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Autore: AiresBane92    19/04/2014    1 recensioni
La storia parte dalla fine del quinto volume di Shadowhunters.
Il mondo dei cacciatori è minacciato da Jonathan, il figlio malefico di Valentine, e Jocelyn si ritroverà a fare una scelta molto importante.
Presto Clary verrà a conoscenza dell'esistenza di altri membri della sua famiglia, e Magnus, dopo la dolorosa rottura con Alec, incontrerà qualcuno del suo passato che risveglierà in lui sentimenti contrastanti...
Tutto questo e ancora di più si svolgerà tra la chiassosa New York e il misterioso Galles.
N.B. [In precedenza la storia si intitolava 'aku cinta kamu']
Ps: Possibili Spoiler se non avete letto tutti e 5 i volumi, e i tre di Shadowhunters Le Origini.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7 – Piccole rivelazioni.

 


 

L'aria fresca sferzò il volto di Jace come uno schiaffo. Si guardò intorno leggermente confuso e alzò gli occhi al cielo in cerca di stelle.
La notte era cupa e silenziosa, tranne per il fischio incessante del vento.
Lo shadowhunter tastò con le mani la terra su cui era seduto e poi diede uno sguardo al suo fianco.
Una massa di capelli rossi era adagiata sulla sua spalla, mentre in semicerchio tutti i suoi amici stavano riprendendo conoscenza.
« Clary? » la chiamò in un sussurro. « Piccola, siamo arrivati » fece una pausa « Credo ».
Difronte a sé il suo parabatai si stava rimettendo agilmente in piedi e stava osservando il paesaggio desolato.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata rassicurante.
« Clary? ». Un mugugno soffuso mise a tacere l'ansia di Jace.
« Uhmm...Jace? Sei tu? ». Il ragazzo le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le sorrise.
« Sono io. Abbiamo fatto un viaggio un po' movimentato...».
« Sono svenuta? ».
« Siamo svenuti tutti ». Una voce familiare fece scattare Clary in piedi.
« Simon? Tutto bene? ». Il vampiro scrollò le spalle.
« Sono intero, per vostra fortuna ». Jace roteò gli occhi e sbuffò, mentre Clary allargò le labbra in un sorriso.
« Menomale...e Alec? Izzy? ». I due Lightwood li raggiunsero poco dopo.
« State tutti bene? » domandò Isabelle.
« Domanda più importante: siamo davvero in Galles? » intervenne Jace.
I ragazzi osservarono il paesaggio deserto che si estendeva per svariati chilometri. Una catena montuosa torreggiava a pochi metri di distanza dal gruppo di Cacciatori.
« Esiste un posto più isolato di questo? Non credo » sentenziò Simon.
Clary volse lo sguardo in alto, sulle vette delle montagne. « Siamo nel posto giusto » disse piano. Jace la guardò incerto. « Ne sei sicura? Non ci sei mai stata ».
La ragazza si tastò la giacchetta di pelle nera ed estrasse da una tasca un foglio piegato in quattro.
Lo aprì tremolante e fissò il disegno.
« Perché credo di averlo sognato...e poi...» mostrò il foglio agli altri « L'ho anche disegnato ».
Alec afferrò il foglio e lo rigirò tra le mani.
Dietro il ritratto di una bella donna somigliante a Jocelyn, si intravedevano diverse linee curve.
« Potrebbe essere...». Lo shadowhunter frappose il foglio al paesaggio che si ergeva difronte a loro e spalancò la bocca.
« Clary ha ragione. Il posto è senz'altro questo...». Simon si grattò la testa confuso. « Mi spiegate cosa succede? ».
Alec gli porse il foglio. « Clary ha disegnato il profilo delle montagne alle spalle di questo ritratto...è lei Desdemona Fairchild? ».
La ragazza annuì debolmente. « Adesso ne sono ancora più convinta. Devo assolutamente trovarla ».
Isabelle notò uno strano luccichio sul pendio sinistro della prima montagna.
« Ragazzi...credo che il rifugio dei vampiri sia lì sopra! ». Indicò il punto in cui aveva visto una tenue luce.
« Bene! Come ci arriviamo lì?! ». Simon incrociò le braccia spazientito.
« Tu non dovresti avere problemi, Simon...sei agile, forte, e puoi saltare coprendo distanze lunghissime senza problemi! ».
Il vampiro si sentì lusingato. « Grazie Jace! Non mi avevi mai fatto così tanti complimenti in una volta sola! ».
Jace stava per controbattere quando Alec intervenne. « Devi portarci lassù, Simon. Per te sarà una passeggiata! Ci fai salire ad uno ad uno, proprio alle spalle di quella vetta...».
« Sono appena diventato un facchino e voi tante valigie? » domandò ironico il vampiro.
Clary gli diede una pacca sulla spalla e sorrise.
« Dai. Se ci ripariamo lì dietro...col vento contrario...non dovrebbero fiutare la nostra presenza...». Simon annuì. « In effetti puzzate un bel po'! ». Alec trattenne la risata e gli diede una gomitata.
« Muoviamoci. A quest'ora i vampiri saranno più che svegli, no? ».
« Non potremmo rimandare a domani? Quando loro non possono uscire al sole e io si? Eh? ». Alec scosse il capo e gli indicò la vetta. « Adesso ».
« A voi shadowhunters piace dare ordini, vero? ». Isabelle ridacchiò. « Moltissimo ».

****************

« Signor Verlac, vorremmo sapere per quanto tempo ha intenzione di trattenersi...».
Il giovane incurvò un sopracciglio biondo e si morse le labbra. « Non saprei Mr. Crow...forse una settimana, forse meno ».
L'uomo tarchiato e dall'aspetto vagamente rozzo sorrise al nuovo ospite della locanda e gli mostrò la sua camera al secondo piano dell'abitazione.
« E' la più grande che possediamo, signor Verlac. Spero si troverà a suo agio ». Il ragazzo storse il naso. 'Ne dubito' pensò.
Il locandiere armeggiò con le chiavi arrugginite della camera e finalmente riuscì a far scattare la serratura. « Ecco a lei ». Gli porse le chiavi e abbassò il capo in segno di saluto.
« Se le serve altro non esiti a chiamarmi ». Il giovane afferrò le chiavi con foga e mormorò un veloce 'Mi lasci in pace'; l'uomo evidentemente turbato dal ragazzo liberò il pianerottolo del secondo piano in pochi secondi.
Sebastian posò la sua valigia sul letto scricchiolante e scostò le tende ingiallite dal trascorrere del tempo.
Il puzzo delle fattorie vicine gli dava un leggero voltastomaco, ma almeno la locanda in cui si trovava era ben lontana dall'essere notata.
E lui non voleva affatto esser notato.

Due colpi alla porta susseguirono ai pensieri del ragazzo. « Chi può essere ora? Di nuovo il locandiere? ».
Lo shadowhunter si appoggiò ad una logora scrivania e alzò la maglia per controllarsi le ferite.
Là, nel punto in cui il legame con Jace era stato reciso, vi era un lungo e preciso taglio che riprendeva a sanguinare di tanto in tanto.
Una linea scura tracciava il petto di Sebastian mettendo in risalto la sua sottile muscolatura.
Il ragazzo abbassò la maglia e si avvicinò alla porta.
Doveva stare attento.
Dopo aver messo in allarme quella banda di stupidi Nephilim, compresa sua madre e sua sorella Clary, aveva impegnato il proprio tempo a riprendersi completamente dall'ultimo scontro.
Per quanto non volesse ammetterlo, Sebastian aveva fallito nel suo primo piano, e ora non gli restava che giocarsi la carta del terrore; quello che riusciva ad infondere sin da quando era solo un bambino.

Un altro colpo alla porta lo riportò al presente.
« Chi è? » chiese d'impeto.
« Signor Verlac...». Sebastian riconobbe la voce del locandiere. Alzò gli occhi al soffitto e sbuffò spazientito. « Cosa vuole ancora? Le ho detto di lasciarmi in pace ».
« S-s-signore... ». Lo shadowhunter riconobbe un tremore ambiguo nella voce dell'uomo. Un'insicurezza che poco prima era mancata del tutto.
Questo piccolo dettaglio bastò a metterlo in guardia.
Infilò la mano destra nello stivale scuro e recuperò la sua lama angelica. « Gabriel » sussurrò piano.
La lama si illuminò nella sua stretta decisa.
« S-signor Verlac le ho portato il giornale ». Giornale? A notte fonda?
No, qualcosa non quadrava per niente.
Il ragazzo scivolò lungo la parete e appoggiò le spalle alla porta di legno sottile.
Udì alcuni passi oltre l'uscio e inspirò a fatica. La ferita gli doleva più di quanto volesse far credere.
Purtroppo gli Iratze disegnati sulla pelle dalle sue stesse mani non erano bastati. Avrebbe dovuto ricorrere a cure più serie...cure alle quali Jace aveva di sicuro fatto ricorso.
Strinse la mano in un pugno e digrignò i denti.
Possibile che Jace avesse sempre tutto ciò che lui non aveva mai avuto? Che a Jace fossero riservati mazzi di fiori e a lui solo sassi nelle scarpe?
La rabbia gli gelò il sangue nelle vene e distolse la sua attenzione dal possibile nemico oltre la porta.
Sebastian afferrò il pomello e aprì di scatto la porta agendo come sempre d'istinto.
Il pianerottolo si rivelò completamente deserto. Il ragazzo guardò a destra e a sinistra e si affacciò sulle scale.
Niente. Silenzio.
Recuperò un po' di controllo e rientrò nella sua camera sbattendo la porta.
Forse aveva immaginato tutto. Forse stava diventando pazzo.

« Buona sera signor Verlac, o forse dovrei dire...Morgenstern ».

Accanto alla finestra, Sebastian intravide una figura snella e con una lunga chioma di capelli ondulati, dall'aria vagamente ribelle.
I marchi illuminati dalla luce della luna brillarono per un istante sulle sue braccia scoperte.
Una Cacciatrice.
Sebastian tenne stretta la lama angelica nella mano destra e la nascose istintivamente dietro la schiena.
« Chi siete voi? » domandò colto alla sprovvista. Poteva essere una Cacciatrice mandata dal Conclave, o un'amica di Jace, o Clary...
« Risponderò solo se avrai la decenza di posare l'arma che pensi di aver nascosto tanto furbamente dietro la schiena... ».
Sebastian ebbe un fremito. 'Ragazza intelligente' osservò ammirato.
« Non ho intenzione di lasciare l'unica arma con la quale potrei difendermi da un attacco nemico » la rimbeccò lui.
« Chi dice che io sia un nemico, Jonathan? » rispose lei con il velo di un sorriso sulle labbra.
« Forse perché tutti mi cercano? E comunque quel nome mi appartiene meno di qualsiasi altra cosa. Io sono Sebastian » controbatté lui.
La giovane sfiorò una ciocca dei propri capelli con la punta delle dita e sbuffò. « Sbaglio o ti dai tante arie? » domandò lei.
Il ragazzo fece spallucce. « Me lo posso permettere, ragazza ».
« Non chiamarmi 'ragazza' come se stessi sputando veleno ».
Sebastian fu sorpreso.
« Non te l'hanno detto in giro? Sono più demone che Cacciatore...il veleno è in tutto ciò che faccio. E poi... come dovrei chiamarti se non sembri avere intenzione di dirmi il tuo nome? ».
La ragazza avvertì uno strano mugolio nello stomaco ma non seppe attribuirlo a nessun motivo in particolare. Forse pena? Compassione?
Alla fine non le importava, doveva tener duro. Doveva mostrarsi sicura di sé.
« Non amo ripetermi ma dato che sembri aver perso l'udito farò un'eccezione. Ho detto che risponderò solo se poserai quella dannata arma! ».
Il giovane sorrise nella penombra con una strana eccitazione nello sguardo.
Pochi istanti dopo mostrò il pugnale luccicante e lo poggiò sul bordo del letto, a qualche metro di distanza dalla misteriosa shadowhunter.
La sfrontatezza nelle ragazze gli era sempre piaciuta.
« Allora scopriamo chi sei? Cacciatrice... ».

****************

« Sono andati dove?! ». Magnus balzò dalla poltrona in preda allo stupore. « Shhht. Non urlare! ».
« Ma tu stai dicendo cose senza senso! ».
Luke poggiò le sue grandi mani sulle spalle dello Stregone e lo fece riaccomodare sulla poltrona.
« Per favore...quello che ti sto per dire ti farà dare di matto ancora di più...quindi ti prego, mantieni la calma ».
Magnus strabuzzò gli occhi.
Cosa poteva esserci di così assurdo da fargli perdere la testa?
Costrinse sé stesso a riprendere il controllo dei suoi nervi e scrollò via alcuni brillantini dalla sua giacca.

Un colpo di tosse.

Jocelyn apparve sulla soglia della porta.
« Mi hanno detto che eravate qui...» sussurrò incerta. Il Sommo Stregone si alzò per porgerle i propri saluti e notò il tremolio nelle mani della donna.
« Ti senti bene? Stai dormendo poco? ».
La Cacciatrice lo guardò con apprensione. « Come vuoi che possa fare sonni tranquilli con tutto quello che sta accadendo? Comunque non sei qui per questo... ».
Magnus sollevò un sopracciglio.
« Lucian mi ha detto che i ragazzi sono scappati via... ».
« Non ti ha ancora detto il motivo? ». Jocelyn incrociò lo sguardo cupo di Luke.
Lo Stregone avvertì una certa tensione fra i due e si scostò da Jocelyn. Tornò a sedersi accavallando le gambe.
« Non ho voglia di perdere altro tempo con voi Nephilim, vi avevo detto di non disturbarmi più e voi l'avete fatto comunque. Sono pieno di impegni e non lavoro più gratis... Sapete come la penso sulla guerra, lei arriva e io vado dall'altra parte del mondo...quindi se mi state chiedendo di aiutarvi, dimenticatevelo! ».
Magnus era esausto di servire i Cacciatori come se fosse un suo semplice dovere. Dopo la rottura con Alec, lo Stregone non si era più fatto vivo in quell'Istituto.
Tranciare i rapporti in ogni senso era la cosa migliore per lui. Un taglio netto e il dolore sarebbe andato via in fretta.
« Magnus noi capiamo la tua situazione e... ». Il Sommo Stregone alzò un dito per zittire la Cacciatrice.
« No, tu non capisci Jocelyn. Ultimamente per colpa vostra sono stato immischiato in faccende di cui non m'interessava un fico secco...per cui se volete smetterla di farmi perdere tempo ve ne sarei infinitamente grato ». Si alzò con non chalance, e percorse a grandi passi il breve divario fra la poltrona e la porta.
« Si tratta di Dess e di Liv ». Jocelyn lo disse di getto. Ormai era fatta.
Magnus s'immobilizzò all'istante e il cuore gli andò in fibrillazione.
Uno di quei due nomi lo aveva colpito come una freccia dritta nel petto, un pugno nello stomaco.
Si voltò sparpagliando brillantini ovunque e si passò una mano ambrata fra i capelli scuri.
« Cos'è? Uno scherzo? Di chi stai parlando Jocelyn? ». Magnus strinse i pugni dietro la schiena e trattenne la sorpresa sul volto.
La donna fermò Luke dall'intervenire e si avvicinò allo Stregone di qualche passo. « Devi ascoltarmi molto attentamente...ho scoperto questa cosa solo da poco... ».
« Non capisco davvero, io dovrei andare... ». Si voltò di nuovo e spalancò la porta con uno schiocco delle dita.
« So che conoscevi mia sorella, so che sei andato a visitare la sua...tomba ». Jocelyn si costrinse ad essere forte.
Magnus abbassò lo sguardo sul pavimento liscio e lucido, e a malapena riuscì a trovare le forze per girarsi.
« Cosa vuoi da me? Che lo ammetta? A cosa serve parlarne ora...io davvero non lo capisco... ».
Luke diede un calcio ad una sedia vicina e sbuffò. « Non sappiamo come dirtelo in termini facili da accettare, Magnus...ma ciò che credevi non era la realtà ».
Lo Stregone alzò gli occhi sul licantropo e arricciò il labbro. Si sentiva piuttosto confuso.
« Volete parlare una buona volta o no?! ». Scariche elettriche percorsero la stanza causando piccole crepe nei muri.
« Ne ho abbastanza dei vostri discorsi senza senso! Questa è una mossa astuta per chiedere il mio aiuto? La mia pietà? Non se ne parla! ».
« E' viva! ». Quell'unica frase mise a tacere il potere della rabbia di Magnus.
Lo Stregone raggiunse Jocelyn e la fulminò con lo sguardo.
« Forse tu hai problemi ad accettare la morte, Cacciatrice, ma io ho accettato quella di tua sorella molto ma molto tempo fa! ».
« E mi dispiace...Magnus. Mi spiace che tu abbia dovuto soffrire in quel modo... ». Lo Stregone deglutì appena.
Jocelyn poggiò le sue mani sulle spalle di Magnus e gli occhi le si riempirono di lacrime. « E' viva, Magnus. Lo sono entrambe... ».
« Come... ». Le parole gli mancarono.
« Anche io pensavo fossero morte...ho pianto così tanto. Le prime informazioni parlavano della loro sepoltura in un vecchio Cimitero antico... Ma poi Luke ha ricevuto una telefonata e qualcuno gli ha riferito che invece erano vive e abbiamo scoperto altre cose...». « Chi ti ha riferito tutto questo?». Magnus si rivolse a Luke. « Non lo so. La voce era di un uomo ma non sono riuscito a distinguerla». Jocelyn intervenne. « Mentre le cercavo...ho saputo che le vostre strade si erano già incrociate, prima ancora che portassi Clary da te quel giorno... Non sapevo che tu e lei...insomma, io mi sento profondamente in colpa. I ragazzi sono scappati pensando di poter... ».
« Dov'è? ».
« Non ne siamo certi, anzi quasi per niente... ».
« Non importa. Devo andare ».
Lo Stregone fu improvvisamente avvolto in una spumosa nuvola violacea.
« Magnus aspetta! Ci sono ancora cose di cui informarti! Dove credi di andare?! ».
« A quanto pare ho delle ricerche da fare ». Le fece l'occhiolino e sparì lasciando una pioggia sottile di brillantini azzurri sul pavimento.

 

  
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