Konoha era quasi distrutta dalla furia imminente della volpe a nove code. Case mandate in frantumi, cenere nell’aria. Il quarto Hokage, Minato, e sua moglie Kushina si erano appena sacrificati per sigillare la volpe nel loro unico figlio Naruto. Ma anche se ora tutto era finito,non era per niente così. Tra una delle stradine distrutte di Konoha, in una c’era una piccola bambina indifesa che piangeva davanti ai suoi genitori morti a causa di un’attacco. Loro l’avevano protetta tenuta al sicuro, in una cesta con una coperta per tenerla al caldo. Ma una coperta non poteva sostituire il calore che dei genitori danno, non potrà mai sostituire l’affetto. Fino all’età di sei anni questa bambina fu accudita dal Terzo Hokage che era passato di lì quella notte e aveva preso con se la piccola. Non aveva un nome, quindi visto che aveva un po di tempo libero in quello studio decise di darle un nome. Ma con il chiasso delle urla di Naruto, quel povero vecchietto non riusciva a concentrasi. Aveva sempre pensato che il nome fosse una cosa molto importante per ciascuna persona, infatti i nomi si danno solo agli esseri viventi ed è una delle principali cose che gli distingue dagli oggetti, strano pensiero vero?.

“Naruto dannazione non piangere, ah questi marmocchi. Jiraya tieni a bada quel combina guai, io sto decidendo un nome qui!”

Jiraya, che si trovava da quelle parti, era andato a fare rapporto dall’Hokage visto che aveva appena concluso la sua missione.

“Eh chi è quella bella , calma soprattutto, bambina?”

Chiese il più giovane vendendo la piccola giocare curiosa con il dito dell’Hokage

“Lei è….Ayumu Hisozuhana , i suoi genitori sono morti quando la volpe era ancora tra noi, che ne pensi?”

“Non sono affari miei, ma poi quando verrà da te chiedendo spiegazioni del suo nome, non dirle che è stato preso da un libro per adulti … Comunque ho già sentito questo cognome, in giro dicono che questa bambina sia maledetta”

Jiraya si stava riferendo ad un libro inedito che solo il terzo aveva avuto da lui stesso per il suo compleanno. Esso trattava di un ragazzo che ogni notte, sognava sempre la solita ragazza che gli mandava messaggi espliciti che non sto qui a descrivere. Ma il significato da solo del nome “Ayumu” era bello, colei che camminava nei sogni. La gente invece non scherzava sul fatto che la bambina era maledetta, lei ovviamente non lo era, ma tutti si erano fissati con il pensiero che chiunque si avvicinava a lei moriva.

“Sarà una grande sognatrice e aiuterà la gente a realizzare i propri sogni”.

Dopo 6 anni, Ayumu decise di trasferirsi da sola in un piccolo appartamento nel centro di Konoha. La casa era piccola e modesta, una cucinetta, un soggiorno, un bagno e due camere da letto. Non sapeva cucinare e visto che la sua casa era vicina al negozio di Ichiraku andava da lui per mangiare. Nessuno le offriva un lavoro a causa delle voci che erano sparse in giro, quindi ogni qual volta voleva mangiare il maestro Iruka le offriva qualcosa, ma non c’era solo lei c’era anche uno strano bambino con capelli color limone che ogni volta che Ayumu lo vedeva gli faceva pietà per la sua strana convinzione.

“Hey tu, io sono Naruto Uzumaki, diventerò Hokage”

affermava con un sorriso entusiasto vedendo la sua ciotola di ramen bella fumante, pronta per essere mangiata

“ Pf, sempre se non lo divento prima io, e comunque ho un nome per tua informazione, sono Ayumu ma azzardati a chiamarmi così se no ti spezzo in due nano”

Ayumu, al contrario di quello che il terzo aveva sperato per lei, era molto chiusa in se stessa e fredda ma con Naruto un po si era aperta; forse perchè erano entrambi orfani dalla tenera età.

“E come dovrei chiamarti scusa? Strega? Lo so…., Ayucchan!”

“Mi piace”