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Autore: pandanto    14/04/2014    4 recensioni
Ogni amore ha i propri ritmi. A volte aspettare, esitare, rende i rapporti più concreti.
SPOILER 7a STAGIONE
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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«Sheldon, non andrò a farti una bevanda calda», esclamò Leonard visibilmente seccato, «Sei ben capace di prepararne una da solo!».

«Ma tu sei più vicino alla cucina!», ribatté l'amico voltando leggermente la testa verso sinistra per essere più udibile, mentre fissava lo schermo del pc.

«Sheldon, sono in bagno», disse l'altro, con voce sarcastica.

Sul monitor apparve l'avviso di chiamata di Skype. "Amy Farrah-Fowler".

«Ciao, Sheldon!».

«Oh, ciao Amy! D'accordo, siamo apposto con i convenevoli, perché mi contatti?». Il volto della donna si fece velatamente corrucciato, ma poi si distese dopo un profondo sospiro.

«Beh, ecco... Volevo invitarti a fare una leggera riflessione su quello che è accaduto, diciamo, più o meno una settimana fa...». La sua voce tremava un po', temeva che il suo fidanzato la facesse piombare in uno stato di tensione per l'argomento che si accingevano a trattare.

«Beh, sono successe tante cose il mese scorso, potresti essere più chiara?».

Amy fece un sospiro, seccata. «San Valentino?».

L'uomo distese le labbra in un sorriso tranquillizzato. «Ah, capito!Sì, beh, effettivamente è stato bravo a suonare il banjo distraendoci dall'assenza di quel dito...».
«Sheldon», lo interruppe bruscamente, «intendevo il nostro bacio. È possibile che non ti sia rimasto nulla di quel momento?».

Sheldon aggrottò la fronte e strinse fra loro le labbra, fissando per un momento un punto indefinito della scrivania.

«Beh, non so cosa risponderti. È stato, come dire, strano. Non avevo mai provato nessuna sensazione anche lontanamente vicina a quella, è stato piacevole, ma ciò non cambia la nostra situazione. Ho apprezzato il sapore delle tue labbra e ho avuto l'istinto -ah, come detesto questa parola- di stringerti i fianchi, ma il fatto che lo abbia trovato strano non implica necessariamente che non mi sia piaciuto o che non abbia intenzione di riproporre una situazione simile in futuro.»

La donna ebbe un mini infarto.

"Riproporre una situazione simile in futuro". Allora poteva baciarlo ancora!

Lei tirò un sospiro di sollievo.

«Posso chiederti di venire a trovarmi? Non per forza adesso, semplicemente quando avrai del tempo libero e ne avrai voglia...». Il fisico ci pensò su, rispondendole di sì.

«Beh, potrei venire anche adesso». Amy sorrise.

Ce la posso fare.

Toc. Toc. Toc. Amy! Toc. Toc. Toc. Amy! Toc. Toc. Toc. Amy!

La neurobiologa aprì la porta e lo accolse con un sorriso. Aveva i capelli raccolti in uno chignon improvvisato e indossava solo biancheria intima ed una vestaglia dalla quale si intravedevano le gambe magre e bianche. «Prego, accomodati. Una tazza di tè?».

«Ti ringrazio, Amy, ma non ce n'è bisogno. Come mai mi hai chiesto di venire a trovarti?».

La donna, che gli dava le spalle, sospirò piano, per poi rispondergli che si sentiva sola e che apprezzava la sua presenza.

«Oh, va bene. Di solito gli altri detestano rimanere soli con me», osservò triste.

Lo guardò con dolcezza e si mise seduta sui polpacci accanto a lui. «Non li capisco proprio, sai? La mia vita verte attorno al tuo genio, non so proprio cosa farei senza di te». La voce si era ridotta ad un sussurro.

«Oh, Amy, tu sì che sai come lusingarmi!»

Lei sorrise.

«Sul serio. Sei il mio universo, Sheldon». Abbassò lo sguardo e sospirò.

«Il tuo universo? Spiegati meglio, come potrei essere io il sistema in cui vivi se la nostra esistenza si svolge nello stesso luogo?».

La donna fece un risolino addolcito. «La mia vita da quando ti ho conosciuto è completamente cambiata. Prima di te non avevo mai avuto un legame così forte con nessuno, non avevo bevuto, non avevo avuto amici, non mi ero mai innamorata. Credimi. Le mie giornate sono scandite dalla tua presenza, le ore con te non sono mai abbastanza. Modifichi la mia percezione del tempo e dello spazio, ne detti le leggi. Ed è bellissimo».

La guardava, scrutandone il tremore. Mai aveva sentito dire simili frasi, per di più rivolte a lui. Aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non riusciva a parlare. Qualcosa era cambiato. Non si sapeva spiegare il perché, ma anche per lui era lo stesso. La sua vita era diversa, forse migliore.

«Non so cosa dire». Le labbra schiuse, cariche d'attesa.

«Non ce n'è bisogno», sorrise lei. «Mi puoi abbracciare?».

Lui si avvicinò e mise il braccio destro sullo schienale, invitandola con un cenno della testa. Lei scivolò col capo sul suo petto, il volto verso l'alto per poter ammirare il suo mento liscio. Sheldon prese ad accarezzarle meccanicamente la mano sinistra. Il suo petto si muoveva silenziosamente.

Restarono così per un tempo indefinito, riempiendo il nulla della stanza con i loro respiri.

«Amy?».

«Dimmi».

«È strano?».

«Cosa?».

«Sto bene immerso in questo silenzio. È normale?».

«Sì», rispose lei, «è normale. Sento il tuo respiro parlare».

«E cosa dice?».

«Dice tante cose... Ma soprattutto che è tardi e che devi andare a dormire». L'orologio segnava le 11.

«So che non vuoi che me ne vada».

«Davvero? Come?».

«Me l'ha detto il tuo respiro».

Amy sorrise.

«Domani è domenica. Ti andrebbe di passare la notte qui?».

Sheldon la osservò attentamente, sospirò e le chiese: «Con cosa dormirò? Non ho un pigiama appresso e non credo che tu ne abbia uno».

«Beh... Puoi dormire anche senza, le coperte sono calde, posso restare senza anch'io ...» La voce le si strozzò in gola, l'attesa della risposta la stava elettrizzando.

Gli occhi azzurri fissavano lo stipite della porta che portava alla zona notte.

«Promettimi che farai del tuo meglio perché io mi senta a mio agio».

Lei sobbalzò felice e gli fece un cenno positivo con la testa. Si alzò e con il palmo rivolto verso l'alto indico la stanza.

«Vado a fare una doccia, tu vai a metterti comodo», disse sorridendo dolcemente.

Sheldon entrò nella stanza buia chiudendosi dietro la porta ed espirò profondamente. Fece correre la mano su e giù per il muro in cerca dell'interruttore, mentre guardava la luce aranciata dei lampioni vicini illuminare debolmente la parte inferiore del letto.

Trovato il pulsante accese la luce e si sedette su di una sedia per togliersi le scarpe. L'immagine di sé quasi nudo in un letto altrui lo imbarazzava tanto da fargli avvertire una fastidiosa sensazione nello stomaco. Si sfilò con accortezza i pantaloni e la T-Shirt di Lanterna Verde, piegò con cura i vestiti e li lasciò appesi sullo schienale.

Mentre sentiva lo scrosciare dell'acqua diminuire nella stanza adiacente, si infilò sotto le coperte in cerca di una posizione in cui dormire. Sentì dei passi avvicinarsi alla porta e chiuse gli occhi.

Amy abbassò la maniglia e spinse la porta. Lo sguardo cadde dapprima sulla sedia e quindi sull'uomo steso nel suo letto che sembrava aver paura di qualcosa.

«Stai dormendo?».

«No, sono sveglio, non ti guardo per rispetto del tuo corpo», sibilò convinto. La donna accese l'abat-jour e spense la luce, scivolò accanto a lui con l'accortezza di non avere alcun contatto fisico e si stese su di un lato dandogli le spalle.

«Buonanotte Sheldon».

«Buonanotte Amy».

Presero ad ascoltare ognuno il respiro dell'altro che si affievoliva e mentre il sonno li chiamava a sé non un bacio, non una carezza. Fuori il rumore delle auto ignorava tanto sommesso silenzio, perdendosi fra i vicoli della città.
   
 
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