Rimase immobile ancora qualche istante, senza riuscire a smettere di guardare quella foto.
Quell’immagine, in cui egli stesso sorrideva, ma anche un bambino avrebbe capito lontano un miglio che si trattava di un sorriso falso.
Guardarla gli provocava un dolore inaudito al cuore ogni secondo di più, ma non riusciva a farne a meno.
Vedeva lui stesso, sorridente vestito in giacca e cravatta di fianco a Nami, con un bellissimo vestito da sposa che metteva in risalto il suo ventre appena accennato.
E poi c’era lui.
Bellissimo nello smoking di seta bianco, con quei capelli che sembravano morbidi fili d’oro, con quel bizzarro sopracciglio che era stato oggetto delle sue beffe per celare il sentimento che provava.
Con quel sorriso, quegli occhi radiosi che per anni lo avevano stregato.
E non era mai riuscito a dirglielo.
Stupido, era stato proprio uno stupido!
Ricordava ancora il giorno in cui si era deciso a dichiararsi, quel giorno che, con il cuore in gola, si era precipitato nella sua camera deciso a confessargli il suo amore una volta per tutte.
E ricordava ancora il peso del mondo che gli era caduto addosso quando, aprendo la porta, aveva trovato la bella navigatrice mezza nuda sotto di lui che lo baciava appassionatamente.
Era stato il colpo più duro che avesse mai ricevuto nella sua vita, dopo la morte di Kuina.
E forse fu ancora peggio quando, qualche settimana dopo, i due si erano presentati a lui e, sorridendo, avevano annunciato che aspettavano un bambino e si sarebbero sposati entro un mese.
Ormai erano passati sei mesi, ma il dolore era ancora lo stesso di allora.
Sentì dietro di lui una voce ridere.
La sua.
Si voltò, e lo vide steso sull’erba del ponte mentre accarezzava e baciava con dolcezza il pancione ormai pronunciato di Nami, sorridente sotto di lui.
Di nuovo sentì migliaia di coltelli trafiggergli il cuore.
Era troppo, davvero, non ce la faceva!
Non aveva mai pensato che lui, Roronoa Zoro, il grande guerriero che non conosceva la paura si sarebbe ridotto così.
E tutto per colpa di quell’idiota di Sanji Blackleg!
Voleva odiarlo, voleva picchiarlo, voleva anche ucciderlo, ma c’era qualcosa che glielo impediva.
E quel qualcosa era veramente troppo forte.
Ma ormai era troppo tardi.
Non poté far altro che girarsi e tornare a guardare il mare, mentre una lacrima salata rotolava dalle sue guance e si mischiava alla grande distesa di acqua azzurra sottostante.
 
 
 
 
NOTE DELL’AUTRICE
 
Io che pubblico due fic nello stesso giorno?!
A quanto pare è possibile!!!!
So anche che non è da me pubblicare fic così tristi, ma stamattina su fb ho visto una foto che mi ha dato ispirazione.
E poi ultimamente sto cominciando a scoprire la SaNami (fan dello ZoSan, non trucidatemi, per favore!), e quindi ho voluto dedicare una breve fic anche a questa coppia.
Bene, spero che vi sia piaciuta, (dopo questa immagino mi farete fare una brutta fine) un bacione e alla prossima!!!! :D

SS