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Autore: hikachu    20/04/2014    2 recensioni
Mytho è bello in un modo che non fa ancora arrossire Fakir, ma la sua radiosità è come una voce senza parole che ordina gentile: resta qui, resta qui. Fakir/Mytho, Rue/Mytho.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fakir, Mytho, Rue/Princess Kraehe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Ragazzo,” mi dice, “quest'è la beffa e il tradimento: prima ti tolgono ogni forza e poi si sdegnano se tu sarai meno che uomo. Se vuoi vivere, smetti di vivere...”
(Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò)



1

C'è una bambina che sta premendo le labbra contro la guancia di Mytho.

È vestita come una di quelle ballerine che dormono in graziose scatole di legno scuro e argento cesellato, ma il colore scuro dei capelli e dei vestiti è fuori luogo, così come il suo corpicino pieno. E Fakir è a sua volta un bambino, ma crede non somigliarle affatto; nemmeno quando è solo è cerca di sollevare la spada di Mytho con ambo le mani, scoprendo i denti serrati all'altro se stesso nello specchio.

E poi lei sparisce, portata via dalle sue gambe corte, e Fakir ghigna nel vedere che manca di grazia ed eleganza.

Non vi è più che un accenno di irritazione nel suo tono, però, quando si avvicina a Mytho e chiede:

“Chi era quella?”

Mytho si muove appena e sbatte le palpebre. La sua unica risposta è:

“Rue.”


2

Alcune volte, quando i suoi occhi trovano un paesaggio particolarmente suggestivo sul volto addormentato di Mytho, Fakir sente frasi e parole che gli risalgono la gola, strisciano sotto la sua pelle fino a raggiungere le dita e a farle pizzicare.

È come se tutt'un mondo nuovo gli esplodesse nel cuore, e fa sciogliere ogni altro pensiero che non sia il bisogno disperato di sfogare tutto questo. Ci sono città lontane che non ha mai visto, luoghi che forse non esistono nemmeno e avventure che lui non ha (ancora) vissuto che danzano davanti ai suoi occhi.

La mano destra di Fakri si avvolge intorno ad una matita che è troppo corta per essere usata comodamente, e prende a scrivere delle cose meravigliose che vede prima che le dimentichi. Scrive perché non è mai stato bravo a disegnare, e persino la sua grafia non è per niente piacevole, eppure traccia ciascuna parola con un'attenzione inaspettata, quasi con amore.


0

Quando Mytho dorme per giorni, Fakir passa la maggior parte del suo tempo ad osservarlo e pensa, l'ho trovato io, lui è una mia responsabilità adesso.

E Mytho è pallido e bianco e delicato e Fakir ricorda come i suoi occhi si erano allargati nel vederlo la prima volta, mentre si accasciava al suolo come una grossa colomba colpita da una freccia.

Ma tu ti sveglierai, pensa Fakir, lo farai. Perché non sarei qui ad aspettarti, se sapessi che non ti sveglierai.

E Mytho, il pallido, bianco, delicato Mytho è bello in un modo che non fa ancora arrossire Fakir, ma la sua radiosità è come una voce senza parole che ordina gentile: resta qui, resta qui.

Quando finalmente apre gli occhi, sono spenti come specchi sporchi. Fakir trattiene il respiro, non sapendo se sorridere o piangere, finché un pensiero non gli riempie la testa, bianco ed impetuoso come l'oceano durante una tempesta:


3

Fuori piove a dirotto, e Fakir ha passato tutto il pomeriggio a scrivere su un vecchio quaderno dalle pagine ingiallite.

Mytho siede ancora di fronte alla finestra; è lì da quando hanno pranzato, completamente silenzioso ed immobile. Il vecchio pavimento di legno avrebbe rivelato il movimento più insignificante con uno scricchiolio secco. Ed infatti è quel che succede quando Fakir chiama il nome di Mytho, e lui si volta per guardarlo.

“Ho scritto una storia,” comincia, voce alta che a stento contiene il suo orgoglio. Non è la prima storia che scrive, ma è la prima volta che decide di leggerla ad alta voce a Mytho. Per qualche ragione crede che trasmetterà sentimenti e promesse meglio di qualsiasi giuramento esplicito.

Tuttavia, quando la storia finisce, Mytho è silenzioso ed inespressivo come prima.

Questa è l'ultima storia che Fakir scriverà per molto tempo.


0.5

Mytho sembra sul punto di spezzarsi. C'è qualcuno che non conosco dentro di lui.


4

La vita a Kinkan procede con il solito ritmo monotono il giorno in cui Fakir si ritrova a fronteggiare tre pensieri sconcertanti:

Il primo è, morirò per lui. Morirò e sarà vergognoso perché sarà inutile.

Il secondo è sbocciato proprio quella mattina, quando Fakri ha intravisto per caso le ombre grigie che disegnavano le clavicole di Mytho; e va così: non essere avido, non essere avido, non essere avido.

Il terzo pensiero è un pensiero segreto, poiché Fakir non l'ha ancora ammesso. È un timido sussurro che fa:

Voglio vivere.

E—


5

Quando Fakir è alto e forte abbastanza da usare una spada senza tremare sotto il suo peso, Mytho inclina la testa e poggia le mani sulle spalle di Fakir, cerca di sollevarsi sulle punte ma si arrende quasi subito. Ricadendo indietro, chiede:

“Perché sono più basso oggi, Fakir?”

E Fakir, che sta tremando, non risponde nulla e afferra i polsi sottili di Mytho per spingerlo via, ma a quel punto il suo corpo si blocca all'improvviso, e loro restano così finché Fakir è di nuovo in grado di respirare normalmente.


4.5

—Non voglio affrontare tutto questo, non voglio sentirlo, ma

Voglio conoscerti.


6

Rue è ancora lì.

Rue è lì anche quando lasciano la cittadina per i dormitori della scuola. È lunga e magra, adesso, e si muove con una grazia che le fa guadagnare il titolo di prima donna e prima ballerina. Rue è bella ed intelligente e ancora lì, ma Mytho ancora non la guarda (non se non si fa così vicina che i suoi occhi non possono più vedere altro che quelli di lei).

Fakir trova Rue irritante e viziata ed egoista e brutta con le sue ali nerissime. Odile, pensa con disprezzo quando la guarda.

Accanto a lei, Mytho è un'immagine di luce mite e calore che va svanendo. Non un principe, ma Odette che presto si tramuterà in cigno e volerà via.

Fakir trova che Rue gli piace sempre di meno e poi ancora di meno e poi ancora di meno.


6.5

Rue disprezza Fakir quanto Fakir disprezza lei.

Sono complici, però, e talvolta si fanno vicini, mormorando tra loro come (i) cospiratori (che sono).

“È facile per te,” Rue sputa inferocita, un giorno, “accusarmi a questo modo—È facile, davvero.” Dice di nuovo e ride, piena di malevolenza. “È perché tu sei un uomo, e le bugie che un uomo dice sono semplici scuse, mentre le bugie di una donna sono espressioni dei suoi desideri: un uomo che mente sembrerà sempre più buono di un uomo onesto o una donna che mente.”

Ed è vero. E la cosa fa bruciare l'orgoglio di Fakir.

Però—


7

—di recente, quando Mytho gli si aggrappa, lacrimevole ed impaurito, domandando: “Cosa provo io per te?”, il cuore di Fakir fa male e lui non riesce a mentire.


0.5 (II)

Mytho è bello. Mytho è la luce del sole.

Mytho mi piace.


(fine)

ma Fakir sta dimenticando due fatti importanti:

Mytho è senza cuore

e

è sempre la principessa che il principe sceglie, alla fine.
   
 
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