Ora è il mio turno di essere forte
-Shikamaru?-
-Umh..-
-Dormi?-
-No-
-...-
-...-
-Va da lei-
Il fuoco scoppiettava poco lontano, tuttavia la figura gracile
della giovane era illuminata solo a tratti dalla luce della luna che ogni tanto
si degnava di spuntare oltre le nuvole che quella sera sembravano viaggiare più
veloci del solito.
-Ino- Sentì la propria voce lontana, fredda
e sicura, la voce di un uomo, non più quella di un ragazzo. Faticò
quasi a riconoscersi.
La osservò mentre cercava di asciugarsi le lacrime prima di
affrontarlo. Credeva davvero che non sapesse che stava piangendo?
Quando si voltò per fronteggiarlo rimase pietrificato: gli
occhi arrossati sembravano ancora più blu, la carnagione alla luce della
luna ancora più candida e il fisico, ancora scosso da alcuni piccoli
singulti, così gracile... Faticò a riprendere a respirare, non l'aveva mai
vista così minuta e fragile...
Quasi senza rendersene conto mosse impercettibilmente le braccia,
allargandole verso la figura che ancora accovacciata su una roccia lo osservava
sperduta.
Ci vollero solo pochi istanti perchè se la ritrovasse tra la
braccia in lacrime.
-...è colpa mia...- Si irrigidì, dove voleva andare a
parare?!? -...non ho saputo salvarlo...- sentì le sue braccia serrarsi
attorno al corpo della compagna di squadra.
Non aveva ancora detto una parola, se non il suo nome. Sapeva
che non ce n'era bisogno, lei avrebbe capito, lei lo avrebbe capito, come aveva
sempre fatto, come avrebbe fatto sempre. Ora che ci pensava, quel giorno
non aveva nemmeno ancora pianto. Era stato l'unico a non aver versato un
lacrima. Eppure erano passate solo poche ore da che il loro maestro, la loro
giuda, il loro amico più caro, gli era morto tra le braccia, lasciandoli soli
ad affrontare la vita. In quel momento si accorse di avere una gran voglia di
piangere, di lasciarsi andare, ma no. Non ora, ora non poteva, ora non era il
momento. Più avanti forse, ora però doveva essere forte, per lui, per
Choji, per lei...
Perso nei suoi pensieri si riscosse solo quando sentì le sottili
mani della compagna appoggiarsi al suo petto e far leva per
allontanarsi da lui. Per un istante percepì un brivido di freddo corrergli
lungo la spina dorsale e una voragine aprirglisi nel petto.
-Scusa, non devo piangere...- La osservò, nascondendo il suo
senso di smarrimento dietro il solito sguardo determinato e imperturbabile,
mentre cercava malamente di asciugarsi per l'ennesima volta le lacrime che
le rigavano il volto. Il giovane, tuttavia, non lasciò la presa salda sui
suoi fianchi, cercando di mantenere il più a lungo possibile quel contatto
così confortevole, abbozzando un sorriso il più possibile rassicurante.
-No... piangi pure- Una mano salì ad accarezzarle lentamente le
ciocche di sole che le circondavano disordinatamente il viso, mentre l'altra
prese a massaggiarle la schiena.
-Io...- La giovane sollevò lo sguardo spaesato,
incrociando quello rassicurante del compagno di squarda.
-Non preoccuparti, Ino. Piangi pure. Ora è il mio turno di essere
forte per tutti, per Choji e per te...-
-Shika...- Al sentire quelle parole, quella voce, quel tono, quel
maledetto odore di nicotina, gli sembrò di trovarsi tra le braccia del loro
maestro e gli occhi tornarono a riempirsi di lacrime.
-Su, ora sfogati. Presto sarò io ad avere bisogno di te-
Sussurrò il giovane assaporando il profumo di fiori che nonostante la
fatica, la pioggia e il pianto, i capelli della fanciulla ancora
emanavano.
-Non dire sciocchezze Shikamaru. Sei tu che hai preso il
posto di Asuma, non io. Io non sarò mai in grado di farlo- La sentì mugugnare
tra i singhiozzi che cercava di smorzare contro il collo della sua divisa da
jonin.
-Lui ci ha affidati a te per un motivo, Ino- La strinse a sè,
continuando ad accarezzarla amorevolmente.
-...?- Si accorse che la presa del pugno con cui si aggrappava
disperata al suo giubbotto si era allentata per un momento non
appena lo aveva sentito pronunciare quelle parole. Sorrise
impercettibilmente, la leggendaria curiosità delle donne...
-Io posso anche essere la mente di questa squadra, come Choji il
corpo, ma l'anima del Team Dieci, sei e sarai sempre tu, piccola mia- Come
l'aveva chiamata?!?!?
-...- Ino sentì il sangue fluirle alle guance e cercò
di nascondere il viso ancora più a fondo nell'incavo del collo del
giovane.
-Piangi, sfogati finchè non avrai più lacrime, Ino. Ci sono qui
io con te-
-E non mi lascerai mai?- Quelle parole le erano sfuggite dalle
labbra prima ancora che potesse collegare il cervello alla bocca, mentre
si aggrappava al giovane in ansia per una risposta che sapeva avrebbe
potuto essere solamente una bugia... o una promessa...
-Mai- Aveva risposto anche lui senza pensarci. Come
poteva dire una cosa del genere?!?!? Presto sarebbe partito per vendicare
il suo maestro, e poi, se fosse sopravvissuto, ci sarebbero state altre
missioni, ancora più pericolose, sempre più perisolose!!! Lui era un ninja,
maledizione, e lo era anche lei!!! Eppure ora sembrava una bambola, una
bambina fragile e impaurita tra le braccia del papà,... Shikamaru in quel
preciso istante si accorse di non averla mai vista così bella...
-Te lo prometto-
Mentre la stringeva di più a sè, aggrappandosi a lei come fosse la
sua unica ancora di salvezza, fu sicuro che non l'avrebbe mai
lasciata, MAI.
Piangi amore mio e sfogati, perchè sono sicuro che un giorno,
presto, molto presto, sarò io ad avere bisogno di te, della tua luce,
della tua forza, della tua gioia di vivere. Sei tu l'anima che tiene in piedi
questo castello di carte e noi... e io non posso fare nulla senza di te e
questo Asuma lo sapeva...
ps: lo so, è una sciocchezza, ma volevo collaborare...
Baci
Alex