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-Bhaa
non capisco.- il dottore colpì di nuovo leggermente e ripetutamente sul
piccolo aggeggio metallico a forma di chiocciola, scrutando ogni dettaglio che
potesse ingannare la vista. Poi ritornò con lo sguardo al mercante utriniano
davanti a lui. -Quale dovrebbe essere la sua utilità?- diede altri piccoli colpetti
con la punta delle dita, stavolta fissando il resto della merce sulla
bancarella.
Il mercante lo guardò e controvoglia
gli rispose non senza un certo imbarazzo -è
un oggetto alquanto raro.- i lunghi aghi bianchi e chiazzati di blu
che riprendevano il motivo che sembrava quasi dipinto sul corpo del mercante dietro
la testa e sulle spalle si muovevano simultaneamente alla bocca, da cui uscivano
versi gutturali. A seconda del suono gli aghi viravano da destra a sinistra.
Poi si tendevano, e poi, quando l'utriniano smetteva di parlare si afflosciavano,
come fiori che appassiscono. Il motivo per cui quelle strane creature erano il
genere di mercanti più affidabili è che se mentivano non ci si impiegava molto
a notare che gli aculei che li avvolgevano vibrassero.
-Raro? è
pericoloso?- esclamò lui cercando di cogliere il senso dell’oggetto.
L'utriniano di rimando sospirò -Bhe. Su Crutor lo usano nelle case del piacere.. ma
non sono sicuro che sia compatibile anche con altre specie..-
-Aehm.. basta così! Non voglio sapere altro! - ribatte
il dottore a sua volta già pentito di aver posto la domanda e abbastanza
imbarazzato. Diede due ultimi colpetti con le punta delle dita sull’aggeggio dopo
averlo guardato per qualche secondo e come una saetta lo riappoggiò sulla
bancarella fece un sorrisetto nervoso al mercante mentre si strofinava le mani
sulla giacca come per pulirsi da un qualche materiale invisibile, si sistemò i polsini
e il cravattino e salutò con un sorriso ebete mentre filava via -Buona giornata.. e.. bhe.. grazie per
le utilissime informazioni..-. Appena qualche metro più in là lasciò che
un brivido di disgusto gli percorresse la schiena, dopodiché si ricompose e si
diresse furtivamente verso il tardis. Bhe. Effettivamente ogni volta che
provava a cercare qualcosa alla fiera tri secolare di marte trovava sempre
oggetti piuttosto bizzarri che parecchie volte era decisamente meglio evitare
per mantenere intatto la propria dignità, qualche anno prima una signora di
razza non identificata tentava di vendergli delle specie di purghe alla
fragola.. bhè meglio evitare di approfondire..
Con uno schiocco di dita le porte del tardis si aprirono e il dottore ci
sgusciò dentro. Si richiuse la porta alle spalle e poi, ammirando il meraviglioso
interno della sua navicella spaziale si diresse al suo centro. Ogni volta ne
gustava i colori e la luminosità come se fosse la prima. Accarezzò il punto di
comando, come si fa con un gatto che fa le fusa -Eccomi sexy! Sono di nuovo a casa!-.
L'astronave, quasi come per rispondere si azionò e come succedeva solo
raramente partì da sola -Oou oou cos' hai oggi per me?- gridò il signore del
tempo aggrappandosi a un appiglio per evitare di cadere. –Vai sexy!- fu
l'ultima cosa che riuscì a dire prima di cadere con ben poca dignità sul suo
delizioso fondoschiena. Ma il viaggio era solo all’inizio.
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La ragazza dello schianto respirava a fatica. Nonostante ciò non sembrava
avere alcun problema a dormire non troppo rumorosamente - a parte due grugniti
che le scapparono quando uno scoiattolo le passò di fianco alla faccia, solleticandole
il naso.- russava a malapena.
Dopo poche ore di comunque un profondo riposo la ragazza sdraiata pancia a
terra aprì lentamente gli occhi, un po' le bruciavano ma non fece una piega, si
girò supina e in fine si mise seduta fissando il cielo con poche nuvole e intriso
di un azzurro tanto acceso che pareva brillare, l’azzurro un colore così
freddo, in contrasto con l’armonico giallo infuocato da cui proveniva il calore
del sole, ben visibile in cielo, il quale irraggiava il prato dove era avvenuto
l' "incidente". Ecco. Lei
fissava proprio quello. Il sole. Che la riscaldava e faceva risplendere
riflessi rossi come il fuoco dei suoi capelli. Rimase lì per un tempo indeterminato,
con la lieve brezza, che ogni tanto la riscuoteva, e la faceva rabbrividire.
Ecco che finalmente si alza in piedi, ma barcolla e ricade seduta. È in
perfetto stato, ma deve ancora abituarsi alla velocità con cui la terra gira. La
terra, un posto così strano per lei, praticamente sconosciuto e una velocità di
moto di rivoluzione di circa 1700 km/h. Si tastò le orecchie e le tempie. Iniziava
ad avvertire un po' di mal di mare e stava lì per lì per vomitare, ma il fatto di essere ricoperta di terra e
dell'ignoto materiale nero generato dall' impatto la imbarazzava già abbastanza.
Così decise di trattenersi. E a gattonò verso il buco che aveva causato la sua
macchina del tempo. Proprio quella lì in mezzo alla voragine che in quello e in
qualsiasi altro momento le sarebbe parso il suo unico nascondiglio, il suo “rifugio
sicuro”. Ogni tanto anche a gattoni cadeva di lato o in avanti. Per lei era
come rimparare a camminare da capo, e mentre si sforzava di non cadere (per
quanto fosse ancora possibile nella sua posizione) si domandava dove fossero
finite la sua grinta e la sua dignità. Ma era possibile che nessuno si fosse
accorto della sua presenza? Prima di uscire dalla sua macchina del tempo aveva
letto sul display che quel pianeta era popolato da circa 7 miliardi di persone.
Nonostante si guardasse in giro la zona sembrava deserta. L'unica cosa che desiderava
in quel momento era risalire sulla sua astronave dove finalmente tutto sarebbe
rimasto fermo e immobile.
In quel momento si accorse del silenzio innaturale che rendeva tutto finto.
Smise di respirare e percepì i passi di una persona dietro di lei.
-Dottore!
Finalmente! Ma..-una voce calda e mascolina la spronò- cosa è successo
al tardis?-.
"Il dottore? Tardis?" La ragazza guardò dietro di se. Non le poteva
sembrare vero che fosse stato così semplice..
No, quella voce non era
un allucinazione e adesso, dopo essersi girata completamente vide per intero il
suo primo essere umano.
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Una strana capsula arancione vicino ai comandi inizio a lampeggiare, in
confronto all'instabilità di ora gli sballottamenti di prima sembravano niente.
Su uno degli schermi apparvero strane immagini. Il dottore tentava di stare
in piedi per controllare la situazione, dopo aver espresso tramite i muscoli
facciali tutto il suo stupore emise un gridolino sorpreso. Fissò lo schermo e
con non si sa quale forza incominciò a girare attorno ai comandi premendo tasti
qui e lì e azionando strani meccanismi. -è impossibile..- controllava costantemente lo
schermo su cui apparivano talvolta immagini, numeri, sagome, sequenze di colori
e le più strane cose che erano mai apparse su quello schermo. -era da secoli che non
ne vedevo un'altra.. qualcuno oltre a me è sopravvissuto, devo agganciare
l'astronave e fargli sapere che ci sono.. presto.. GERONIMOO!-
FINE CAPITOLO 2-IL PRIMO UMANO
--“L’angolo del topo”--
Ehilallallallallà! Bene ragazzi dato che
ci ho messo tipo due settimane solo per scrivere questo capitolo non tiratemi
subito i pomodori ok? Spero solo che non abbiate trovato il mio umorismo
scontato e che vi sia piaciuto il capitolo J
Pace e amore✌