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Autore: Glory and Love    17/04/2014    2 recensioni
South Ashfield - 2005
Tanti anni sono passati da quando James Sunderland ha ucciso sua moglie, Mary. Altri anni da quando ha pareggiato i conti con le sue colpe, a Silent Hill.
La sua vita è totalmente cambiata. Ha una figlia: Laura, la bambina orfana che ha adottato.
Da mesi, però, Laura fa incubi assurdi e non sono per niente legati a Silent Hill, stavolta. Ma ad una famiglia che visse durante l'infanzia di Alessa Gillespie.
James decide di trasferirsi a South Ashfield Heights con sua figlia, nell'intento di scoprire qualcosa all'orfanotrofio Wish House, che sorge vicino le sfonde del lago Toluca.
Il destino sta architettando qualcosa di molto peggio dell'inferno per James e lui è disposto a tutto per salvare sua figlia.
Anche contrastare i piani di Ernest Baldwin e di Walter Sullivan, quest'ultimo e magicamente riapparso nella palazzina per ordine del nuovo maestro del "culto".
"Una madre è Dio agli occhi del figlio... ma un padre, agli occhi di una figlia, è un eroe".
[Sequel di "Leave (Partenza)".]
[Personaggi: James Sunderland, Laura, Frank Sunderland, Walter Sullivan, Ernest Baldwin, Amy Baldwin, Maria, Henry Townshend, Alessa Gillespie, Dahlia Gillespie, Suor Marie, Uomo Nero, Lisa Garland, Harry Mason.]
Genere: Drammatico, Generale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Sunderland, Laura, Lisa Garland, Sorpresa, Walter Sullivan
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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La testa del biondo pendolava avanti e indietro, esattamente come un orologio a pendolo, soltanto che il suo era un movimento verticale. Russò qualche volta, poco… ma riusciva benissimo a sentirsi visto che era in una situazione coma-veglia. Non era riuscito a dormire tutta la notte, torturato da quell’incubo. Quella donna… che cosa voleva dire con quella frase?
Salva mia figlia.
James tutta la notte non aveva pensato ad altro. La verità e che si era visto troppe volte il film Psyco o la storia di Freddie Kruger. Era ossessionato dalla passione degli incubi veri. Si spiegherebbe benissimo, in questo modo, la visione di quella donna. Una donna che aveva già visto, James ne era sicuro. Solo durante la notte aveva riflettuto a fondo. Ora che ci pensava assomigliava un casino a quella infermiera che smistava la posta al condominio. Com’è che si chiamava? Mechel? No.. Rachel! Rachel giusto! Assomigliava a lei.
Ovviamente non aveva detto nulla a suo padre di tutto quello. Il motivo? Sapete come gli avrebbe risposto il caro e vecchio Frank? “James, caro figlio mio. Vuoi un consiglio che ti darebbe uno psichiatra? Esci con una donna e infilati nel suo letto”. Visto che il biondo sapeva già questa tarantella… perché ripeterla? Aveva evitato e così aveva mandato Laura in casa del padre presto. Frank aveva provato anche a farsi spiegare dalla piccola del perché James l’aveva mandata da lui così presto. La bambina però si era limitata a stringere Robbie tra le braccia e aveva scosso la testa, scappando nella camera degli ospiti per continuare il suo sonno.
Verso le 10 di quella stessa mattina, dopo essersi scrollato di dosso le noiose domande del padre, aveva preparato tutto l’occorrente per il viaggio. Mappa, torcia nel taschino della giacca marrone di pelle (anche se era giorno, James aveva un brutto presentimento e aveva deciso di portarla); delle erbe medicinali che aveva trovato per caso nello stipo della cucina del suo appartamento e una macchinetta fotografica, anch’ella aveva trovato inispiegabilmente sul divano il mattino seguente. James continuava a credere che tutto si faceva sempre più insolito.
Dopo essersi ricordato la sua meta, ovvero l’orfanotrofio abbandonato della Wish House, continuò a guidare il quella direzione. I suoi occhi catturarono il cartello sul ciglio della strada e un cancello arrugginito aperto che conduceva ad una stradina stretta. Il cartello verde con le scritte bianche a lettere cubitali recitava: WISH HOUSE ORPHAN. Senza indugiare, quindi, accellerò con la macchina e imboccò in quella stradina. Fortunatamente non c’era nebbia e il sole era alto e i suoi raggi illuminavano il tragitto. Lungo la stradina, James intravvide un altro cancello con un cartello che recitava la stessa scritta di prima, soltanto che questo era appannato. Con lo sguardo, il biondo, cercò un posto per parcheggiare la sua vettura ma ad un certo punto questa barcollò. James, a quel punto, cercò di padroneggiarla ma finì per andare fuori la stradina, dritto nel prato verde. Il biondo calò dalla sua vettura, ancora in moto, per costatare che danno avesse fatto. Con sua sorpesa vide che la ruota a destra era bucata, infatti la macchina tendeva ad abbassarsi.
Battè una mano sul viso, maledicendosi per non aver portato con se una ruota di scorta. Prese tutto ciò che aveva portato con se, chiuse la macchina e mise le chiavi in tasca, sperando che all’orfanotrofio ci fosse qualcuno che li facesse fare una telefonata a qualcuno per venirlo a prelevare. Si avvicinò al cancello appannato ed entrò, intravvedendo subito una grande roccia che si sporgeva da sinistra, per terra notò anche delle candele spente ma il fumo ondeggiava ancora per l’aria e colava ancora della cera. Doveva essersi fatto giorno da poco lì. Pensò ironico, avanzando verso la struttura. Salì i gradini che lo portarono alla porta principale e bussò sonoramente. Lì fuori era parecchio tranquillo e c’erano dei cartelli che recitavano: LAVORI IN CORSO.
James, dall’altra parte della porta dell’edificio, non sentì dei passi avvicinarsi. Dovette costatare che non ci fosse nessuno. Bussò ancora e questa volta, la porta si aprì da sola, cigolando. La frangetta del biondo si drizzò all’istante, tanto da sembrare suo padre la mattina appena sveglio. Una volta dentro richiuse la porta alle sue spalle e si guardò intorno. Lì era tutto pericolante, come aveva immaginato. I pavimenti fumavano, come se sotto ci fosse stato un qualche incendio. Le pareti erano annerite e il colore bianco sostituito ad un verde scuro abbastanza raccapriciante. Tutte le porte che provò ad aprire furono bloccate o sprangate. L’unica via da investigare, quindi, fu la porta al piano di sopra che, stranamente, questa si aprì. Il suo interno era molto più gradevole del piano terra.
Era una semplice camera da letto, molto bella. Le pareti dipinte di un pesca chiaro, i mobili sembravano antichi e le trapunte erano color oro, come le federe dei cuscini. Era una camera matrimoniale. Lo sguardo del biondo andò alla specchiera di fronte a se. Un grande specchio incorniciato da una cornice bianco perlato con incastonati ad esso dei diamanti celesti. Doveva costare un occhio della testa una cosa del genere! Lo sguardo di James andò oltre… ad una libreria vicino alla porta. Osservò i vari libri tutti in disordine. In particolare uno che era caduto a terra. Si impietrì osservando il titolo che riportava sulla copertina: “Hansel e Gretel”. Ma cosa ci faceva un libro per bambini in una stanza degli adulti? Incuriosito aprì le pagine e  le trovò completamente bianche. Solo alle prime due pagine c’era scritto qualcosa:
“C’erano una volta due bambini orfani, due fratelli, di nome Hansel e Gretel.
I due orfanelli venivano ospitati dalla zia Eugenia in un piccolo villaggio, dove erano diventati amici di altri due fratelli: Noah e Lya. Tutte le domeniche Hansel e Gretel si recarono al mercato per vendere la legna che riuscivano a fare per guadagnare qualcosa da portare alla zia. Un bel giorno, però, i due fratelli scoprirono che Noah e Lya erano spariti nel nulla, rapiti molto probabilmente. Hansel e Gretel, quindi, decisero di andarsi a cercare. Giunsero in un bosco dove rischiavano di perdersi. L’intelligente Hansel, allora, decise di far cadere delle molliche di panne in modo da poter riconoscere la strada e tornare indietro se era troppo pericoloso. Durante il cammino, si fece notte. Tremolanti e impauriti, Hansel e Gretel, fecero la conoscenza di un gufo parlante che consigliò lui dei suoi amici Troll che abitavano lungo la valle e che per una notte gli avrebbero ospitati. I due orfani, allora, andarono dalla famiglia di Troll per cercare un appoggio per la notte…”
Il resto erano pagine vuote.  Chi mai comprerebbe un libro che è ancora da completare? James lo chiuse e andò ad appoggiarlo sul comodino accanto al letto. I suoi occhi chiari, però, catturarono l’attenzione di un altro oggetto. Una lapide… non proprio una lapide. Un vaso con delle ceneri dentro. Accanto c’era un biglietto. James lo prese con mani tremolanti, pensando che prima, quando i suoi occhi avevano studiato affondo la stanza, non l’aveva visto. Lo aprì e lesse le poche parole che c’erano segnate:
“Papà… mamma… aiutatemi! Sono da per tutto! AIUTO!”
Sobbalzò, urlando appena quando il telefono nella sua tasca squillò. Lo prese e lesse chi era. Suo padre. James sbuffò… cosa c’era da chiamarlo nel bel mezzo di un indagine alla CSI?
Premette il tasto verde di risposta e portò il cellulare all’orecchio.
-Pronto?-
-James! Meno male! Erano ore che ti stavo chiamando! Dove sei, figliolo?-
Il biondo si guardò attorno, pensando ad una scusa da dire.
-Un colloquio di lavoro. Perché mi cercavi? E’ successo qualcosa a Laura?-
-No. Lei sta bene. Lei. Perché io rischio un infarto!-
Davanti al re del melodramma, che era suo padre, non poteva riattaccare senza approfondire cosa era veramente successo in sua assenza.
-Che è successo, si può sapere?-
-Ero sceso giù a fare la spesa, come al solito. Lascio pochi secondi Laura ha casa da sola e quando torno trovo la cucina in fiamme! FIAMME, TI RENDI CONTO? Inizio a credere che questa ragazzina sia la reincarnazione del DEMONIO!-
Erano più le volte che aveva allontanato il telefono dall’orecchio, perché un altro urlo da parte di Frank e James avrebbe perso l’udito dell’orecchio destro. Sospirò sonoramente, mentre il suo pensiero andava solo a sua figlia.
-Oh, mio Dio! E Laura sta bene, si?-
-Ma che mi frega di lei! Ti sto dicendo che io ho PAURA ha stare SOLO con lei e tu mi chiedi se lei sta bene?! Tranquillo… nessuno l’ammazza a quella! Ora sta guardando i cartoni e ride senza motivo, stringendo Robbie che ha uno sguardo inquietante. James, ma quando torni? Ho paura!-
L’anzianità giocava brutti scherzi e James sperò di non ritrovarsi come lui alla sua età.
-Tra poche ore sarò lì. Entro stasera, prometto.-
-ENTRO STASERA? MA SEI IMPAZZITO? IO CREPO PRIMA! James? James? JAMES?-
Il biondo aveva riattaccato prima che suo padre gli rompesse davvero l’udito.
Rimise il cellulare in tasca e pensò su ciò che gli aveva riferito il padre. Non era mai successa una cosa del genere e ciò aveva iniziato a manifestarsi da quando si era trasferito in quell’appartamento. Doveva vederci chiaro in quella faccenda. Era sicuro che la donna del sogno e l’incidente a casa del padre erano collegate. Si guardò intorno e il suo sguardo tornò alla libreria che notò qualcosa di strano, qualcosa che prima non c’era.
-E questo?-
Si chiese da solo, mentre avanzava verso gli scaffali e notava dietro una piccola porta bianca. Non una porta minuscola… sembravano quelle porte che conducevano agli sgabuzzini. Si fece forza con le braccia e spostò l’intera libreria. Non appena lo fece, da sotto la porta bianca uscirono degli scarafaggi che andarono fuori dalla stanza. James, con occhi sgranati, avanzò verso la porta bianca, aprendola. I suoi occhi chiari videro un semplice corridoio lungo, quasi infinito. Fortuna che aveva la torcia con se. L’accese, mostrando la strada da percorrere.
Si abbassò in modo che la testa non sbattesse contro l’arco della porta e una volta dentro, la richiuse alle sue spalle, avanzando nell’oscurità illuminata dalla torcia che aveva con se. Più passi faceva e più sentiva la paura avanzare. Stavolta non aveva nessuna radio che potesse avvertirlo del pericolo. Ma doveva farlo. Doveva proseguire. Doveva per la figlia di quella donna, per la sua di figlia.
Proseguendo lungo il corridoio vide delle sbarre grigie, come quelle della prigione, sbarrargli la strada e allora continuò verso destra dove vide una porta lungo la fine dell’immenso corridoio. Quando l’aprì, la puzza di carne putrefatta lo colpì in pieno, facendogli venire la nausea e quasi la voglia di vomitare. Si ritrovò in quello che, molto probabilmente, era un obitorio. La sua destra e la sua sinistra erano occupati da dei frigoriferi. Dei sportelli con i cadaveri dentro. Chi era chiuso, chi era aperto… le mosche volavano per tutto il 3x3 di stanza e James notò anche un sacco contenente una testa di una cadavere e del sangue. Molto sangue. Notò che la busta che conteneva la testa era uguale a quella dove c’era dentro la donna.
Qualcosa gli disse che era nel posto giusto.
Di fronte a lui c’era un'altra porta, appannata. Avanzò con passo sicuro, entrando nell’altra stanza. Riconobbe d’essere il corridoio di una sala operatoria, ciò che non si spiegava era la grande scia di sangue sul pavimento delle mattonelle. Anche dall’altra parte del vetro c’era un fetore assurdo. Perché mai un orfanotrofio doveva contenere una sala operatoria segreta?
La cosa si faceva sempre più misteriosa e paurosa allo stesso tempo. Senza indugi, entrò con un colpo secco della mano. Con sua sorpresa vide che non c’erano infermiere barcollanti che brandivano un arma. Trovò dei lettini occupati da dei cadaveri coperti da un lenzuolo e non aveva nessuna voglia di avvicinarsi per l’appunto. Al centro però, notò una luce accesa, che illuminava una sedia rossa reclinabile, vuota, sporca solo di altro sangue.
Nell’aria, all’improvviso, si espanse qualcosa. Una voce femminile, roca e sensuale gemeva di dolore. Una voce femminile voleva dire una voce di una viva e non di una morta.
James si avvicinò al muro di fronte a se e vide un calendario, che scostò e ci trovò un buco dove poteva vedere ciò che succedeva nell’altra stanza. Una donna da i lunghi capelli biondi, nuda, stava… James sgranò gli occhi, inorridito dalla cosa. Una donna ed un uomo che facevano sesso in un luogo del genere? L’uomo non lo riusciva a vedere, era di spalle, ma aveva la sua stessa pettinatura e il suo stesso colore dei capelli. La sola immagine della donna nuda servì a risvegliare in lui qualcosa che reprimeva da tempo. Sospirò rumorosamente, cercando di riprendersi il controllo di se.
Chiuse gli occhi mentre, all’improvviso, sentì un dolore allucinante dietro al nuca e l’odore del suo sangue nelle narici stavolta.
L’ultimo suono che sentì era il suo corpo che cadeva a terra, privo di sensi.




Note d'autrice:
Perdonatemi se questo capitolo è un pò corto... anzi... cortissimo!ç__ç Ma con la Pasqua in avvicinamento non volevo farvi attendere oltre, come se non mi fossi fatta attendere già troppo!ù.ù Chiedo venia quindi... eccovi a voi questo 3° capitolo! Che ne pensate?
La cortezza di questo dipendeva dal fatto che, come avrete sicuramente capito, questo è stato un capitolo d'introduzione a ciò che verrà dopo. Se avessi prolungato ancora... il capitolo avrebbe assunto un altro titolo e non "Wish House". Comunque... inizio a dire che il prossimo capphy è già in lavorazione.
Non so voi... ma mentre scrivevo questo, ieri sera, mi è venuta la pelle d'oca!O.O Ditemi che effetto vi ha fatto... forse nei generi dovrei mettere anche Demenziale?XD Il nostro Frank è troppo melodrammatico... ma James con le allucinazioni non scherza, he?!
Chi sarà quella donna misteriosa...? Avete già qualche idea? Non è poi così difficile. Quante donne bionde ci sono a Silent Hill?ù.ù
Non faccio ulteriori Spoiler! Che ruolo principale avrà la storia di Hansel e Gretel? Un nuovo enigma o altro?
Apro un punto sull'annotazione del libro di Hansel e Gretel: E' ispirato solo, come avrete letto. Chi ha letto il libro sa che Hansel e Gretel si avventurarono per la foresta per ben altro e non per trovare due amici sperduti. Quello è Peter Pan!xD
E questa stanza segreta? Dove ci porterà a finire?
James è svenuto ma non di ciò che ha visto!xD Anche sul punto di quella donna che fa l'amore con quell'uomo... ci sarà un significato profondo che tutti noi conosciamo bene! (?)
Dopo aver concluso tanti punti e tanti interrogativi... se avete qualche domanda, come sempre citatela nelle recensioni ed io vi risponderò!;)
Chi ha osato dare una botta alla nuca di James? Che poi c'è il rischio che si rincretinisce ancora di più!xD
Spero che mi perdoniate per questo ritardo che non farò più, giuro, e che il capphy sia di vostro gradimento!ù.ù
A presto con il capitolo 4: "Escape Kill" (titolo provvisorio ovviamente!ù.ù)

Glory and Love.

  
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