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Autore: Benio Hanamura    02/04/2014    2 recensioni
[Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru]
Ho scritto questa fan fiction in una specie di raptus di follia, addentrandomi in un genere nuovo per me. Un genere difficile e delicato, lo so…
E’ una fan fiction OOC soprattutto per il protagonista, Shinobu (e spero che le sue ammiratrici non mi lincino!^^’)…
Mi sono ispirata all’anime, riferendomi anche ad eventi che non sono descritti nel manga, ed in particolare alla scena in cui Shinobu scambia Ranmaru per Benio e fa il galante con lui, credendo di corteggiare la sua fidanzata; il maggiore Hanamura chiarisce l’equivoco, Shinobu si avvicina a Benio e le cose fra loro vanno come sappiamo.
Ma se invece Shinobu si fosse innamorato di chi credeva fosse la sua fidanzata, tanto da non cambiare idea nemmeno di fronte alla verità? Insomma, se si fosse scoperto perdutamente innamorato di un uomo? Un uomo assolutamente etero, ed innamorato della sua fidanzata, per giunta!
Insomma, una situazione straziante per Shinobu, che sa che il suo amore è destinato a rimanere non corrisposto e che si scopre attratto da qualcuno dello stesso sesso, lui che tiene tanto al rispetto della famiglia e delle tradizioni, in un periodo in cui non c’era la mentalità aperta che c’è oggi!!!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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   Sono passate due settimane da quando sono arrivato in Siberia. La situazione è meno drammatica di quanto sembri, sono lontano dalla prima linea e spesso terminate le esercitazioni quotidiane con i miei uomini ho molto tempo libero e guardo il paesaggio: meravigliose le distese di fiori di malìnka (1) in questo periodo, sembrano quasi distese di neve, il loro profumo delicato mi inebria, e chiudendo gli occhi provo una tale pace che mi sento quasi come se non fossi mai partito dal mio Giappone…
   Sulla mia scrivania c’è da tempo una lettera di Benio. Dovrei risponderle, è così dolce, si preoccupa tanto per me, povera piccola, si sente in colpa; ed io dovrei rassicurarla, Innen mi odiava, avrebbe trovato un altro pretesto! Dovrei prometterle che tornerò presto da lei, ci sposeremo e vivremo felici con i figli che avremo… i nostri figli, sì, la nonna soprattutto desidera tanto un pronipotino, che riunisca la sua famiglia a quella del suo perduto amore, come i rami del fiume Taka (2)
   Ed anche Benio vuole la stessa cosa. All’inizio litigavamo sempre, ma poi lei è cambiata, piano piano: mi ama, si preoccupa, piange per me, non vuole essere la mia fidanzata solo per via dell’accordo fra le nostre famiglie, e spera che anch’io la pensi allo stesso modo.
   Io ci ho provato, lo giuro, fin dall’inizio! In fondo quella buffa haikarasan (3) così prepotente ed attaccabrighe è divertente, e poi si è mostrata sempre di più anche dolce e generosa. All’inizio mi divertivo a prenderla in giro, poi le sono diventato amico, ma non sono mai riuscito a vederla come lei ora vede me, nonostante i miei sforzi. Benio è meravigliosa, perciò non è colpa sua. E’ che la mia vita è stata completamente cambiata il giorno in cui mi sono recato nella casa della famiglia Hanamura per conoscerla, ma non fu lei a cambiarmela davvero. Non fu lei, di cui già sapevo l’esistenza ed il ruolo da sempre, per le tante volte in cui la nonna mi aveva raccontato la sua storia fin da quando era bambino.
   Fu lui. Sì, ho detto lui!!! Non è stato facile per me accettarlo, ma è così: io, Shinobu Ijuin, da sempre corteggiato da tante ragazze, ho alla fine perso la testa per lui.  Ho perso la testa per un ragazzo, anche se la prima volta che l’ho visto non mi pareva certo un ragazzo…
“Vedo che mia figlia le ha mostrato la strada” mi aveva detto il maggiore Hanamura accogliendomi quel giorno, nel suo giardino.
   Fui così felice nel sentire quelle parole, a quanto pare quello splendido angelo che mi aveva subito  incantato era proprio la fidanzata di cui la nonna mi aveva tanto parlato, la mia promessa sposa! Era bellissima, con quei lunghi capelli neri, quegli occhi, quei lineamenti morbidi ed eleganti, quelle mani delicate…
   Ne rimasi incantato e d’impulso le espressi immediatamente la mia ammirazione, ah, quanto ero felice!
   Che duro colpo fu per me quando il maggiore Hanamura mi riportò bruscamente alla realtà, rivelandomi il mio clamoroso errore: non era la mia fidanzata quell’angelo, e nemmeno una donna!
“Veramente quello è Ranmaru, il nostro vicino…”
   Il maggiore Hanamura era imbarazzato, anche per il goffo tentativo di restare composto e non scoppiare a ridere… Perché in effetti di per sé una cosa del genere farebbe ridere chiunque. Anche me, se avessi sentito una storia del genere vissuta da qualcun altro: che gaffe pazzesca, che figuraccia! Ma invece io non risi con  lui, nemmeno un po’. E non perché me l’ero presa per la figuraccia che avevo appena fatto. Insomma, anche quella fu sgradevole, anche per lo sguardo fiammeggiante d’ira che mi rivolse la mia vera fidanzata, ma poi una cosa del genere passa. Invece non è passato quel turbamento profondo, che ancora mi lacera l’anima.
   Era un uomo! Il mio angelo, che quel giorno era apparso improvvisamente davanti a me per trafiggermi il cuore, a me che mai avevo provato certi sentimenti prima di allora, era un uomo!!! Insomma, un ragazzo, che è comunque un uomo: dunque io, Shinobu Ijuin, con tante ragazze che mi hanno sempre corteggiato, sono andato ad innamorarmi proprio di una persona del mio stesso sesso? Assurdo, impossibile, chissà cosa ne penserebbero il maggiore Hanamura, la mia promessa sposa e soprattutto i miei cari nonni!
   Non può essere, non può essere… E’ stato un errore, lo credevo una ragazza, perché lui sembra davvero una ragazza, ma ora che so la verità me ne farò una ragione, i miei sentimenti si spegneranno, tutto tornerà alla normalità… Questo mi dicevo all’inizio, ma poi ho dovuto rendermi conto che mi sbagliavo di grosso. Lo rividi alcuni giorni dopo, insieme a Benio, in un’osteria: quella peste era scappata di casa perché non voleva proprio saperne di accettare il nostro matrimonio combinato, ed in quel locale così poco consono ad una signorina di buona famiglia come lei si era persino ubriacata, e faceva un grande fracasso.
   Invece lui, Ranmaru, appariva molto preoccupato, e tentava invano di calmarla. Stavolta i suoi capelli erano sciolti, quei meravigliosi capelli neri come le ali di un corvo, chissà come dovevano essere morbidi…
   Ma no, cosa ti metti a pensare, ora, stupido? Mi dissi poi. Piuttosto, cosa ci facevano lì, questa era la domanda giusta, che poi rivolsi alla mia fidanzata.
“Io sono fuggita con lui, con Ranmaru!” Benio si compiacque di quella brusca rivelazione, fatta a dispetto, per il gusto di ferirmi, per offendermi.
“Sta mentendo!” fu la mia immediata, istintiva risposta. Non le diedi quella soddisfazione, e risi, risi forte, a crepapelle, nel modo che più le avrebbe dato sui nervi. Raggiunsi il mio scopo, Benio non immaginò di certo che la mia fosse una risata nervosa, come per dire: “Non è possibile, non è vero!”
Si offese, ed io non le diedi importanza; fu allora che intervenne lui, distruggendo le mie speranze:
“No, non sta mentendo! Io amo Benio sinceramente, ed anche lei mi ama!”
   La situazione era difficile: io, il promesso sposo, li avevo trovati, anche se per caso, la mia fidanzata insieme ad un altro ragazzo, e diceva di volere lui invece di me… C’erano anche i miei compagni con me, come avrei dovuto comportarmi? La voce di Ranmaru era ferma, il suo sguardo pareva volermi leggere nel profondo, come per studiare le mie possibili reazioni, mi guardava dritto negli occhi: io ero il “fidanzato” offeso, tradito, ma non mi temeva affatto, nonostante io fossi molto più forte di lui, ed anche più alto!
   Due ubriachi che avevano assistito alla scena risero, ma anche stavolta io non risi affatto. Al contrario, avrei voluto urlare, anche se non per Benio! Quei due energumeni lo afferrarono, volevano attaccare briga, o forse peggio… Avrei voluto saltare loro addosso, riempirli di pugni pur di aiutarlo, ma mi sarei tradito, perciò mi bloccai.
   Fu Benio a togliermi dall’imbarazzo, accorrendo subito in aiuto del suo amico. Si trovò ben presto a mal partito, ma ormai potevo farmi avanti anch’io, per salvare la mia fidanzata, e per poi riportare quella figlia ribelle a suo padre. Il mio onore era salvo, i miei compagni lì presenti, il maggiore Hanamura e soprattutto i miei nonni sarebbero stati fieri di me;  meno che mai avrebbero potuto intuire i miei veri sentimenti, che alla luce dei fatti apparivano ancora più assurdi, più folli! Dovevo assolutamente soffocare quei sentimenti, cancellarli, perciò mi sarei concentrato su  Benio: avrei fatto il mio dovere e pian piano sarei riuscito ad amarla, ne ero certo.
 
   Lui è un attore, ma in quel periodo io recitai molto più di lui, nel corso di tutta la giornata. Con i nonni, con Kisaragi, con il maggiore Hanamura, con tutti i miei amici e compagni… Tutti volevano sapere di Benio, come andavano le cose fra noi, chi in un modo e chi in un altro.
“Allora, ti piace?”
“Abbiate pazienza con mia figlia, sottotenente!”
“Com’è la tua fidanzata, Shinobu, è bella? Fino a che punto siete arrivati?” battutacce da caserma, in cui i miei compagni arrivavano dritti al punto senza mezzi termini: Yuichi ha baciato la sua fidanzata in casa sua, approfittando della momentanea assenza della sua tata; Sentaro una sera è andato ben oltre, ma poi si è preso le sue responsabilità ed ha anticipato il matrimonio… Siamo uomini ed abbiamo le esigenze degli uomini, cosa c’è di strano? La fidanzata di Sentaro era consenziente…
Benio non mi provoca certi impulsi? No, lei no, e nemmeno me li ha mai provocati Tamaki, o nessun’altra… perché sapete, se una moglie o una fidanzata non vi permette di soddisfarvi potreste sempre cercare un ripiego, un diversivo altrove, un’altra donna, magari una geisha.
Kichiji… una volta sono andato da lei per questo, proprio per questo. Le parlai del mio turbamento, senza specificare chi me l’aveva provocato: ovviamente lei pensò che mi riferissi a Benio, e cercò di dissuadermi, di convincermi a non tradire la mia fidanzata. Ma poi al mio rifiuto mi assecondò docilmente: era splendida, con i capelli sciolti, lo yukata (4) che poi lasciò cadere… Fu un fallimento. Scoppiai a piangere per la frustrazione, lei con dolcezza mi consolò, dicendo che sarebbe potuto capitare a chiunque. Non capì che non piangevo per la vergogna del momento, ma per il mio angelo, quell’angelo irraggiungibile che nonostante ci provassi con tutte le mie forze non riuscivo minimamente a togliermi dalla mente. Io comunque glielo lasciai credere, nonostante la nostra lunga amicizia non riuscii a confidarmi nemmeno con lei, a dirle che in realtà amavo un uomo… Da vero vigliacco volevo preservare la mia immagine di soldato perfetto ad ogni costo.

   Ma le cose sono peggiorate ancora di più il giorno della festa che organizzai per presentare Benio ai miei amici. Povera Benio, nessuno la prendeva sul serio, e Lionmaru la prendeva in giro a morte! Lei però gli sapeva tenere testa, una vera guerriera in ogni situazione. In fondo fu divertente, e per un po’ anch’io risi di cuore. La vespa… Quello sporcaccione di Lionmaru non si lavava da ben dieci giorni e perciò gli si era posata addosso e non voleva saperne di staccarsi da lui, spaventandolo a morte!
   Ma poi rieccolo, il mio angelo… Anzi, dovrei definirlo il mio diavolo tentatore, dato che riappariva dal nulla ed era giunto fino a casa mia per tormentarmi l’anima… Si spacciava per qualcun altro, ma lo riconobbi subito, come avrei potuto non farlo? Si era travestito da ragazza, una ragazza splendida ovviamente… Aaah, perché non era così anche quel fatidico giorno? Perché non era quella la figlia del maggiore Hanamura che mi aveva guidato fino a casa sua? Aveva acconciato suoi capelli in morbidi riccioli, aveva appena un filo di trucco, molto leggero, e le sue belle mani, le sue dita affusolate spiccavano ancora di più sull’abito nero da cameriera… Per non parlare di quando, su insistenza del nonno, danzò per Benio: il suo corpo snello e flessuoso avvolto nel kimono che si muoveva elegante e leggero sul palco mi faceva impazzire!
   Il nonno mi disse che l’avrebbe voluta al suo servizio come cameriera personale, ed io sorrisi come sempre, gli dissi “Anch’io!” potendo in quel caso stare al suo scherzo, poiché “Ranko” era ufficialmente una ragazza. Ufficialmente, ma restava sempre un uomo! Un uomo che era arrivato a tanto per amore di una donna… Una donna che, io lo sapevo, gli aveva sistemato un letto nella sua stessa stanza!!!
Benio l’aveva fatto perché il suo amico non venisse scoperto, ovvio, e magari anche per provocare me, per ingelosirmi: c’era riuscita eccome, anche se non era lei il vero motivo! Con me Ranko si tradì presto, mi aveva portato una tazza di tè in giardino, ma appena si voltò per andare via notai che l’imbottitura del seno si era spostata sulla schiena. Che buffa la sua espressione quando capì che il suo trucco era stato scoperto! Scoppiai a ridere, ma in realtà non avrei voluto lasciarlo fuggire via da me in quel modo: “Aspetta!” avrei voluto dire “Non sta bene che tu dorma con una ragazza, né con le altre cameriere, certo… Perciò vieni in camera mia, non lo saprà nessuno!” Anche se il nonno avesse saputo non avrebbe avuto nulla da ridire, e gli altri… avrebbero dovuto accettare gli ordini del giovin signore!
 
   Cosa mi avresti risposto, mio angelo, come avresti reagito? Immagino i tuoi splendidi occhi sconvolti, le tue belle labbra socchiuse, bloccate, incapaci di far uscire qualsiasi commento alla mia proposta.
   Ti amo, ma tu ami una donna con tutta l’anima, l’hai dimostrato ampiamente, soprattutto arrivando ad annullare la tua vera identità per lei.
   Cosa avresti pensato sapendolo, che non amo affatto Benio, ma te, un uomo? Mi avresti disprezzato? Condannato? Compreso? Compatito? Forse proprio questo, perché ne sono certo, tu non saresti capace di disprezzare una persona solo per il suo orientamento sessuale, solo perché l’oggetto del suo amore è diverso da quello delle altre persone nella sua stessa situazione, perché ama un altro uomo invece di una donna, ma dello stesso tipo di amore intenso e sincero che un uomo solitamente prova per una donna… Sì, avresti semplicemente provato compassione per una persona che soffre a causa di un amore che non sarà mai corrisposto e che per giunta tutti considerano colpevole, niente più!
   O addirittura… Si dice che a volte gli attori kabuki anche non omosessuali vendono il proprio corpo ad altri uomini, pazzi di desiderio per loro… Anche tu lo fai? No, sento di no, amore mio, tu non potresti mai, lo so che hai rispetto di te stesso, della tua purezza e poi preferisci andare avanti solo con le tue forze, il tuo talento nella tua arte, anche a costo di maggiori ostacoli e di maggiori sacrifici! Lo so, perché nei nostri pochi incontri già ho imparato a conoscerti bene, e mi basta il tuo sguardo, deciso e fiero quanto dolce, per capirlo…
   Ma io avrei potuto ricorrere ad altri sistemi, magari obbligarti col ricatto: “Fai come ti dico io, o dirò a tutti la verità su di te!”
  I nonni, Kisaragi, i miei amici, le altre cameriere… non solo avresti dovuto allontanarti subito da Benio, sarebbe scoppiato uno scandalo, sarebbe stata la rovina per te: avresti rifiutato anche sapendo di correre questo rischio? Magari no, non per la tua reputazione, ma per restare vicino dalla tua adorata Benio, ma sicuramente mi avresti odiato, ed io non avrei mai potuto sopportarlo. Avresti fatto di tutto, fra le mie braccia, per tentare di ridurmi ogni possibile sensazione di piacere, con una serrata resistenza passiva, fulminandomi con lo sguardo in una muta condanna… No, io non potrei mai sopportare di averti così!
   Quella notte, sapendoti in camera di Benio, ti ho sognato, amore mio: ho sognato di invitarti nella mia stanza e che tu accettavi, confessandomi addirittura che anche tu avevi capito che ero io il tuo vero amore! Ti offrivi a me, ed io ti accoglievo felice fra le mie braccia… Ho sognato il tuo corpo stretto al mio, nel mio letto, libero dal kimono e dall’abito da cameriera… La tua pelle chiara e morbida, le tue labbra, che io potevo finalmente assaporare senza mai saziarmi!
   Mi svegliai di soprassalto, disperandomi non appena mi resi conto che quella non era la realtà.
   Amore mio, quanto mi manchi!
   La mattina dopo tu venisti da me, mi sorridevi così dolcemente (aaah, il tuo sorriso solo per me!), mi offristi una rosa per ringraziarmi per non aver tradito il tuo segreto. Una splendida rosa rossa. Non conosco il linguaggio dei fiori, ma quella sì, so cosa significa. Anche se tu allora me la offristi innocentemente, soltanto perché in quel momento stavi sistemando proprio le rose rosse. Lo sai? L’ho conservata e l’ho fatta seccare nel mio libro preferito che porto sempre con me, ogni tanto la guardo e ti penso!
   Amore mio, vita mia… Poterti vedere ogni giorno e non poterti avere… Perché lo so, tu non sei omosessuale e soprattutto non ami che lei, l’hai sempre amata a tal punto che anche se non sei particolarmente forte non hai mai esitato ad esporti al pericolo pur di poterle essere anche minimamente di aiuto… Ti lasciasti persino coinvolgere nella lite contro Innen, per non lasciare che Benio si battesse da sola contro quei quattro energumeni che quella notte si trovavano insieme a quel vigliacco, e loro alzarono le mani su di te!
Quando riuscii a raggiungervi, troppo tardi, quando tutto era ormai finito, tu eri lì, a terra, dolorante, ma ovviamente anche allora la mia priorità assoluta doveva essere la mia fidanzata, così potetti accorrere da te soltanto dopo. Però tu non comprendesti che a spingermi fosse stata solo la mia sincera preoccupazione per te: il  tuo orgoglio era ferito, non eri riuscito a proteggere la tua amata, non eri stato tu a salvarla, e per giunta ora proprio il tuo rivale se ne rendeva conto! Mi respingesti, ed anche se ancora una volta riuscii a non lasciar trasparire i miei veri sentimenti per me fu come se quella tua mano con cui mi allontanasti bruscamente da te mi avesse schiaffeggiato, e le tue parole mi colpirono, dure come macigni…
 
“La proteggerò quando tu non ci sarai, è una promessa da uomo a uomo!” questo mi hai detto l’ultima volta che ci siamo visti in giardino, e ci siamo stretti la mano. Per amore di Benio avevi dolorosamente rinunciato a lei, perché avevi capito che lei amava me. Ma a me non hai pensato! Altro che stretta di mano, fu dura non attirarti a me, stringerti forte fra le braccia e prendere almeno per una volta le tue labbra, laddove ci trovavamo!!!
   Ti guardai e ricambiai il tuo sorriso, non riuscendo a lasciare la tua mano. Ci stavo pensando, sarebbe stato facile soddisfare almeno quel minimo capriccio, ed anche se mi avessi odiato io stavo per allontanarmi da te per un bel po’, forse per sempre. Era l’ultima occasione che avevo per poter sentire il calore del tuo corpo stretto al mio, per almeno qualche minuto, attraverso l’uniforme.
   Ci pensai per qualche minuto, e tu iniziasti a sentirti in imbarazzo, volevi che ti lasciassi la mano come sarebbe stato logico e normale, ma non volevi offendermi, anche perché eri diventato mio amico…
   Che cosa dovevo fare? Se ti avessi lasciato non avrei avuto più altre occasioni, in caso contrario…
“Shinobu! Ehi, eroe di guerra, dove ti sei cacciato?”
Lionmaru, la sua voce… Mi stava cercando, lui e tutti gli altri mi aspettavano. Erano venuti al castello per incoraggiarmi e festeggiarmi, non potevo negarmi oltre.
   Ti sorrisi ancora, ti ringraziai per le tue parole e lasciai la tua mano, ormai per sempre. Ed anche tu mi sorridesti di nuovo, anche perché sollevato per essere uscito da quella situazione comunque imbarazzante, pur non sospettando la verità. Corsi da Lionmaru, senza voltarmi,più velocemente possibile.
 
   Da allora è più di un mese che non vedo il mio amore: il primo periodo nel distretto di Kyushu, poi il viaggio, le due settimane già trascorse qui in Siberia… Sono un soldato e compirò il mio dovere fino in fondo, qualsiasi cosa mi venga ordinata, anche andare in prima linea. Combatterò per la mia patria, forse morirò. O forse riuscirò a tornare in Giappone sano e salvo, e nel caso sposerò Benio,  perché così manterrò il mio impegno verso il mio superiore il maggiore Hanamura, che stimo profondamente ed amo quasi come se fosse mio padre, perché dopotutto provo un sincero affetto verso sua figlia e perché così realizzerò il grande sogno della nonna, a cui devo tanto.
   Addio, mio dolce amore irraggiungibile, addio: nessuno saprà mai quanto sia in realtà imperfetto il sottotenente Ijuin, rispettato e preso a modello da tanti suoi compagni, e soprattutto tu non conoscerai mai i veri profondi turbamenti del mio animo!!! Ma non importa più ormai, sono rassegnato: è giusto che ti lasci vivere serenamente la tua vita, la mia è già programmata. Ciò nonostante ti terrò sempre in un angolo segreto del mio cuore, e pregherò per la tua felicità.
  

   
    Note:
  1. Malìnka: com’è spiegato nell’anime, sono i fiori di fragola
  2. La nonna di Shinobu ha sempre perseguitato il nipote con la sua infelice storia d’amore fin da quando lui era piccolo: quando era una giovane fanciulla si era innamorata di un samurai, il nonno di Benio. Tuttavia lei era una cortigiana, perciò per via della differenza di rango furono costretti a dirsi addio ed a sposare altre persone. In quel momento però si erano scambiati una reciproca promessa d’amore: quando quelle differenze sociali fossero state superate avrebbero fatto sposare i loro discendenti. Tuttavia sia lei che il suo amato avevano avuto dei maschi, così il peso di quella promessa era passato alla generazione successiva: per tale motivo Benio alla sua nascita viene promessa in sposa a Shinobu. E la vecchia (la chiamo così perché non mi è mai stata simpatica, è smielata ma anche alquanto egoista a mio avviso, e poi è giusto tormentare così un bambino raccontandogli queste cose invece di Cenerentola e Pinocchio?) per drammatizzare ancora di più la situazione paragona questa situazione al fiume Taka, i cui rami vengono divisi dalle rocce ma che poi si riuniscono nel mare.
  3. Haikarasan: termine che all’epoca definiva le ragazze come Benio, ovvero le “ragazze alla moda”, giovani ragazze dalle idee progressiste, desiderose di trovare da sole un uomo da sposare e di realizzarsi anche nel lavoro.
  4. Yukata: kimono estivo
  
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