Serie TV > Il Tredicesimo Apostolo
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Autore: AlexAnt    02/04/2014    2 recensioni
E' il compleanno di Isaia, e Gabriel, con l'aiuto di Alonso e Claudia, organizza per lui una festa a sorpresa. Coglie quest'occasione per radunare tutti gli altri personaggi, tra cui un monaco buddhista, compagno di bevute (e di dispute religiose) del coltissimo esorcista. xDD
Ambientata durante la seconda stagione.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Claudia Munari, Gabriel Antinori, Nuovo personaggio, Padre Isaia, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BUON COMPLEANNO, ISAIA!


Roma, 18 gennaio 2014.
Era una bellissima mattina d'inverno. Il sole splendeva alto sulla Capitale, sebbene non riuscisse a riscaldare abbastanza per contrastare il freddo pungente.
Padre Gabriel Antinori era in facoltà. Aveva appena finito le prime due ore di lezione di Storia delle Religioni e l'ultima l'avrebbe avuta verso le 11:00. Uscì dall'aula insieme agli studenti e si recò nel proprio studio per mettere in ordine gli esami scritti e corretti che avrebbe dovuto riconsegnare agli studenti della prossima ora. Dopo averli riposti nella cartella nera, lo sguardo gli cadde sul piccolo calendario che aveva sulla scrivania. L'indomani sarebbe stato il compleanno di Isaia Morganti, suo migliore amico e compagno di studi. Avrebbe compiuto trentacinque anni e, sicuramente, li avrebbe "festeggiati" invitando lui ed Alonso al bar poco lontano dalla Congregazione, a gustarsi una cioccolata calda, magari con un paio di marshmallow.

Da quando lo conosceva, era sempre stato così. Non aveva festeggiato nemmeno i trent'anni. Sacerdoti o no, una piccola festicciola, per quel traguardo, la si poteva anche fare, ma accettò comunque l'aperitivo offertogli dall'amico.
Chissà se gli è mai stata fatta una festa a sorpresa... Che so, per i diciott'anni... pensò il giovane sacerdote fissando la scrivania Potremmo organizzargliene una io, Alonso e Claudia... Già, Claudia! Seppellirebbero l'ascia di guerra per un po', quei due. O, almeno, per tutta la durata della festa. Ma si!
Prese il cellulare, cercò il numero di Claudia nel registro chiamate e spinse il tasto verde. Quando sentì la voce della donna, ebbe un sussulto. La salutò, le spiegò del compleanno di Isaia e della festa a sorpresa che aveva intenzione di organizzare e il regalo da comprargli, tutto insieme a lei ed Alonso. All'inizio, la dottoressa storse un po' il naso. Lei ricambiava pienamente l’antipatia di lui, ma voleva comunque fare un tentativo per ingraziarselo un poco. Sapeva che, in fin dei conti, non era una persona cattiva, sebbene la sua aria severa facesse pensare il contrario. Accettò volentieri di collaborare e disse che l'avrebbe fatta lei, la torta, e subito. Gabriel, contentissimo, la ringraziò con tutto il cuore e la salutò, chiudendo la chiamata.
Fece la stessa cosa con Alonso, il quale, contentissimo di fare un po’ di baldoria e di uscire un po' da quella biblioteca, disse che si sarebbe occupato dei pasticcini, delle bibite, della musica e che poi avrebbero diviso la spesa.

Il giovane Antinori ringraziò moltissimo anche lui e, approfittando della mezz'ora buca che gli rimaneva, decise di mandare dal cellulare un messaggio in chat a Giulia, la sua ex studentessa, e un poke a Stefano e a Rebecca, chiedendo loro di raggiungerli appena possibile nel suo studio. la prima rispose "ok, a tra poco!" mentre gli altri due si presentarono poco dopo la ricevuta della notifica.
Non è necessario dire che anche loro, i genitori del piccolo Immanuel (che, insieme al bambino, apprezzarono moltissimo l'invito), il monaco buddhista che era solito conversare con Isy, e niente poco di meno che Padre Vargas (contattato via e-mail dal pc dopo l'orario d'insegnamento) vennero informati dell'operazione "Festa a sorpresa", con orario da decidere.
Claudia armeggiava in cucina con pan di spagna, nutella, panna montata e tutto ciò che serviva per fare una buonissima torta al cioccolato. Aveva anche comprato le candeline con i numeri, anche se era più propensa per quelle classiche, in modo da riempirne la superficie. Dopo aver fatto tutto con la massima cura, mise la torta nel forno e nell'attesa che si cuocesse si mise sul divano a vedere un po' di tv.
Alonso era in giro per Roma, a comprare le bibite, pasticcini, tartine, patatine, popcorn.... Avrebbe portato tutto a casa sua, per ora.
Intanto, a casa, Gabriel consultava i vari volantini della Euronics, Unieuro e di altre marche di elettronica che gli avevano riempito la cassetta della posta, per vedere se c'era qualcosa che poteva piacere o essere utile al suo amico.
Non appena andò alla pagina dei tablet, gli balzò subito in mente che Isaia non aveva un portatile o un tablet, nello studio. Gli sarebbe stato davvero molto utile, qualcosa di quel tipo, così non solo poteva fare ricerche su internet da lì, ma poteva scaricarsi e leggersi tutti i libri che voleva ovunque!! Su uno dei volantini, tra quelli scontati, c'era quello che cercava: un iPad2 ad un prezzo che poteva essere tranquillamente diviso per tre. Le caratteristiche erano ottime e, da come ricordava di aver visto sul tablet di Stefano, una volta, c'era anche un E-Book Store e l'app di default per visualizzarli. "Quel nerd di Isaia non se l’aspetterebbe mai, un regalo così!” pensò sorridendo. L'indomani mattina non aveva lezione presto: sarebbe potuto andare con Alonso e Claudia a comprarlo. Li chiamò e dette loro appuntamento davanti l'università.

 


19 Gennaio.
E venne il giorno!
Di buon'ora, L'Eletto, Alonso e Claudia (che faceva da autista) si recarono al negozio in cui vendevano l'articolo che li interessava. Non fu necessario lo spiegone dell'addetto alla vendita poichè la bella psicologa aveva una certa dimestichezza con il Sistema Operativo di Apple. Si fecero prendere il modello scelto e pagarono, mettendo insieme le quote che spettavano a testa.
“l'iPad lo prendo io, ragazzi, così lo incarto, ci metto il nastro e il biglietto d'auguri. Stasera ricordatevi di firmarlo, però.” disse Claudia mettendo il sacchetto con il regalo nella borsa. Gabriel annuì in accordo.
“Perfetto, chica!” disse l'anziano bibliotecario sorridendole. “Ma a que ahora çe sarà el raduno, Gabrièl?”
“Alle 20:00, dobbiamo essere tutti nell'aula 5 della facoltà, la stessa in cui fa lezione anche Isaia. Anzi, adesso mando un messaggio a Stefano, Rebecca e ai genitori d'Immanuel... Alonso, tu chiama Vargas e rintraccia il monaco buddhista.”
“Va bien. Penso de saher dove trovarlo.”
“Io contatterò Giulia e... Non è che potrei far imbucare anche Teresa? Le ho parlato di Isaia, una volta, tra una chiacchiera e un'altra sui casi. Ha detto che sembra un tipo interessante e sarebbe curiosa di conoscerlo.” sorrise lei. Gabriel ed Alonso si scambiarono uno sguardo perplesso e poi tornarono a guardarla con la stessa faccia meravigliata ma sorridendo sotto i baffi. Isaia interessante per una donna??  
“Ehi, non mi fraintendete: non c'è nessun doppio fine.”  precisò la Munari mettendo le mani avanti.
“Non abbiamo detto nulla.” disse Gabriel, trattenendo a stento un sorriso.
Ripartirono verso la Congregazione. Claudia, giunta lì davanti, fece scendere Gabriel ed Alonso e si accordarono per gli ultimi dettagli, tra cui quello di non fare gli auguri ad Isaia, nel caso qualcuno dei complici l'avesse visto o sentito (cosa ribadita anche a Stefano, Rebecca e gli altri), e dire di essere impegnatissimi fino a tardi, nel caso chiamasse lo stesso Gabriel o Alonso per andare a prendere qualcosa al bar dopo il lavoro.
I tre si separarono e tornarono ai propri doveri. Gabriel pensò di nascondere la propria moto, ma poi si disse che avrebbe detto al custode di chiuderlo dentro, sapendo che Isaia aveva le doppie per poter aprire. Sapeva anche che, dicendo ciò, si sarebbe guadagnato da parte del povero bidello un'espressione a dir poco perplessa. Fece le cinque ore di lezione che gli spettavano quel giorno, tra cui l'esame scritto degli studenti del primo anno.
Alonso, intanto, aveva trovato Taishir, il monaco buddhista, e gli stava dicendo ora e luogo in cui sarebbe avvenuta la festa a sorpresa. Era stato un colpo di fortuna non averlo trovato insieme ad Isaia e con una bottiglia di Tequila al centro del tavolino del bar "Vaticano". L'ultima volta, per porre fine a quell'assurda disputa tra karma e divina provvidenza, dovette portare via a forza il giovane gesuita completamente ubriaco...
 
Inizio Flashback

...
”Ti dico che il karma esiste!” ribadiva il monaco con determinazione. “È una legge di natura, è la conseguenza delle proprie azioni! Se ti comporti correttamente, avrai buoni risultati. Se agisci male, i tuoi errori danneggiano i risultati!”
“Non è vero! È la provvidenza che punisce i malvagi e premia i giusti!” ribattè il gesuita con vigore per poi tracannare il contenuto del bicchiere.
Il monaco, allora, rincarò la dose: riempì il bicchiere fino all'orlo e lo mandò giù tutto d'un fiato. “No, no!! Non c'è alcuna intelligenza che sancisce premi o punizioni!”
“Ssbagli! Dio regola ogni cosa e fa valere la sua giustizia!” fece, battendo forte il palmo della mano sul tavolo.
“Tutto questo mondo è vacuità. A Dio non importa quel che facciamo!”
“Ripetimelo là  davanti, se hai il coraggio!”> minacciò Isaia, puntando il dito verso il palazzo della Congregazione.
Taishir raccolse il guanto della sfida: “Beenissimo, così vedrai che i miei pugni sono la conseguenza karmica delle tue parole!"
"Dio non lo permetterà!" rise Isaia beffardo.
Alonso stava andando verso la sua auto per tornarsene a casa, quando riconobbe in lontananza il suo giovane amico, curvo sul tavolino con il colletto della camicia sbottonato e privo di placchetta, a discutere di karma e Divina Provvidenza con uno dei monaci buddhisti che vedeva girare per San Pietro. Al centro del tavolo, vide quella che sembrava essere una bottiglia di Tequila quasi vuota. Si avvicinò e si rivolse al giovane.
“Oook, hermano, hai bevuto abastanza. Dài, alzate, se riesci, che te porto a casa.” fece Alonso, sorridendo.
“Ehehehe..! Viiisto? Questa, è la provvidenza che mi salva! Che hai da dire,  adesso??” disse l'esorcista vittorioso indicando il vecchio Padre.
Alonso lo guardò con perplessità, non volendo immischiarsi nel dibattito, e poi lo prese per il braccio cercando di farlo alzare. “ Oy, Providienza, hai intençion de rimaner aqui a scolarte la Tequila por toda la noce?”
“Ho ragione io!” continuò imperterrito l'esorcista “Lo dimostra il fatto che il nossstro Papa ha ancora il Vaticano, mentre il vooostro Dalai Lama ha perso tutto il Tibet!”
L'anziano archivista si portò una mano al volto e gli sussurrò: “Hermano, fossi in te, non tocherei esto argomiento... Andale, te porto a casa, hai bevuto tropo!”
“ Evvabbene!” fece Isaia seccato “Ma ssolo perché domattina ho un esorcismo all'alba. A proposito: si usa la croce, non le corna , per scacciare i demoni...”
“Siempre se te recorderai...” bofonchiò l'uomo guardando altrove credendo di non esser sentito.
“ ...Se fai le corna ti scambiano per uno di loro...” Poi si rivolse ad Alonso: “Ceeerto che mi ricorderò... Sono bravo, io ... Sono bravo...”
Alonso, piùttosto stanco e seccato di assistere a quella scena patetica, prese la bottiglia quasi vuota e la riportò al barista che, nel frattempo, stava vedendo la finale di Champion's League a volume altrettanto alto.
“Si, sei bravo, sei bravo...”  gli ripetè tornando al tavolo “...ma adeso andemo che è tardi! Yo soy muy stanco e lo sei anche tu. Melio che te do un passagio, non puoi assolutamiente guidar la machina in este condiçiones!” disse con determinazione il bibliotecario facendo appello a tutta la sua forza fisica per far alzare in piedi il confratello. Isy, per reggersi, si appoggiò alla spalla dell'uomo.
“Va bene, va bene... Eeeehi, devi riportare anche il mio amico, anche lui ha bevuto, come fa ad attraversare ottuplice sentiero seeeenza perdersi?”
“Lui abita sopra el bar, hombre. Non te preoccupe, ce piensa el barista.”


Fine Flashback


Il giorno dopo, Isaia non ricordava assolutamente nulla di quello che era successo, tanto meno del vecchio monaco con cui era lì lì per prendersi a botte!

Nel frattempo, il nostro protagonista era nel suo studio a passare al setaccio molte delle vecchie scartoffie lasciate in sospeso dal defunto Mons. Antinori.
Ma grazie, Demetrio, come se non avessi già altre cose più scoccianti da fare, oggi...
pensò l'uomo sospirando e spostando lo sguardo verso la porta alla sua destra. Avrebbe avuto una riunione con i membri del Direttorio da lì a qualche minuto, proprio di sabato, quando sperava di squagliarsela prima per andare insieme a Gabriel ed Alonso a prendersi una bella cioccolata offerta da lui. Stanco, gettò la cartellina sulla scrivania e si tolse gli occhiali, prese il cellulare e chiamò il suo migliore amico, sperando che non stesse a lezione.
“Ciao, Fratello! Puoi parlare? Stai facendo lezione?”> disse con il suo solito tono gentile e distinto.
Ciao Isaia! No, no,  stavo solo sorvegliando gli studenti affinchè non copiassero. Esame scritto”.> disse Gabriel. “Dimmi pure!”
“Pensavo che dopo il lavoro potevamo andare a prendere una cioccolata, io, tu ed Alonso, che ne dici?” chiese scribacchiando qualcosa.
Fratello mio, guarda, mi dispiace ma non posso... Ho una montagna di esami da correggere, stendere un cencio di rapporto sul caso di Fontane Fredde... Dovrò rimanere qui fino a tardi e stessa cosa Alonso, in archivio. Doveva aggiornare e catalogare  i nuovi libri arrivati.” disse l'amico con tono triste.
“Cavolo...! Ma non può rimandare? Lo copro io! E' un bel po' che non metto piede in biblioteca.” suggerì Isaia. Quando ci si metteva, era difficile dissuaderlo  ma Gabriel non demorse. Il piano non doveva andare a monte.
Non te lo lascerebbe mai fare, lo sai. Lascia perdere. Ti ringrazio tantissimo, comunque, anche a nome di Alonso!
“Ci mancherebbe, Gabriel! Siamo amici, dopotutto! Vabbè, vorrà dire che ve la pagherò domani.” Disse senza perdere la speranza.
Ehm… neanche domani ci stiamo, purtroppo! Scusa ma devo andare che hanno finito, Ciao!
Non ebbe il tempo di rispondere che sentì il suono della chiamata chiusa. E non gli aveva nemmeno fatto gli auguri!!
Non era da Gabriel dimenticarsi queste cose, anche se da quando frequentava la Munari, aveva la testa da tutt'altra parte. Scosse la testa, sconsolato, si rimise gli occhiali e tornò alle "amate" scartoffie.
Erano le 19:30 quando qualcuno bussò alla porta.
“Sì, Avanti...!” disse con tono apatico ma con voce chiara. Era l'usciere (sì, esatto, lo stesso con cui si era incavolato l'anno prima!) che, timidamente, gli disse che la riunione era stata annullata. Isaia accennò col capo e ringraziò. Dopo che la porta fu chiusa, sbuffò e iniziò a riordinare le carte, per distinguerle da quelle già visionate dalle altre. Avebbe preferito di gran lunga la piaga del Direttorio, in quel momento.

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Gabriel aveva finito le lezioni da due ore ma rimase, come da accordo con col burbero bidello, all'interno della facoltà ormai buia e silenziosa. Aveva in tasca le chiavi dategli proprio dall'uomo.
“Vedi di lasciarmele dentro la cassetta delle lettere, dopo che hai fatto. Non farmi venire fino a casa tua, come due anni fa, o ritroverai la tua bella moto colorata di rosa..”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!!” urlò il sacerdote in preda al terrore. La reazione fu peggiore di quando vide il fantasma di suo padre.  “ ... Con i nastrini fucsia attaccati al manubrio e gli adesivi di Hello Kitty e Peppa Pig sparsi per la carrozzeria.” minacciò il bidello, sfilando dall'anello la chiavetta e mettendosela in tasca. Furono le sue uniche parole prima di andarsene. Gabriel rimase lì con lo sguardo perso nel vuoto; si sedette per terra con le ginocchia al petto e si dondolò avanti e indietro con un'espressione di orrore e raccapriccio sul volto, immaginando la propria moto in quelle condizioni. Dopo alcuni minuti, arrivò Alonso con due vassoi incartati, chiedendogli di aiutarlo a portare anche le altre cose che aveva in macchina: vivande, bevande, bicchieri, posate e piatti di plastica e stereo per sistemarli su quella cattedra a forma di tavola da surf. Al contempo, arrìvò anche Claudia con la torta, le candeline e il regalo. Gabriel si offrì di accompagnarla nella cucina della mensa per mettere il dolce in frigo.
Intanto, erano arrivati Stefano, Rebecca, Giulia e pochi minuti dopo anche Vargas, carico di regali, con appresso il monaco buddhista e Immanuel con i suoi nuovi genitori.
“Eccociii!! Buonaseeera!” fece Vargas entusiasta, seguito dalla comitiva. I regali vennero messi dentro al cassetto della cattedra, ad eccezione di quelli del templare.

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Visto che i suoi due amici non erano disponibili, quella sera, il povero Isaia non ebbe altra scelta che tornarsene a casa. Si mise comodo, cucinò una bella cenetta e sorseggiò un buon vino bianco.

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Gabriel tornò in aula con Claudia e quando vide che c'erano tutti, li salutò e ringraziò per aver partecipato a quella pazzia. Chiese a Stefano e Rebecca di chiudere bene a chiave l'entrata principale, la secondaria e la porta dell'aula una volta rientrati in classe. Il nostro Eletto, visti rientrare i due studenti, spense l'interruttore e chiese a tutti di fare assoluto silenzio per poter chiamare l'ignaro festeggiato.

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Isy si stava gustando un gelato al cioccolato nero davanti al film "Il mistero dei Templari", quando il cellulare gli suonò. Mise pausa e rispose.
“Gabriel!” salutò lui.
“Isaia, mi hanno chiuso dentro!!” disse l'amico dall'altro capo con una nota di panico nella voce.
“Ma "dentro" dove??” fece lui, temendo che fosse stato rapito da qualche scagnozzo di quel viscido serpente di Serventi.
“In facoltà! Sono rimasto chiuso in aula, cavolo!!”
Isy tirò un silente sospiro di sollievo. Si passò una mano sugli occhi. “Sta' calmo e spiegami come hai fatto a non accorgerti dell'orario.” chiese trattenendo a stento le risate.
Ero talmente immerso nella correzione degli esami che non mi sono accorto di nulla, fino a pochi secondi fa. Tu hai le copie, no? Puoi farmi uscire! Dài, per favore, fai un salto qui, quanto ti costa?” disse l'altro agitato.
“Non temete, Principessa Fiona, sto arrivando a liberarvi!” disse ridendo e poi chiuse la chiamata. Spense la tv e andò a vestirsi, ma invece del talare optò per un paio di jeans neri e un maglione a collo alto di color verde. Era una delle rarissime volte che vestiva in borghese.  Per una volta, nessuno avrebbe detto nulla.
Prese chiavi, portafoglio e saltò in macchina alla volta dell'università. Arrivato, parcheggiò al suo posto e si diresse all'entrata con le chiavi in una mano e il cellulare nell’altra. Chiamò l'amico.
“Son qui e sto entrando. In quale ala del castello siete prigioniera, Fiona?”
“Sono nell'aula 5, la stessa in cui insegni anche tu, e piantala di chiamarmi "Fiona"!” disse l'altro irritato, mentre Alonso e Claudia morivano dalle risate.
“In effetti, in confronto a te, Fiona ha avuto più attributi nell'adattarsi a vivere per anni da sola,  in una torre.” ribattè Isy con un ghigno, riattaccò e usò la luce del display come torcia per farsi strada nel corridoio.
Gabriel e gli altri sentirono il suono dei suoi passi aumentare sempre più.
“Ma guarda un po' tu che mi tocca fare, il sabato sera... E il giorno del mio compleanno, poi!!” disse tra sè scuotendo il capo e lanciando anche qualche accidente in romagnolo stretto mentre girava la chiave nella serratura della porta, senza sapere che, dall'altra parte,  dieci persone si stavano piegando in due dalle risate fino farsi venire le lacrime.
Una volta esser riuscito con la serratura, aprì la porta. Non appena la spalancò quasi del tutto, chiamò il suo amico, ma invece di sentire una risposta, venne investito dalle luci dei nuovi led dell'aula e poi sentì un coro gridargli:
          “BUON COMPLEANNO, ISAIA!!!”
 
Abbagliato, e anche un po' disorientato, Isy aspettò che i propri occhi si abituassero alla luce. Questa sì che era una sorpresa!! Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lui, per quanto ricordasse, e la sensazione che provò, vedendo quelle persone che si erano radunate lì per festeggiare il suo compleanno, era a dir poco bellissima. Pensava di esser stato dimenticato! Nessun viso conosciuto che aveva incontrato quel giorno gli aveva fatto gli auguri, nemmeno il suo migliore amico al telefono. Tutto si aspettava, tranne quello! Non appena riuscì a vedere bene, scese le scale e andò verso gli altri, con sguardo ancora incredulo e con un sorriso sul volto.
“Io... Davvero, guardate, non so cosa dire se non "grazie"!!” disse togliendosi gli occhiali. “Grazie mille a tutti!!”
“Rengraçia Fion... ehm, Gabrièlo!” disse Alonso, correggendosi velocemente e facendo cenno col capo in direzione del giovane pel di carota che gli aveva quasi rifilato l'occhiataccia. “Ha piensato lui a todo!”
Isaia si voltò verso l'amico, il quale si stava avvicinando a lui, e lo abbracciò forte, in segno di riconoscenza. “Ti voglio bene, fratello mio! Grazie!” gli disse. < “Ma come hai fatto a convincere Gennaro a darti le chiavi? E' estremamente geloso!!” chiese Isaia dopo aver sciolto l'abbraccio.
“Mi ha detto di lasciargliele dentro la cassetta per le lettere della Facoltà, altrimenti mi colorerà la moto di rosa e ci appiccicherà i nastrini sul manubrio e gli adesivi di Hello Kitty e Peppa Pig sparsi per la carrozzeria.” rispose l'altro coprendosi il volto con le mani. Non riusciva a levarsela dalla testa, quell'immagine!
Alonso gli diede una pacca sulla spalla e così pure Isaia.
“Ma bando alle ciance e diamo inizio alla festa, forzaaaaaa!!!” esclamò il giovane sacerdote, incitando gli altri a mangiare, e Alonso ad accendere lo stereo. Ovviamente, il cd era di musica latina!
Isaia, nel frattempo, andava in giro a ringraziare tutti. Quando toccò a Claudia, non sapeva come iniziare il discorso. Non era mai stato in rapporti molto buoni ,con lei, ma la sua presenza gli fece comunque molto piacere.
“Ehm, Dottoressa Munari...!”  iniziò un po' teso ma comunque sorridente.
Claudia si voltò verso di lui, serena. “Isaia, tanti auguri!” disse la dottoressa, alzandosi sulle punte per baciarlo sulle guance, gesto a cui il gesuita non potè sottrarsi e ricambiò, seppur un po' impacciato.
“Voglio ringraziarla per aver partecipato alla festa. Immagino non sia stata facile, la decisione, visti i nostri...”
“ Lo so, ma ho comunque accettato molto volentieri di collaborare all'organizzazione!”
“L'ha organizzata anche lei?” chiese stupito.
“Ho dato una mano. Qualcuno doveva pur farti la torta, no?” disse lei disinvolta. Il Gesuita rimase di sasso. Anche la torta! “E chiamami pure "Claudia". Io ti chiamo per nome, puoi fare lo stesso con me, tranquillamente. E poi, da quanto tempo, ormai, lavoriamo effettivamente assieme, io, tu e Gabriel?” disse la donna con un ghigno.
“Da... quasi un anno, se non erro.> rispose lui “Ma se a le...ehm, a te non da fastidio, sì, posso darti del tu, perchè no?” fece lui un po' più rilassato.
“Riconosco la mia immensa ignoranza in campo religioso, Isaia, porta pazienza.” fece Claudia sbuffando una risata e prendendo da bere. Il festeggiato sorrise, guardando altrove e cogliendo lo sguardo dell'amico che si avvicinò ai due.
“Non vi metterete a litigare anche qui, spero!” disse Gabriel scherzando.
“Ah ah! Invece, caro mio, sappi che abbiamo appena stipulato un trattato di pace.” replicò Claudia davanti allo sguardo sorpreso dell'Eletto e sgranocchiando una tortilla. < “Gli ho anche detto di darmi del tu, visto che, ormai, siamo colleghi.”
“Quindi, si può dire che avete seppellito l'ascia di guerra?”
“Si, credo di sì” disse Isaia. Si sentiva più a suo agio in presenza della dottoressa, ora.
“Ragazzi, mi faccio un giro torno subito!”
“Ci mancherebbe, fratello, fa' con calma!”
Isaia continuò il giro d'auguri, arrivando anche dal piccolo Immanuel, che lo abbracciò come per ringraziarlo per avergli trovato una buona famiglia. Isy non potè che fare lo stesso e poi gli scompigliò i lunghi capelli biondi. Gli chiese come stava e se si stesse divertendo, pur essendo una festa con soli grandi, ma poi chiamò Rebecca e Stefano che, anche se stavano parlottando tra loro, non poterono non rispondere subito alla chiamata del loro ex insegnante. Eeeeh, il carisma di quell'uomo...
Mentre si dirigeva da lui, Rebecca ricevette un messaggio su WhatsApp da suo padre:

Papà: A mezzanotte a casa. u.u

Che palle! pensò la giovane e ripose il cellulare in tasca.
Isaia chiese gentilmente loro di tener compagnia al piccolo, per non farlo sentire solo e i due accettarono subito e volentieri.
Fu il turno del monaco buddhista. Eeeeh, sì, proprio lui, con cui passava molte serate dopo il lavoro a discutere di karma, divina provvidenza e altri argomenti religiosi e filosofici al bar vicino alla Congregazione e davanti ad una bella bottiglia di Tequila invecchiata di qualche anno. La discussione finiva quasi sempre nel minacciarsi a vicenda di prendersi a botte davanti al palazzo, ma non riuscendo a tenersi in piedi rimandavano sempre lo scontro, oppure interveniva Sant'Alonso per portare via il giovine gesuita. Ovviamente, Isaia non sapeva nulla di tutto ciò e nessuno gli aveva mai proferito parola, neppure della multa per schiamazzi notturni pagata di nascosto da Gabriel.
“Namastè!” lo salutò Isaia, con le mani giunte e un piccolo inchino. Era più che certo di non averlo mai visto, ma non volle dare quell'impressione per non offenderlo.
“Oh, Namastè anche a lei, mio giovane amico! Non la riconoscevo senza talare, mi perdoni! E' davvero una bellissima festa, sono contento che mi abbia invitato. Quanti anni compirà?”
“Trentacinque.”
“Oooh, che bell'età, e se la porta benissimo, anche!”
“ La ringrazio!” sorrise il festeggiato.
“Senta, stavo cercando della birra, ma temo non ci sia...” disse mesto il monaco, scrutando la cattedra imbandita. “Anche a me era venuta voglia di birra, ma no, niente... Però c'è la RedBull.”
“Capisco... Oh, beh, per una volta, un po' di taurina e caffeina non mi faranno male.” disse il piccolo uomo prendendo la lattina, l'aprì e prese un sorso. Isy fece lo stesso ma ne bevve un bel po' e, non essendo abituato, si sentì all'improvviso pieno di energia e anche un po'su di giri.
“Wow! Il sapore farà schifo, ma da energia da far paura! Dovrei portamele a lavoro, queste meraviglie!”
“Se non è abituato, ragazzo, le può fare davvero male, questa bibita, se assunta in quel modo.” rimproverò il monaco vedendolo improvvisamente euforico.
Nel frattempo, una bella e giovane donna dai capelli castano chiaro raccolti in una treccia, scendeva i gradini dell'aula andando verso Claudia e salutandola amichevolmente. Isy la vide, la seguì con lo sguardo e rimase a fissarla così a lungo che non sentì nemmeno cosa gli stava dicendo il suo interlocutore. Non si sarebbe mai comportato così, normalmente, ma quella bibita gassata dal sapore asprognolo lo aveva come disinibito. Non aveva nemmeno più la scriminatura tra i capelli! Salutò il monaco e continuò il giro, ma tenendosi sempre nelle vicinanze dell'obbiettivo da poco avvistato. Prese un pugno di patatine alla paprika e se le sgranocchiò tranquillamente in disparte, osservando quella meraviglia di cui ancora non conosceva il nome. Sorseggiò un altro po' dell’energy drink per mandar giù il boccone ma mentre stava preparando mentalmente l'entrata in scena per presentarsi a lei, venne raggiunto da Padre Vargas con un piatto pieno di cibarie miste in una mano e un bicchiere di coca cola nell'altra.
Isaia s'intrattenne con lui, lanciando ogni tanto uno sguardo sull'amica della psicologa. Il corpulento templare gli stava parlando del suo nuovo ordine e dell'aiuto che può dare alla Chiesa contro la setta del Candelaio e non ne voleva sapere di cambiare argomento, per quanto fosse interessante! Quella sera, non voleva sentir parlare di ordini, Prelati, Direttorio e tantomeno di Serventi. Fortuna che arrivò Gabriel in suo soccorso.
“Fratello, c'è una persona che vorrebbe conoscerti. Scusami, Vargas, te lo riporto subito!” fece il rosso, prendendolo per un braccio.
“Fa' con comodo!” disse alzando il bicchiere e poi bevve un sorso.
Isaia venne trascinato da Gabriel verso Claudia e la sua amica. Cavolo, non era come me l'ero  studiata, la presentazione, ma vabbè... pensò fino a ritrovarsi incastrato proprio tra lei e Gabriel.
“Teresa, ti presento Padre Isaia Morganti. Fratello, lei è Teresa Marini, anche lei psicologa, e amica di Claudia.”
“E' davvero un piacere conoscerla, Padre Morganti! Claudia mi ha parlato molto di lei!” disse Teresa porgendogli la mano. Lui la prese e le fece il baciamano, con sommo stupore di Gabriel e Claudia che si guardarono con gli occhi sgranati.
“Il piacere è tutto mio, Teresa e, ti prego, dammi pure del tu.” disse Isaia sfoggiando un bellissimo sorriso. Teresa non si aspettava una reazione simile, ma rimase comunque molto colpita.
“Oh, d'accordo, ehm, Isaia. Claudia mi ha detto che sei un pozzo di conoscenza, oltre ad essere un ottimo esorcista.” disse lei.
“Ti ringrazio... ma non sono il migliore. Vieni, ti offro da bere!” disse Isy indicandole la zona bibite, ma facendo andare avanti lei, lasciando i due amici lì, impalati ed esterrefatti.

“Faccio tutto ciò che è in mio potere.” disse Isaia riprendendo il discorso e passandosi una mano tra i capelli.
“Modesto, anche. Ce ne fossero, di persone come te...” disse lei guardandolo negli occhi nocciola e sorridendo dolcemente. Isaia non potè non sorriderle a sua volta, con una sfumatura rossa sulle guance.
“C- Cosa prendi?”
“Un'aranciata va benissimo, grazie.”
Prese un bicchiere, versò l'aranciata fresca e lo porse alla donna, la quale ringraziò per la galanteria.
Continuarono a parlare e, dopo aver preso un po' di confidenza, anche a scherzare un po', stavolta anche sotto lo sguardo stupito di Alonso che, senza farsi vedere, si avvicinò a Claudia e Gabriel, chiedendo loro:
“Amigos, ma cosa es succeso a l'hermano???”
”Non ne ho la minima idea, Alonso. Ne stavamo parlando proprio ora e perfino io non so spiegarmelo!>” disse la dottoressa “Fra poco devo andare a prendere la torta, mi accompagni?” chiese a Gabriel.
“Certo!” rispose lui.


Intanto, mentre i due assistenti/studenti del sacerdote intrattenevano il piccolo Immanuel, Rebecca ricevette un altro messaggio su WhatsApp. Era del suo ragazzo, Iacopo.

I: Amo', dove sei?
R: sto alla festa a sorpresa di un mio professore dell'uni. Fra un po' torno.
I: Figo! No, rimani lì che vengo io e porto la birra!! Tranqui, Bonny lo sa e sta pure più tranquillo xD


La ragazza guardò il messaggio del fidanzato e sospirò.
“Tutt'ok, Rebecca?” chiese Stefano, sollecitando anche la curiosità del piccolo.
“Oh... Si, tutto a posto... E' il mio ragazzo che rompe.”
“Viene qui anche lui?” fece il piccolo.
“Ha... ha detto di si, ma non so se può davvero.”

Qualcun altro, nel frattempo, cambiò la musica. Un cd dei Blink 182.


Claudia e Gabriel sgattaiolarono fuori l'aula di nascosto e andarono a prendere la torta...

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A Casa Sartori, le cose procedevano tranquille. Il prelato era sul divano e visualizzava le ultime novità su Twitter dal cellulare, aspettando che finisse lo stacco pubblicitario della partita Italia-Scozia, quando scorse un tweet di Sua Santità che diceva:


Papa Francesco @Pontifex
@IsyMorgan auguri per i Suoi 35 anni! Bella idea la festa in facoltà LOL #angelicvm

Come? come?? come??? pensò l'anziano prelato con un ghigno. Si fa qualcosa, stasera, dunque!
Retweettò il post del Pontefice a Castello a cui aggiunse:


Mons.Sartori @TheBoss
@marcondirondirondello Vuoi andare ad una vera festa? Se sì, ti aspetto davanti alla Congregazione fra un quarto d'ora. Vieni in borghese.
 
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Anche Castello si stava godendo la partita sul proprio divano di casa e non appena ricevette la notifica del tweet di Sartori, rispose:

Mons.Castello @marcondirondirondello
@TheBoss Fantastico! Ci vediamo lì! #NoDirectoryNoParty LOL
 
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Alla facoltà, intanto, Claudia e Gabriel si stavano dirigendo nelle cucine della mensa per prendere la torta e ne approfittarono per parlare in tranquillità di ciò a cui avevano da poco assistito.
“... No, dico, l'hai visto anche tu: è diventato un altro non appena lei gli ha porto la mano!”
“ Credimi, nemmeno io me ne capacito. In tanti anni che lo conosco, non l'ho mai visto così sciolto con le donne. Evidentemente, Teresa gli fa quell'effetto. Secondo me, potrebbe benissimo essere la "ragazza" perfetta per Isaia, ovviamente sempre se lei è interessata a mantenere il contatto. Spero di si, comunque. Me l'hai detto tu che adora studiare e stare in mezzo ai libri, in più è anche molto credente, quindi...”
“Quindi?” ripetè lei. Erano arrivati al frigo: la dottoressa prese la torta e la portò con entrambe le mani, mentre Gabriel chiuse lo sportello in acciaio inox.
”Quindi, ha i requisiti giusti per poter essere una potenziale compagna per lui.” disse Antinori, riprendendo con lei la via per l'aula.
“Ok, Gabriel, devo chiedertelo: che tu sappia, Isaia ha mai avuto... una cotta, anche passeggera, per una donna? Sa cosa vuol dire aver a che fare con un essere umano di sesso femminile? Studentesse escluse.”
“No, ma so che me ne avrebbe parlato, anche per sommi capi (molto sommi). Sono il suo migliore amico, dopotutto.”
“In ogni caso, avrà bisogno di consigli su come muoversi;  quindi, fagli capire che per qualsiasi dubbio, perplessità o incertezza può chiedere a te o a me...”
“O a Google.” disse Gabriel sbuffando una risata e contagiando la dottoressa.


Nel frattempo, mentre Isy conversava tranquillamente con Teresa, seduti ad uno dei banchi, gli arrivò una telefonata. Numero privato. Le chiese scusa e si allontanò per rispondere.
“Pronto?”
Padre Morganti, sono Papa Francesco!! Le faccio i miei più sentiti auguri per i suoi trentacinque anni!” disse il Pontefice. Isaia rimase di sasso  “Cento di questi giorni e che siano tutti pieni di tenerezza, perché la tenerezza è la nostra forza!! Ha ricevuto il mio tweet?
“S-Sua Santità…!! Sì, è... è stato un vero onore, per me, Vi ringrazio e Dio vi benedica!!” disse Isaia, talmente emozionato che balbettava.
Non sa quanto mi piacerebbe partecipare alla festa, ma sto a Sidney...”
“Ci mancherebbe, Sua Santità. Mi fa comunque un immenso piacere saperlo!”
“Non voglio trattenerla, vada pure!!”
“Grazie di nuovo, Sua Santità!” saluto Isy per poi chiudere la chiamata. Aveva appena parlato col Papa?? Inspirò profondamente, espirò e tornò da Teresa con un colorito piuttosto pallido.
“Ti senti bene?” chiese lei con preoccupazione, osservandolo.
“Si... Mi ha solo chiamato il Papa.” rispose lui per poi sospirare per allentare la tensione. Stavolta fu il turno di Teresa di rimanere basita.

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Castello e Sartori s'incontrarono all'ora stabilita davanti alla Congregazione. Il Boss indossava il frac, con tanto di bastone da passeggio e cilindro, mentre Castello si teneva sul classico: pantaloni, maglione di Cachemire beige con sotto una camicia
azzurra a righe . Quest'ultimo, nel vedere il confratello, rimase un po' perplesso:
“Ma come ti sei vestito?”
“Perchè, non va bene? Non si sa mai che sia una festa formale...” disse Sartori aggiustandosi la giacca.
“Secondo te, può essere formale una festa di compleanno?”
“Certo, perchè no? Indosso il frac per ogni festa, da quella volta che mi presentai accidentalmente in cardigan al compleanno di Lele Filiberto.”
“ Ma quale compleanno di Filiberto!? Piantala con 'ste cavolate e andiamo, cammina.”
“ Ehi, il capo del Direttorio sono io, e sono io a dare gli ordini! Andiamo.”


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Alonso era fuori. Aveva appena finito di fumare il sigaro e, quando vide, in lontananza, i due amici mettere le candeline sulla torta e accenderle, tornò dentro l'aula e spense le luci. Il mormorio cessò quando videro entrare Gabriel e Claudia con la torta e le candeline accese.
Cantarono tutti "Tanti Auguri" e proprio nel momento in cui la dottoressa posò la torta sulla cattedra per far soffiare le candeline ad Isaia...
“In nome della Congregazione, non spenga quelle candeline!!!”
Due uomini entrarono all'improvviso. Uno era vestito col frac, l'altro in modo più classico. Solo i tre li riconobbero. Isaia e Alonso lanciarono occhiate perplesse verso Gabriel che, poveretto, non sapeva davvero nulla!
“Ma che cos...” fece Isaia.
 " 'Ma che cosa' un corno, mi perdoni!” fece Sartori scendendo le scale.
“Dobbiamo assicurarci che queste candeline non contengano un congegno a soffio che attiva la bomba!” fece Castello.
”Avrò anche una conoscenza molto basilare sui tipi di esplosivi, ma di inneschi a soffio non ne ho mai sentito parlare.” fece Isaia inarcando un sopracciglio.
“Eccellente!” sussurrò Vargas entusiasta. Prese il cellulare e segnò sull'app Note: “chiamare Morganti nel caso decidessimo di ripristinare i roghi per gli eretici”
“Cioè, fame capir: conosci anche li esplosivos, ahora?” fece Alonso.
“Non solo adesso. Mi sono sempre documentato, tenuto aggiornato e posso dirti con assoluta certezza che ciò di cui stanno parlando i Monsignori non sono altro che boiate. Perdonatemi.”
“Ci mancava solo che conoscesse gli esplosivi.” mormorò Gabriel a Claudia con tono mooolto basso, ma ciò non impedì ad Isaia di sentirlo.
“Ti ho sentito.” disse sorridendo il festeggiato, rivolgendosi all'amico.
“Maledetto udito da Vulcaniano.” mormorò Antinori.
Castello e Sartori infilarono un paio di guanti ignifughi, presero ognuno una candelina e la esaminarono in ogni dettaglio, soprattutto la base, e fecero lo stesso con alcune altre fino a quando...
“Sentite, non c'è nessuna miccia, nessun congegno e tanto meno una bomba, in mezzo al Pan di Spagna.>” si fece avanti Claudia, prendendo gentilmente le candeline dalle mani degli anziani prelati, le riaccese con l'accendino che aveva in borsa e le rimise sulla torta.
“Ma non abbiamo fini...” disse Castello.
“Oh sì, invece.” disse la dottoressa fulminandoli con lo sguardo e con un tono che non ammetteva repliche.
“Andiamo al nocciolo della questione: cosa ci fate, qui, voi due, con tutto il rispetto?” domandò Isaia appoggiandosi alla cattedra.
“Aehm... Noi.. Si, ecco, eravamo..” mugugnò Sartori.
“...di passaggio.” completò il collega facendo un largo sorriso.
“In frac?” fece Claudia al primo con un'espressione di malcelata ironia.
“Si, in frac. Perchè, qualche problema, dottoressa?” fece il capo del Direttorio con altezzosità. Gabriel rimase attonito dalla risposta del suo superiore.
Claudia, in tutta risposta, gli rivolse una tale occhiataccia che fece subito abbassare la cresta all'uomo. Sartori abbassò lo sguardo.
“Potete far de mejo.” rise Alonso.
“Avanti, Monsignori, sputate il rospo.” disse Gabriel con un ghigno.
“Twitter.” farfugliò Sartori.
“E che c'entra Twitter?” fece Isaia. Il prelato sospirò.
“E' su Twitter che ho scoperto della festa. Il Santo Padre aveva pubblicato un tweet a proposito, l'ho mandato a lui e...”
“Era per imbucarci, in sintesi. Volevamo mangiare la torta!!” disse Castello con una nota di supplica nella voce.
“No, scusate un momento intervenne Teresa mettendo le mani avanti e ridacchiando. “ Volete dire che l'entrata stile Monty Python, unita alla sceneggiata del pericolo bomba, era solo per mangiare la torta??”
I due signori assunsero un'espressione colpevole, come quella di un bambino appena beccato con le mani nella marmellata. All'unisono, e con immensa vergogna, abbassarono lo sguardo emettendo un flebile "sì".
Passarono alcuni secondi di assoluto silenzio...
“SCEEEEMI! SCEEEEEMI! SCEEEEEMI!” dissero in coro tutti gli altri invitati. I due scoppiarono a ridere divertiti, consapevoli della figuraccia fatta, e contagiarono anche gli altri.
“Riprendiamo da dov'eravamo rimasti, va', se no, al posto dello zucchero a velo mangiamo glassa di cera.>” disse Claudia divertita. “< Vai pure, Isaia! In un colpo solo, eh!”
“Esprimi un desiderio, prima!!” disse Gabriel. Isaia ci pensò un po' su. Aveva Teresa, vicino. Gli piaceva davvero molto stare in sua compagnia e parlarle, nonostante si conoscessero da solo due ore, così..
Voglio rivederla pensò. Un sorriso gli si disegnò in volto.
Una volta sicuro, prese un bel respiro e soffiò spegnendo le candeline in una sola volta, seguito dagli applausi e dagli “Auguri” dei presenti.
“Direi que es ahora dei regalos.” disse Alonso a Claudia e Gabriel.
“Pure i regali?? Dài, vi siete disturbati troppo, ragazzi!” fece il festeggiato, sorridendo.
“Si, no, e silenzio.” fece Claudia sorridendo.
“Obbedisco.” replicò l'altro, chinando lievemente il capo e assumendo la posizione di riposo, mentre Teresa rideva divertita dalla battuta dell'amica.
Gabriel prese il regalo dal cassetto della cattedra, con tanto di nastro blu e biglietto d'auguri di "Suore Ninja" con illustrata la scenetta di Suor Gegia che combatte contro Iron Jovanardi. Sbuffò una risata. Conosceva quel fumetto: lo vide per la prima volta in mano ad una studentessa e, incuriosito dal fatto che si stesse divertendo le chiese di cosa parlava, seppur egli non fosse proprio da quel genere. Collezionava i fumetti di Hellblazer, infatti.
Aprì il biglietto e lesse:


Ora, puoi scaricare e portare con te tutti i libri che vuoi ovunque! In più, puoi fare ricerche su internet senza dover fare avanti-indietro dalla Congregazione alla facoltà!
AUGURISSIMI, "MONSIGNORE"! (al che, Isaia alzò lo guardo su Gabriel e disse, tra le risate: “Smettila!!”  Sartori e Castello si scambiarono un'occhiata perplessa.)
Sotto, le firme dei suoi tre amici.
P.S. la password del wi-fi della Congregazione è: gabrielèunraccomandato. Senza spazi.


Quando lesse la password, cercò di non far trasparire alcuna emozione. L'aveva impostata egli stesso, un anno fa, proprio nel periodo in cui non si parlava d'altro della nomina al Direttorio.
Andò a scartare il regalo e quando vide l'iPad il volto gli s'illuminò per la contentezza. Aveva sempre voluto comprarsene uno, ma da quando lavorava in Congregazione non aveva un attimo di pace per riflettere bene su cosa prendere e con quali caratteristiche. Abbracciò, ringraziando, i tre amici.
Fu il turno di Giulia, Rebecca e Stefano. Presero un bel pacco e glielo porsero.
“Stia attento, quando lo apre, sono due pezzi separati.” disse Giulia avvertendolo. Isaia scartò e si vide davanti i due cofanetti che aveva sempre desiderato: l'edizione platinum della discografia dei Queen!
“Voi non lo sapete, ma avete realizzato un sogno. Grazie!!” disse lui, dando un bacio sulla guancia alle due ragazze, mentre a Stefano diede una pacca sulla spalla, ringraziandolo.
Poi, si fece avanti il piccolo Immanuel che gli consegnò una cartellina. “Apri!” fece il bambino sorridendo.
Isaia fece come gli venne detto e trovò all'interno un disegno dall'infinita tenerezza: c'erano lui e il bambino mentre aspettavano i suoi nuovi genitori. Non potè non sorridere, ricordando quel giorno. Prese davvero a cuore, quel piccolino. Aveva mentito a Serventi, pur di dargli il tempo di scappare da Villa Del Bono vivo ed incolume. In segno di riconoscenza, si occupò di ogni cosa: dalla ricerca, al primo colloquio con i futuri genitori adottivi fino all'accompagnarlo per salutarlo un'ultima volta.
Quel bambino aveva diritto ad una famiglia normale e, cosa più importante, che gli volesse bene. Saperlo alla sua festa, provava una gioia e una gratificazione immense. Non si era dimenticato di lui! Isaia si abbassò all'altezza di Immanuel e lo abbracciò.
“Grazie, piccolino! Non sai quanto sia felice di sapere che stai bene!” Immanuel ricambiò l'abbraccio più forte che potè. Se ora aveva due persone meravigliose accanto, era solo grazie a lui.
Claudia si fece dare il disegno per vederlo e le piacque moltissimo. Lo mostrò anche a Gabriel, Alonso e Teresa, i quali ebbero la stessa reazione e poi lo restituirono al festeggiato che disse al ragazzino che l'avrebbe tenuto nello studio.
Venne avanti il vecchio monaco, ma invece di fermarsi davanti a lui con un regalo, zitto, zitto andò verso la grande lavagna, prese il gessetto e iniziò a disegnare un mandala geometrico. Isaia capì cosa stava per fare e la cosa gli fece davvero piacere. Gli invitati, invece, rimasero piùttosto sorpresi dal comportamento dell'uomo e, in silenzio, osservarono  il disegno, piacevolmente incuriositi. Ne fece uno piuttosto facile ma poi, conclusa l'opera, lo distrusse. Anche in quel momento, nessuno, tranne Isy, seppe cosa dire, rimanendo un po' dispiaciuti che quel bellissimo disegno fosse stato cancellato.
Il monaco li rassicurò, vedendo le loro espressioni. “Questo è un mandala: vengono distrutti per ricordare la transitorietà di ogni cosa, e porta bene, state tranquilli.>” sorrise l'uomo e andò dal festeggiato per fagli gli auguri. “Grazie, Taishir, è davvero un bellissimo regalo!”
“Di niente, amico mio!” replicò Taishir chinando il capo.
“Questi sono gli ultimi, da parte mia, ehehe!!” rise il Templare scherzosamente. Mise con un po' di fatica un lungo pacco sulla cattedra, seguito da uno più piccolo e più grosso.
“Ehm, c'è una sequenza?” chiese Isaia, indeciso su quale dei due aprire prima.
“Assolutamente, no. Fai come vuoi.” rispose Vargas.
Il Gesuita scartò il pacco grosso: era uno scrigno in legno d'ebano con intagli medio-orientali. Lo aprì e vide una cazzuola dorata con inciso uno scudo diviso in due orizzontalmente e con la croce in alto. Isaia sapeva che era un simbolo dei Templari e non si sarebbe mai tenuto una cosa del genere. Li disprezzava e odiava le loro pratiche. Dovette comunque recitare la parte del piacevolmente sorpreso, sorridere e ringraziare. Come direbbe Skipper in queste situazioni: "carini e coccolosi".
“Oh santo Dio...” fece Isy “E'...”
“E' la cazzuola templare da cerimonia, sì.” completò Vargas con estrema disinvoltura, studiando l'espressione del giovane, il quale assunse un'espressione meravigliata.
“Ma è fantastica!! Grazie mille, ma non dovevi scomodarti così tanto. Bastava anche un pensierino!”
“Nessun disturbo, ci mancherebbe. Sono contento che ti piaccia! Scarta anche l'altro e vedi se ti piace anche quello.”
Il giovane mise da parte lo scrigno e scartò anche l'altro pacco. Era un altro forziere solo più sottile e di un colore più chiaro.
“Ammazza, quant'è lungo!! Cos'è, un cero pasquale?” fece Stefano sbalordito.
“Un cero pasquale dentro uno scrigno? Naah, sicuramente, è un bastone da passeggio.” ipotizzò Rebecca.
“Neanche quelli vengono messi dentro i forzieri, eh. E poi, che se ne farebbe di un bastone da passeggio?” fece Stefano.
“Vabbè, è elegante. Mio padre lo usa e il suo è pure figo!” ribattè la ragazza.
Claudia, Gabriel e Isaia si rivolsero uno sguardo interrogativo e impaurito allo stesso tempo: chi era l'unico che conoscevano e che portava sempre un bastone? Si volsero di scatto verso di lei.
“Che c'è, che ho detto?” fece la studentessa imbarazzata.
Isy levò il gancio e poi alzò il coperchio. All'interno, vi era qualcosa di appuntito avvolto in una stoffa rossa e bianca. Qualsiasi cosa fosse, la sollevò, srotolò il tessuto che l'avvolgeva e, , non potè che apprezzare, stavolta con sincerità, quel secondo regalo. Era una bellissima spada bastarda. La "guardia" richiamava molto lo stile templare e l'impugnatura era nera con le bordature dorate. Notò che sul "forte" erano incise queste parole: "Non nobis Domine, non nobis, sed nomine tuo da gloria". La impugnò in posa d'attacco e potè constatare che era perfettamente bilanciata.

“Attento, è affilata.” lo avvertì Vargas allontanandosi.
“Vargas... E' meravigliosa!!! Grazie!!” disse Isaia estasiato mentre la volteggiava un po', poi la ripose dentro il fodero, in tinta con i colori dell'impugnatura, e la mise sul tavolo. Dopodichè, lo abbracciò.
Intanto, tutti i gli altri si fecero avanti per ammirare quell'insolito ma bellissimo regalo.
I doni erano finiti, ehm, cioè no. Rimanevano solo Sartori e Castello che, imbucatisi, non avevano pensato ad un regalo materiale.
Approfittando del festeggiato distratto, si fecero da parte ed iniziarono ad escogitare una qualche idea per riempire il vuoto del regalo. Frugarono addirittura nelle proprie tasche per vedere se avessero qualcosa da potergli dare, ma ciò che uscì fuori furono solo rosari, piccole collanine con crocefissi di legno e una spilletta con la croce catara, che Castello fece sparire in un lampo, facendo finta di nulla. Cavolo, doveva esserci qualcosa che potevano fare... Ma certo! Una benedizione! Seppur in borghese, erano sempre dei cardinali e non significava affatto che non potessero darla al festeggiato ed essa era molto più "potente" rispetto a quella di un normale sacerdote.
Era deciso. I due tornarono nel gruppo e Sartori, dopo essersi schiarito la voce, parlò:
“Isaia, non avendo portato con noi nessun regalo, io e Castello...”
“Marcondirondirondello...” cantilenò Gabriel, sottovoce, per poi ricevere una gomitata pazzesca al costato da Alonso, che cercava in tutti i modi di non scoppiare a ridere per la battuta. Stessa cosa Claudia e Teresa.
“... Abbiam pensato, ecco... Sì, di benedirla, insomma, da parte di tutto il Direttorio, ovviamente.” disse l'anziano cardinale sfregandosi le mani alla Bruno Vespa.
“ Non posso che esserne onorato, Eccellenza, la ringrazio!” fece Isaia contentissimo.
“Sì, ma a patto che gli fai capire una volta per tutte che alle feste di compleanno non si va in frac.” disse Castello indicando il collega accanto col pollice. Sartori gli rivolse un'occhiata irritata.
“Non si va in frac, alle feste di compleanno, Monsignore. Non c'è alcun bisogno.” gli assicurò Isaia sorridendo.
“E va bene...! Ok, iniziamo con la benedizione: In Nomine Patri, Fili, Spiritus Santi, Albus Silente, Phoenix Quo et Wizengamot toto benedicae te, patri Isaia Morganti. Amen.”
“A-Amen…” replicarono festeggiato ed inviati, affatto convinti dell'autenticità delle parole adottate dal prelato per la formula, ma non dissero nulla.
“Tanti auguuri!!” conclusero in coro i due, cantando sulle note della canzone di Raffaella Carrà.
“Grazie, Monsignori, davvero!” disse Isaia sfoggiando suo miglior sorriso.
“Oh, si figuri, Padre Morganti. E' anche nostro dovere, dopotutto, no?” rise Castello.
Claudia si avvicinò ad Isaia:  “Oh, senti, inizierei a tagliare la torta, ma... non abbiamo un coltello. Che si fa?”
Isy si scusò con i due, sfoderò la spada e tagliò in  più parti il dolce, con perfetta maestria, sotto lo sguardo scandalizzato di Vargas e quello incredulo di Claudia.
“Problema risolto. Ehi, gente, chi vuole un pezzo di torta?? Dài, che al taglio di spada acquista quel tocco in più!!” esclamò il festeggiato pulendo con attenzione la lama con lo scottex. Dopodichè, prese la cazzuola e la mise vicino alla torta per sollevare le fette.
Gli invitati si accalcarono davanti alla cattedra per prenderne uno spicchio. Vargas gli si avvicinò:
“Comunque, con quella, dovresti ucciderci gli eretici...”
“Scusa, ma perchè mai dovrei uccidere gli eretici?” chiese Isaia a dir poco perplesso da quell'affermazione. Lanciò poi uno sguardo verso Teresa, che rideva e scherzava con l'amica.
“E la cazzuola da cerimonia non serve per mettere le fette nel piatto!!” piagnucolò il templare vedendo l'oggetto sporco di nutella e panna.
“A casa la lavo e poi ci do il lucido, non ti preoccupare.” disse, mettendogli una mano sulla spalla. Vargas accennò e se ne andò a prendere un pezzo, e al suo posto arrivò Teresa. Stava giusto pensando a lei.
“Tutto bene?” le disse, rinfoderando la spada appena pulita per poi tornare a guardarla negli occhi.
“Certo! Senti, ma tu lavori con quei due monsignori?” chiese la donna piùttosto interessata.
“Beh, più che altro, lavoro per loro. Cioè, quando viene rilevato un fenomeno e bisogna verificarlo, il Direttorio, cioè quei due più altri, decidono a chi assegnare il caso. Dipende tutto dalla tipologia, poi. Se è un fenomeno in cui si sospetta la presenza demoniaca, per esempio, chiamano me.”
“E devi andarci da solo?”
“Non necessariamente. Ci son state delle volte in cui son dovuto partire da solo, però. Nell'ultimo anno, no, per fortuna. Siamo sempre stati noi tre, a fare i sopralluoghi, nell'ultimo periodo.” disse lui con sollievo. Si sentiva meglio, sapendo di aver chiarito con Claudia. Dopotutto, l'aveva fatto anche per rispetto al suo migliore amico.
“Ti trovi bene con lei”
“Sì... Oddio, all'inizio non andavamo tanto d'accordo, ma adesso le cose vanno meglio.” rispose lui  sorridente e Teresa accennò soddisfatta.”
“Bellissima, la spada, a proposito.” disse la dottoressa indicando l'arma nelle mani dell'uomo. “Ti piacciono le armi?”
“Dovrei disprezzarle, in quanto prete, lo so, ma le spade mi son sempre piaciute, soprattutto le bastarde.”
“Tutti abbiamo diritto ad avere passioni, indipendentemente da ciò che facciamo nella vita. Non vorrei sbagliarmi, ma so che alcuni santi sono raffigurati con un'arma.”
Ad Isaia brillarono gli occhi. “Non sbagli. Molti Santi hanno un'arma: San Michele, per esempio, ha una spada, anche San Paolo, San Giorgio... Santa Caterina... Bartolomeo aveva un pugnale...” Glieli avrebbe elencati tutti, senza mai fermarsi. Non capitava spesso di conoscere qualcuno a cui interessassero queste cose. Voleva assaporare ogni singolo momento con lei, la quale lo ascoltava con molta attenzione. La invitò a sedersi ad uno dei banchi.
“Tu insegni, anche, da come mi ha detto Gabriel.” disse, sedendosi.
“Sì, insegno Esegesi cristiana, ovvero ‘interpretazione dei testi’, ma sto molto poco in Facoltà, ultimamente. Con il lavoro in Congregazione, non sempre riesco a dedicare il tempo alle lezioni. Mi piacerebbe fare entrambe le cose, se non fosse che ad un certo punto non arriverei più. T'immagini? Invece dei rapporti, consegno al Direttorio gli esami scritti degli studenti!”
Scoppiarono entrambi a ridere.
“Con tanto di voti!” aggiunse lei, facendolo ridere ancora di più.

In lontananza, nel frattempo, Claudia, Gabriel e Alonso osservarono, sbigottiti, la scena.
“Qualcuno mi spieghi cosa gli è successo.” disse Gabriel. Isaia non era un tipo che non rideva sempre, anzi, quasi mai.
“Dos palabras: es partido.” disse Alonso scuotendo il capo con un sorriso malandrino sotto i baffi.
“Non avrei mai immaginato questo lato di Isaia. L'ho sempre visto serio, misurato... Dài, andiamo a stuzzicarli un po'!”
fece Claudia scherzosa.
“Ma no, dài! Per una volta che lo vedo interagire con un essere umano di sesso opposto e che non sia una studentessa, vuoi rovinare tutto?” rise Antinori.
“Ok, ok. Almeno, prendete una macchina fotografica, o anche il cellulare. Le generazioni future ci malediranno per non aver immortalato eventi come questo.”
Immanuel e i suoi genitori si avvicinarono ai tre, ringraziando dell'invito alla festa. Il bambino voleva salutare il suo salvatore, però. Chiese a Gabriel dove fosse e lui lo portò da Isaia.
“Ehm, scusa se interrompo, Isaia, ma Immanuel deve andare via, che gli si è fatto tardi. Voleva salutarti.>” “< Certo!>” L'uomo si alzò dal posto, si avvicinò al bambino e si abbassò. “Ti ringrazio dal profondo del cuore per essere venuto, piccolo. Mi ha fatto davvero tanto piacere e grazie mille per il disegno!”
“Figurati, Isaia!” disse il bambino per poi abbracciarlo. L'uomo ricambiò il gesto e gli diede un bacio sulla fronte.
“Tanti auguri!” disse Immanuel per poi tornare dai suoi genitori e andare via.
Col sorriso sulle labbra, Isy tornò al suo posto accanto a Teresa.
“Ci sai fare con i bambini!” disse lei intenerita dalla scena a cui aveva appena assistito.
“Me la cavicchio. Lui era tra le persone prigioniere nell'istituto di ricerca di Serventi. Hanno portato lì anche me, per uccidermi. Sono riuscito a scappare anche grazie a quel bambino. In segno di riconoscenza, gli ho trovato una famiglia.”
“Hai fatto una cosa bellissima! ”
“E' felice e questo mi fa stare col cuore in pace.” sorrise. “Ti volevo chiedere: lavori insieme a Claudia?”
“No, non nello stesso studio. Abbiamo fatto l'università insieme, questo sì.” disse lei.
“E... Oltre al lavoro, cosa fai?”
“Faccio jogging, leggo... Esco con Claudia...” Lui accennò, interessato. “Tu, invece, che hobby hai?” fece lei, curiosa, sporgendosi verso di lui.
“Leggo, principalmente. A volte, esco con Gabriel o mi faccio una passeggiata a Villa Borghese sentendomi i Queen sull'iPod.”
“Hai detto nulla..! Uhm, una curiosità: ma voi esorcisti avete un qualche metodo per sfogarvi? Il vostro, dopotutto, non è affatto un lavoro facile.”
“No, infatti, ma non facciamo niente di fisico, come dare colpi al sacco o cose del genere. Meditiamo.>
“E riuscite comunque a sfogarvi?” chiese la dottoressa.
“Si, certamente! Ha effetti a dir poco benefici sia sul corpo sia sulla mente! Si tratta di…”
“EHI, GENTE, QUALCUNO HA DETTO "BIRRA"??” urlò una voce maschile dall'entrata dell'aula. Era un ragazzo dai capelli lunghi, castani e con la barba incolta. Era appoggiato ad un fusto al cui interno c'erano venti litri di birra Moretti.
Rebecca: *facepalm*
Gli altri invitati risposero esultando come Vichinghi e si fiondarono su per le scale per riempire finalmente il proprio bicchiere con qualcosa d'alcolico, ivi compreso Taishir.
“Chi diavolo è quello?” chiese Isy perplesso. Neanche Teresa aveva idea di chi fosse quel tipo.
“Non è uno degli invitati?”
“Mh, no, non credo proprio.”
“Accidenti, è tardissimo!” disse Teresa agitata, guardando l'ora sull'orologio di Isaia.
“Che... Che succede?” chiese.
“Purtroppo, devo andare.” rispose lei dispiaciuta. “Tra poche ore, devo partire per Milano. C'è una conferenza sulla psicanalisi a cui non posso mancare e devo riposarmi, prima del viaggio.” Isaia accennò, comprensivo, ma lo rattristava da morire saperla andare via.
“Mi ha fatto davvero molto piacere conoscerti, Isaia, e sono stata benissimo con te. Sei una persona stupenda.>” sorrise lei. L'uomo non seppe cosa dire e si limitò a sorriderle, ignaro del rossore che si stava espandendo sul suo volto.
“Il piacere è stato tutto mio, Teresa! Anch’io son stato benissimo con te, e... Pensavo che, forse... se ti va, ovviamente, potremmo sentirci.” L'effetto della bibita stava svanendo. Infatti, iniziava a sentirsi di nuovo impacciato ed agitato.
“Certo che mi va!” disse lei. Tirò fuori dalla borsa il suo biglietto da visita e glielo porse. Isaia ringraziò dando uno sguardo ai vari recapiti per poi riporlo in tasca.
“Non sai quanto mi piacerebbe rimanere...! Mi piace molto parlare con te e vorrei conoscerti meglio.”
“Quanti giorni devi rimanere a Milano?”
“Tre... Sarà una tortura.”
“Voleranno, vedrai.” disse strizzandole l'occhio per consolarla. “ Per il lavoro, bisogna pur sacrificarsi, no?”
“Ah, su questo non ci piove! Puoi chiamare, comunque, se vuoi. Mi farebbe piacere!”
“Ok, ma non vorrei disturbarti mentre sei alla conferenza, ecco.”
“La conferenza ce l'ho dalle 08:00 alle 11:00 e il pomeriggio dalle 16 alle 18:00.”
“Perfetto, così non corro il rischio di distrarti. Allora... ci sentiamo.” disse lui sorridendole.
“D'accordo! Tanti auguri, Isaia!” disse lei avvicinandosi e dandogli un bacio sulla guancia. Il cuore di lui mancò un battito. La salutò e rimase a guardarla mentre andava da Claudia e Gabriel per salutare anche loro e ringraziarli fino a sparire dietro la porta.
Sospirò. Si alzò dal banco e andò a prendere un bicchiere vuoto. Aveva proprio bisogno di bere e salì alla fonte della birra, dopodichè tornò dai due amici.
“Allora?” gli chiese Claudia con un sorrisino. “ Di che avete parlato, tutto questo tempo?”
“Del più e del meno.”
“Solo?” fece Gabriel.
“Perchè, di cos'altro dovevamo parlare?”
“Conoscendoti, di lavoro, studio, religione...”
“Hai pensato male, ah-ah!” esclamò il festeggiato, sorseggiando la birra. Dopo poco, arrivò Alonso.
“Allora, como es andada con la chica?” disse, ghignando anche lui.
“In che senso?”
“Si. Avrà bisogno di mooolto supporto.” sussurrò la Munari a Gabriel.
Taishir, nel frattempo, seduto ad uno dei banchi, fece cenno ad Isaia di avvicinarsi, sicuramente per parlare un po'. Il gesuita alzò il bicchiere, come cenno di averlo visto, e andò verso di lui.
“Noooo. No, no, nooo, non de nuevo, por favor!!” mormorò Alonso, consapevole di cosa sarebbe successo da lì a qualche minuto.
“Che succede, Alonso?” chiese Claudia vedendolo così sconfortato.
“Non lo vòi saher, hermana. Dame retta.” rispose l'uomo guardandola negli occhi.
“Taishir! Allora, che mi racconti?”
“Cerco di uscire dalla ruota dell'esistenza, entrando nel moto della ruota del dharma." rispose l'uomo con serenità, toccando il proprio bicchiere colmo.
“Quindi, il solito?” chiese Isaia, bevendo un bel sorso di birra.
“Già. Tra qualche giorno partirò per un breve viaggio: il Dalai Lama viene in visita in Italia e voglio vederlo.”
“Ecco, a proposito!” incalzò il gesuita “Come fai a considerare davvero saggio e rispettabile il Dalai Lama? Non intendo questo, mi riferisco alla figura in sé. Insomma, che meriti ha per essere la vostra guida spirituale” disse con velato disprezzo.
Il monaco rimase perplesso, ma poi ribattè: “Lui è il grande bhodisattva Avalokiteshvara che, per misericordia, ha deciso di non entrare nel Nirvana, ma di rimanere sulla terra per condurre altri uomini all'illuminazione!” bevve un sorso per reidratare la gola.
“Già, è vero, voi credete che sia sempre lo stesso, in corpi diversi” fece Isaia alando gli occhi al cielo. “Ma che razza di buon senso è, il vostro? Andiamo, quando la vostra guida spirituale muore, invece di cercare tra di voi il più qualificato e vicino a Dio vi riunite in meditazione per capire dove si è reincarnato, poi andate sul posto e strappate un povero bambino alla sua famiglia e lo addestrate per diventare il vostro capo spirituale.” tracannò velocemente il resto della birra e ordinò a Stefano di andargli a riempire il bicchiere. Stessa cosa fece il monaco.
Alonso decise d'intervenire e andò dai due.
“Amigos, lasciate perdere, che c'è la pignata! Dài, venite fuori a pichiar el cavalo de cartapesta pieno de caramele!”
“Non adesso, Alonso, stiamo facendo un discorso serio.” disse il giovane gesuita e poi tornò a rivolgersi al monaco:    “Avanti, sentiamo cos’hai da dire.”  
Alonso, sconsolato, se ne tornò dai due con la coda tra le gambe.
“E' il suo volere! E poi, non mi pare che il vostro sistema sia migliore! I vostri cardinali si rinchiudono in una stanza e fanno politica per vedere quale di loro è più carismatico per sporgersi dal balcone!”
Isaia inorridì a quelle parole. Non appena il ragazzo fu vicino, gli strappò il bicchiere dalla mano e bevve una lunga sorsata: “Non è affatto vero!” rispose. “E' Dio che designa il successore di Pietro e lo indica ai Cardinali, attraverso lo Spirito Santo!”
“E allora, com'è che una volta sceglieva quasi sempre i "suoi rappresentanti" tra Colonna, Della Rovere e Medici?” lo rimbeccò Taishir, prendendo il proprio bicchiere dal ragazzo.
“Oh, la metti così, eh? Beh, anche il vostro Dalai Lama nasce sempre in Tibet: che fortuna!”
“Sa che deve vivere in Tibet, tanto vale che si faccia trovare già lì, no?” disse per poi portarsi il bicchiere alle labbra.
“Quindi, ora che i cinesi lo hanno esiliato, dove avrà la lungimiranza di rinascere?” fece Isaia beffardo.
“Dove gli pare! Lo sapremo quando avverrà!”
“Se dovesse rinascere in Africa, lo accettereste comunque? Scommetto che un Papa nero verrà prima di un Dalai Lama nero!” rise il gesuita per poi tracannare quel po'che era rimasto. Il monaco non reagì.
“A giudicare dal tuo silenzio-assenso, devo dedurre che ho vinto io.” disse Isaia con sorriso trionfante.
“No, è che sono solo molto stanco.”
“Quindi, ho vinto.”
“Non voglio più parlarne.”
“Quindi, ho vinto.”
“E va bene, hai vinto!” fece il monaco esasperato.
“Diamine se ho vinto.”
Taishir sospirò, rassegnato. Si sbracò sul banco con espressione imbronciata.
“Vado a gustarmi il dolce della vittoria.” fece il festeggiato, alzandosi e andando verso la cattedra, senza far a meno d'incrociare gli sguardi dei tre amici. Claudia non sapeva cosa dire.
“Avete finito di polemizzare?” chiese Gabriel mangiando il secondo pezzo di torta di quella sera.
“Ora che ho vinto, sì.” rispose Isy e mettendosi a mangiare il dolce in compagnia dei tre. Sopraggiunsero, poi i due prelati:
“Dottoressa, complimenti per la torta, è squisita!” disse Castello. “E’ la terza fetta che mi mangio!”
“Slurp! Concordo col collega: è una cosa indescrivibile!! I miei più vivi complimenti, Dottoressa Munari! Se vado avanti così, il frac non mi entra più.”
“Ma se sei magro come un chiodo!” fece Castello.
“Ma che! Falso magro, casomai!”
“Ma smettila! Io che sono grosso, allora, che devo dire?”
“No, tu non sei grosso, sei grasso. E’ diverso.”
“Ahahah. Ora che hai fatto la battutina idiota della serata, ti senti soddisfatto?”
“Dimmelo tu, che ti mangi tre fette di torta e poi ti lamenti di essere grasso.”
“Non finiranno più, di questo passo.” mormorò Isaia agli altri tre e tagliando un pezzetto della fetta con la forchetta.
“Giretto fuori? Inizia a mancarmi l’aria.” disse Claudia. Isaia, Gabriel e Alonso concordarono, uscirono e percorsero il corridoio.
“Mmh…” fece Isy  fermandosi all’improvviso.
“Che c’è?” chiese Gabriel.
“ Mi preoccupa lasciare la spada lì dentro, con quei due. Sono imprevedibili.”
“Fegurate se sano manegiar una espada, queli là. No preoccupe, hermano.” disse Alonso bonariamente e dandogli una pacca sulla spalla.
“Spero tu abbia ragione.” replicò l’esorcista sorridendo.
“E poi, c’è Vargas, lì dentro. Farà lui da paciere, in caso iniziassero a darsele.” disse Gabriel.
Uscirono dall’Università e si sedettero sui gradini. Si misero a parlare del più e del meno ma dopo alcuni minuti…
“Isaia… presto, corri!!” disse Taishir arrivando col fiatone.
“Taishir, che succede?” disse il gesuita alzandosi di scatto.
“Quei due… Stanno litigando e… uno di loro… ha la tua spada!” L’uomo corse verso l’aula e gli altri tre lo raggiunsero dopo pochi minuti. Taishir ci mise più tempo, data l’età.
Entrati, videro Sartori che schermava i colpi di spada di Castello usando la sedia della cattedra come scudo.
“La prossima volta che mi chiami zampone, ti affetto, brutto stoccafisso sotto sale!!”
“Castè, scemo, quella non è una spada giocattolo, mettila via!!” disse Sartori riparandosi il più possibile dietro lo schienale.
“Scemo a chiii?? Ha parlato quello che va ai compleanni in frac!!!”
“Te l’ho spiegato, il motivo!! PIANTALA!! Domani, vorrei dire Messa intero, se permetti!!”
“Monsignor Castello, la prego, metta giù quell’arnese!! Può fargli davvero male!!” esclamò Vargas, tentando di farlo calmare. Non poteva neanche mettersi in mezzo. L’uomo non gli diede  minimamente importanza.
I tre scesero: Gabriel allontanò Sartori, mentre Isaia e Alonso si occuparono di Castello. Gli strinsero i nervi delle spalle, in modo da fargli provare dolore e così mollare la spada.
Claudia, invece, rimase sulle scalinate ad osservare i due contendenti e cercando di tracciare un profilo psicologico di entrambi.
Vorrei poter dire che si tratta di infanzia repressa ma non ne sono del tutto sicura pensò la dottoressa riflettendo e socchiudendo gli occhi.
“Sembrate due bambini! E’ ora che la piantate!!” disse Isaia, recuperando lo spadone per poi rinfoderarlo. Sperò che non gli avesse smussato la lama.
Sartori tirò un sospiro di sollievo e abbassò la sedia. “Ragazzi, vi devo un favore! ‘Sto matto, per poco, non mi faceva a fette!” fece il prelato cercando di avanzare verso l’altro ma senza riuscirci perché trattenuto da Gabriel.
“Mi hai offeso. Pretendi che mi faccia una risata?” replicò Castello che cercava di divincolarsi dalle ferree prese dei due.
“Non ricominciate, eh!” disse Antinori
“Preferisco mucho de più ti e Taishir. Almeno, quando delirate, so a que es dovuto. ” disse Alonso ad Isaia, sottovoce.
“Agiungo anche che le vostre conversaçiones, in confronto, son più enteresanti e profonde.” concluse l’anziano padre con un ghigno.
“Grazie!” fece il giovane. “Allora, Monsignore, se la lasciamo, promette di stare calmo?”
“Va bene, d’accordo…” disse Castello ormai tranquillo. Si era fatta una cert’ora e gli invitati iniziarono ad andare via.
Giulia salutò tutti, diede di nuovo gli auguri al suo ex insegnante e se ne andò. Fece lo stesso anche Vargas, che era molto stanco e aveva da fare, il giorno dopo, e Rebecca che se ne tornò a casa con il ragazzo, ma non prima di aver fatto gli auguri al suo prof.  Fu il turno di Taishir, dopo un po’. La rissa l’aveva parecchio agitato ed era, giustamente, anche molto stanco.
Rimasero i due Monsignori, il quartetto e Stefano. Sartori e Castello se ne andarono con le proprie automobili senza neanche salutarsi e i rimanenti restarono a mettere tutto in ordine e pulire. Si spartirono la torta e mentre Isy metteva i regali in macchina aiutato dallo studente, Alonso, Claudia e Gabriel divisero la somma di bibite e vivande, escluso il barile della birra di cui, ora, non sapevano che farsene. Sicuramente, pensò Isaia, il ragazzo di Rebecca l’avrebbe richiesto indietro, il giorno dopo, quando, all’improvviso, un anziano signore baffuto e dalla voce profonda entrò nell’aula. In testa portava un cappello.
“Scusate, eh, se piombo qui, ma ho appena saputo che qualche disgraziato ha rubato dalla fabbrica della Moretti un fusto di venti litri. I miei baffi mi hanno portato a quest’Università… Ah eccolo qua! Ottimo, c’è pure il carrello.” I quattro fissavano l’uomo con espressione attonita e senza fare un fiato. Il signore, tuttavia, non ci badò.
“Vabbè,  vado che, se no, s’insospettiscono e pensano che me la sto bevendo. Buonanotte!” disse per poi andarsene tranquillamente con il barile.
“E- Era proprio lui?” fece Isaia fissando l’uscio dell’aula, come anche gli altri tre.
“Senza alcun dubbio.” fece Claudia.
“Seguro.”
“Ci puoi scommettere l’iPad”
“Beh, direi che ci siamo levati il problema” disse l’esorcista spezzando il silenzio. Dopo aver ripreso tutto e chiuso bene, Gabriel infilò le copie delle chiavi in suo possesso nella cassetta della posta, come ordinato da Gennaro. Stefano, dopo aver salutato e fatto gli auguri all’insegnante (il quale lo ringraziò a sua volta per aver partecipato e averlo aiutato con i regali) salutò tutti e se ne andò per la sua strada.
Il quartetto, invece, arrivato alle macchine, si radunò a parlare un po’.
“Ragazzi, non so come ringraziarvi, è stata davvero una bellissima sorpresa e una festa fantastica! Non mi sono mai divertito come stasera!”
“E noi non possiamo essere più contenti di ciò” Gabriel gli diede una pacca sulla spalla. Alonso e Claudia concordarono.
“Non te preocupar por quei dos, hermano. L’emportante es que nesuno si sia fatto male.” Disse Alonso strizzando l’occhio.
“Neanche ci pensavo, guarda!” fece Isy ridendo.
“La torta ti è piaciuta? Bada che accetto solo risposte positive.” scherzò la dottoressa.
“Tanto, solo quella ho: è buonissima! Complimenti, a proposito!” rispose il gesuita sorridendole. “La tua amica Teresa è molto interessante, comunque, e molto simpatica.”
“E’ un mito. Soprattutto come persona, oltre che come medico. Per me, è come una sorella. Sono contenta che la pensi così. Che ha detto, vi risentirete?” chiese lei, entrando in modalità “ficcanaso”.
“Sì, mi ha dato il suo biglietto… e… gli orari in cui è in conferenza, così so quando chiamarla.”
“Ay caramba!!” esclamò Alonso sorpreso. “Soy felize por ti, amigo!!” Isaia gli sorrise e accennò col capo per ringraziarlo.
“Hai capito!” ribattè Claudia ghignando. “Vabbè, bella gente, meglio che vada; non mi reggo in piedi. Di nuovo tanti auguri, Isaia! Ci si becca!” disse la dottoressa, salì in macchina e ripartì e così anche gli altri due, dopo avergli dato di nuovo gli auguri finchè rimase lì da solo. Sorridendo tra sè, salì in macchina e ripartì verso casa, pieno di regali, ma soprattutto contento di aver passato un bellissimo compleanno insieme ai suoi amici e aver conosciuto una donna stupenda.

Fine



 
Note dell'Autore:
Spero che vi sia piaciuta! xD
Questa fanfic è stata scritta
 a due mani, in un momento di folle ispirazione, con la mia amica Dirce, la quale mi ha aiutata, consigliata e fornito i dialoghi tra Isy e Taishir e a cui urlo un grandissimo GRAZIE!!!! Amiamo immensamente il personaggio di Isaia, in tutto e per tutto (e il merito non può che andare a Stefano Pesce che lo sa interpretare magistralmente <3). Su di lui, non ci sono molte storie e ho quindi pensato di dedicargliene una in cui è protagonista. Ho voluto soprattutto far risaltare il fatto che, per una volta, è Gabriel a ricordarsi di Isaia e del suo compleanno, come fa ogni vero amico che si rispetti. ;)

















 


 
   
 
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