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Autore: Debbie_93    12/04/2014    0 recensioni
Ispirato al periodo in cui Sam ha le allucinazioni.
Genere: Sovrannaturale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucifero, Sam Winchester
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Sam bussava alle porte del Paradiso, almeno sembrava che lo fosse.
Quell'atmosfera calda e serena che lo avvolgeva e gli dava una lieve sensazione di pace. Guardava a destra e sinistra, ma nessuno sembrava che gli aprisse. Il cancello enorme, d'oro massiccio e una lieve coltre di nubi bianche e soffici come la panna erano sparse ovunque.
Sorrise fra sé e sé, sembrava quasi surreale. Il Paradiso dove tutti  trovavano la pace eterna.
All'improvviso si aprirono le porte e Sam rimase sulla soglia per qualche istante. Si chiedeva se era veramente aveva meritato tutto questo, dopo aver scatenato una guerra che non si sapeva se aveva un vincitore.
Entrò a passi lenti e spessi, poteva sentire l'odore dei fiori, vedere un giardino verde e una cosa. Assomigliava più a un appartamento. Aveva un bel sorriso stampato sulle labbra, così si diresse verso la porta. Sembrava che in qualche modo i ricordi prendevano forma.
Aprì ed entrò.
L'appartamento era illuminato da una luce costante. Era arredato a dovere, mentre si guardava attorno. Entrò nella camera da letto e sorrise di nuovo: era a Standfort. Strano ma vero!
Sentii lo scroscio dell'acqua in bagno e stuzzicò la sua attenzione. Aprì la porta e vide una donna dai capelli biondi, immersa nel vapore.
Chiuse di nuovo la porta del bagno e si buttò sul letto, in attesa della sua ragazza. E' già, quello era il suo Paradiso "perduto".
Sospirò, guardando il soffitto. Per un istante vide quel ricordo... era passato tanto tempo da quella sera. Da quando Dean lo aveva tirato fuori da quella stanza in fiamme. Chiuse gli occhi, cercando di dimenticare l'accaduto e provare a rilassarsi un pò.
«Oh, Sammy, Sammy. Quanto sei ingenuo», una voce nella sua testa, squarciò i suoi pensieri.
Di colpo di svegliò, ma non potette muoversi per era bloccato al letto con delle cinture di cuoio impregnate di sangue. Si agirò e dimenò, anche se non serviva a nulla.
«Dobbiamo ancora iniziare la nostra seduta di terapia, ricordi?», Lucifero lo guardò con un sorrisetto sulle labbra, mentre maneggiava con cura un punteruolo in acciaio. Gli girava attorno, con le mani sporche di sangue. Sam, non accusava nessun dolore o almeno non credeva di avere qualche ferita. Si guardò attorno, sembrava una di quelle vecchie celle per gli interrogatori e lui lì al centro.
Scosse il capo a destra e sinistra in cerca di una via di fuga, ma era tutto inutile. Non poteva scappare da Lucifero.
«Di che cosa stavamo parlando prima?», assunse un'aria assolta nei suoi pensieri. Nei ricordi di Sam e delle sue paure. Teneva in mano il punteruolo e lo adagiava da una parte all'altra.
Più volte incrociava il suo sguardo e più volte voleva tanto liberarsi da lui, ma non poteva. Era impossibile!
Lucifero glielo aveva detto con chiarezza, ormai era parte di lui e non poteva faci nulla. Proprio nulla!
«Quando inizierai a parlare? Eh? Non mi piace vederti tutto teso e quell'espressione da duro. Non sei come tuo fratello e lo sai meglio di me. Sai... avevo grandi progetti, ma a quanto pare come sempre devo fare tutto da solo», si fermò di fronte a lui e piantò il punteruolo nello stomaco di Sam che rispose con grido di aiuto. Strinse i denti e respirò a fondo. Il sangue iniziò a colare, ma quella ferite era superficiale.
«Non agitarti troppo, siamo solo all'inizio.»

   
 
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