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Autore: iloveyourface    08/04/2014    0 recensioni
"Peter stava con il capo appoggiato alla spalla di Hook che, con un braccio intorno alle sue spalle, gli accarezzava la guancia con il pollice.
[...]
Peter intravide lo scintillio della polvere di fata e sorrise. Trilli.
Hook riconobbe quel grido. L’aveva sentito tante volte, perciò sorrise. Spugna. "
E' il seguito autorizzato della fan fiction "All children, except one, grow up" di ignisfatuus. Appena ho letto la sua storia, mi è venuto in mente una specie di seguito piuttosto corto, ne ho parlato all'autrice, che ne ha autorizzato la pubblicazione, e quindi eccolo qui.
Il seguito di una storia alternativa, i ragazzi in un bel Peter Pan!AU. Ecco come, secondo me, è finita la vicenda.
Vi consiglio di leggere prima "All children, except one, grow up", perché altrimenti il senso è praticamente incomprensibile (metterò il link di storia e account nelle note dell'autrice).
Buon proseguimento ;) [M]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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All children, except one, grow up - epilogo 

Seguito di All children, except one, grow up di ignisfatuus
La storia è un proseguimento di quella sopracitata, è autorizzata dall’autrice ma non posso provarvelo perché non sono estremamente tecnologica e non riesco a mettervi la foto del suo consenso.
L'idea è sua; non mi appartengono né i personaggi, né la storia, né, tanto meno, l'idea.
Ringrazio ancora Kikka per il "permesso" e per tutte le emozioni che mi fa provare quando leggo le sue storie, grazie, davvero.
All'inizio c'è una parte in corsivo: è la fine della storia originale, giusto per fare un attimo il punto della situazione.
Credo di aver detto tutto, non farò l'angolino in fondo, 'sta volta. Spervo vi piaccia, buona lettura.
iloveyourface


Era ritornato al vascello appena in tempo, prima che i pirati si ridestassero dal loro sonno profondo, prolungato ogni volta dal rituale alcolico di ogni sera. A volte ringraziava la dispensa inesauribile di alcool perché probabilmente, senza quella, la sua ciurma sarebbe stata più sveglia e avrebbe potuto scoprire il suo piccolo segreto mettendo fine al divertimento. Ma non ci volle molto perché al cantare del gallo i pirati erano già ben svegli e pronti ad attaccare i nemici.
Si sistemò la camicia nera ancora stropicciata per la notte passata… Si guardò in giro un’ultima volta, nella sua cabina, e la vide. La piccola scultura di legno così simile a lui in ogni tratto, grezza ma perfetta in ogni intagliatura, dritta sul davanzale della finestra proprio dove tutto era iniziato.
«Hook!» sentì urlare dall’esterno. La voce acuta che ormai aveva posizionato in cima alla classifica di suoni preferiti lo fece sorridere.
«Hook, vieni fuori e affrontami!» urlò ancora la stessa voce mentre lui, mettendo da parte il sorriso, usciva allo scoperto.
Alzò il capo con gli occhi assottigliati dai raggi del sole e lo vide sulla prua del suo vascello.
Peter Pan col miglior ghigno in volto lo stava aspettando.
«Sei pronto a dire addio alla tua ciurma di pirati?»
Capitano Hook non si scompose, si sistemò meglio l’uncino sopra la mano destra, lanciò un’occhiata complice a Spugna (che asserì col capo), e si voltò in alto a sfidare lo sguardo del suo moccioso preferito.
«Vedremo chi dovrà dire addio al suo esercito, Peter Pan!» gli disse già col fioretto rivolto al cielo.


Peter Pan si avvicinò leggermente al suo nemico.
Iniziarono a duellare, le spade che si incrociavano, prima da una parte, poi dall’altra. Hook che faceva ogni volta qualche passo in avanti e Peter che indietreggiava rimanendo sospeso di qualche centimetro da terra. La ciurma li guardava ammutolita, non avendo ricevuto nessun ordine dal Capitano.
Ormai Hook aveva raggiunto il suo nemico, i loro corpi erano vicinissimi.
Peter aveva il piccolo pugnale di legno puntato sul cuore di Hook, mentre con l’altra mano gli afferrava la camicia nera, la stessa che la notte precedente gli aveva sfilato.
Peter accarezzò il braccio di Hook in modo che solo loro due potessero percepirlo, poi lo lasciò cadere all’indietro.
Hook incespicò nei suoi passi ma rimase in piedi.
Poi, rivolto uno sguardo di sfida a Peter, si girò e iniziò a camminare.
Un coro di «ooh!» si levò dalla ciurma. Dare le spalle al nemico non è mai saggio, questo quello che aveva sempre ripetuto loro Hook.
Peter lo seguì e gli si piazzò davanti.
Hook iniziò a camminare facendo indietreggiare Peter. In fondo, era quello che voleva.
Lo condusse fino alla passerella, la mano sul fioretto vicino alla cintola.
Quando Peter si ritrovò a pochi passi dalla fine del legno, Hook sguainò il fioretto e glielo puntò al petto.
Fece qualche altro passo in avanti ed ecco che Peter si tuffava all’indietro, lasciando scoperta un po’ di pelle candida del ventre.
Hook sapeva che Pan sarebbe riemerso e poi se ne sarebbe andato via sbeffeggiandolo, ma fece finta di creder che il suo avversario fosse davvero annegato.
Dopo meno di cinque secondi, Peter Pan riemergeva dall’acqua con un sorriso in volto.
«Ti sono sfuggito anche questa volta, Hook!»
«Ma non vuol dire che tu abbia vinto», rispose quello.
«Non ancora».
«Staremo a vedere».
Peter sorrise e poi volò via verso la Tana.

Qualche sera dopo

Spugna stava steso sul ponte della nave a guardare le stelle, ascoltando il silenzio e aspettando Campanellino.
Sentì il trillo dei campanellini e chiuse gli occhi.
Trilli ronzò intorno al nostromo come di consueto, pensando che stesse dormendo.
«Non volare via», sussurrò Spugna.
Trilli sussultò.
«Non ho intenzione di farti del male, voglio solo vederti. Me lo permetti?»
Trilli ci pensò un po’ su. Poi cercò un modo per esprimere il suo assenso ma senza parlare. Così accarezzò con una manina la guancia mal rasata di Spugna.
Questo lentamente aprì gli occhi, cercando di non spaventare la fata.
Trilli rimase fermo al suo posto, aspettando che Spugna avesse aperto completamente gli occhi.
Quando il nostromo lo fece, Trilli restò incantato dalla bellezza di quegli occhi sotto la luce della luna.
Spugna per la prima volta vide Campanellino e ne fu estremamente contento.
Il nostromo sorrise e la fata lo imitò.
Poi Trilli chiamò a raccolta tutto il suo coraggio e si avvicinò lentamente al viso di Spugna, che intanto era ancora sdraiato sul ponte.
Si avvicinò piano sempre di più fino a che le sue piccole labbra toccarono quelle del pirata.
Fu una cosa incredibilmente dolce.
Poi Trilli volò via.
*

Quella mattina Peter e Hook avevano duellato come al solito, eccitati dall’idea di sfidarsi l’uno con l’altro.
Più tardi si ritrovarono nella capanna di giunchi sulla quercia. Il loro posto segreto.
Quella sera si sentivano tutti e due abbastanza tranquilli.
Peter stava con il capo appoggiato alla spalla di Hook che, con un braccio intorno alle sue spalle, gli accarezzava la guancia con il pollice.
Stavano in silenzio a guardare fuori.
A volte Hook lasciava un bacio sulla testa di Peter e allora questo rispondeva con un tenero morso sul collo del pirata.
Stavano così, abbracciati, in cerca di calore. Non solo calore fisico, anche qualcosa di più profondo, cercavano calore l’uno nell’anima dell’altro.
Ad un certo punto udirono un fruscio all’esterno della capanna. Solo un leggero muoversi di foglie. Poi un grido entusiasta si levò in lontananza. Passarono pochi secondi e il fruscio si fece più vicino.
Peter intravide lo scintillio della polvere di fata e sorrise. Trilli.
Hook riconobbe quel grido. L’aveva sentito tante volte, perciò sorrise. Spugna.
  
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