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Autore: Fonissa    23/04/2014    4 recensioni
*dal testo*
Ognuna di noi è sporca di sangue e piena di ferite. Avremmo mai una vita normale? Molto probabilmente no. Ci guardiano l'un l'altra e ci abbracciamo. In quel momento non mi importa di niente. "Staremo insieme, per sempre."
Genere: Horror, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Aya, veloce! Corri!” mi urla Maria, mentre scappo da quella che era la mia casa con Snowball in braccio. Quando raggiungiamo un posto abbastanza lontano, ci fermiamo a riposare. Sono stanca, addolorata, ma più che altro sono confusa. Penso ancora a quel ragazzo biondo con un solo occhio, mi sembra che si chiamasse Dio. Mi ha aiutata molto, anche se non lo conoscevo affatto. Ma perché? E poi, perché prima di dar fuoco alla casa, mi ha baciata? Non ha senso.
Stai bene, Aya?
La voce di Maria interrompe i miei pensieri.
Si, sto bene” rispondo dolcemente. “E quindi è tutto andato via… distrutto
Non vederla come una fine Aya, ma vedila come un nuovo inizio. Ora muoviamoci, dobbiamo cercare un posto dove stare
La tranquillità di Maria mi stupisce, ma non faccio obbiezioni. In fondo ho davvero bisogno di dormire in un posto tranquillo. Ci incamminiamo verso la città. Camminiamo per circa due ore e finalmente arriviamo in una città chiamate “Larish”. Una città molto grande, con tanto di alberghi, negozi, ristoranti e un grande museo. Arriviamo nell’albergo più vicino. Entriamo e veniamo accolti da una grande sala con le pareti ricche di quadri e al centro una grande rampa di scale. Da una parte, invece, c’è la reception.
"Scusi, c'è una camera libera?", chiede Maria alla signorina della reception.
“Ma certo. Per quante persone?” chiede questa.
Per due persone
“Va bene. Ecco a lei” dice la signorina porgendoci una chiave con sopra il numero 105.”
Bene, ecco i soldi” dice Maria mentre caccia dei soldi da una tasca.
Io la guardo con aria interrogativa, ma si limita a dire “Ti spiegherò tutto in camera”. Arriviamo davanti alla porta numero 105 e quando l’apriamo una visione magnifica si innalza davanti ai nostri occhi. La camera è meravigliosa: due letti a baldacchino ricoperti di seta e con cuscini pieni di piume. Mobili in legno con rilegatura in oro e le pareti di un giallo chiaro. Io vado nel bagno a farmi una doccia lasciando Snowball su uno dei letti. Finito mi metto un morbido accappatoio e avvolgo un asciugamano intorno ai capelli. Poi esco e trovo Maria seduta su una poltrona, con uno sguardo triste e vuoto. Mi siedo sul bracciolo della poltrona e le chiedo:
Allora, cosa mi dovevi spiegare?
Vedi Aya, già da un po’ di giorni stavano succedendo cose strane. Parti di corpi che sparivano…oggetti che si muovevano da soli…e in più avevo una strana sensazione, come su qualcosa di anormale dovesse succedere da un momento all’altro. Così ho iniziato a mettere da parte un po’ di cose per una probabile fuga. Purtroppo è successo tutto troppo in fretta e così sono riuscita a prendere solo un  po’ di soldi e medicine
Rimango a bocca aperta a quelle parole, quasi non riesco a parlare, ma in qualche modo trovo il coraggio: ”Ma perché papà non mi ha detto niente?
Beh, vedi, il dottore non voleva che ti preoccupassi, credeva che tutto si sarebbe risolto, ma evidentemente…
Evidentemente si sbagliava…
Già
Già
Dopo questo breve discorso, andiamo entrambe a dormire senza dire una parola. Mi infilo sotto le coperte mentre Snowball si accomoda ai piedi del letto. Mi addormento tra la seta, ma durante la notte sono tormentata dagli incubi: vedo i vari fantasmi delle vittime di mio padre, quello strano signore in nero, mia madre uccisa da mio padre, Maria a terra quasi dissanguata e poi vedo lui, Dio, e a quella visione mi rilasso un po’.
La mattina mi sveglio ancora più stanca, ma vedendo Maria già in piedi mi alzo anche io. Ordiniamo qualcosa per la colazione, mangiamo tutto e ci vestiamo. Poi usciamo.
“Dove andiamo?
Vedi Aya, per riprenderti dagli…ehm… ‘avvenimenti’ di ieri, oggi ti porto al grande museo che c’è in questa città. Contenta?
Tanto! Forza, muoviamoci!” dico, inizziando a correre per la strada.
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
Allora, questo è il primo capitolo della mia storia. Non è molto intenso, ma d'altronde serve solo per introdurre. Naturalmente avete già capito chi incontrerà al museo eh eh eh.
Spero che vi piaccia e che continuiate a seguire la storia :)
  
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