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Autore: _Ash    17/04/2014    2 recensioni
“Nii-san?” lo chiamò con una voce quasi dolce, dispiaciuta.
“Vattene via, lasciami solo.”
Yukio si sedette sul materasso, continuando a guardarlo, ma Rin se ne stava fermo immobile, seduto , rivolto verso il muro.
Il minore non sopportava vederlo in quel modo e in qualche modo riusciva a percepire il dolore del gemello – telepatia gemellare si disse.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Rin Okumura, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incest
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Salve demonietti :D ebbene, una Yaoista come me non poteva non cimentarsi in una specie di Okumuracest...<3 

Io scopri sempre i manga anni dopo che sono usciti XD ma, meglio tardi che mai no? 

Vi giuro, non riuscivo a scrivere niente di sensato e carino, ma dopo aver letto il 4°volume, un ispirazione improvvisa mi ha assalito (alle 2.30 della notte) e così, la mattina mi son messa a scrivere di getto (se non avessi dovuto svegliarmi presto, l'avrei scritta alle 3.00 di notte!) ed ecco qui il risultato...Spero che possa piacervi e di non essere andata troppo fuori. 

Al momento vorrei continuarla come fan fic, ma nel manga succedono troppe cose in cui ci piazzerei momenti *okumuralove* mha...vediamo come si evolverà e se avrò apprezzamenti (hahaha, se se, come no...)  Siate clementi xD 

Buona lettura ^.^

Dopo il volume 4, in cui Mephisto è stato sottoposto al processo:


° WIRED LIFE °

CAPITOLO 1


Cosa ci fa il figlio di Satana al corso per esorcisti?!”


Non c'è nulla di divertente!”


Continuava a crogiolarsi nel dolore, insieme a quelle parole urlate con disprezzo e disappunto e molta rabbia.

Quelle persona che fino a qualche minuto prima erano dalla sua parte, ritenendolo un loro compagno ed amico, improvvisamente gli si erano rivoltati contro, scoprendo la sua natura di demone, nonché figlio di Satana.


Non devi sempre cercare di risolvere tutto da solo.

Ricorda che hai degli alleati.”


E' vero. Se vuoi sconfiggere Satana, non puoi certo farlo da solo!”


Rin, guarda che noi siamo con te!”


Quelle belle parole gli avevano fatto un tale piacere...ma la sua paura più grande paura, ovvero che scoprissero la sua vera natura li avrebbe allontanati, disgustati, si era avverata, sprofondandolo in un abisso di tristezza e rabbia, verso se stesso, verso la sua impulsività e la sua natura.


'Dannazione!'


Emise un singhiozzo strozzato, l'ennesimo, cercando di cessare le lacrime che, come un fiume in piena, sgorga senza riuscire a contenersi.

Poi, sentì dei passi leggeri avvicinarsi al suo letto e in quel momento sperò con tutto se stesso di esserselo immaginato; non voleva farsi vedere conciato così da nessuno, specie suo fratello.

“Nii-san?” lo chiamò con una voce quasi dolce, dispiaciuta.

“Vattene via, lasciami solo.”

Yukio si sedette sul materasso, continuando a guardarlo, ma Rin se ne stava fermo immobile, seduto , rivolto verso il muro.

Il minore non sopportava vederlo in quel modo e in qualche modo riusciva a percepire il dolore del gemello – telepatia gemellare si disse.

Così, lo prese delicatamente e appoggiò la sua testa sul suo petto, un gesto inaspettato che fece sbarrare gli occhi a Rin; un abbraccio, un segno di conforto che gli fece pesare ancora di più le conseguenze del suo gesto, ma allo stesso tempo sentiva di aver bisogno di conforto, ma non l'avrebbe mai ammesso, né a se stesso né tanto meno a Yukio.

Intanto le lacrime continuavano a rigare il suo volto e pregava che smettessero presto; proprio odiava farsi vedere così!

“Mi dispiace essere stato tanto negligente, è tutta colpa mia. Se ti vessi tenuto d'occhio meglio, tutto questo non sarebbe successo.”

Disse quelle parole semplicemente con il suo solito tono da professore, ma con una nota di dolore tenuta nascosta ma che a Rin non fuggì e anzi...


'Perchè si scusa!?'


“No, avevi ragione Yukio...avevi ragione su tutto...tu hai sempre ragione, Maledizione!” pronunciò le parole alterando il tono di voce, da sconfitto ad arrabbiato.

Iniziò a tremare e Yukio lo strinse più forte, come a volerlo fare entrare nel suo cuore per confortarlo, per fargli capire che lui gli voleva un bene dell'anima e che mai più avrebbe sofferto così. Aveva promesso di proteggerlo a oggi, aveva fallito.

“Ed è per questo che non mi ascolti mai, vero?” tentò di scherzare.

“E dire che mi avevi avvertito, ma io...volevo solo proteggerli...”strinse con un pugno la maglietta del pigiama ormai bagnata per via delle lacrime.

Ripensò a come Amaimon aveva ferito i suoi amici, uno ad uno e lui, pensando solo al loro bene, aveva sguainato la spada, scusandosi con il gemello e promettendosi che avrebbe usato la sua forza per scopi gentili, per proteggere tutti coloro a cui voleva bene.

“Nii-san...Se tu non fossi intervenuto, probabilmente sarebbe finita peggio. Purtroppo tu sei uno che non pensa molto alle conseguenze delle sue azioni, e facendo così hai rivelato le tue fiamme e hai messo tutti in pericolo.”

fece una piccola pausa, accarezzando i capelli del maggiore, il quale aveva finito di singhiozzare e le lacrime stavano smettendo di bagnargli il viso.

Con un dito ne prese una, delicatamente e la lanciò per terra; quel gesto fece ancora sorprendere Rin.

“...Però ci hai salvati.”

Li aveva salvati? Certo, quello era confortante, in qualche modo era riuscito nel suo intento...ma a quale prezzo? Ora tutti l'avrebbero odiato, non gli avrebbero più rivolto la parola.

“Già...è molto confortante salvare la vita a qualcuno ed essere odiato.” si mise a sedere, asciugandosi il volto con una mano, pulendo le lacrime residue e mostrando finalmente il suo viso al gemello.

Entrambi arrossirono lievemente e un velo di imbarazzo scese tra i due, sentendosi improvvisamente a disagio, cosa che Rin non sopportava proprio, ma Yukio lo precedette:

“Bene, ora si dorme. Buonanotte.” dicendo quelle parole si alzò e fece per tornare nel proprio letto, ma sentì il suo polso bloccato da una presa ferrea e si bloccò, rimanendo basito per un attimo.

“...Rin?”

“Dormi con me.” disse a voce bassa, una piccola richiesta che gli costò fatica, ma sentiva che aveva bisogno di colmare quel vuoto che sentiva nel cuore, e di sicuro non se la sentiva di affrontare la notte da solo. Avrebbe ricominciato a pensare e ad avere incubi.

Yukio lo guardò, ma Rin non ricambiava, lo sguardo a terra di una persona che non voleva ammettere di aver bisogno di aiuto.

“C-cosa?” di sicuro non aveva capito bene.

Rin alzò lo sguardo determinato, gli occhi che richiedevano la sua attenzione.

“Dormi con me!” urlò frustrato e Yukio sorrise e insieme si stesero in quel piccolo letto, che Rin sentì caldo e confortevole con il gemello accanto a sé.

Si vergognò un sacco ad aver fatto una richiesta del genere, ma in quel momento non gliene importava; aveva bisogno di lui, della sua sicurezza che ostentava sempre, della sua protezione.

E dire che da piccoli era sempre Rin a correre in suo soccorso, Rin a confortare il gemello e a proteggerlo.

Gli dava fastidio quel cambio di ruoli e si sarebbe ripromesso di fare di tutto per rimediare e tornare in pista.

Si addormentò senza accorgersene, facendo vari sogni agitati e confusi, e tutti contornati da fiamme blu.

Sognò i suoi amici in preda alle torture di Amaimon, e dalla disperazione si trasformò in demone, cercando di proteggerli. Il sogno cambiò improvvisamente e davanti a lui c'era Yukio che lo prese e lo abbracciò; sentì uno strano calore avvolgerlo, un senso di sicurezza e tranquillità mai provato prima, la sensazione che tutto si sarebbe aggiustato e che mai lo avrebbe abbandonato. Lui era sempre lì.


Si rese conto che era mattina accorgendosi del cambio di luce nella stanza: dalla finestra entrava la luce del sole che baciava tutto con il suo calore.

Quando aprì gli occhi, il letto era vuoto e sentì la tristezza assalirlo non vedendo il gemello accanto a sé, ma anche un senso di sollievo, in modo da non dover dare spiegazioni sulla sua assurda richiesta.

Cercò di stiracchiarsi, ma si accorse che qualcosa teneva il suo braccio stirato e la sua mano bloccata; si alzò un po' spaventato e solo allora vide Yukio steso a terra che ancora dormiva, le loro mani intrecciate, il suo braccio teso verso il letto.

Arrossendo tolse subito la sua mano da quella del gemello, che sentendo il suo braccio cadere si svegliò emettendo un mugolio di dissenso.

“...E' già mattina?” chiese con aria assonnata.

“Già. Vado a preparare la colazione.” disse schizzando fuori dalla stanza.

Entrambi emisero un sospiro di sollievo quando l'altro si ritrovò da solo.


Yukio fece fatica ad alzarsi, fece schioccare qualche ossa della schiena, si stiracchiò e si fermò un istante.


'Possibile che...?'


Portò istintivamente un dito sulle labbra, contornandole con delicatezza e a quel gesto arrossì.


'Impossibile.'


Si guardò la mano che qualche minuto prima stringeva quella del gemello, la fissò intensamente come a voler decifrare una scrittura nascosta, poi sospirò e andò verso il bagno per lavarsi e vestirsi, mentre un buon profumo si estese per tutto il loro dormitorio.

Quando arrivò in cucina non c'era nessuno, solo la sua ciotola di riso accuratamente coperta in modo che non perdesse il suo calore, così mangiò e tornò in camera, anch'essa vuota.


'Ma dov'è andato?'

   
 
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