Due stupidi foglietti

“Russell! Russell, fermati!” gridò Jess. La sua voce era fievole, aveva il fiatone da quanto aveva corso.

Era stanca. In fondo lo sapevano tutti, non era una grandissima atleta. Il miliardario era corso via per salire sulla sua auto e filarsela, dopo aver detto ai due coinquilini/amici/mezzifidanzati – o qualsiasi cosa fossero – di lasciar perdere quel 'giochetto' che aveva proposto.

La ragazza, sfinita, si sedette a terra, sul freddo marciapiede in quella strana serata. Nick la raggiunse; “Jess, lascia perdere” tentò di dirle. Ma lei lo guardò con i suoi grandi occhioni blu, diventati lucidi: “No, non lascio perdere, Nick. Cosa hai scritto? Perché Russell è scappato via? Hai scritto qualcosa di così imbarazzante su quel dannato foglietto?” il ragazzo si sentì balzare il cuore in gola, sia per quella domanda inaspettata, sia perché l'amica lo stava fissando intensamente senza sbattere le palpebre. Non ottenendo risposta, la giovane insegnante riprese singhiozzando: “Cosa siamo noi, Nick? Amici? Più che amici? Perché non riusciamo a definire il nostro rapporto? Perché quando ci proviamo sembriamo dei pazzi scatenati?” il ragazzo sospirò, con uno sguardo malinconico. Non lo sapeva. Non aveva idea di quale fosse la risposta. Scosse la testa, infilandosi le mani tra i capelli e facendo smorfie strane, come quando si sentiva in imbarazzo. Si alzò, tese la mano alla coinquilina, le sorrise e disse con voce sorprendentemente calma: “Andiamo a casa. Ho un'idea”.

Tornati al loft, il barista andò dritto verso la stanza di Winston, lo svegliò e lo strattonò fuori. “Jess? Adesso ripetiamo tutto. Winston non scapperà. Prometti solo che scriverai la stessa cosa che hai scritto prima”. La mora si passò le mani pallide sul volto, asciugandosi gli occhi: “Anche tu, però” rispose. Lui le sorrise, come per dire 'Per chi mi hai preso? Lo sai che lo farò'.

Dopo che ebbero consegnato quei 'foglietti della verità' a un Winston non molto sveglio, lui li squadrò e sbadigliando tentò di mettere insieme delle parole: “Ragazzi, non so perché mi rendiate partecipe delle vostre discussioni amorose, ma... se vi dicessi che avete scritto la stessa identica cosa, soltanto invertendo i nomi?” detto ciò, se ne andò stravolto.

I due arrossirono, si guardarono l'un l'altro esterrefatti e poi spostarono lo sguardo verso il basso, confusi. In quel momento capirono: non erano mai stati solo amici. Finalmente Nick agì: prese Jess tra le sue braccia e la baciò, proprio come nella notte del loro primo bacio. I due foglietti giacevano sul pavimento ormai inutili.

“Ti amo, Nick Miller.”

“Ti amo, Jessica Day.”

Angolo di OrangePaint------
Quanto amo i Ness! mi sono sempre chiesta che cavolo avessero scritto su quei biglietti, e ho provato a immaginarmelo :D. Spero vi sia piaciuta, se vi va lasciate una recensione (anche 'fa schifo', accetto le critiche), sarei felicissima se lo faceste ^^ grazie dell'attenzione!