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Autore: BestFFever    06/04/2014    1 recensioni
Non c'è caso che non possa essere risolto con il signor Piffle, l'anziano dalle mille doti investigative.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il signor Piffle era un detective anziano baffuto, considerato da tutti uno sprovveduto senza famiglia e vita sociale.
Adorava starsene tutto il giorno per i quartieri cittadini, col sole che rimbalzava sul suo cappello color legno, e il viso nascosto. Non faceva altro che interessarsi degli altri che di sé stesso.
Quel pomeriggio nessuno lo aveva visto, non era passato, come tutti i giorni, sotto i balconi, nella speranza che qualcuno gli chiedesse un favore, o lo invitasse a prendere una tazza di buon caffè. La città era rimasta come sospesa in un silenzio, che nessuno sembrava voler spezzare.

Quel giorno si dice che Lottie, una ragazzina di quel paese sperduto chiamato Caroline, si fosse buttata giù dalla sua abitazione. Lottie era una fanciulla sui diciotto anni che passava il proprio tempo tra la campagna e i lavori domestici, ammirata dagli uomini che la vedevano dinanzi. Si dice che fosse la più bella del paese e che fosse invidiata da tutti.
Da tempo il padre maltrattava lei e le sue sei sorelle. La mamma, che era morta quando erano ancora piccole, sembrava non essersi mai opposta alle violenze del padre sulle figlie, ma al contrario subiva anche lei.
Pare ovvio, quindi, che i sospetti cadessero sul padre, un uomo colombiano, spacciatore di droghe e capo di un’associazione di mafia.

Il signor Piffle era scomparso. Tutti pensavano, o addirittura speravano fosse morto. Ma fu il primo ad essere intervenuto sul caso.

L’anziano vide la piccola fanciulla morta sull’asfalto, e salì così le scale che portavano alla sua abitazione.
Bussò alla porta dell’abitazione e rispose una delle sei sorelle: Giada. La ragazza aveva le lacrime agli occhi e alle domande dell’anziano sembrava nascondere qualcosa. Tutto in casa sembrava tranquillo, il padre era seduto al tavolo con una tazza di camomilla in mano, come se nulla fosse successo.
Le sorelle chiuse in camera a piangere.

‘Signore, sono Piffle, cosa è successo?’
‘Nulla di particolare’’ rispose l’uomo avvicinando al labbro la tazza.
‘E’ morta sua figlia, sa il colpevole?’ insistette Piffle.

L’uomo si alzò dalla sedia, era pronto a cacciare l’anziano da casa sua, ma capì che sarebbe stato meglio abbandonare la sua intenzione per non essere ancor più sospettato di quanto già sapeva.
Piffle andò nella camera delle ragazze, stese sul proprio letto a piangere. L’anziano baffuto le guardò come se le facessero pena.

‘Cosa è successo donzelle?’ disse.
‘Lo ha visto’ rispose la maggiore.

Il silenzio inondò la stanza, cupa, vuota. Piffle si guardava intorno scoprendosi il viso, cercando qualcosa che avrebbe potuto aiutarlo a risolvere il caso. Ma non c’era nulla. Una sedia. Una sedia vicino all’alta ringhiera.
Piffle capì.
Capì tutto solo guardando il volto delle sorelle, ricordandosi della fila che avevano fatto dai letti al balcone, che da giù aveva intravisto.

Pochi minuti dopo si sentì la sirena della polizia, arrivata in ritardo. L’agente Filo entrò con sguardo deciso nell’abitazione, come quando una mosca entra in un ristorante, non sapendo che verrà uccisa. Fu questo che accadde all’agente. Il signor Piffle si era mostrato più abile di lui e meno sprovveduto di quanto si pensasse.

‘Cosa ci fa lei vecchio?’ disse come a vantarsi l’agente.
‘Il caso è risolto’ disse l’anziano, alzando lo sguardo.

L’agente sorrise in modo malefico. Sapeva di avere l’assurdità davanti.

‘E sentiamo, cosa ha risolto?’ disse l’agente curioso.
‘Si è suicidata’ disse.
‘Può andare’  rispose l’agente come se non avesse sentito nulla.
‘Mi permetta di finire. Le ragazze stavano sicuramente per suicidarsi tutte. Quando sono arrivato, ho visto una sedia vicino al balcone, grazie alla quale Lottie si sarebbe uccisa perché il balcone è davvero molto alto. Le sorelle meno coraggiose avrebbero seguito l’esempio. Ho intravisto anche che le ragazze erano in fila, come se prima o poi sarebbe toccato a loro sicuramente.’
‘E perché questa ipotesi?’
‘Perché il padre è la causa morale, e sarà profondamente indagato, spero. ‘ concluse il vecchio.

Le parole di Piffle lasciarono stupito l’agente, che non potè far altro che annuire e subire la dura sconfitta.
 
 
  
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