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Autore: Agnese_san    13/04/2014    1 recensioni
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"Sei un angelo?"
Una mia cara amica, un giorno, ha fatto questa domanda a qualcuno. E’ strano che questo bambino, mi stia facendo ora la stessa domanda.
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Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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"Sei un angelo?"

Una mia cara amica, un giorno, ha fatto questa domanda a qualcuno. E’ strano che questo bambino, mi stia facendo ora la stessa domanda.

"No, sono solo un sogno." ho risposto. "Chiudi gli occhi e torna a dormire." I suoi occhi si sono posati sul piccolo albero, in un angolo della stanza dell’ospedale. Le luci brillavano ad intermittenza e piccole scintille di colore le illuminavano il viso. Le sue ciglia hanno battuto e lei mi ha rivolto un dolce sorriso, prima di chiudere gli occhi. Mi sono chiesto se io fossi sembrato così piccolo e fragile al mio angelo.

Mentre passavo le mani sul suo piccolo corpo, raccogliendo tutto il dolore e la malattia in un punto centrale che avrei potuto toccare e trasferire in me stesso, la mia mente è tornata a questa mattina, quando noi cinque stavamo completando i nostri piani per dividere i doni che una volta ci erano stati concessi.

* * * * *

"E’ tutto a posto?" ha chiesto mio padre. In questo periodo dell’anno è sempre preoccupato per noi. Anche se finanzia i viaggi che facciamo e ci aiuta a fare tutto questo fin da quando siamo stati abbastanza grandi per renderci conto che avremmo potuto aiutare gli altri, diventa sempre nervoso e apprensivo quando, per noi, si avvicina il momento di andare.

"Si, papà." gli ho detto. "Ormai lo facciamo da cinque anni." l' ho rassicurato con un bacio sulla guancia. "Ormai è una tradizione."

Lui mi ha sorriso e la mia mente è tornata al primo anno in cui abbiamo deciso che i nostri doni potevano aiutare gli altri.

Allora avevo quindici anni e facevo la volontaria nel reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Phoenix. Anche tutti gli altri erano lì, aiutando ad incartare i regali o a preparare decorazioni, per portare un po’ di felicità ai bambini che avrebbero trascorso lì, quello che, probabilmente, sarebbe stato il loro ultimo Natale. Sapevo come si sentivano … essendoci passata io stessa. E anche gli altri.

Quando, a Natale del 2002, la notizia della nostra miracolosa guarigione era arrivata ai giornali, per qualche settimana, siamo stati al centro dell’attenzione. Erano stati chiamati medici per consultazioni; i nostri genitori erano stati perseguitati, senza pietà, dai giornalisti … e perfino la Polizia ci aveva interrogato sui due ragazzi che, quella notte, erano entrati nel reparto.

L’infermiera del turno di notte e la guardia del servizio di sicurezza erano rimasti perplessi di come fossero riusciti a scomparire, senza lasciare traccia. E, naturalmente, c’era sempre il mistero delle impronte argentate che erano comparse sulla nostra pelle, per scomparire qualche giorno dopo. Quando, alla fine, eravamo stati dimessi dall’ospedale e rimandati a casa, noi cinque avevamo fatto un patto: tornare ogni anno per stare con i bambini, la cui vita era appesa ad un filo. E lo abbiamo fatto.

Ogni anno, a Natale, siamo tornati nella stanza dove l’angelo era venuto da noi e ci aveva guariti con le sue mani delicate e con la sua voce morbida e penso che nessuno di noi, potrà mai dimenticare la tenerezza e il dispiacere che si notavano in quei suoi splendidi occhi.

E’ stato solo per puro caso che, qual primo anno, ho scoperto il mio dono. Mentre, come potevo, stavo cercando di tranquillizzare un piccolo paziente, lui ha cominciato a piangere. L' ho preso tra le braccia e gli ho carezzato la schiena, in un piccolo gesto di conforto. E allora, l' ho sentito … il calore che cominciava dalla punta delle mie dita, il pallido bagliore che emanava dal palmo della mia mano.

Potevo sentire l’interno del corpo del bambino … dentro la mia mente. L' ho immaginato appena nato, tra le braccia di sua madre, in un passeggini nel parco … e non so come o perché ho saputo cosa fare. E l' ho fatto. Ho raggiunto la sua malattia, attraverso il sangue che scorreva con difficoltà e l' ho presa in me. Ho avvertito l’ondata di nausea e sono quasi caduta a terra. Ci sono voluti alcuni minuti ma, una volta che il mio corpo aveva assorbito le cellule malate, mi sono sentita meglio. Debole, ma meglio.

Ero anche un po’ spaventata, ma c’era una parte di me che, in qualche modo, si era resa conto di quello che era successo. Lo avevo guarito … proprio come ero stata guarita io. Era strano, però … quando gli avevo cambiato il pigiama, avevo notato l’impronta d’argento sulla sua schiena. E’ rimasta visibile per alcuni minuti, poi ha brillato come se avesse preso vita … ed è scomparsa. Cosa di cui sono stata contenta.

Almeno, non ci sarebbero stati giornalisti e domande e media da affrontare. E, nel mio cuore, sapevo che lui sarebbe vissuto e che la sua guarigione sarebbe stata considerata un altro di quei miracoli inspiegabili che, qualche volta, accadevano a bambini che guarivano, dopo che era stato loro diagnosticato il cancro.

Quel giorno avevo incontrato gli altri a pranzo ed avevo detto loro quello che era successo … quello che avevo fatto. Non mi erano sembrati molto sorpresi. Quello che saltò fuori, fu che, anche loro, avevano i loro segreti. Anche loro avevano dei poteri, come noi li chiamiamo. Allora abbiamo deciso che, una volta l’anno, a Natale, Ci saremmo incontrati, ogni volta in un posto diverso, avremmo scelto a caso dei bambini ed avremmo loro offerto una seconda possibilità di vita, la stessa che una volta era stata data a noi.

Spiegarlo a mio padre non era stato poi così difficile e potevo vedere che nei suoi occhi c’era più comprensione di quella che avessi potuto immaginare. Dopo tutto, lui credeva negli alieni e in eventi ultra terrestri. Avevo il sospetto che, in effetti, sapesse chi ci aveva guarito … ma non poteva svelare un segreto non suo.

E’ meglio che certe cose non siano dette e chiunque fosse stato l’angelo … mio padre lo stava proteggendo. Io speravo solo che in qualche modo … dovunque lui fosse, e chiunque lui fosse, se mai avesse saputo delle guarigioni, potesse capire. Io non avevo dubbi che fosse una persona reale … qualcuno che mio padre conosceva.

* * * * *

Natale è passato da qualche giorno e ci siamo incontrati tutti a casa di mio padre. Ognuno di noi con una storia da raccontare sul bambino che ha guarito. Scegliamo sempre piccole città … e teniamo una registrazione per ogni bambino, in modo da poterlo seguire negli anni ed aiutare quelli che saranno benedetti con un dono come il nostro. Qualche volta, c’è un trafiletto su un giornale delle città che visitiamo, su un bambino che è guarito da una malattia incurabile, qualche volta no.

Essendo la natura umana quella che è, la gente tende a non credere nei miracoli di Natale … e, visto che non ci lasciamo dietro prove come impronte d’argento, non mi preoccupo che la storia delle guarigioni miracolose di Phoenix siano di nuovo riportate a galla. La gente va avanti e dimentica, la vita va avanti e c’è sempre una nuova crisi di cui preoccuparsi, il prezzo della benzina che è salito di nuovo, i cambiamenti del tempo e l’ultima tendenza della moda.

Alziamo i nostri bicchieri in un brindisi all’angelo sconosciuto. Mio padre sorride … uno scintillio nei suoi occhi, mentre si unisce a noi cinque. "Ai doni nascosti e agli angeli della prima generazione." diciamo all’unisono.

Più tardi, quando tutti se ne sono andati, vado nel portico e guardo la notte stellata. Mio padre si unisce a me, mettendomi un braccio attorno alle spalle e stringendomi a sé. "Hai fatto una buona cosa, Sidney." mi sussurra nell’orecchio. "Hai reso orgoglioso il tuo angelo.

"Papà," gli mormoro "mi dirai mai chi è?"

Lui mi stringe di nuovo, le labbra che sfiorano la mia guancia. "Forse, un giorno."

Per adesso, l’angelo sconosciuto rimarrà senza un nome. E, forse, penso sia meglio così.

FINE


N.d.T: Non ho tradotto io questa storia. L'ho trovata già tradotta su un sito che purtroppo è stato cancellato. L'ho salvata in tempo ed è molto bella quindi a voi la lettura :D 
   
 
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