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Autore: Evil_B    23/04/2014    1 recensioni
'Amavo tutto di lui: i suoi occhi viola, i suoi capelli neri, i suo carattere riservato e, più di ogni altra cosa, il suo sorriso. Quel sorriso triste e malinconico, eppure bello come quello di un angelo, che ho avuto la fortuna di vedere.
E per quel sorriso, io lottai con tutta me stessa.'
Ma...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jack Vessalius, Lottie, Oswald Baskerville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Erano tempi belli, quelli prima della Tragedia.
Quando le giornate passavano tranquille alla residenza Baskerville.
Quando Jack veniva alla villa e immancabilmente mi ritrovavo ad inseguirlo per futili motivi.
Quando conobbi Fang, Doug e Lily.
Quando potevo osservare e stare al fianco della persona che amavo e amo: Oswald.
Già, Oswald... O forse dovrei dire Glen.
 
Ricordo ancora la prima volta che ci incontrammo o, per meglio dire, che ci scontrammo: lui era perso nei suoi pensieri ed io correvo in giro per la residenza, intenta ad esplorarla da cima a fondo, essendomi unita alla casata da poco tempo; gli urlai contro dicendogli di stare attento a dove camminava, ma quando lo guardai e mi accorsi che era lui, scappai via in preda all'imbarazzo.
Fu solo un attimo, ma fu fatale. Perché bastò a farmi innamorare.
 
Amavo tutto di lui: i suoi occhi viola, i suoi capelli neri, i suo carattere riservato e, più di ogni altra cosa, il suo sorriso. Quel sorriso triste e malinconico, eppure bello come quello di un angelo, che ho avuto la fortuna di vedere.
E per quel sorriso, io lottai con tutta me stessa.
 
Col tempo, grazie all'aiuto di Jack, mi avvicinai a Glen. Passammo molto tempo insieme. Passeggiamo a lungo nei giardini della residenza e lui si aprì con me raccontandomi del suo passato.
Mi raccontò di sua sorella, Lacie; del Glen che lo aveva preceduto, Levi; di come aveva conosciuto il suo migliore amico, Jack; e così via.
Una volta, mentre eravamo seduti all'ombra di un albero, gli chiesi della melodia che aveva composto e del perché l'avesse chiamata proprio 'Lacie'. Lui rispose sbrigativamente che era stato Jack ad insistere affinché la chiamasse così e si fece cupo in volto. Parlare della sorella o di qualsiasi cosa a lei connessa gli provocava sempre quella reazione.
Gli presi la mano e gliela strinsi, per confortarlo, e lui mi sorrise.
Fu un sorriso diverso, quello. Un sorriso vero e sincero, privo della solita tristezza. Arrossii di colpo e lui mi strinse tra le braccia, posandomi un piccolo bacio sulla fronte.
A quel gesto il mio rossore aumentò ulteriormente.
Alzai lo sguardo, fissandolo intensamente negli occhi; poi i nostri volti si avvicinarono.
Sempre più vicini... sempre di più...
Potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra.
Per un attimo le nostre bocche si incontrarono, ma si staccarono appena sentimmo un tonfo poco distante da noi.
Mi voltai: Jack. Quello stupido ci stava spiando.
Divampai e lo rincorsi, buttandolo poi a terra e tirandogli la lunga treccia.
Sentii un fruscio ed ebbi un sussulto: mi voltai di scatto a cercare Glen, ma non c'era più.
Abbassai gli occhi e sospirai, però... Non potei fare a meno di pensare che ci eravamo quasi baciati.
Ripensando a quel momento, pregai affinché quei giorni felici durassero in eterno.
Ma...
 
Quella preghiera si trasformò ben presto in una maledizione.
 
Una sera, Glen ci ordinò di uccidere tutte le persone presenti nella villa.
Non potevo crederci.
Non capivo quello che stava succedendo.
Più lo guardavo più mi sembrava una persona completamente diversa: i suoi occhi erano carichi di odio e di rabbia e, a parte il colore viola, non sembravano avere nulla in comune con quelli che mi avevano guardato con amore qualche giorno prima; e il sorriso che tanto amavo era scomparso dalle quelle labbra che avevano cercato le mie, senza lasciare alcuna traccia.
Dopo che gli altri se ne furono andati, io rimasi lì a chiedergli spiegazioni, ma lui mi ignorò e se ne andò...
Sebbene fossi sul punto di piangere, eseguii il suo ordine.
E poi tutto precipitò nell'Abisso... Tutto divenne buio.
 
Non potrò mai dimenticare il dolore di quella notte.
L'essere ignorati e rifiutati dalla persona che si ama e si desidera proteggere.
E io ora leggo quello stesso desiderio negli occhi di questo ragazzo, quello stesso amore. Ed è per questo che ho deciso di proteggere lui e la principessina, al tuo posto.
Inoltre, questa è anche una promessa in onore alla proposta che mi facesti. Quindi non hai di che preoccuparti, hai la mia parola.
Ora però devo lasciarti, riposta bene... Cappellaio.
 
Con questa calma determinazione che cresceva in lei, Lottie lasciò andare gentilmente la mano del Cappellaio che aveva preso fra le proprie, aprì gli occhi e si mise in piedi pronta ad andare dove il cuore e quella promessa l'avrebbero portata.
  
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