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Autore: Agnese_san    05/04/2014    1 recensioni
Ambientata due settimane dopo la puntata 1x16. Collegata (+ o -) a Discipline Malfunction.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Liz Parker, Max Evans
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La coperta

Il sole dell’alba del New Mexico era sul suo viso, mentre guidava la jeep lungo il letto secco del fiume. Erano già le otto di mattina ed era stata una lunga notte. Lui era stanco, mentre si avvicinava all’inizio del sentiero che aveva lasciato solo quattro ore prima.

Guidando, aveva ricordato il vero inizio di quel viaggio, un primo mattino di due settimane prima.

Loro quattro avevano parlato per quasi un’ora, prima che i due ragazzi entrassero nel ristorante per trovare i genitori di entrambi che li fissavano. Quei due erano entrati fianco a fianco ma, quando avevano visto i loro genitori, si erano avvicinati uno all’altra, mentre le loro mani si trovavano, ognuno cercando la rassicurazione dell’altro, davanti agli sguardi di rimprovero.

La loro scusa di ‘essere rimasti a guardare le stelle’ era servita solo a far arrabbiare ancora di più i genitori, che avevano già deciso il loro fato. Niente era negoziabile, nessuna scusa avrebbe potuto giustificare le loro azioni e la sentenza era già stata emessa in contumacia.

Non avrebbero potuto parlarsi tra di loro, né uscire insieme, nessuna visita, niente telefono, né vedersi, tranne che in presenza dei genitori. Queste regole non erano negoziabili. Forse, dopo quattro mesi, o forse sei, le regole avrebbero potuto essere riviste, se si fossero comportati bene. I genitori avrebbero trovato, tra i loro mille impegni, il tempo per riunirsi di nuovo. Ma, fino ad allora, le regole erano dettate e nessuna argomentazione di adolescenti spinti dalle emozioni avrebbero cambiato quelle regole. Quella era la legge e i ragazzi non l’avrebbero violata.

O almeno così era sembrato, fino a quando non si era alzato, sette ore prima, svegliato da un sogno. Allora lo aveva sentito, lo scricchiolio di una impolverata scala antincendio che scendeva dal muro di mattoni. Era entrato nella stanza di lei e l’aveva trovata vuota, la finestra che dava sul tetto, aperta. Uscito di corsa sul tetto, era andato verso la scala trovando vuota anche essa. Ma, muovendosi lentamente lungo il vicolo buio, c’era la jeep scura, con due persone dentro.

Allora li aveva seguiti, attraverso il deserto del New Mexico, fari spenti e guidato dalla luce della luna. La coppia ignara della macchina che li seguiva, gioendo della compagnia reciproca e del soffio dell’aria fredda dell’alto deserto che passava tra i loro capelli. Avevano preso la vecchia strada che passava accanto alla base aerea abbandonata, attraverso il torrente e su verso la vecchia torre radio della base.

Li aveva raggiunti lì, sorpresi dalla luce dei fari che aveva illuminato i loro visi all’improvviso, mentre erano seduti nella jeep. Allora li aveva affrontati, già arrabbiato ancora prima di ascoltare le loro scuse sul ‘guardare le stelle.’

E allora l’aveva vista, la scura coperta di lana sul sedile posteriore della jeep e non aveva avuto alcun dubbio sulle loro vere intenzioni nello stare fuori, nel deserto.

Lei era sempre stata una ragazza perfetta, sempre obbediente e, in qualche modo, per suo padre, questo aveva reso il tradimento ancora peggiore. Lui aveva gettato le chiavi della jeep nel deserto e l’aveva trascinata fuori dalla macchina, il ragazzo che stava reagendo con rabbia, ma che era stato trattenuto da una parola di lei. La ragazza fu spinta nella macchina e portata subito via.

Lei aveva cercato di protestare, cercato di giustificare le sue azioni, ma lui si era arrabbiato ancora di più. L’aveva insultata, parole pesanti, dettate dalla rabbia del suo tradimento e dalla paura di quello che poteva essere successo. Lei, allora, aveva pianto, profondi singhiozzi che avrebbero intenerito il cuore di ogni padre. Invece, la sua rabbia era continuata.

Quando lui aveva parlato del ragazzo, anche la rabbia di lei si era accesa. Lei aveva sopportato in silenzio le ingiurie di suo padre verso di lei, ma aveva difeso il ragazzo con veemenza, con rabbia, con una passione che era pari a quella di lui. E anche questo lo aveva fatto infuriare.

Quando avevano cominciato a scendere verso il letto del ruscello, lui le aveva gridato dietro, stupito che lei gli rispondesse ancora con furia, stupito di vedere il suo stesso odio riflesso negli occhi di lei.

Troppo tardi lui aveva guardato davanti a sé ed aveva visto il grosso masso che si era staccato dalla sporgenza di roccia per precipitare sulla strada polverosa, troppo tardi per evitare l’impatto contro la ruota della macchina, troppo tardi per evitare la sbandata che aveva spinto la macchina fuori dalla strada e dentro il letto asciutto del ruscello.

Il veicolo si era rovesciato e il tempo era sembrato fermarsi. Solo pochi secondi, ma erano stati sufficienti. Tempo sufficiente per rimpiangere la partenza frettolosa e le cinture lasciate slacciate. Tempo sufficiente per rimpiangere le parole di rabbia dette alla sua amata bambina. Tempo sufficiente per ricordare che il suo compito era amare e non giudicare.

Aveva sentito lo stridente impatto, quando era stato sbalzato dalla macchina ed aveva tossito, mentre la polvere si posava per rivelare la macchina rivoltata su un fianco, sua figlia intrappolata per metà fuori dal finestrino, il suo corpo schiacciato tra il finestrino e il tetto.

Tutta la sua rabbia lo aveva lasciato prima dei pochi secondi che erano stati necessari per precipitarsi al fianco di lei, per guardare nei suoi occhi pieni di dolore, per vedere il rivolo di sangue che le usciva dalla labbra ad ogni elaborato respiro. Per sentire la voce di lei che mormorava "Papà … ".

Lui avrebbe voluto dare la sua vita per poter sollevare quella macchina, per tirare fuori sua figlia, ma i suoi sforzi non l’avevano smossa ed essa continuava a schiacciare la vita fuori dalla sua unica figlia. E guardando ogni respiro farsi più difficile del precedente, il suo senso di colpa non aveva conosciuto confini.

Un’ora prima, la sua paura peggiore era stata che lei potesse essere col ragazzo, sotto i raggi della luna, distesa su una coperta con lui, forse per creare una nuova vita. Aveva cercato di liberarla da quello e, invece, l’aveva portata a questo … dove la sua vita stava fluendo lentamente fuori da lei sulla terra fredda dell’alto deserto.

E l’ironia l’aveva schiacciato, quando si era ritrovato ad augurarsi che, in quel momento, lei potesse essere tra le calde braccia del ragazzo, su quella coperta scura.

Allora lo aveva sentito, il rumore di un motore, lo stridio di freni, l’acciottolio delle rocce, mentre il ragazzo scendeva di corsa il declivio.

"Signor Parker … Sta bene? … Dov’è Liz?"

Poi aveva visto l’orrore riempire quei grandi occhi ambrati, quando avevano visto il viso di lei ed aveva visto lo stesso terrore, la stessa paura e lo stesso dolore che riempivano il suo cuore, riempire lo sguardo del ragazzo. Aveva visto che lui l’amava, non dell’amore di un padre, ma di un amore altrettanto profondo, di un amore molto più grande che la semplice passione dettata dagli ormoni di un maschio adolescente e di sentimenti superficiali. Troppo tardi aveva realizzato che si era sbagliato sul ragazzo, che si era sbagliato su entrambi.

Era rimasto sorpreso quando il ragazzo aveva spostato la macchina da sopra di lei. Lui non c’era riuscito, nonostante i suoi migliori sforzi. Ma la liberazione di sua figlia non gli aveva portato nessun conforto, quando aveva visto il corpo schiacciato che era stato nascosto dal veicolo. Orrore, terrore e senso di colpa lo avevano colmato quando aveva saputo … saputo che a quelle ferite non si poteva sopravvivere.

Aveva guardato il ragazzo inginocchiarsi accanto a lei, la luna che si rifletteva sul cuoio scuro della sua giacca, mentre avvicinava il suo viso a quello di sua figlia. Allora aveva distolto il suo sguardo, sommerso dal senso di colpa. Era stato lui a fare questo a loro e non se lo sarebbe mai perdonato. Non aveva bisogno di portarsi dietro per tutta l’eternità lo sguardo del loro dolore mentre si dicevano l’ultimo addio, si scambiavano l’ultimo bacio, si dicevano le ultime parole.

Ma quando aveva sentito quelle parole, i suoi occhi si erano riempiti di lacrime, perché lui aveva saputo.

"Liz, devi guardarmi …"

"Max … ?"

Lacrime di speranza e lacrime di gioia perché aveva saputo …

"Devi guardarmi, Liz."

Lui aveva saputo ancora prima di vedere la luce gialla provenire dalle mani del ragazzo ed allargarsi sopra il corpo spezzato di sua figlia, ancora prima di sapere …

… che qualche volta i miracoli accadevano veramente …

… che qualche volta i turisti pazzi non erano pazzi, dopo tutto …

… e che qualche volta un Dio amorevole e gentile dava una seconda possibilità ai padri, anche a quelli che avevano dimenticato che il loro compito era amare e non giudicare.

Lui l’aveva portata su per la sponda del fiume, addormentata tra le sue braccia, fino al sedile posteriore della stessa jeep. Lui aveva aiutato il ragazzo a salire sul sedile del passeggero. Apparentemente, sollevare auto e fare miracoli richiedeva il suo pedaggio ad un ragazzo di 17 anni, qualunque fosse la sua origine. Lui li aveva portati dove il ragazzo aveva chiesto, per trovare riparo, per trovare un posto sicuro, dove avrebbero potuto riposare per un po’, dove avrebbe potuto continuare la guarigione.

Lui aveva aiutato il ragazzo a mettersi in piedi per arrivare alla rupe dove si apriva l’entrata della camera. Quando lui si era allontanato per andare a prendere cibo e acqua, il ragazzo gli aveva assicurato che sua figlia non avrebbe provato dolore, che lei non era in pericolo e che lui l’avrebbe completamente guarita, quando entrambi i loro corpi si fossero riposati.

Ora, mentre tornava da loro col cibo e l’acqua, aveva ricordato di aver allargato quella coperta sul pavimento della caverna, di aver aiutato il ragazzo ad uscire dalla jeep e a distendersi sulla coperta e di aver deposto sua figlia a fianco del ragazzo. L’ironia non era sfuggita a Jeff Parker, ma ora ne sorrideva. Non poteva portare rancore ad un Dio amorevole e gentile per il suo piccolo scherzo.

Quando era salito per il sentiero, ansioso di vedere sua figlia sveglia, ansioso di implorare il suo perdono, aveva esitato ad entrare nella porta aperta e a chiamarli. Non era sicuro di quanto velocemente il suo futuro genero potesse recuperare le forze, di quanto velocemente avrebbe potuto guarire Lizzy, o di quanto … in forma Lizzy potesse sentirsi.

Non voleva mettere in imbarazzo i due ragazzi. Li amava troppo, per farlo.

N.d.T: Non ho tradotto io questa storia. L'ho trovata già tradotta su un sito che purtroppo è stato cancellato. L'ho salvata in tempo ed è molto bella quindi a voi la lettura :D 
   
 
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