BEL MODO DI DIMOSTARMI IL TUO AFFETTO
 
Era una notte buia: il cielo oscuro avvolgeva le case in un manto asfissiane, costituito da fili di paura e tenebre intrecciati fra loro.
Nemmeno la luna faceva capolino tra l’oscurità per illuminare quella città distrutta, distrutta da ragazzini di appena quattordici anni.
Intanto, nella biblioteca della Feida, leggeva imbronciato il loro imperatore, che stava cadendo in un leggero sonno.
No, lui non poteva dormire: milioni di incubi orribili costellavano i suoi sogni.
Bambini in lacrime sopra i cadaveri dei loro genitori…piccoli, troppo piccoli per sopportare quell’orrore, quella realtà che sembra così lontana ma che poi arriva talmente velocemente da non rendersene conto: la morte.
Profonde occhiaie solcavano i suoi occhi, vitrei e violacei, spettatori della guerra da lui stesso guidata.
La pesante testa scivolava sul libro, alla ricerca di un piano morbido per entrare nel regno di Morfeo.
-No, adesso trovo un’attività per tenermi sveglio- si ripeteva perpetuo, e alla fine un’idea gli saltò in mente.
Scattò in piedi velocemente e si diresse verso la camera del suo coniglietto, che si trovava di fronte alla sua.
Un posto non casuale.
Si ricordava benissimo il giorno in cui Fey si unì a quell’associazione: aveva appena 10 anni e già gli voleva saltare addosso.
Lo trovava così dolce, con quel suo viso angelico e l’espressione perennemente curiosa di conoscere, sprizzante di energia positiva per la vita, cosa che lui non era mai stato in grado di emanare.
L’identità di Saryuu Evan si celava sotto una maschera di ferro inespugnabile, gelida e fredda come il ghiaccio, impassibile e spietata.
Fey, al contrario, non sapeva, o meglio, non poteva mentire… i suoi occhi apparivano trasparenti come un libro aperto, pronto in ogni istante a rivelare una qualsiasi informazione, ogni stella nel firmamento che brilla di luce propria, come solo le stelle sanno fare.
Ma, nel frattempo, una nota di rancore e tristezza balenava di tanto in tanto nelle iridi cristalline: quel rancore verso il padre, verso quelli che lo consideravano diverso, verso sé stesso.
Lo conosceva bene lui, quel sentimento: era tutto ciò che gli rimaneva, se lo perdeva, per cosa avrebbe lottato? Tutte le sue sofferenze e tutti quegli sforzi sarebbero stati inutili?
Aprì la porta in mogano con cautela, cercando di non svegliare di primo impatto il coniglietto.
Le coperte lanose gli coprivano il corpo esile e in parte anche i ciuffetti verdi, mentre il corpo si dimenava, lamentandosi.
Saru capì che stava facendo un brutto sogno, così entrò nel letto e lo abbracciò più forte che poteva, forse troppo.
Gli baciò la fronte: risultava umida, bagnaticcia, rigata da gocce microscopiche salate che correvano verso il collo, sinuoso e latteo.
Non resistette: incominciò ad appoggiargli le labbra sulla pelle, aspirandone il sudore e assaporandone il sapore.
Il verde prese conoscenza repentinamente, scansando malamente il bianco.
-C-cosa diamine ci fai qui?- domandò allibito.
-Sai che sei sexy quando dormi?- rispose maliziosamente, leccandosi la bocca.
Il verde afferrò il cuscino limitrofo e lo lanciò veementemente al compagno, colpendone la testa.
-Lo sai che non riuscirai mai a fermarmi con un semplice, morbido e coccoloso cuscino?- disse strascicante.
-Saru! Sono le tre del mattino, che vuoi?-
-Lo sai cosa voglio da te…è notte e sono nella stanza del mio fidanzato- sospirò.
-Non ho voglia, lasciami dormire in pace-.
L’albino intraprese un balzo veloce verso l’altro, ritrovandosi a cavalcioni sopra quest’ultimo.
-No, levati di mezzo- esclamò esasperato.
-Non imporre resistenza- gli sibilò in faccia, ricoperta nuovamente da sudore.
Il bianco prese e attaccò con irruenza i polsi di Fey sulla testiera del letto.
-Chiamo gli altri se non la pianti- lo minacciò.
-Allora ti faccio cambiare idea- ringhiò spaventosamente.
Il coniglietto non reagì: sapeva che non avrebbe mai vinto contro Evan, la sua forza era superiore, ma, infondo, non disdegnava l’idea di una notte movimentata.
Il maggiore tolse senza tanti complimenti i boxer al verde, il quale spingeva freneticamente il bacino contro quello dell’altro.
Saryuu stappò gli stappò via il pigiama in cotone e gli torturò i capezzoli con la lingua.
Gemiti di passione si sprigionavano nella camera.
Quando ormai i due raggiunsero l’apice del piacere, l’albino preparò l’altro con due dita, imbevute di saliva.
Le erezioni bagnavano tutte le lenzuola, tingendole di una tonalità più scura.
-Ti a-amo, Fey- riuscì a pronunciare, tra un gridolino e l’altro.
-Bel modo di dimostrarmelo- rispose provocatorio il verde.
-Stupidino- rise divertito.
Passarono il resto della notte avvinghiati l’un l’altro, felicemente addormentati e privi d’ogni preoccupazione.
 
 
 
 
 
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Angolo dell’autrice (paonazza in viso).
 
B-buona Pasqua a t-tutti.
Mi dispiace di avere composto questo obrobrio, perdonatemi, ma una fic così sulla saruFey dovevo scriverla, sentivo un bisogno interiore(?) -what-
Spero che possiate scusarmi, visto che è la mia primissima fic arancione su questo genere.
 
 
Caramella_GommosaH