Giaccio
qui, sul freddo pavimento, indifferente a ciò che mi circonda.
Il
marmo è macchiato di sangue rosso scuro, come le mie labbra.
Un
corpo inerte è steso a pochi passi da me.
Un
altro corpo…
Sciocco.
Anche
lui come gli altri. Come tutti gli altri.
Irretito
dallo splendore delle mie ali s’è fatto catturare, ha perso il senno.
Non m’interessa
chi mi desidera. Non m’interessano altri folli che impazziscono per me, che mi
desiderino fino alla morte. La fine portatrice di oblio è tutto ciò che merita
la loro vita squallida.
Li
disprezzo.
Sono
portatrice di morte…? Sì, sono un angelo osceno, una farfalla perversa. Ma non
è colpa mia. Sono solo un’altra dei Suoi figli che Lui non ama, che ha
imprigionato nel destino preordinato che Egli stesso ha stabilito. Il destino
che è espresso nel mio nome, e che io rispecchio. “Inutile”, sarò sempre e
soltanto una creatura vana, come Egli decise che io fossi.
Mi
rannicchio su me stessa. Vorrei gridare, oppormi a Lui. Per protesta ho anche
rifiutato la mia stessa sessualità, ma non è servito. Ancora sono presa dalla
sua rete, non posso liberarmi, è inestricabile. Vorrei levare il capo verso il
cielo, elevarmi in purezza, ma mi è precluso, e allora che potrei fare se non
assecondare la mia decadenza?
Scivolo
verso il basso…
Verso
un dolce abisso senza fondo…
Passi.
Lievi, appena accennati. Non alzo il capo, qualcuno mi si è avvicinato. Lo
guardo di soppiatto, da sotto le falde del mio cappello.
E lui
apre la bocca, e pronuncia con voce gelida parole di una durezza malvagia,
perfida, deliziosa.
Pieno
di disprezzo mette alla luce lo squallore del mio Io.
Mi trova repellente, lo disgusto.
Oh,
no, non smettere. Non smettere di insultarmi e di ferirmi, perché taci? Da
sempre attendo qualcuno come te, che non mi adori, che mi disprezzi. Non
tacere, parla.
Parla
ancora, te ne supplico.
Mi
alzo. Vorrei assaporare il mio potere su di te, come ho fatto con tutti gli
altri.
Corpi
inerti insanguinati, uccisi da un amore perverso.
Vorrei
baciarti, ridurti in mio potere. Non sopporto e al tempo stesso adoro che tu
possa resistermi.
Vorrei
baciarti, trascinarti con me sulla strada della decadenza, per poi disprezzarti
a mia volta.
Per
poi godere delle tue sofferenze di reietto.
Per
godere alla vista della tua follia.
Ma tu
te ne vai, disprezzandomi. Il suono cadenzato dei tuoi passi mi cattura, così
come il tono freddo della tua voce rimbomba nelle mie orecchie.
Che
dolce tortura per il mio cuore… così straziante e sublime…
Sei
il più splendido, il più nobile, la perfezione. Non posso fare a meno di
dipendere da te, io che da sempre rendo schiavi d’amore tutti gli angeli con il
mio corpo efebico.
Come
impazzita, ti seguo.
E ti
seguirò sempre, ovunque, nelle profondità dell’inferno o nelle altezze dei
cieli. Ovunque vorrai che io sia, mio Signore, sarò ai tuoi piedi.
Striscerò.
Annullerò
me stessa, e la mia folle personalità, per essere uno strumento del tuo potere.
Fino
a quel giorno di trionfo.
Non
dubito che arriverà.
Ci
vorrà tempo e pazienza. Sarà una lotta straziante e continua. Ma vincerò.
Quel
giorno arriverà, il giorno che illuminerà la mia vittoria.
Cederai
a me… tu, il più splendente degli angeli, tu, Mio Signore, sarai ai miei piedi.
Ma
intanto…
Finché
anche tu non mi desidererai ed io potrò finalmente disprezzarti…
Come
una splendida farfalla seguirò i tuoi passi lungo il sentiero della
decadenza, per brillare del tuo potere
che si riflette sulle mie ali…