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Autore: IlQuokkaDaWonderland    08/04/2014    1 recensioni
Haydan ha un solo desiderio da bambino.
"Io voglio diventare un vampiro come te."
"Perché?"
"Perché voglio stare con te per sempre. Perché ti voglio bene.

Scritta con questa musica meravigliosa tratta da uno dei miei anime e manga preferiti.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrian Blackmore, Cain Blackmore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Perché tu sei la mia fine e il mio inizio. '
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Il desiderio di un principe
- Il desiderio di un principe -




Dedicata a Lara,
perché se è scritta, è merito suo.

(Da ascoltare durante la lettura: 

Kalafina - Kagayaku sora no shijima ni wa )







“Non voglio andare a dormire!” Strilla ancora la piccola creatura bionda tra le sue braccia. “Voglio stare con i grandi! Voglio ballare e giocare!” Si contorce e dimena, nonostante sappia che quella presa ferrea è impossibile da sconfiggere.

“Principe Haydan, vi prego. Fate il bravo bambino.” La giovane donna che si occupa dei figli dei sovrani cerca disperatamente di calmarlo.

“No! Voglio scendere! Fammi scendere ho detto! Io…” Il piccolo prende fiato e urla ancora. “Io te lo ordino!” Sbotta, come se servisse alzare in quel modo la voce, considerando il suo udito finissimo.

Il redivivo lo appoggia a terra, guardandolo con sguardo glaciale. “Siete contento ora?” Mormora, mentre il ragazzino lo fronteggia, nonostante la giovane età.

“Sì.” Annuisce e con aria di chi è abituato a comandare gira i tacchi e cammina verso le sue stanze. “Ora vado a letto. E tu vieni con me. Ma lei non la voglio!” Indica la donna che lo guarda con una mano sul petto, sorpresa. Haydan afferra la mano di Adrian e lo tira verso la camera. “Adrian, vieni. Andiamo!”

Il redivivo rimane fermo per un attimo, prima di seguirlo con un’alzata di spalle. “Posso sapere perché non potevo tenervi in braccio?”

“Perché posso camminare.” Risponde con tutta tranquillità. Si alza sulle punte per aprire meglio la porta e Adrian lo segue all’interno.

Lo guarda, mentre si siede sul letto e sorride a lui, un semplice vampiro, seppur della famiglia Blackmore.

“Mi aiuti?” Chiede il principe, poi.

Adrian Damon Mayfield Blackmore, la balia del piccolo Haydan. Pensa per un attimo il moro, avvicinandosi.

“Perché sempre io?” Parla lentamente, mentre il biondino chiude gli occhi e apre le braccia ancora grassottelle dei bambini.

“Perché tu mi piaci.” Ammette sincero, prima di rotolarsi tra le lenzuola, solo con la camicia e le brache da notte. “Da grande voglio essere come te. Non come Ashton! Tu sei più bello!” Si mette il lenzuolo bianco in testa e si butta su di lui. “Sono un vampiro!” Strilla, ridendo.

Adrian si paralizza quasi, guardandolo con aria assente. “Non dovete dirlo.” Sibila, ma il bambino lo ignora, ripetendo quella frase e saltando giù dal letto, correndo poi fuori prima che il redivivo si renda conto della cosa.

“Sono un vampiro!” Lo sente urlare in corridoio, mentre si alza lentamente.

Non ha bisogno di correre per prenderlo. In fin dei conti non ha fretta e ha le gambe molto più lunghe delle sue.

E quella scenetta potrebbe anche essere divertente, potrebbe.

Lo trova vicino a quella che dovrebbe essere l’effettiva balia del principe e delle principesse. Sta cercando di spaventarla, come sempre.

“Sono un vampiro e tu sei spacciata!” Haydan salta addosso alla donna e fa per morderla, ma vede Adrian e scappa di nuovo. “Non mi prendi!” Urla, ridendo e correndo verso la sala da ballo.

C’era una festa per i sovrani e chiaramente lui voleva stare tra loro, non a dormire.

“Principe Haydan, è molto tardi, dovreste dormire.” Riesce a dirgli prima di vederlo entrare a terrorizzare la folla. Sospira, grattandosi appena la testa, stanco e affamato.

Entra nella sala e vede il lenzuolo bianco. “Sono un vampiro, madre!”

“Haydan!” La voce della regina lo fa trasalire. In fin dei conti è stato lui a permettergli di entrare. “Smettila di mordere tua sorella!” Lo rimprovera, ma Adrian può avvertire una leggerissima punta di divertimento nella sua voce.

“Ma madre! Io sono un vampiro! Come Adrian!” Non fa in tempo a finire che si ritrova nuovamente sollevato da terra. Ashton l’ha stretto tra le braccia. “Lasciami andare Ashton!” Ricomincia a urlare.

Adrian si avvicina, chiedendo scusa ai sovrani. “Perdonatemi, è colpa mia. Gli ho permesso di uscire dalla stanza.” Mormora, mentre il vampiro più anziano sorride, divertito dal principe. Forse è per questo motivo che Haydan non lo sopporta molto. Si sente preso in giro.

“Sono io a dovermi scusare, Adrian. Non è giusto che Haydan ti usi come balia. Non è vero, Haydan?” La madre lo guarda, senza riuscire a evitare di scoppiare a ridere.

Il principe ha il lenzuolo avvolto tutto attorno al corpo, grazie a Ashton. Solo le braccia sono libere, ma chiunque lo troverebbe divertente.

“Ma…Adrian lo fa volentieri vero Adrian? Tu mi vuoi bene, vero?” Lo sguardo implorante negli occhi verdi. Adrian annuisce, dopo qualche secondo e prende il bambino dalle braccia più antiche di Ashton.

“Posso diventare un vampiro come te, Adrian? Quando sarà grande!” Lo morde sul collo, ridendo.

“Haydan Blackmore!” Il padre lo guarda, senza ridere. “Smettila di importunare Adrian e vai subito a dormire. E basta giocare.”

Il biondo fa per rispondere, ma il redivivo con gli occhi verdi lo porta fuori dalla stanza, prima che lo possa fare. Può udire chiaramente una risata del giovane Brian Blackmore e di sua moglie Clarisse.

“Andiamo a letto, ora. Va bene?” Domanda, mentre il principe appoggia la testa sulla sua spalla.

“Ma io voglio diventare un vampiro come te, Adrian.” Mormora ancora, facendo sospirare il suo interlocutore. Lo abbraccia e stringe le piccole dita per tenerlo tra le braccia, mentre chiude gli occhi e sorride.

Adrian lo fissa, non visto, ma rimane in silenzio. Lo appoggia tra le lenzuola, sistemando il letto.

“Rimani qui finché non dormo?” Mormora il piccolo umano con un fil di voce, dopo uno sbadiglio, mentre già sta andando via. “Ti da fastidio che io voglio diventare come te” Spunta solo la testa e gli occhi dallo sguardo vispo dalle coperte.

“No, se è ciò che volete, non posso impedirlo.” Sospira, per poi continuare: “Perché?” Chiede alla fine.

“Perché voglio stare con te per sempre. Perché ti voglio bene.”

Oh quanto è vero e reale il tuo desiderio, piccolo principe.
Così vicino e allo stesso tempo irraggiungibile.

Sotto questo cielo stellato e splendente,
Vivono e pulsano i tuoi desideri.







Note:

Ed ecco la sorpresa (?) di oggi.
Una piccola missing moments, sempre Adrian e Cain, con una struggente (per me) canzone.

Spero vi piaccia!



   
 
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