a vedere
tutto quello in me?
Come fai quando io mi sento così vuoto?-
-
È successo e basta.- prese posto sulla sua gamba e si
appoggiò con la guancia alla sua spalla, sentendolo
continuare con: - Non so se
ti farà piacere saperlo ma all'inizio mi avevi incuriosito
perché avevi un
colore degli occhi simile, li avete entrambi nocciola. E poi ho
iniziato a
vederti più spesso attorno, ho iniziato a desiderarti
perché non eri affatto
male, mi son fatto incantare dai tuoi occhi e ho capito che non c'era
nulla di
Danielle in te.-
- E
cosa c'è in me?- insistette, chiudendo gli occhi e
stringendogli la maglia tra le dita. - Cosa vedi in me, Leeyum?-
-
Tutto, te l'ho detto al lunapark.- lo sentì dire in un
sussurro. - In te vedo tutto e ti vedo ovunque.- non riuscì
a trattenere il
sorriso innamorato, ascoltando la frase, e si lasciò baciare
ripetutamente una
guancia.
- Ho
un po' sonno, Leeyum.- bisbigliò all'improvviso, restando
rannicchiato contro di lui e sorridendo come un completo idiota quando
l'altro
lo fece sdraiare nel suo letto, rimboccandogli le coperte. - Tu non
dormi con
me?- chiese con un tono di voce innocente, chiudendo gli occhi quando
sentì le
dita di Liam tra i suoi capelli.
Annuì,
sentendolo dire: - Studio ancora un po' e poi ti
seguo.- e si addormentò in poco tempo, le dita strette sulla
sua maglia e il
viso premuto contro la sua coscia.
Si
svegliò di soprassalto quando sentì un grido
mozzato, si
mise velocemente a sedere e si voltò verso il ragazzo che
respirava in modo
affannato, nascondendo il viso contro le mani.
-
Leeyum?- lo chiamò con la voce impastata dal sonno,
stropicciandosi gli occhi e sbuffando internamente quando vide i numeri
"02:30" sulla radiosveglia sul comodino. - Che succede? Ancora
quell'incubo?- s'informò, passando una mano lungo tutta la
sua schiena e
sentendo la maglia umida per il sudore.
Si
preoccupò notevolmente quando il castano non gli diede
risposta, restando con i palmi premuti contro il viso e il corpo che
continuava
a tremare.
- Sono
qui, amore.- bisbigliò, avvicinandosi a lui e
avvolgendo le braccia attorno alla sua vita. - Non mi è
successo nulla, sono
qui e mi hai salvato.- continuò a parlare, stringendo le
dita tra i capelli
mossi del ragazzo e vedendolo nascondere subito il viso contro il
proprio
collo.
-
È uno stupido incubo, sono solo stupidi incubi.-
insistette, sentendolo respirare velocemente per poi prenderne altri
più
profondi come se cercasse di calmarsi. Appoggiò la guancia
contro il suo capo e
gli accarezzò dolcemente i capelli, sollevando solo per un
secondo lo sguardo
sulla porta e rassicurando Ruth con un sorriso.
- Non
mi portano via da te, vuoi capirlo?- gli domandò con
un tono di voce più leggero, quasi canzonatorio,
stringendolo più forte quando
sentì un grugnito misto a singhiozzo e lo vide tremare e
avvolgere le mani
nella sua maglia.
- Sono
qui, Leeyum. Era uno stupido incubo. Io sono qui.-
mugugnò, non sapendo che altro fare mentre il suo ragazzo si
faceva prendere da
quella che aveva tutta l'aria di essere una crisi.
Si
fece improvvisamente attento quando lo sentì bisbigliare,
con la voce spezzata dal pianto: - È stato..-
-
Com'è stato? Cos'è successo?- insistette, tenendo
le dita
strette tra le sue ciocche.
- Tu..
era orrendo, Zay.- e Zayn giurò di aver sentito il
cuore stringersi e fargli un male assurdo quando lo sentì
singhiozzare e
scoppiare a piangere.
-
Liam, sono qui.- replicò, senza smettere di muovere le
dita tra i suoi capelli ricci. - Calmati, cucciolo. Sono qui.-
Intrecciò
le dita nelle sue ciocche, sentendo le sue
stringersi alla maglia, e lo ascoltò mentre diceva: - Sei
finito.. dall'altra
parte della strada e io.. io sono venuto da te e.. e ho cercato di
sollevarti
ma.. ma eri così pallido e freddo e io non sapevo cosa fare.
E poi mi hai detto
che non mi saresti mancato perché ti ho solo preso in giro
ed amo Danielle.-
- Ti
sei fatto un po' influenzare dal discorso di ieri, eh?-
cercò di metterla sul ridere, passando le mani sulla sua
schiena per
massaggiarla e farlo smettere di singhiozzare.
Sospirò
di sollievo quando lo sentì ridacchiare, col respiro
che man mano tornava regolare, e si sdraiò nuovamente nel
letto, portandoselo
dietro.
-
Louis dice che Danielle è una strega..- riprese a parlare,
massaggiandogli la cute con i polpastrelli. -..la prossima volta la
sognerai
versione cattiva di Biancaneve.-
Si
sentì incredibilmente meglio quando Liam scoppiò
a
ridere, una di quelle che gli scaldavano il cuore e lo lasciavano con
un
sorriso specchio di quello del castano.
Le sue
labbra arrivarono ad assumere un sorriso idiota
quando lo sentì bisbigliare: - Ti amo.-
Lo
tenne stretto tutto il tempo, guardandolo mentre aveva il
viso poggiato contro il proprio petto e l'orecchio premuto contro il
proprio
cuore.
-
Amore mio.- bisbigliò quando si fu addormentato. - Ci sono
io ora, non devi aver paura di nulla.-
Quando
la mattina dopo si svegliò, piegò le labbra in un
sorriso ed allungò le braccia lasciandosi baciare il collo
dal ragazzo sopra di
lui.
-
Buongiorno, amore.- mugugnò, intrecciando le dita dietro
la sua nuca per tenerlo contro il proprio corpo; avvolse le gambe
attorno alla
sua vita e ridacchiò quando lo sentì dire: - Ora
sei diventato una scimmietta?-
Scosse
la testa, strofinando il capo contro la sua mandibola
e bisbigliò: - Sono ancora il gattino che vuole le coccole
del padrone.-
Si
lasciò sfuggire dei mugolii felici, sentendo le dita del
castano tra i capelli e le labbra sul collo, spostò una
gamba, tenendo il piede
contro il materasso, e notò subito Liam che poggiava il
braccio ingessato sul
ginocchio.
Aprì
piano gli occhi, trattenendo il labbro inferiore tra i
denti quando si specchiò in quei due pozzi marroni che lo
fissavano con una
sfumatura intensa di affetto ed amore; piegò il viso su un
lato, premendo una
guancia rossa contro il cuscino, e scoppiò a ridere quando
sentì le dita del
maggiore sui fianchi.
Iniziò
fin da subito ad agitare le mani, cercando di
stringere le dita attorno al polso del castano per fermare quella
tortura, ma
più passava il tempo più si scioglieva sotto di
lui con le guance che gli
facevano quasi male dalle risate e gli occhi che diventavano sempre
più lucidi.
-
Le-eyum.- mugugnò, riuscendo a fermargli il braccio non
ingessato dopo almeno dieci minuti. - Ba-asta.. mi.. mi arrendo..
Leeyum.-
ridacchiò, prendendo l’orlo della maglia e
sollevandola per asciugarsi le
lacrime che gli bagnavano le guance.
Continuò
a muovere il tessuto sulla propria pelle,
abbassando lo sguardo su quello che gli stava accarezzando
l’addome con i
polpastrelli, e inarcò un sopracciglio quando
incrociò i suoi occhi.
Non
appena lo sentì chiedere: - Il gattino ha fame?- con un
tono di voce fin troppo malizioso, arrossì violentemente e
riuscì a ribaltare
le posizioni, tenendolo fermo con una mano sul braccio ingessato.
-
È divertente, ora riesco a prenderlo più in
fretta il
controllo.- sussurrò tra sé e sé,
stringendo le dita sul suo mento e
scuotendogli la testa con un ghigno divertito sulle labbra.
Si
sporse verso quello che lo fissava confuso, una traccia
di rossore adorabile sulle guance, e premette le labbra contro le sue,
chiudendo gli occhi e godendo di quella sensazione che gli faceva
ancora
attorcigliare le membra.
-
Riesci ad accompagnarmi a scuola?- gli domandò mentre
spostava la bocca lungo la sua mandibola, mordicchiandogli la pelle per
sentire
lo strato leggero di barba contro la guancia. - E voglio mettermi la
tua
giacca, quella con dietro il tuo cognome. Posso rubartela ancora? Mi
piace
avere qualcosa con il tuo cognome, mi piace far vedere a tutti che sono
tuo.-
continuò a parlare con un filo di voce, cercando di
imprimergli quelle parole
nella pelle.
- La
visuale da qui è magnifica.- lo sentì dire,
accompagnato da una mano che s’infilò sotto la
maglia per accarezzargli la
schiena. - Dobbiamo per forza alzarci dal letto?- non riuscì
a trattenere la
risatina e il sorriso enorme, sdraiandosi su di lui e tenendo le labbra
contro
la sua voglia scura sul collo.
- Non
fare il pigrone, voglio andare a scuola oggi.-
mugugnò, muovendosi su di lui per non pesargli
eccessivamente sul braccio
ingessato. - Porta il tuo ragazzo a scuola, Payne.- lo
rimproverò, cercando di imitare
il tono di voce del suo allenatore.
Scoppiò
a ridere, sentendolo lamentarsi e grugnire, e
scivolò accanto al suo corpo, per poi mettersi
successivamente a sedere con le
gambe incrociate.
- Dai,
amore.- bisbigliò, muovendo le dita lungo la pelle del
suo braccio fino a tracciare strani ghirigori sul fianco lasciato nudo
dalla
maglietta che si era leggermente sollevata nei movimenti. - Portami a
scuola.-
insistette, utilizzando un tono di voce dolce, mentre sbatteva le
ciglia con
gli occhi fissi nei suoi.
- E va
bene!- lo sentì esclamare, guardandolo con un sorriso
divertito mentre si alzava dal letto e andava a recuperare i suoi
vestiti. -
Andiamo in pullman e poi passo da Louis o Josh, magari faccio persino
un salto
al bar per vedere se posso fare qualcosa o devo stare a casa come un
infortunato di guerra.-
Zayn
si tirò su dal letto e lo raggiunse, tenne le braccia
sul suo braccio ingessato mentre si sporgeva e schioccava un bacio
sulla
guancia del castano, sussurrando: - Sei un eroe, sei il mio eroe.-
Gli
lasciò un altro bacio all’angolo della bocca,
prese i
vestiti che Liam teneva tra le mani e si chiuse in bagno per cambiarsi
il più
in fretta possibile.
Avevano
fatto colazione assieme alla famiglia del castano,
si era divertito a prendere in giro assieme a Ruth un Liam che non
riusciva a
mangiare quasi nulla senza lamentarsi del gesso d’intralcio,
ed ora se ne
stavano seduti sull’autobus a poche fermate dalla scuola.
- .. e
se non prendo un buon voto non mi ci mandano in
Irlanda con te.- si stava lamentando il più piccolo,
giocando con le sue dita e
tenendo le labbra piegate in un broncio. - Voglio venire ad Halloween
con te,
Leeyum. Ma quando si tratta della matematica o di materie scientifiche
mi perdi
completamente.-
Annuì
lentamente quando lo sentì ripetere: - Sai che sono
disponibile per darti tutte le ripetizioni gratuite.- a cui rispose
nuovamente
con: - Sai come sono finite le ultime ripetizioni che mi hai dato.-
-
M’impegno solennemente a farti passare quello stupido test
di matematica e scienze.-
Zayn
annuì, per niente convinto della riuscita del piano, e
piegò il viso su un lato per poggiare la guancia contro la
sua spalla.
- Quel
professore mi odia, Leeyum. No, non mi odia..- si
corresse da solo, aggrottando le sopracciglia e continuando con: -
Però è uno
di quelli che chiedono troppo. E io della matematica non capisco nulla.
Mi
rende nervoso il non riuscire a finire un esercizio. Almeno Harry se la
cava in
quello e io..-
- E te
la caverai anche tu, promesso.-
- Non
dire idiozie, Leeyum.- borbottò, rigirandogli il palmo
per percorrere con le dita tutti i suoi polpastrelli.
- Non
dico stronzate, ti farò diventare un genio della
matematica.- lo sentì insistere mentre lui era troppo
impegnato a grattare
appena la superficie del gesso su cui spiccava quella firma fin troppo
visibile.
Arrossì
di colpo, sentendo le labbra del castano sul collo e
il suo: - Quanto sei geloso, gattino.- detto con un tono di voce roco e
basso
che lo fece rabbrividire da capo a piedi.
- Non
sono geloso!- esclamò, punto sul vivo da
quell’unica
frase, per poi raddrizzarsi con la schiena e continuare con: - Solo che
poteva
scegliere un altro colore, è rosa!-
Incrociò
le braccia al petto, con una smorfia sulle labbra,
sentendolo scoppiare a ridere di gusto; si allontanò quasi
dal suo corpo e
puntò lo sguardo fuori dal finestrino, rendendosi conto che
il tempo prima di
raggiungere quell’inferno stava velocemente diminuendo.
- Ehi,
Zay.- ignorò il tentativo dell’altro di chiamarlo,
sentendosi sempre più stupido per essersela presa per nulla
ma non trovando il
coraggio di passare sopra all’orgoglio. - La vedi questa
scritta?- puntò lo
sguardo sulla firma in rosa che gli indicava il castano, percependo
nuovamente
quell’ondata di gelosia, e borbottò un: - Ti ho
detto che si vede fin troppo
bene.- con un’acidità nella voce che non era
riuscito a trattenere.
- Sai
che firma non riesci a vedere?- si morse il labbro,
deciso ad ignorarlo di nuovo, ma sentì il suo nome
sussurrato con così tanta
dolcezza che gli si sciolse il cuore e fu costretto a voltarsi per
guardarlo.
Si lasciò prendere la mano e lo fissò curioso e
confuso mentre se la appoggiava
sul petto e diceva: - Sai cosa c’è scritto qui?-
Scosse
la testa con un movimento lento, capendo solo a
grandi linee dove volesse andare a parare, e arrossì quando
lo sentì dire con
un filo di voce: - Zayn Malik.-
Deglutì
nervoso e continuò a guardarlo, cercando di non
emozionarsi troppo di fronte a lui, mentre continuava con: - E sai
perché è
scritto qui dove solo io posso vederlo?-
Cercò
di dire qualcosa, non trovando il tempo di far nulla
perché riprese a parlare subito dopo dicendo: -
Perché è più importante,
perché
questa persona è mia da difendere e proteggere,
perché lo amo da impazzire e
non voglio che gli succeda nulla di male.-
Restò
in silenzio, boccheggiando appena senza riuscire a
trovare la forza di parlare, e lo ascoltò con gli occhi
lucidi mentre
aggiungeva: - Ti basta? Ti basta tutto questo, Zayn? O vuoi sentirmi
dire che
muoio ogni notte? Che da qualche giorno a questa parte mi sento morire
ogni
notte perché non riesco a salvarti? Che mi son sentito
morire quando quella
macchina ha puntato contro di te? Tutto questo ti basta?-
Scosse
la testa ed annuì insieme, non riuscendo a ragionare
quando si specchiò in quegli occhi marroni fin troppo lucidi
e pieni di lacrime.
Si voltò con il busto verso di lui, liberando la mano che
teneva ancora stretta
al petto, spostandola contro la sua guancia ed obbligandolo a guardarlo.
- Ti
amo.- bisbigliò, strofinando il pollice contro le sue guance e rivolgendogli un accenno
di sorriso. - Non
voglio essere così geloso di lei, scusa. E non volevo farti
dire quelle cose.- aggiunse,
arrossendo per la vergogna e l’imbarazzo.
Tenne
i palmi contro le sue guance, fissandolo intensamente
negli occhi, e sentì il cuore scaldarsi quando vide le sue
labbra piegarsi in
un sorriso appena accennato.
- La
prossima fermata è la nostra.- mugugnò, sentendo
tutta
l’allegria della mattina lasciare il posto alla solita
tensione e
preoccupazione.
Annuì
velocemente quando lo sentì dire: - Andrà tutto
bene,
piccolo.- e si alzò, stringendogli la mano e preparandosi
all’ennesima giornata
di scuola.
Aveva
salutato Liam di fretta, l’aveva seguito con lo
sguardo mentre si allontanava dall’edificio e iniziava a
parlare con Josh al
telefono e poi aveva seguito Harry all’interno, notando fin
da subito come quel
solito gruppetto lo stesse studiando da lontano.
Le
lezioni erano passate fin troppo lentamente, aveva
passato la pausa pranzo lontano da tutti a fumare una sigaretta dietro
l'altra
mentre sentiva l'ansia solamente crescere. In quei giorni si sentiva
troppo
strano, persino quei tipi gli giravano alla larga; e tutto quello lo
rendeva
solamente ancora più nervoso. Ricordava benissimo com'era
tornato a casa dopo
essere stato ignorato per settimane. Sembravano provare il gusto quasi
sadico
di fargli intuire che molto presto avrebbero attaccato. E lui,
nonostante la
giornata in palestra, si sentiva ancora troppo debole per batterli o
per
tornare a casa intero.
Restò
seduto su quel tavolo nel giardino della scuola, lo
stesso che aveva dato origine all'amicizia tra lui ed Harry, e
osservò in
lontananza il gruppetto che lo fissava e parlava tra loro.
Sbuffò,
prendendo una nuova boccata di fumo con le dita che
gli tremavano dal nervoso e dalla paura; se lo sentiva che prima o poi
sarebbe
ricominciata ma non capiva perché aspettare tanto per farlo
impazzire. Trovarsi
coperto di lividi ora o dopo qualche giorno, non sarebbe cambiato nulla
né a
lui né a loro; quindi perché aspettare.
- Ehi,
Zay.- spostò lo sguardo sulla ragazza che prendeva
posto al proprio fianco e le rivolse un sorriso appena accennato. -
Stai bene?-
Annuì,
facendo spallucce, mentre vedeva il gruppetto
rientrare e abbandonare sicuramente il progetto iniziale di prenderlo
quand'era
solo.
- Non
mi sembra tu stia molto bene, Zayn.-
Spense
la sigaretta contro il legno del tavolo ed ignorò i
tentativi di Eleanor di farlo parlare, quando però
tirò in ballo Danielle sentì
la rabbia aumentare e saltò giù con un balzo,
sibilando: - Non m'importa un
cazzo di lei. Può anche scoparselo il grande amore della sua
vita. Se lo può
riprendere se lo vuole!-
- Hai
litigato con Liam?-
Tenne
le braccia rigide lungo i fianchi, sentendo il
nervosismo salire alle stelle, e sbottò: - Non ho litigato
con nessuno! E
smettetela di mettere quella in mezzo! Non la sopporto e voi la
nominate ogni
fottuta volta! La mia vita non ruota attorno a quei due e alla loro
cazzo di
relazione storica!-
-
Zayn?-
- E
lasciami in pace!- esclamò, dandole le spalle e
raggiungendo in poco tempo il bagno. Si chiuse dentro e si
appoggiò con la
schiena contro il muro, spinse i palmi contro le palpebre e
cercò di calmarsi.
Si sentiva sempre più stupido ad essere così
nervoso, il clima in quella scuola
stava diventando soffocante e la tensione lo faceva scattare per nulla.
Non
solo rischiava di tornare a casa pieno di lividi ma metteva anche a
repentaglio
tutte le amicizie e la sua relazione con Liam.
Si
irrigidì quando sentì bussare alla porta e
tornò a
respirare normalmente riconoscendo la voce di Harry che lo chiamava.
- La
Calder dice che sei impazzito. Va tutto bene? Dice che
hai litigato con Liam.-
Imprecò
tra i denti, trattenendosi dal gridare che non
capiva niente nessuno, e aprì la porta, trovandosi davanti
l'amico.
- Ho
detto che non ho litigato con nessuno.- sibilò,
puntando gli occhi nei suoi. - Con nessuno. Mi capite quando parlo? Non
parlo
una lingua diversa dalla vostra.-
- Liam
ti ha dato yogurt scaduto per fare colazione? Sei di
un acido assurdo.-
Lo
spinse via con le mani sulle sue spalle, raggiunse i
lavandini e si sciacquò il viso per calmarsi.
- Vuoi
dirmi che succede? Se non è Liam, sono..- lo prese
per il colletto della camicia e lo spinse contro la porta del bagno,
ripetendo:
- Ho detto che sto bene.-
- Mi
hai fatto male, coglione!- lo sentì esclamare,
lasciandolo e guardandolo mentre si massaggiava la nuca. - Ed ero qui
solo per
aiutarti! Ma tu non vuoi l'aiuto di nessuno. E allora arrangiati!
Stronzo di un
Malik.-
-
Fottiti, Styles!- gli gridò dietro quando quello
uscì al
suono della campanella, tirò un calcio contro la porta e
sentì la rabbia salire
sempre più assieme alla voglia di tirare un pugno dritto in
faccia a qualcuno.
Quando
la giornata scolastica si concluse si sentiva
solamente stanco, nervoso e con la voglia di sparire per sempre sotto
le
coperte col suo blocco da disegni. Fece la strada di ritorno a casa a
piedi,
non volendo proprio condividere l'autobus con l'amico o con qualsiasi
altro
essere umano.
Arrivò
a casa dopo un'ora, trovandola fortunatamente vuota,
e si chiuse in camera con i suoi fogli pieni d'abbozzi sulle gambe.
Aveva
deciso di riprendere in mano il suo vecchio fumetto,
il personaggio di Liam che aveva introdotto era una continua fonte
d'ispirazione
e lo faceva disegnare quasi con più grinta; la voglia di
riprodurlo
perfettamente su carta lo invogliava a dare sempre il massimo.
Più
passava il tempo, più sentiva i componenti della
famiglia rientrare e pregava che nessuno lo disturbasse.
Lanciò
una veloce occhiata al cellulare per controllare
l'ora e aggrottò la fronte, stranito, quando
trovò fin troppi messaggi.
Sbloccò
il telefono e lesse ogni sms di un Liam
eccessivamente preoccupato, Harry si era incazzato nuovamente con Louis
e Louis
aveva riferito tutto a Liam; perché non volevano capirla che
voleva restare
solo?
Rispose
con un semplice "scusa, non mi sento tanto
bene" e quando lo inviò si sentì male all'idea
che quella scusa poteva
offendere l'altro ragazzo.
Ma
infondo non era proprio una bugia, era davvero troppo
nervoso ed era terrorizzato; si sentiva quasi un animale in gabbia,
pronto a
scattare per paura di essere distrutto.
Fissò
il "posso chiamarti?" che Liam gli aveva
mandato in risposta e fu tentato di scrivergli una balla sull'avere
troppo
sonno quando vide il suo nome illuminarsi sullo schermo. Prese un
respiro
profondo ed accettò la chiamata, sentendo lo stomaco
attorcigliarsi tutto
quando sentì il suo: - Ehi.-
detto
con un tono di voce quasi apatico.
-
Liam.- sussurrò, come se il solo pronunciare il suo nome
riuscisse a rimetterlo in sesto.
- Zayn.-
-
Vuoi, uhm..tu..- cercò di dire, non sapendo bene dove
andare a parare.
Fece
uno strano verso, misto tra grugnito e borbottio,
sentendolo dire: - Voglio che mi spieghi
che ti sta succedendo.-
-
Niente, Liam. Sono solo tanto stanco.-
- Stanco, certo.-
Annuì,
cercando di non pensare troppo al fatto che il tono
di voce del castano stesse rispecchiando il proprio.
- Se è per Danielle
oggi non sono uscito con lei. Sono stato impegnato tra Josh, il bar e
lo studio.-
Non
appena sentì nuovamente quel nome sentì la rabbia
ribollire dentro di lui, rabbia che lo fece sbottare all'improvviso
con: - Ho
detto che non me ne fotte un cazzo di lei! La volete capire?! Non
m'importa
niente di lei!-
Sentì
il cuore incrinarsi quando Liam gli rispose: - So
che non è per lei se stai così, Louis
però dice che Harry l'ha nominata continuamente
insultandola..e allora lui pensa
che lei c'entri qualcosa.-
- Non
c'entra lei.- ripeté con un tono più calmo,
sperando
di non dover più dare spiegazioni per il nervosismo che lo
stava divorando
vivo.
- Se è perché vuoi
lasciarmi e non sai come dirmelo guarda che non mi offendo.-
Strabuzzò
gli occhi, percependo una stretta al cuore
dolorosa e una voglia di piangere e vomitare assieme, e poi scosse
violentemente la testa, rispondendo un: - Ma che idee hai? Non voglio
lasciarti.-
Restò
in silenzio ad ascoltare il respiro del castano,
sentendolo sospirare e dire: - In
qualunque caso, quando vorrai parlarne sai dove trovarmi. Stammi bene,
Zayn.
Buonanotte.-
Fissò
il cellulare con gli occhi lucidi, non capendo bene
quel che era appena successo. Liam l'aveva lasciato? O lui aveva
lasciato Liam?
Perché si era comportato in quel modo? E perché
nessuno riusciva più a capirlo?
Si
lasciò cadere con la schiena contro il materasso e
fissò
il soffitto con gli occhi vacui e lucidi, il cellulare stretto tra le
dita e
brividi di freddo lungo tutto il corpo.
Quando
la mattina dopo si svegliò era stanco, triste e
voleva passare la giornata chiuso da qualche parte, possibilmente con
il
sorriso di Liam accanto. E invece doveva accontentarsi del disegno, che
aveva
concluso la notte prima, del suo super eroe che metteva KO i cattivi.
Sfiorò
con cura il suo profilo, desiderando solo di tornare
al giorno prima per poterlo avere al proprio fianco, e richiuse tutto
nel suo
cassetto per nulla convinto di riuscire a superare l'ennesima giornata
scolastica.
Quando
infatti raggiunse l’edificio scolastico, il cuore se
lo sentiva in gola e le gambe gli sembravano quasi tremare;
restò per un tempo
spropositato davanti all’armadietto, non riuscendo a muoversi
di un passo.
Voleva tornare a casa, si sentiva crollare da un momento
all’altro e aveva
bisogno di restare da solo, aveva bisogno di Liam.
Prese
il libro di matematica con le dita che gli tremavano
dalla strana ansia che gli attorcigliava lo stomaco - voleva Liam, solo
le sue
braccia attorno al proprio corpo - e se lo strinse al petto, cercando
di
calmarsi e ripetersi che erano solo sue stupide sensazioni.
Perché quel giorno
doveva essere diverso dagli altri? Perché quella sensazione
orrenda del
sentirsi in trappola non voleva lasciarlo in pace?
Ignorò
la campanella che iniziava a suonare, sentendo il
baccano dei ragazzi che correvano nelle aule come un suono in
lontananza, e
piegò le labbra in una smorfia quando una spinta lo fece
sbattere contro gli
armadietti.
-
Sempre in mezzo questo frocio.-
Strinse
i pugni, sentendo il sangue affluire velocemente e
la rabbia crescere dentro di lui, e prese un respiro, decidendo di
ascoltare i
consigli di Doniya e non rispondere alle provocazioni. Un suo solo
passo falso
e sarebbe tornato a casa con un occhio nero, se non peggio.
Chiuse
l’armadietto con un movimento lento, prendendo i
libri che gli servivano per la prima lezione, e
s’incamminò nei corridoi quasi
deserti, sentendo alle spalle le risatine di quei tre che sembravano
provare un
piacere quasi sadico nel torturarlo. E dovevano divertirsi davvero fin
troppo
visto che la tiravano avanti da ben tre anni.
Aveva
quasi raggiunto l’aula in cui si sarebbe tenuta la
prima lezione, si stava ripetendo una scusa credibile per aver fatto un
piccolo
ritardo, quando sentì una frase del capetto del gruppo
d’idioti che lo
costrinse a voltarsi con una rabbia che non aveva mai provato verso
nessuno.
-
Ripeti quello che hai detto.- sibilò, cercando di non far
notare troppo il tremore che sentiva dentro.
- Cosa
devo ripetere, frocetto?- ignorò la battutina e lo
fissò dritto negli occhi, ripetendosi nella testa che non
doveva mostrar loro
la sua paura. - Che stai preparando bombe con tuo padre nello
scantinato o che
il tuo ragazzo doveva morire?-
Strinse
forte i libri contro il petto, sentendo quasi male,
e grugnì: - Non parlare di Liam.-
Cercò
di ignorare le risatine degli altri due quando l’altro
disse, a mo’ di presa in giro: - Liaaam, si chiama Liam.-
Prese
un grosso respiro e replicò, con tutta la calma del
mondo: - Sì, si chiama Liam e tu non dovresti parlare di
lui.-
- E
perché no, pakistano?-
Aveva
in mente gli occhi marroni di Liam, il suo sorriso
dolce e il calore delle sue braccia attorno a lui quando rispose: -
Perché a
differenza tua non ha bisogno di fare il bastardo per valere qualcosa.-
Il
suo: - Come mi hai chiamato?- gli tremò fin dentro le
ossa, ma mantenne una postura rigida e lo guardò negli occhi
ripetendo: - Sei
solo un bastardo che si diverte ad insultare la gente.-
- E tu
sei un terrorista pakistano, frocio per giunta.
Quelli della tua razza dovrebbero solo morire.-
Strinse
le dita sugli angoli dei libri, mantenendo il
contatto visivo e cercando di non mostrargli quanto fosse terrorizzato,
quanta
voglia avesse di scappare via da Liam e nascondersi tra le sue braccia.
- Non
sai più come rispondere ora, feccia?-
Socchiuse
gli occhi, ripetendosi come un mantra tutto quello
che Liam gli aveva detto più volte sul mostrarsi forte
davanti agli altri, e
replicò con decisione: - Non ho niente da dire ad un idiota
come te.-
Prese
un respiro, cercando di calmarsi e non pensare troppo
al fatto che era solo contro tre persone, ed aggiunse: - E siamo nel
ventunesimo secolo, ancora credi alla storia delle razze? Solo un
ignorante
come te può avere certi pregiudizi. Sai cosa dicono dei
bianchi invece? Che
sono dei maiali ed obesi. E tu rispecchi alla perfezione
l’immagine dell’americano
medio. Un idiota buzzurro che non sa fare altro nella vita se non..-
Si
bloccò con un verso sorpreso quando uno degli altri due
lo prese per la maglia e lo spinse contro il muro, fissò
l’altro che gli rubava
i libri e li buttava a terra, per poi puntare lo sguardo su quello che
ridacchiava, stranamente divertito dalle sue parole, e mormorava: -
Siate
gentili, lasciate il frocetto libero di esprimersi.-
- Ti
diverti con così poco?- replicò con un tono di
voce
aspro, spingendo via quello che lo teneva fermo in un moto di rabbia. -
Fai
schifo a tutti e sei popolare solo perché hanno paura di te.
Ma non si può
avere paura di un ritardato, e quando capiranno la tua vera natura tu
resterai
solo.-
Sentì
un brivido di paura percorrerlo da capo a piedi quando
quello bisbigliò: - Inizi ad alzare troppo la testa,
pakistano. E qualcuno
dovrebbe spezzarti le ali.-
-
Tu..- sussurrò, prendendo un respiro profondo e pensando
solamente a Liam. - ..non mi fai paura.- concluse, raddrizzandosi con
la
schiena e sollevando quasi il mento.
- Il
tuo amichetto non ti ha insegnato a sottometterti?- lo
sentì chiedere con un tono di voce divertito. - Eppure
sembri proprio una
checca buona solo per farsi scopare.-
Sentì
gli occhi inumidirsi dalla vergogna e strinse i pugni,
ribattendo: - Dici così solo perché sei un
frustrato del cazzo.-
-
Attenzione, attenzione! Il pakistano mi sta dando del
frocio.-
Fissò
i tre che si mettevano a ridere, chiedendosi quanto
ancora riuscisse a resistere senza scoppiare per tutta quella tensione,
e restò
immobile a guardare quello che si avvicinava e gli sistemava le pieghe
della
maglietta, dove l’altro aveva stretto precedentemente.
-
Quando ho scoperto che il tuo amichetto era grave ho
sperato con tutto il cuore che morisse. Così saresti rimasto
solo, perché è
quello che meriti.-
Sbarrò
gli occhi, incredulo di quelle parole così intrise di
cattiveria, e cercò di scacciare quell’orrenda
sensazione della sua vita senza
Liam accanto.
Non
riuscì più a trattenersi quando lo
sentì borbottare: -
Quell’idiota traditore della Patria deve solo morire.-, e
sfogò la sua rabbia
tirandogli un pugno contro il naso, desiderando per la prima volta in
vita sua
far davvero male ad una persona.
Era
chiuso nell’ufficio del preside da almeno mezz’ora,
lo
zigomo che gli bruciava per via del successivo pugno che aveva
ricevuto, e lo
stava ascoltando distrattamente mentre parlava e lo rimproverava per
via della
violenza che in quell’istituto non era tollerata.
Gli
veniva quasi da ridere per la situazione, a suo parere
comica, perché erano tre anni che tornava a casa coperto di
lividi due giorni
sì e un giorno no; ma intervenivano solo quando lui si
decideva a ricambiare
con le maniere forti.
Lanciò
un’occhiata di sfuggita ad Eleanor, che era passata
casualmente dalle loro parti ed aveva avvertito l’insegnante,
e le rivolse un
piccolo sorriso, cercando di farle capire che non c’era
nessun risentimento tra
loro. Anzi, doveva esserle grato perché ancora qualche
secondo e ne avrebbe
sicuramente prese più degli altri giorni. Ma quella sembrava
essere
completamente sulle sue, uno sguardo quasi assente e le dita che
continuavano a
stropicciare il tessuto della gonna della divisa.
- Mi
ha capito, Malik? È sospeso. Per una settimana intera.-
Strabuzzò
gli occhi, iniziando a rendersi realmente conto di
quel che era successo, e i suoi pensieri andarono subito ai suoi
genitori. Li
aveva delusi, doveva ascoltare i consigli di Doniya ed entrare in
classe senza
rispondere alle provocazioni; ma non appena li aveva sentiti parlare di
Liam in
quel modo non ci aveva visto più e aveva solamente agito.
-
..ridurre in quel modo un suo amico. Ma si rende almeno
conto di quel che ha fatto?- lo sentì continuare a parlare
mentre lui era tutto
preso da come avrebbe
portato la notizia
a casa.
- E
ora vada pure, chiamerò immediatamente i suoi genitori
per informarli di come si comporta il loro figlio. Signorina Calder
può andare
anche lei.-
Si
alzò come un automa dalla sedia, seguendo la ragazza
fuori dalla stanza e lungo i corridoi, sentendosi sempre più
nel panico. Come
l’avrebbero presa? Magari l’avrebbero rimandato a
Bradford come punizione. Ne
era sicuro, l’avrebbero rimandato a casa. E poteva dire addio
a Liam e ai suoi
sogni di sposarlo. Ci aveva messo tre anni per averlo e ora perdeva
tutto per
colpa di un pugno che aveva fatto finire un idiota
nell’infermeria della scuola
con un naso rotto.
-
È tanto arrabbiato.-
Si
voltò verso quella che aveva parlato, non capendo per
nulla la sua frase, e chiese: - Chi?- con un tono di voce confuso e le
sopracciglia
aggrottate.
-
Jason.-
- Chi
è Jason?- domandò nuovamente, capendoci sempre
meno di
tutta quella situazione.
Osservò
Eleanor che scoppiava a ridere, chiaramente
divertita da qualcosa che a lui sfuggiva, e piegò le labbra
in una ‘o’ di
stupore quando la sentì spiegare: - Il ragazzo che hai
picchiato è Jason.-
- Buon
per lui se è tanto arrabbiato.- borbottò,
riprendendo
a camminare velocemente nel corridoio; si bloccò quando si
sentì prendere per
un braccio e fissò confuso la ragazza che sussurrava: -
È brutto quando si
arrabbia, Zayn. Fidati di me. Jason arrabbiato fa paura.-
- E tu
come fai a saperlo?- domandò, tenendo gli occhi fissi
in quelli marroni di Eleanor che s’irrigidì e
replicò, mettendosi sulla
difensiva: - Lo so e basta. Non t’importa sapere il
perché.-
-
Sicura che vada tutto bene?- le chiese, cercando di capir
qualcosa del suo strano comportamento.
La
osservò mentre scuoteva la testa, si passava le dita tra
i capelli, e mormorava: - Tutto bene, solo un po’ di
stanchezza.-
La
fermò per un braccio quando la vide pronta a dargli le
spalle, notando solo in quel momento i suoi occhi spaventati e lucidi,
e
insistette: - Vuoi dirmi che succede? Come fai a sapere quelle cose?-
Lasciò
immediatamente la presa, sentendola bisbigliare con
un filo di voce: - Lo so e basta. Per favore, Zayn. Lasciami andare.-
La
seguì con lo sguardo, non riuscendo a trovare il
collegamento tra loro due e Jason, e poi entrò
nell’aula di letteratura, cercando
d’ignorare il pensiero fisso della sospensione e del suo
ritorno a casa.
Quando
la campanella dell’ultima lezione finì,
guardò il
cellulare e trovò due messaggi identici da parte dei suoi
genitori: “quando
arrivi a casa dobbiamo parlare”. E tutta
quell’orrenda sensazione
di averli delusi, di non essere un buon
figlio e di aver sbagliato a rispondere si fecero nuovamente sentire.
Per
questo non prese l’autobus, spaventato anche
dall’incontrare gli amici di quel Jason, e decise di farla
nuovamente a piedi;
magari il tempo che ci avrebbe messo sarebbe servito a far calmare i
suoi
genitori, o magari avrebbe trovato nuovamente casa vuota e si sarebbe
chiuso in
camera.
Ma
prima o poi quel discorso l’avrebbe dovuto affrontare,
prima o poi avrebbe dovuto sentire quel “ci hai
delusi” e in quel momento si
sentiva troppo debole per affrontare tutto da solo.
Aveva
deciso così di allungare la strada ancora di più,
vagando per le vie di Houston con la pioggia che aveva iniziato a
bagnarlo da
capo a piedi. La voglia di tornare a casa, e il coraggio di affrontare
quella
situazione, diminuivano sempre di più. Non sapeva nemmeno
come tornarci, non
sapeva dov’era finito e il cellulare si era spento qualche
minuto prima per via
della batteria scarica.
Strinse
le braccia attorno al petto, tentando di scaldarsi,
e si spostò le ciocche di capelli bagnati dalla fronte; la
voglia di sedersi a
terra e piangere era fin troppa. Voleva solo essere trovato da
qualcuno, ma non
voleva tornare a casa. Voleva solo trovare un viso famigliare e..
Fissò
stranito di fronte a sé, non sapendo se fosse
solamente un’illusione, e affrettò il passo,
cercando di raggiungere nel minor
tempo possibile il ragazzo che imprecava e cercava di chiudere la
serranda del
bar.
Fece
gli ultimi metri di corsa, arrivandogli di fronte ed
avvolgendo le braccia attorno alla sua vita, spinse il viso contro la
sua
schiena e respirò piano, cercando di calmare il battito del
cuore.
- Ma
cosa?!- chiuse gli occhi, beandosi della sua voce con
un piccolo sorriso sulle labbra. - Zayn?-
Si
staccò di colpo, passando il pugno contro le palpebre,
quando si ricordò della telefonata del giorno prima. Liam
forse non voleva
nemmeno vederlo, aveva dato per scontato che con lui sarebbe stato al
sicuro
senza calcolare che avevano avuto una cosa simile ad una litigata la
sera
prima.
-
Perché sei tutto bagnato? Sei stato fuori con questo
tempo? Che ci fai qui?- lo sentì domandare velocemente,
osservandolo mentre si
spostava le ciocche di capelli mossi dalla fronte. - Che cazzo ti
è successo,
Zayn?- rabbrividì quando lo vide quasi digrignare i denti e
poggiare una mano
sul suo collo. - Se non ti muovi a darmi una spiegazione io vado a
cercarlo e
ce la vediamo io e lui.- deglutì, cercando di scacciare il
groppo che gli
chiudeva la gola, lasciandosi accarezzare il nuovo livido.
-
Non.. io..- non riuscì a fare una frase di senso compiuto
che tutte le lacrime, che aveva trattenuto in quei giorni, iniziarono a
bagnargli le guance assieme alla pioggia. - Io.. non.. non sapevo dove
a-andare
e..e ho.. ho visto te e.. e mi sono perso.. non voglio tornare a casa..-
Annuì
lentamente quando Liam appoggiò un palmo sulla sua
guancia, cancellandogli le lacrime, e sussurrando: - Una cosa per
volta,
scricciolo. Prendi un respiro e calmati. Io sono qui.-
- Tu
mi odi.- sputò fuori la prima cosa che gli venne in
mente, tenendo gli occhi fissi su quello che inarcava un sopracciglio e
lo
fissava stralunato, ripetendo: - Io ti odio?-
- E i
miei genitori ora mi odiano.- aggiunse subito dopo,
vedendo l’altro stranirsi sempre di più. - Li ho
delusi.-
Scoppiò
in una risata spenta quando lo sentì dire: - Non hai
deluso nessuno.- e replicò: - Li ho delusi e mi odiano. E tu
mi odi.-
Al
suo: - Non ti odio, Zayn.- si lasciò sfuggire un verso
tra il grugnito e il borbottio, facendogli intendere di non credere
alla sua
affermazione.
Si
morse forte il labbro inferiore, puntando gli occhi nei
suoi quando gli prese il mento tra le dita, e lo ascoltò in
silenzio mentre gli
ripeteva: - Non ti odio.-
-
Però non mi vuoi più.- bisbigliò
sottovoce, facendo un
verso sorpreso quando si sentì trascinare dentro il bar
vuoto.
-
Spiegami cosa c’entra il mio non volerti più, che
ti sei
completamente inventato, con questo nuovo livido. E con il fatto che
hai deluso
i tuoi genitori e che ti sei perso e non vuoi tornare a casa.
Spiegamelo perché
io riesco a vedere solamente questo cazzo di segno e quel ragazzo
ridotto
male.- lo sentì insistere mentre lo obbligava a prendere
posto su uno sgabello
e gli si metteva tra le gambe con gli occhi furenti fissi nei suoi.
-
L’ho picchiato.- confessò, abbassando lo sguardo e
sentendo nuove lacrime formarsi agli angoli degli occhi. - Ho picchiato
quel
tipo e ora..-
Spalancò
gli occhi, puntandoli in quelli del ventenne che si
era messo a gridare: - Hai un livido, Zayn! Non sono un idiota! Hai un
livido e
quello ha superato il limite!-
-
Io..- si sentiva fin troppo piccolo di fronte alla rabbia
del maggiore, voleva solamente singhiozzare contro il suo petto e
lasciarsi
avvolgere dalle sue braccia. -..l’ho picchiato davvero,
Leeyum.- mugugnò,
socchiudendo gli occhi mentre parlava. - E poi lui mi ha fatto questo.-
Fissò
attentamente quello che sospirava, appoggiava
nuovamente il palmo sulla propria guancia e spingeva la fronte contro
la sua,
chiudendo gli occhi e sussurrando: - Ora come stai?-
- Un
po’ spaventato.- bisbigliò, tenendo il labbro
inferiore
tra i denti mentre l’altro sollevava le palpebre e incastrava
gli occhi nei
suoi.
Annuì
con un piccolo sorriso quando lo sentì dire: - Ora ci
sono io, non aver paura.- e spostò il viso per nascondersi
contro la sua spalla
e stringere le dita sulla sua maglia.
- Sono
in punizione, Leeyum.- borbottò, sentendo il labbro
tremare per il pianto che cercava di trattenere. - Sono stato sospeso
per una
settimana. I miei mi rimanderanno a Bradford e noi ci lasceremo e non
potremo
più sposarci. Tu tornerai con Danielle e io
resterò solo a maledire quel Jason
e il suo naso che si spacca così facilmente.-
continuò a farneticare, tremando
per il freddo e per colpa dei vestiti che gli facevano da seconda pelle.
Piegò
le labbra in un broncio quando sentì la risata
cristallina di Liam, lo fissò quando si staccò e
si sfilò la giacca; per poi
sorridere come un ebete quando lo avvolse tra un braccio e
appoggiò le labbra
tra i capelli.
- Il
gattino bagnato sarà a casa con la febbre in quella
settimana. E il suo Liam andrà a trovarlo. Ad Houston, non a
Bradford. Non te
ne andrai da nessuna parte senza di me, chiaro? E Liam non si
metterà con
nessuna Danielle perché ama tanto il suo gattino e non lo
lascerà per nulla al
mondo. Ti è chiaro? Non posso farti un disegno
perché in quello sei bravo solo
tu.-
Ridacchiò
felice, infilando le mani sotto la sua maglia, e
rabbrividì per poi starnutire subito dopo.
- Mi
uccideranno i miei, Leeyum.- insistette, sentendo gli
occhi diventare nuovamente lucidi all’idea di averli delusi.
- E
Leeyum!- esclamò, ricordandosi di un particolare
importante. - Non mi faranno partire con te per Halloween e mi
vieteranno di
vedere te! Ti ricordi? ‘Qualsiasi tortura con Liam ti
sembrerà magnifica’. Non
voglio stare senza di te per una settimana, non voglio che..- si
zittì quando
si trovò le labbra del castano contro le proprie.
- Se
non ti faranno partire resterò a casa con te, se ti
metteranno in punizione per una settimana resterò con te, se
ti vieteranno di
vedermi scavalcherò quell’albero come mi ha
insegnato il mio bellissimo
ragazzo.- inclinò il viso, spingendosi contro il palmo che
gli accarezzava la
guancia, e lo ascoltò mentre insisteva con: - Il gattino non
può stare una
settimana senza le coccole del suo padroncino.-
Annuì
per dargli ragione ed aggiunse: - Soprattutto se starà
male ed avrà la febbre.-
-
Soprattutto quello, sì.- chiuse gli occhi e sporse le
labbra verso di lui, baciandolo dolcemente. - E comunque son fiero di
te io.
Gli hai spaccato il naso, cazzo. Lo sapevo che avevi gli artigli.-
Incassò
la testa nelle spalle e spiegò con un filo di voce:
- Io non pensavo di avergli fatto così male, non so che mi
è preso.-
Sollevò
lo sguardo su quello che gli passava le dita tra i
capelli, studiando la sua espressione concentrata e il suo sorriso
soddisfatto,
perdendosi nel profilo del suo viso da quell’angolazione.
- Ti
riporto a casa, dai.- lo sentì dire
all’improvviso,
aiutandolo a mettersi la giacca asciutta e prendendo il cellulare per
scrivere
un messaggio a chissà chi. Ridacchiò divertito
quando lo sentì imprecare contro
il gesso che gli impediva di scrivere velocemente, spostò il
peso del corpo da
un piede all’altro e lo studiò attentamente.
- Tu..
resti con me?- chiese subito dopo, sentendo la voce
tremare dalla paura di restare solo.
Sospirò
di sollievo quando si sentì nuovamente avvolgere dal
suo calore, appoggiò il mento sulla sua spalla e avvolse le
braccia attorno al
suo collo, sentendolo rispondere: - Sempre, Zayn. Ci sarò
per sempre.-
Restò
in silenzio per qualche minuto, gli occhi chiusi e le
labbra premute contro il succhiotto che gli aveva lasciato sulla voglia
solo
qualche giorno prima, per poi chiedere: - Ma come mi dai un passaggio
con il
braccio che ti ritrovi?-
Sentì
Liam tossicchiare in imbarazzo e mormorare: - Sarà
piuttosto imbarazzante, viene a prendermi Ruth col suo ragazzo.
Passavano di
qui e si sono offerti di riportarmi a casa visto che piove.-
- Ruth
e il suo ragazzo.- ripeté, annuendo lentamente e
sentendo tutta la stanchezza per quelle ore passate a camminare per
Houston.
-
Esatto.- lo sentì sussurrare contro l’orecchio. -
Il suo
ragazzo mette un po’ di paura, ma non fa male ad una mosca. A
meno che non lo
fai incazzare, ecco. Lui mi ha insegnato a fare boxe.-
Mosse
ancora la testa in un cenno affermativo, non
ascoltando molto di quello che stava dicendo, e mormorò: -
Tutto quello che
vuoi, Leeyum.-
Si
strinse ancora a lui, cercando quel calore che lo faceva
smettere di tremare, e sorrise quando sentì il: - Ti amo.-
bisbigliato contro
la propria pelle.
Angolo
Shine:
Scusate,
sono in ginocchio di fronte a voi e chiedo
umilmente perdono.
Avevo
detto che ci avrei messo un po’ di tempo prima di
pubblicare la decima parte, ma la verità è che
sono anche tanto pigra e con una
scusa e con l’altra son sempre riuscita a rimandare la
stesura di questa OS.
La
pubblico il 1 aprile perché sono tanto simpatica e vi
faccio un bel pesce d’aprile. (l’idea era anche di
farvi credere che questa sarebbe
stata l’ultima e la conclusione di car wash ma son troppo
buona.)
Con il
titolo ho voluto fare un richiamo alla settima parte
(It’s a revolution) e il mio gattino ha tirato fuori gli
artigli. (Bravo amore
di mamma. <3 )
E, Gre
amor mio, non puoi odiare Eleanor. ( <3 )
Vi
ringrazio davvero tanto per la pazienza e tutto l’affetto
che dimostrate per questa serie e me. Davvero grazie. Probabilmente non
avrei
continuato a pubblicare se non avessi avuto così tante
persone accanto.
Vi
voglio bene, a tutti quanti.
A chi
segue, legge, commenta (perdonatemi se non rispondo
più alle recensioni ma non ho uno straccio di tempo libero e
non mi va di
rispondervi con i soliti “Grazie, ciao,
arrivederci”), mette tra i
preferiti/seguiti/etc.
I
numeri mi fanno seriamente paura, mi sembra ieri che ho
iniziato a pubblicare in questa sezione. (E invece è passato
ben un anno, un
mese e sei giorni! AUGURI A QUESTI SCEMI ç-ç)
E
quando inizia ‘sto tour? Io ho bisogno di Ziam. Sto
andando in crisi.
Oh, e
al momento nella mia testa ci sono in programma:
- Una
long;
- Due
os. (Più altre non so quante di cui ho solo un piccolo
abbozzo o divento matta.)
Voglio
proprio vedere quanto ci metterò...
(Giuro
che non vi faccio aspettare per l’undicesima parte!)
Le altre mie storie (sono tutte ziam perché io scrivo SOLO ziam)
- Car wash & seguiti (serie, in corso)
Zayn
Malik ha diciassette
anni, si è appena trasferito da Bradford ad Houston per
stare più vicino alla
sede di lavoro di suo padre.
Liam Payne ha vent'anni, ha sempre vissuto in Texas e cerca di
lasciarsi alle
spalle una delusione d'amore.
[Il
collegamento alla
serie
perché le parti stanno
diventando fin troppe]
-
Sex
on the yacht
(OS, completa)
Zayn,
Liam, Miami e lo yacht.
-
You
said I love like the stars above, I’ll love you
‘till I die
(OS, completa)
Liam entra nel tag zerrie, Zayn cerca di fargli capire che è l’unico per lui.
-
If
I’m
in love
(OS, completa)
Il compleanno di Liam e il regalo di Zayn.
- Le parole che non ti ho detto (long, completa)
Zayn insegna nella scuola elementare di Bradford e riceve biglietti anonimi alla fine del mese, Liam torna a casa da Londra alla fine del mese e scrive parti di poesie che fa recapitare alla scuola che frequenta suo fratello Matthew.
- Sex bracelets (OS, completa)
Zayn Malik e Liam Payne son sempre stati grandi amici, a dodici anni le cose iniziano a cambiare e le loro strade si dividono. Al compimento del diciassettesimo compleanno le cose tra loro prendono una piega inaspettata, complici dei braccialetti di plastica che nascondono tanti significati.
- Di canzoni e tatuaggi (mini-long, completa)
Liam Payne è un cantante di fama mondiale, l’immagine che la gente ha di lui inizia ad andargli troppo stretta facendolo sentire in una gabbia. Su consiglio del suo amico d’infanzia, Harry, decide di farsi un tatuaggio trovando ad attenderlo qualcosa di completamente inaspettato.
-
Will
you be my Valentine? (OS,
completa)
Liam Payne,
quattordicenne, da anni
innamorato del suo vicino di casa, Zayn Malik, decide di approfittare
della
festa degli innamorati per dichiararsi.
-
From
Paris withLove
(OS, completa)
Zayn, alle prese con
un vacanza assieme
ai Nosh, s’imbatte nel giovane aristocratico Liam Payne.