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Autore: Lady_loneliness    18/04/2014    2 recensioni
Vi siete mai chiesti se in questo mondo, il mondo che conosciamo noi, privo di magia, in realtà vi siano creature sovrannaturali?
Sì? Bene.
No? Peccato.
In realtà esistono, eccome.
Ma non sono i soliti vampi, licantropi, streghe e quant'altro.
No. Queste creature sono ben diverse.
Queste creature, sono Bambole.
Esatto, bambole.
Creature dalla bellezza eterea, dalla pelle diafana.
Purtroppo, però, schiave degli uomini.
Volete conoscere la storia di una di loro?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Sooyoung, Tiffany, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Immobile.
Sono immobile.
Non riesco a muovermi.
Mi fisso.
Fisso il mio riflesso allo specchio, silenziosamente.
 
E’ ora; hanno bussato alla porta.
Mi alzo; la gonna di velluto cremisi fruscia intorno alle mie gambe, il bustino mi stringe troppo in petto.
Non ho fiato, mi sento svenire.
Muovo i primi passi fuori dalla stanza, aggrappata alla giacca di Sebastian, il maggiordomo.
Lei mi viene incontro, sembra entusiasta.
‹ Stephanie, mia piccola Stephanie. Sei stupenda con questo vestito. Ora, mi raccomando: fammi fare bella figura con la famiglia Choi. ›
Accenno un sorriso, mi avvicino, le sfioro la guancia con le labbra.
‹ Ti ringrazio, Yuri. ›
Non mi da’ nemmeno il tempo di risponderle; mi afferra un gomito, mi trascina lungo il corridoio fino ad arrivare alla lunga rampa di scale.
Mi nascondo dietro la tenda; vedo Sebastian annunciarmi:
‹ La signorina Stephanie Mi Young Hwang. ›
E’ ora.
Prendo un lungo respiro, distendo le labbra in un delicato sorriso e mi incammino; inizio a scendere lentamente le scale.
Tutti i presenti al ballo sono immobili, mi fissano; alcuni sono entusiasti di me, alcuni indifferenti, altri – come le ragazzine – disgustati. Di tutto e di più, insomma.
Deglutisco; non sono abituata a questo.
Ogni volta è come la prima.
Devo stare attenta a non inciampare nella gonna, a non cadere dalle scale, ad avere la schiena dritta ed il petto in fuori, a non far muovere di un solo centimetro i capelli fissati nell’acconciatura.
Sento la seta nera del fiocco fissato ai capelli che mi sfiora lievemente il viso.
E’ una sensazione bella, questa.
Il sentirsi come una principessa.
Insomma, nonostante il mio mestiere, non mi capita tutti i giorni di indossare un abito come questo, o di avere i capelli acconciati così.
 
Arrivo infondo alla scalinata, mi guardo intorno; vedo una figura, una ragazza dai corti capelli biondi, che mi viene incontro.
Indossa un abito perla, corto.
A dire il vero sembra una sposa.
‹ Stephanie, vieni con me. › mi dice, secca.
Il suo sguardo è freddo, altezzoso quasi.
Per un secondo mi sento una piccola formica che è sul punto di essere schiacciata.
Annuisco con un cenno del capo, mi incammino lentamente dietro la bionda.
Non si è nemmeno presentata, che maleducata.
Percorriamo alcuni metri; tutte le persone si scostano al nostro passaggio.
Mi sto sentendo davvero come una principessa.
Quando ci fermiamo, ci troviamo di fronte ad un portone di legno scuro; la bionda lo apre, mi fa spazio e mi dice di entrare.
Muovo alcuni passi, lentamente; la gonna mi pesa, non riesco a muovermi liberamente.
Una altra ragazza mi viene incontro.
Questa ha i capelli lunghi, scuri.
E’ molto magra, il vestito nero le fascia il corpo come se fosse una seconda pelle.
‹ Io sono Yoon Ah. Tu sei Stephanie, giusto? Bene.
Quella che ti ha portata qui è Soon Kyu, chiamata Sunny.
Ora, mi raccomando. Parla solo se interpellata, e soprattutto, fa’ tutto quello che ti dice la signorina Choi. ›
La signorina Choi.. Sono curiosa di vederla.
Da come me ne hanno parlato è molto bella.
Ed infatti..
Mi si avvicina, fiera.
Lo smoking che indossa le fascia il corpo in maniera a dir poco perfetta.
La riconosco perché tutti si scostano al suo passaggio, Yoon Ah si inchina addirittura.
‹ Bene, bene. Quindi saresti tu il mio regalo. Sì, mi piaci. ›
Detto questo mi prende per un polso, lo stringe, mi fa male.
Mi trascina via da quella sala, da quelle persone che probabilmente non avrei più rivisto.
Percorriamo un lungo corridoio tappezzato di porte chiuse.
Probabilmente mi sta portando nella sua stanza.
So già cosa vuole farmi, ovviamente.
Come tutti, mi userà solo per i suoi bisogni carnali.
Va bene così, però.
Infondo, io sono una Bambola.

  
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