VOGLIO
SALVARTI
1
– Cinquant’anni in una settimana
Una
settimana di vacanza e
torno a quella che ora è la mia vita, ero una ragazza
piuttosto ordinaria
andavo a scuola, quest’anno dovrei iniziare la seconda
superiore. Avevo una
vita completamente normale, certo ma poi tre mesi fa è
successo l’impensabile;
la mia vita ha preso una svolta inaspettata e desiderata. Niente era
più come
prima, era diventato tutto emozionante, adrenalinico e molto duro; non
per
vantarmi ma non tutti riuscirebbero a sopportare quello che ho
sopportato io,
ma avevo un obbiettivo… ho un obbiettivo e farò
di tutto per portarlo a
termine.
Una settimana lontana dal
palazzo reale, lontana da questo mondo e ora torno per assolvere i miei
compiti,
com’è giusto per un cavaliere nei confronti del
suo re.
“Guarda lo vedo, siamo
vicine” dico alla mia compagna che sbuffa
eccitata.
Da lontano il palazzo non
sembra quello di sempre, non si vedono i tredici draghi appartenenti ai
servi
di Galbatorix, c’era sempre movimento in quel palazzo e ora
sembra
addormentato; poi eccolo un puntino rosso in lontananza.
“Dev’essere il drago di
Morzan” sento
Ignem disgustata, sorrido.
“Quel burattino senz’anima”
ha perfettamente ragione, tutti i draghi
dei tredici rinnegati non hanno anima.
Più ci avviciniamo più noto le
dimensioni del drago, è più grande della mia
compagna ma più piccolo di quello
di Morzan, sembra avere ancora i lineamenti da cucciolo; non sciolgo
l’incantesimo
che ci rende invisibili e atterriamo con grazia poco lontano dalle
mura.
Entro nel castello e mi dirigo
verso la sala del trono; una parola e le enormi porte si aprono. Il re
è seduto
sul suo trono con una coppa di vino in mano e lo sguardo assorto
puntato in un
angolo indefinito della stanza, Shruikan è sdraiato dietro
il trono; mi rendo
visibile e continuo fiera la camminata, fermandomi solo a cinque passi
dal
soppalco in cui è situato il trono.
“Murtagh?” La voce di
Galbatorix è assorta come il suo sguardo.
“Aspettavate qualcun altro?”
Chiedo; alza lo sguardo e mi osserva stupito, indosso ancora i vestiti
che si
usano sulla Terra: pantaloncini militari che mi arrivano sopra il
ginocchio,
delle All Star alte, grigie e nere, una canottiera verde come i
pantaloncini,
che lascia in mostra le mie braccia snelle ma forti.
“Anna?”
“Non mi aspettavate sire? È
passata una settimana, come stabilito”
“Una settimana!” la sua voce è
ironica e rabbiosa.
“Sì una settimana” rispondo
calma, ride nuovamente.
“Dove sono gli altri
cavalieri?” Chiedo, curiosa.
“Morti”
“In così poco tempo sono morti
dodici cavalieri”
“Tredici”
“E allora quello fuori non è
il drago di Morzan?”
“No, è morto”. Morzan è
morto,
ma che bella novità; storco il naso.
“Sembri triste, non sarà per
lui?” Rido a quella domanda.
“Avrei solo voluto ucciderlo
di persona” Rispondo sprezzante, ora è Galbatorix
che ride.
“Mi ricordavo il tuo
carattere, eri uno dei miei cavalieri preferiti” Si, ero la
seconda, dopo
Morzan; lo avevo sempre odiato, in tutti quei tre mesi che avevo
passato al
palazzo reale, dopo essere diventata cavaliere, lui era stato il mio
insegnante
oltre a tutti gli altri cavalieri; in tre mesi li avevo superati tutti,
tutti
tranne lui; lui che restava il primo al servizio del re. Volevo
batterlo e
guadagnarmi così la stima e la fiducia di Galbatorix; era ed
è un desiderio
incomprensibile, ma volevo essere la migliore, lo voglio ancora!
“Come sono morti? Uccisi da
voi, sire, perché volevate rimanere
l’unico?” Mentre dico queste parole faccio
qualche passo indietro e poso la mano sull’elsa della spada,
una delle poche
spade bianche esistenti; non me ne separavo mai, rimaneva celata agli
occhi
degli altri grazie ad un incantesimo, ma restava lì. Sempre.
“Non ucciderei mai i miei
cavalieri!” ribatte con tono fermo.
“Allora come sono morti?”
“In guerra”
“Di chi è il drago qui fuori?”
Fa un gesto di stizza con la mano.
“Non stavamo parlando di
questo, ma della tua assenza prolungata….. potresti aver
sbagliato le parole
per pronunciare l’incantesimo che ti avrebbe portato
qui” Improbabile ma …
“Forse, non so esattamente
com’è andata”
“Non ti preoccupare, lo
scopriremo…. Capiti a proposito, sai?”
“Veramente no, perché? È
successo qualcosa?”
“Si, ne discuteremo più tardi;
ma ora che sei qui gli eventi stanno per prendere una piega a nostro
favore”
risponde con un sorriso soddisfatto “Se vorrai ancora
servirmi” continua.
“Naturalmente! La mia lealtà
non è da mettere in dubbio” Rispondo prontamente.
“Bene, ora vai pure a
riposarti; parleremo più tardi di questi
cinquant’anni” non può essere passato
così tanto tempo, no niente è impossibile, dovrei
averlo imparato; mi avvio
verso la porta.
“Ah Anna, ricordi il drago qui
fuori? Il suo cavaliere è il figlio di Morzan
….”
“Da quanto è cavaliere?”
“Un mese”
“E il suo drago è così
grande?!”
“Ho
dovuto accelerare la sua crescita con la magia, i recenti avvenimenti
mi hanno
costretto; ma ne parleremo più avanti….. Quello
che volevo dirti è di non
rivelare a nessuno chi sei e che sei un cavaliere di drago, nemmeno da
dove
vieni, ho intenzione di fare una sorpresa a tutti… Potrai
usare la tua vecchia
stanza, è rimasto tutto come l’hai
lasciato” annuisco ed esco dall’enorme sala.
Note
dell’autrice: Salve a tutti, spero vi sia
piaciuta… Questo è solo
il prologo e non si capisce ancora bene il contesto, ma si
capirà presto;
lasciatemi i vostri commenti.
Grazie