Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: marlovesdev    19/04/2014    3 recensioni
"Il mio essere continua a rompersi, lontano dalla sua persona con la quale fondersi."
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Demi Lovato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bip..Bip..Bip.

Sono settimane che le mie orecchie sentono questo inutile suono.
Settimane rinchiusa in queste quattro mura bianche, intrappolata tra le lenzuola di questo letto.
Provo, invano, ad aprire gli occhi, ma sembro paralizzata. 
Mi trovo qui perchè, settimane fa prima di entrare in questo posto, ho cercato di andarmene.
Ho cercato di farla finita, di fuggire da tutto lo schifo che mi circonda.
Volevo solo cercare di stare meglio e sono ancora del pensiero che, se avessi completato il mio lavoro, ora sarei felice.
Provo a muovermi, anche solo un dito, ma non ci riesco. Non riesco a liberarmi, come se fossi legata.
Cerco di pensare ad altro, ma non ci riesco. E' sempre lì. 
Vi starete chiedendo a cosa io stia pensando o..a chi.
Sto pensando alla causa della mia decisione di lasciare tutto, la quale ha un nome.
Si chiama Demetria. La mia Demetria o quella che fino ad ora continuavo a ritenere tale. Pensavo mi appartenesse, ma non è così.
Era una lotta quotidiana contro il mio amore per lei. 
La mattina mi alzavo con il sorriso in volto, sapendo che avrei potuto rivedere il suo sorriso.
Ogni mio pensiero, ogni mio gesto, ogni mia azione era tutto incentrato su di lei.
Era tutto incentrato sulla persona che amavo e che, nonostante tutto, continuo ad amare.
Passavo le mie giornate pensando a lei, a come sarebbe stata una vita insieme a lei.
Ascoltavo la sua voce ogni momento, la voce che riconoscerei tra mille.
Se ora ci penso e la ricordo, mi viene da sorridere, ma non posso.
Cercavo sempre di trovare un contatto con lei, altrimenti mi sentivo persa.
Era il mio punto di riferimento. Era tutto ciò che desideravo, tutto ciò di cui avevo bisogno per essere felice.
Era diventata un'ossessione, un pensiero fisso. Non uscivo più di casa.
I miei pomeriggi li passavo rintanata in camera mia, "nel mio rifugio", come lo chiamava papà.
Quante litigate fatte con colui che mi aveva messo al mondo per difendere lei.
Ed ora vorrei solo piangere, se solo potessi farlo.
Quella donna era parte della mia vita, è parte della mia vita, se ancora ne ho una.
Mi sembra di sentire la sua risata risuonarmi nelle orecchie.Quanto è bella, eh? 
Quanto sognavo di poterla sentir ridere per una mia battuta, per una mia stupidata e invece no.
Invece, ho sempre dovuto stare lì a vederla sorridere per merito delle persone che si trovavano al suo fianco.
Ho trovato così tanta gente nella mia vita che mi avvertiva che non sarei mai arrivata dove avrei voluto.
Io non ascoltavo. Ero così ostinata a raggiungere quel traguardo che non ho pensato a quanto male mi avrei procurato.
Ero abbagliata dall'amore che provavo per quella donna. Per la mia donna.
Ho anche smesso di credere che fosse mia. Perchè ho smesso?
Per il semplice motivo che mi sono guardata intorno e ho trovato così tante persone pronte ad amarla come facevo io, come faccio io
e mi sono sentita una nullità, come se non valessi niente per lei. Forse è così.
Mi sono ridotta così solo per colpa mia. Colpa mia se mi sono innamorata di quel sorriso, di quegl'occhi, di quelle labbra.
Colpa mia se mi sono innamorata di una celebrità piena di persone che la circondano.
La cosa che mi stupisce è come io abbia continuato ad amarla, nonostante tutti i pianti, tutto il dolore, tutte le batoste che ho preso.
Penso solo che mi merito tutto il dolore che sto provando ora. Lo merito perchè non sono stata abbastanza forte da affrontare tutto
e arrivare al mio obiettivo. 
Forse lei mi stava aspettando. 
E se mi sta aspettando ancora? Probabilmente starà soffrendo non vedendomi arrivare. 
Sapete, è così stupido e incosciente amare una persona che non potrà mai ricambaiare, ma si arriva a farlo.
Nella vita anche la cosa più sciocca può diventare realtà. Lo diventa quando noi meno ce l'aspettiamo, quando abbassiamo le difese.
Lì, s'impossessa di noi e ci avvolge nel suo culmine di dolore, felicità, tristezza, gioia, ma dobbiamo lottare, non arrenderci.
Ed ora sono qui, in questa stanza cercando di trovare una ragione logica per cui mi ci trovo.
Sto ancora pensando a lei. Sento la sua voce. Mi sta chiamando.
La sento, credetemi. E' così bello sentirla pronunciare il mio nome.
Sento il mio cuore rallentare, sempre di più.
Ecco, la sua risata. La sento, cavolo se amo quella risata.
Le mie labbra. Le mie labbra si stanno muovendo. Sto sorridendo.
Era proprio vero quando mi dicevo che il mio ultimo respiro di vita sarebbe stato accompagnato dal suo ricordo.
  
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