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Autore: Free_to_dream    18/04/2014    2 recensioni
Una breve storia per ricordare l'importanza del valore e l'amore per una persona, un luogo o un oggetto e non guardando solo la bellezza.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto era bello in quel giardino. Era molto ben curato, tutte le piante erano tenute bene e in ordine, nessuna si accavallava con l’altra, tutte erano disposte nel proprio spazio. Sembrava un’opera d’arte. E in effetti tutti i grandi artisti erano accorsi per dipingerlo e conservare la sua bellezza per sempre. Tutti i grandi fotografi avevano cercato di catturare l’immagine splendida e la maestosità di quel luogo. “Metterci piede è come entrare in paradiso” avevano sostenuto alcuni poeti. "La sua immagine è una melodia che nemmeno la musica sa spiegare” dicevano i musicisti. Ma come tutte le cose belle ci vuole un’attenta cura per mantenerla e così erano stati assunti molti dei più grandi giardinieri che avevano il compito di potare le piante e tagliare l’erba per dare sempre un’immagine ordinata e curata del giardino. La parte più interessante era che quel giardino non apparteneva a nessuno ma il sindaco della città, vedendolo così bello si era interessato per mantenerlo e lo aveva proclamato “proprietà del comune“. Ma in realtà quel giardino non aveva un vero e proprio padrone. Primo perché si trovava in un posto un po’ particolare, ovvero dietro una stazione abbandonata da molti anni. E poi perché era difficile da raggiungere, bisognava attraversare i binari nascosti dall’erba alta e seguire il loro tragitto per un bel pezzo. A scoprirlo era stata una bambina, che andava spesso a giocare in quel posto. Un giorno, mentre stava giocando a nascondino con i suoi amici si allontanò più del solito e immediatamente venne rapita da quel giardino che aveva definito “magico”, come fanno tutti i bambini quando vedono qualcosa di misterioso. La bambina pian piano ci portò tutti i suoi amichetti e la voce si sparse in giro fino ad accogliere le persone più importanti che, spinte dalla curiosità, erano venute apposta per vedere con i propri occhi quel luogo tanto ammirato dalla gente. E infatti quello che videro fu, non un normale e banale giardino, ma qualcosa di straordinario. Quando soffiava il vento sembrava che le piante danzassero, muovendosi armoniosamente con le altre. Nessuno aveva mai visto nulla del genere, tanto che fu chiamato “Il giardino dell’Eden” con tanto di cartello e indicazioni per i turisti. Per mantenere le spese per la manutenzione furono organizzate delle visite guidate a pagamento. La bambina che lo scoprì per prima ovviamente entrava gratis. Questo era il suo compenso per averlo scoperto. Lei era felicissima di questo privilegio, amava quel giardino ed era il suo orgoglio e ci faceva visita ogni giorno. Ovviamente era anche l’unica alla quale era permesso di cogliere qualche fiore mentre a tutti gli altri turisti era severamente vietato in modo che non lo rovinassero. Ma provava anche una punta di gelosia, non sapeva se era una cosa buona ma sentiva che il giardino era di sua proprietà, in fondo era stata lei la prima a metterci piede prima che diventasse così famoso e visitato e pensava di essere l’unica a poterci entrare. Tutte quelle persone erano interessate soltanto alla bellezza di quel luogo, si agghindavano tutte per apparire belle come quel posto. Erano persone frivole, snob, vanitose. Nessuno apprezzava il giardino per quello che era, lei lo avrebbe amato anche se ci fosse stata qualche pianta ormai morta, faceva parte del ciclo della vita ed era un segno che quella era appartenuta a quel posto e ora riposava li, dove era nata. Per la bambina quel luogo apparteneva alla sua infanzia, ai giochi, alla scoperta. Era un luogo troppo intimo per essere mostrato anche alla gente che non provava quello che provava lei. E così quando la bambina si trasferì con la sua famiglia, lontano da quel posto successe quello che ci si aspettava prima o poi. Dei vandali entrarono di nascosto nel giardino e lo distrussero. I danni furono così gravi che nessuno riuscì a farlo tornare come prima. E così dopo che il giardino perse la sua bellezza e quindi perse tutto l’interesse della gente fu abbandonato. “Tutte le cose belle finiscono prima o poi“ dicevano le persone rassegnate. E così nessuno più parlò di quel giardino. Era come se fosse sparito, un ricordo lontano, uno di quelli piacevoli e che non ritorneranno più. La città si svuotò di persone che venivano tutti i giorni a visitarlo e perciò non essendoci più niente da visitare tornò ad essere una città normale, triste e vuota. 

Passarono molti anni e il giardino si trasformò esattamente come tutti quelli che erano stati abbandonati, con la sua erba alta e sbiadita, le piante morte e quella sensazione di vuoto e tristezza che lasciano. Un giorno però la bambina che lo scoprì, che ormai era una donna sposata e con dei figli, ci fece ritorno spinta dai ricordi che aveva di quel luogo e determinata a riviverli. Vide la fine che aveva fatto, ma al contrario delle altre persone non si attristò anzi ne provò piacere. Finalmente ora il giardino apparteneva a lei e a lei soltanto. Anche se non era più bello come una volta a lei non importava. Era proprio quel luogo che le dava emozioni e sensazioni magiche. Fece un respiro profondo come a voler trattenere dentro di lei l’aria di quel posto e poi se ne andò per tornare mezz’ora più tardi con due bambini che avevano qualcosa di lei, una somiglianza non proprio visibile alla prima occhiata. 
“Venite” li incoraggiò lei. “Questo è il giardino dove venivo a giocare quando ero piccola”
“Ma mamma!” disse il maschietto un po’ indignato “E’ brutto e abbandonato! L’erba alta mi punge le gambe!” si lamentava man mano che entravano
“Una volta era bellissimo!” esclamò lei con aria sognante.
“E com’era?” chiese la bambina incuriosita
“Era come il paradiso, c’erano tantissime piante colorate, tutte ordinate, era un posto magico!” rispose chiudendo gli occhi e sorridendo facendosi guidare dai ricordi. 
“Che bello! Come vorrei che fosse ancora così” esclamò la bambina. 
“Allora chiudi gli occhi e prova a immaginarlo!” disse la mamma.
“Avanti chiudete gli occhi tutti e due e provate a immaginare il vostro giardino dei sogni!” 
I due bambini non se lo fecero ripetere due volte e immediatamente chiusero gli occhi. 
“Allora, lo vedete?” chiese dopo qualche minuto e anche lei imitandoli.
“Siii!” risposero entrambi emozionati. 
“Ok e adesso al mio tre apriamo gli occhi, mi raccomando tenetevi impressa l’immagine del vostro bel giardino così continuerete a vederlo!”
“Ok mamma!” risposero con il volto concentrato per lo sforzo. 
“1...2... E tre!” 
Non riuscirono mai a capire se quello che videro dopo aver aperto gli occhi faceva parte della loro immaginazione o era del tutto reale e incredibile. Quello che videro quando aprirono gli occhi li lasciò a bocca aperta. Il giardino non era più incolto e abbandonato, ma davanti a loro avevano il più spettacolare giardino che avessero mai visto.
“Mamma?” disse la piccola ancora incredula “Stiamo ancora immaginando? Oppure è tutto vero?”
“Non lo so, figliola. Non ne ho la più pallida idea…” rispose la madre scioccata.
Così, ancora un po’ scossi si incamminarono attorno al giardino e toccarono tutto quello che vedevano per verificare se lo stavano sognando oppure era tutto reale. E con loro gioia si accorsero che era tutto vero. Piansero dalla gioia e giocarono tutto il giorno in quel magnifico posto, senza preoccuparsi di quello che avevano appena assistito. Giocarono a nascondino come faceva la loro mamma quando era piccola e si buttarono in mezzo a quell’erba soffice e verde brillante. 
“Lo sapevo che era un posto magico!” pensò la madre raggiante. E apparteneva solo a loro. Quel posto magico, quello che amava quando era piccola e che le era sempre rimasto nel cuore ora le apparteneva e lo condivideva con le persone più importanti della sua vita; i suoi figli. Tornarono a casa con la gioia nel cuore, soprattutto la madre che aveva scoperto che il giardino non l’aveva abbandonata. Quando tornarono il giorno dopo lo trovarono dinuovo abbandonato come lo avevano visto la prima volta ma ora lo vedevano con occhi diversi. Sapevano che lo spirito del giardino era il più bello che avessero mai visto. E così con l’aiuto del marito e di alcuni amici lo misero apposto, tagliarono l’erba, potarono le piante, e anche se non tornò ad essere quello di un tempo, tornò almeno a essere accessibile per i bambini che ci volevano giocare. 
E lei era dinuovo la bambina che scoprì quel magnifico giardino, ma stavolta quella bellezza apparteneva soltanto a lei, perché la vera bellezza sta nei ricordi e nell’amore che si da a una persona, a un luogo o un oggetto a cui siamo affezionati anche se questo perde di valore perché nel nostro cuore avrà sempre un valore speciale. Proprio come il giardino per la bambina che lo aveva scoperto. Non parlarono mai di quello che avevano visto e di quello che era prima il giardino, era il loro segreto e sarebbe appartenuto a loro per sempre senza mai perdere di valore.  

  
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