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Autore: nephele_cleide    16/04/2014    1 recensioni
cosa sarebbe successo se America fosse realmente tornata a casa dopo aver combinato quel pasticcio al Rapporto?
un seguito alternativo a the Elite dove America, una volta tornata a casa, cerca di tornare alla normalità della sua vita da cinque, impegnandosi a superare quei dolorosi sentimenti che la legano a Maxon. e quando sembra quasi essere tornata alla realtà ecco che quei sentimenti riaffiorano in tutta la loro potenza aggiungendosi al terrore e alla preoccupazione. Nell'ultimo Rapporto infatti Gavril ha annunciato tra la disperazione delle ragazze rimaste e della famiglia reale l'improvvisa scomparsa del principe Maxon...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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                                                                               Capitolo 2 –
 
La giornata passò lentamente e senza nulla di interessante. Mi trascinavo da una stanza all’altra, cercando di tenermi occupata per non pensare a ciò che avevo perso e a ciò che avevo lasciato a Palazzo.  Non facevo altro che mettere a posto quelle poche cose che avevamo. 
Mentre sistemavo la camera di May feci accidentalmente cadere un piccolo quaderno che non avevo mai visto: si aprì su una pagina a caso.
gli occhi mi caddero su una frase
Ieri sera è arrivata la lettera per America! Siamo tutti così entusiasti! Peccato che lei non voglia nemmeno saperne…
Presa dalla curiosità proseguii con la lettura, sfogliai velocemente il diario di mia sorella in cerca di qualcosa che riguardasse me; finalmente trovai un appunto della sera dopo la visita a palazzo:
ieri siamo stati invitati a palazzo. Ames è ancora nella Selezione! È così bella! Mio Dio il palazzo è stupendo, tutto brilla, il cibo è fantastico! Non ho mai mangiato così tanto e così bene in tutta la mia vita! Capisco perché Ames sembra molto più bella di quando è partita… quanto la invidio! In senso buono sia chiaro! È bellissima, intelligente ed ora vive a palazzo e sono sicura che ci vivrà per molto tempo. Il principe Maxon è innamoratissimo di lei e da quello che ho visto anche lei piano piano sta cedendo: non capisco perché si ostina così tanto a fingere di non provare nulla per lui… si vede da come si guardano che sono innamorati!
Decisi di leggere l’ultima pagina…
Ames è distrutta. All’ultimo Rapporto ha detto delle cose fantastiche che però le hanno portato solo guai.. è tornata a casa ieri e non ha fatto altro che piangere. Non voglio vederla così; lei merita di essere felice, e se Maxon non può renderla felice allora non la merita come credevo. Vorrei tanto poterla consolare in qualche modo. Gerard ha avuto un incubo questa notte, da quando l’ha vista così sconvolta non vuole più dormire da solo. Povero il mio fratellino… con lui so cosa fare, lo cullo tutta la notte e così non ha incubi ma con Ames non so che fare. Forse potrei scrivere una lettera per il principe, potrei chiedergli se è ancora innamorato di lei nonostante sia stata cacciata… potrei dirgli che lei sta male e che è l’unico che può tirarla su di morale
Chiusi il diario e mi affrettai a rimetterlo a posto, non volevo leggere oltre. Sospirai e scesi di nuovo in sala, presi la felpa che portavo il giorno prima e uscii di casa per fare una passeggiata.
“America! Cosa ci fai qui?” dannazione, non avevo pensato a nascondermi.
“Mikael… come stai? Sono tornata a casa.”
“ti hanno eliminata dalla Selezione?” mi chiese sconvolto
annuii
“mi dispiace…” non sapeva cosa dire, glielo leggevo negli occhi
“lo so… anche a me. Ora scusa ma devo andare.” Mi sforzai di sorridere. Lui mi fece un cenno con la mano e io mi voltai e mi affrettai ad andarmene da li. Una volta lontana dal centro iniziai a correre in preda ad un attacco di panico. – non avrei mai dovuto lasciare casa mia!- ero sconvolta e arrabbiata con me stessa per essere uscita di casa.
Decisi di evitare inconvenienti così mi inoltrai tra gli alberi dietro la via principale, li non avrei mai incontrato nessuno. Ero ormai quasi arrivata dietro casa mia quando mi sentii osservata. Mi bloccai terrorizzata e mi voltai. Non c’era nessuno eppure sapevo che qualcosa non andava. Ripresi a camminare speditamente lanciando occhiate indietro di tanto in tanto.  
“Lady America!” una voce femminile che non riconoscevo mi chiamava dal folto del bosco.
“chi è?!” ero spaventata.
“Lady America… è un piacere incontrarla di nuovo.” Da dietro un piccolo alberello uscì una ragazza minuta. Non la riconobbi
“ci conosciamo?” chiesi socchiudendo gli occhi e sforzandomi di ricordare il suo volto grazioso.
“l’ultima volta, che tra l’altro è stata anche la prima per lei, era su un albero..” a quelle parole ricollegai
“i ribelli a palazzo!” ora ero spaventata sul serio. Iniziai ad indietreggiare.
“la prego non abbia paura.. non le voglio fare del male. Se avessi voluto farlo lo avrei gia fatto non crede?” non mi fidavo… andai a sbattere contro un sasso e caddi a terra. La giovane corse verso di me e mi porse una mano. La afferrai titubante e lei mi aiutò ad alzarmi.
“la ricordavo vestita meglio.” Mi prese in giro.
“io la ricordavo come una degli assassini che hanno tentato di farmi fuori…”
“oh si. Mi scuso, all’epoca volevamo solo colpire il re.” Annuii..
“capisco. Ora però mi dispiace deludervi ma il re se ne frega di me…. Quindi avete sbagliato vittima.” Dissi convinta. Da una parte se mi avessero uccisa non sarebbe stato tanto male.
“non la voglio uccidere…” mi disse schifata.
“allora cosa volete da me?”
lei mi sorrise.
“avremmo bisogno del suo aiuto.”
“per che cosa?”
“per trovare ciò che stiamo cercando…” il suo sorriso si trasformò in un ghigno.
“non credo di potervi aiutare. Se non ve ne siete accorti non vivo più a palazzo e in oltre non voglio aiutare degli assassini.”
“è sempre stata legittima difesa la nostra…” mi disse altezzosa
“non credo che una ragazzina potesse essere così pericolosa per la vostra incolumità…” dissi con odio. Cosa c’entrava la sorella di Natalie in tutta la storia? Scosse la testa
“ah. Si riferisce alla ragazzina che hanno ucciso…” hanno… cosa significava? Lei non c’entrava nulla?
“non dovrebbe essere mio interesse giustificarmi ma, la ragazzina è stata un’idea scartata dalla maggior parte di noi… tuttavia ci sono persone un po’ troppo prese da questa storia e non hanno voluto desistere… mi dispiace.” Abbassò gli occhi…
“dunque… cosa stareste cercando di così importante?”
“Non posso dirglielo… almeno non prima che anche lei sposi la nostra causa.”
“quale causa?! Come faccio ad impegnarmi in qualcosa che nemmeno so cosa sia???” ero davvero sconvolta
“ha ragione…”
“già…” ero furiosa ora.
“stiamo cercando i diari di Gregory Illèa e del re…” mi disse d’un fiato senza guardarmi negli occhi. Scossi la testa scoppiando in una risata.
lei alzò gli occhi guardandomi sopresa.
“non so se ve ne siete accorti ma non vivo più a palazzo… non so dove possano trovarsi i diari di Illèa!”
“ma lei li ha letti! Li ha usati per quella presentazione!” prefetto… mi stava rinfacciando l’unica cosa che non volevo ricordare…
“appunto… li ho letti ed utilizzati… e ho creato un casino. Ora il re li ha fatti spostare e non so dove! E per quanto riguarda i diari del re… non sapevo nemmeno ne tenesse uno!!!” lei mi posò una mano sulla spalla.
“signorina… abbiamo bisogno di quei diari… lei conosce il palazzo, conosce nascondigli segreti e da qualche parte dovranno pur stare!” scossi la testa
“non saprei dove cercare! E anche se ricordassi tutti i nascondigli che Maxon mi ha mostrato, non saprei come entrare!” lei mi sorrise
“ la aiuteremmo noi! Come abbiamo sempre fatto! Noi distrarremmo la famiglia reale e le guardie e lei potrebbe cercare indisturbata per un po’…”
“mi dispiace. Non voglio mettere a repentaglio la vita di nessuno per cercare qualcosa che non so nemmeno se esiste.”
“potrebbe vendicarsi del principe, del re, delle ragazze… di chi vuole! Le promettiamo che lasceremo a lei l’onore di vedersela con chiunque possa averle fatto del male!” lacrime di rabbia e tristezza minacciavano di uscire.
“non voglio vendetta!” lei mi guardò sconvolta
“come? Ma l’hanno umiliata davanti al Paese intero… l’hanno fatta soffrire; il principe si è preso gioco dei suoi sentimenti…” le lacrime ora scivolavano sulle mie guance sempre più velocemente.
“non si può sempre combattere l’odio con l’odio…”
“lei è ancora innamorata del principe.” Abbassai gli occhi
“non è questo il punto. Non posso aiutarvi. Non voglio aiutarvi e non voglio vendicarmi di nulla. Voglio solo che non facciate del male a persone innocenti. Lasciate stare Maxon, le ragazze, le loro famiglie, la regina e la servitù… con il re fate quello che volete. Ma non contate su di me. Ora se non ti dispiace me ne andrei a casa mia” dissi voltandole le spalle e allontanandomi da lei.
“Lady America!” mi voltai. La ragazza mi sorrise e fece un lieve inchino
“è stato un piacere conoscerla. Ci rivedremo presto, spero.” Mi sorrise di nuovo e schizzò via tra gli alberi. Asciugai le lacrime e sbattei gli occhi.. scossi la testa per scacciare quella strana conversazione e tornai a casa.  
davanti alla porta trovai un piccolo pacchetto… mi avvicinai.
 
Lady America.
Ci manca molto. Il principe Maxon ci ha chiesto se volevamo scriverle qualcosa. Ha detto che le avrebbe fatto recapitare la lettera al più presto. Qui va tutto bene, più o meno. Per ora non ci sono stati attacchi dai ribelli e la signorina Kriss ha ricevuto la sua lettera e ci ha detto che ci saluta.. le vogliamo bene anche noi, avremmo voluto servire lei per sempre piuttosto che la signorina Kriss. Non ci fraintenda, è molto gentile con noi ma lei è sempre stata speciale. Manca molto anche al principe Maxon, si vede da come si comporta. Ci dispiace molto che le cose siano andate in questo modo. Le auguriamo ogni bene.
Con grande affetto
Anne, Mary e Lucy.
 
Le mie dolci cameriere mi avevano scritto una lettera. Presi il pacco ed entrai in casa. Seduta sul divano aprii la scatola con delicatezza. Al suo interno c’era un paio di Jeans e due foto. Le presi. Erano le due fotografie che Maxon mi aveva scattato la sera che avevamo parlato in camera mia. Sorrisi al ricordo. Presi fuori i jeans: erano bellissimi, come gli altri che mi aveva regalato. Li strinsi al petto. Accidentalmente feci cadere una delle due fotografie e dietro trovai una scritta
Mia cara America,
mi spiace non poterti avere ancora qui con me. Spero che stia bene e che trovi la felicità lontana da questa gabbia dorata in cui eri stata catapultata, lontana da me.
Con grande affetto, mi manchi
Maxon.
p.s. Kriss mi ha parlato della tua lettera. Mi ha chiesto di riferirti che non riesce a rispondere alla tua lettera ma che ti promette che manterrà fede alle promesse. Non so di cosa stia parlando ma spero che ti rendano felice.
Marlee ti saluta e dice che ti verrà a trovare appena possibile.  

 
Riposi immediatamente i jeans e le foto nella scatola insieme anche alla lettera delle mie cameriere e corsi su per le strette scale; entrai in camera mia e nascosi il pacchetto dietro un pannello dell’armadio che si era alzato leggermente. Non volevo vedere nulla di quelle cose… non volevo più pensare a Maxon e a quello che avevo perso, volevo solo andare avanti, riuscire a superare il dolore e trovare un modo per non sprecare la mia vita. Mi gettai sul letto triste. Una lacrima timida mi scivolò sulla guancia quando chiusi gli occhi.
 
“Ames! Da quanto tempo dormi?” la voce di mia sorella mi svegliò.
“May… che ore sono?”
lei scosse la testa esasperata.
“sono le otto e venti…” sgranai gli occhi: avevo dormito per tutto il pomeriggio e avevo anche saltato il pranzo.
“da quando dormi?” mi chiese ancora mia sorella
“dalle dieci o le undici credo..” lei mi guardò sconvolta
“hai dormito tutto il pomeriggio?!” era veramente preoccupata per me; annuii.
“non hai pranzato?” scossi la testa; non riuscivo a capire perché avessi dormito così tanto.
“vieni; avrai molta fame.” Mi prese la mano aiutandomi a scendere dal letto.
“America! Stai bene?” Gerard mi sorrideva impacciato. Mi rendevo conto di averlo spaventato ieri cosi gli sorrisi per tranquillizzarlo.
“si fratellino. Sto bene. Ho una fame da lupi.” Sorrisi a mia madre che mi scrutava preoccupata. Mentre la mamma poggiava a tavola la cena incrociai lo sguardo di mio padre.
“Micina… sicura che vada tutto bene?”
“non tutto papà… ma me la cavo. Tranquilli.” Possibile che mio padre mi conoscesse così bene?! Lui mi sorrise incoraggiante e mi baciò la testa.
“sono contento.” Annuii mettendo in bocca una forchettata di insalata.
“America, grazie mille. Ho visto che hai sistemato tutta la casa oggi.” Mi sorrise mamma
“di nulla mamma. Non avevo molto da fare.” Mi sorrise contenta di vedermi un po’ più tranquilla di ieri. Per lo meno non piangevo e non vomitavo il poco che avevo ingerito! Quando ebbi finito di mangiare mi spostai sul divano insieme alla mia famiglia. Ci sarebbe stato un programma speciale sulla Selezione. Non ero sicura di volerlo vedere ma avevo bisogno di rivedere il suo viso così mi feci forza e mi sedetti a terra come facevo sempre prima della Selezione.
Partì l’inno di Illèa. Un groppo in gola mi chiudeva le vie respiratorie.
“Ames, se vuoi spegnamo.” Scossi la testa decisa
“no voglio vederlo.” Mia sorella intuì che stessi parlando di Maxon perché mi sorrise triste. Tornai a concentrarmi sulla tv. Gavril stava entrando ora con uno sguardo desolato.
“salve a tutti cittadini di Illèa! Abbiamo deciso di indire questa puntata speciale per salutare una delle ragazze dell’elite che ci ha lasciati… purtroppo la signorina America Singer non ha retto alla tensione e ha pregato il principe Maxon di lasciarla tornare a casa. E il nostro principe ha dimostrato ancora una volta la sua grandissima bontà permettendole di lasciarci. Ma sentiamo cosa ha da dire a riguardo la famiglia reale!” Gavril sorrise alle telecamere e si avvicinò per primo al re
“Maestà, cosa ci può dire riguardo alla decisione di suo figlio?” il re stampò sul suo viso quel sorriso finto che avevo imparato a riconoscere. Il disprezzo per quell’uomo, per tutto ciò che mi aveva detto e per ciò che aveva fatto a Maxon mi fece stringere i pugni.
“ci rincresce che Lady America ci abbia voluto lasciare. Aveva molte qualità, come tutte le splendide fanciulle che hanno partecipato alla Selezione di quest’anno: mio figlio è stato molto fortunato.” Sorrideva ancora.
“nonostante ciò, la nostra giovane donna non se l’è sentita di proseguire e questo significa che ha avuto coraggio e che allo stesso tempo non era lei la principessa più adatta.” Sembrava che stesse tessendo le mie lodi ma io vedevo quello che voleva dire in realtà… era un insulto bello e buono. Spostai l’attenzione su Maxon e notai che anche lui, forse, aveva sentito la cattiveria del padre dietro quelle bugie perché fece una smorfia impercettibile… sorrisi triste.
“grazie mille Maestà.. ora passiamo alla nostra amatissima regina Amberly.” Gavril le sorrise e le si avvicinò con il microfono.
“che cosa ci dice lei?” la regina prese il microfono socchiudendo gli occhi con uno sguardo triste.
“mi ero ripromessa di non interferire con la scelta di mio figlio e così intendo proseguire… tuttavia mi sento di esprimere la mia tristezza nell’apprendere che la giovane Lady America ci ha voluti lasciare dopo essersi impegnata così tanto. Confido in mio figlio ora. Sono certa farà la scelta più giusta per lui e per il nostro amato paese.” Le parole della regina mi sconvolsero. Sapevo per esperienza che non mentiva mai… doveva essere sinceramente convinta che me ne fossi andata volontariamente. Maxon teneva gli occhi bassi quando Gavril lo raggiunse con sguardo entusiasta.
“e lei principe Maxon… cosa ci pensa della scelta della giovane Lady America? Sapevamo tutti che tra voi due qualcosa era nato, come l’ha presa la richiesta di andarsene della signorina?” lui scuoteva la testa impercettibilmente
“la signorina America ed io eravamo diventati amici più che altro. È per quello che ci vedevate molto uniti. Ultimamente credevo che ci stessimo avvicinando in qualche modo ma la signorina mi ha chiesto di poter tornare a casa ed io, in nome della nostra amicizia, ho acconsentito.” Sorrideva ma vedevo la tensione nei suoi occhi. Le spalle erano tese, temevo che quel mostro del padre gli avesse fatto di nuovo del male per convincerlo a mentire così. Lacrime di rabbia mi affiorarono agli occhi; mi alzai in silenzio e mi diressi in cucina per prendere un bicchiere d’acqua fresca. Dall’altra stanza sentivo Gavril parlare
“e dunque, gente di Illèa, Lady America e il nostro principe ci hanno fatto un bello scherzetto! Hahahah! Ma sentiamo, ragazze, voi volete dire qualcosa alla signorina Singer?”
“io vorrei salutarla. So che è una ragazza dolcissima e intelligente. Ci eravamo avvicinate molto nell’ultimo tempo, specialmente dopo lo scandalo che le ha portato via la migliore amica.” Kriss… pensavo che fosse più sincera. Scossi la testa tornando al mio posto
“spero che trovi la felicità prima o poi, se lo merita.” Sorrideva. Odiavo l’ipocrisia.
non volevo più sentire altro. Me ne tornai in camera infuriata.
Mi infilai nel letto e tornai a dormire di nuovo. Non mi capacitavo, come era possibile che dormissi così tanto?!
  
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