Serie TV > Dexter
Ricorda la storia  |      
Autore: Leo    23/04/2014    2 recensioni
"Sembra che dorma avvolto nella plastica, e che ogni mattina faccia sparire ogni sua traccia"
Un'ultima sfida per Dexter Morgan. Un ultimo omicidio da superare. E poi sarà davvero finita.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dexter Morgan, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PageBreeze

Ha aperto gli occhi. Finalmente!

È stato facile prenderlo, stava sempre da solo, è un lupo solitario. Ed è anche un abitudinario, si rinchiude nella sua baracca subito dopo il lavoro e lì rimane fino al mattino dopo, quando torna in paese e riprende il nuovo ciclo. Poteva ingannare tutti con la sua gentilezza e la tristezza del suo sguardo…ma non me!

Ogni anno in questo paesino del cazzo sparivano almeno tre persone. Nel nulla, senza lasciare traccia. È molto bravo a far sparire ogni prova, e non ha alcuna relazione con nessuna delle sue vittime. Inoltre ogni uomo, donna o bambino con cui ho parlato me lo ha descritto come una persona gentile, affabile, fondamentalmente buona. Mi dicevano sempre che soffriva molto la perdita di un figlio, ma sono quasi certo che sono tutte stronzate. Ho controllato nel database, non c’è traccia di lui prima della sua apparizione in questo paese poco più di vent’anni fa. La sua baracca è sempre pulitissima, non ci sono tracce di DNA da nessuna parte, non un pettine, non uno spazzolino, ogni stoviglia ben lavata e riposta, persino le lenzuola sono sempre pulitissime. Sembra che dorma avvolto nella plastica, e che ogni mattina faccia sparire ogni sua traccia.

Beh…ora nella plastica ce l’ho avvolto per davvero! È sul mio tavolo! È mio!

I suoi capelli bianchi sono lunghi e si sparpagliano sul tavolo ben illuminato, e la sua barba non mi ha permesso di chiudere la sua bocca con lo scotch. Ho dovuto usare il cotone.

“Ciao, Derril Mason!

Immagino tu non riconosca la tua abitazione così ben impacchettata, c’è voluto un po’ per renderla così accogliente come di solito piace a te. Due giorni fa era quasi nelle stesse condizioni, ricordi? Walter Freeman, lo hai fatto a pezzi con un’accetta, non ti sei fermato neanche quando è morto, non è riuscito nemmeno a gridare, gli avevi legato le mani e imbavagliato la bocca. Lo hai diviso in sei pezzi, poi lo hai caricato sul tuo pick-up e lo hai seppellito vicino al fiume, in una zona in cui a nessuno sarebbe venuto in mente di cercare. Lì ho trovato i resti di molte altre persone, quasi tutti passanti diretti a Miami. Sei stato bravo a scegliere le tue vittime, nessuno le avrebbe ricollegate a te erano sempre turisti, o passanti, o camionisti. Facevi ritrovare le macchine lontano da qui. Era tutto perfetto.”

Si lascia sfuggire uno sbuffo. Che sia un risolino?!

“Ora ti toglierò il fazzoletto dalla bocca. Ma se urli ti taglio la lingua! Non che nessuno possa interromperci, ma odio i casinisti!”

Con delicatezza prendo il fazzoletto per un lembo e lo tiro via dalla sua bocca. Lui si passa la lingua sulle labbra, poi mi sorride. Perché mi sorride?

“Tu come hai fatto a trovarmi?!”

La sua voce è roca, ma calma, piatta, priva di emozione. Non ha paura. Forse perché è vecchio?

“C’è voluto molto tempo, e non mi hai aiutato per niente. Ti ho dovuto seguire parecchio, ho piazzato un GPS sotto la tua macchina. Sei stata la preda più sfuggente che io abbia mai avuto!”

“Mi dispiace…”

È strano. Tutte le persone che io abbia mai avuto sul mio tavolo erano sempre spaventate, isteriche, qualcuno fingeva di essere pentito. Lui invece è così calmo. Vediamo cosa succede alla vista della morte che si avvicina.

Tirerò fuori un coltello, vediamo come si comporta.

“Posso farti una domanda?”

Finalmente

“Certo, non vedo perché no!”

“Chi ti ha insegnato tutto questo? La plastica, i coltelli, questo modo di parlare…”

Faccio silenzio per un istante. Sta forse cercando di entrare in contatto con me?! Quali sono le sue reali intenzioni? Sta per morire, ma non ha nessun cenno di nervosismo.

“Mio padre”

“Davvero?!”

Adesso ride pure?!

“Siamo molto più simili di quanto pensassi!”

“No! Io elimino la feccia come te, uccido solo le persone che non meritano di vivere! Tu uccidi delle persone innocenti! Non sono come te!”

Gli metto il coltello vicino alla gola. Lui deglutisce, ma rimane calmo. Forse sta fingendo. Ma perché fingere di fronte alla morte?

“Che fine ha fatto tuo padre?!”

“È morto! Ma non l’ho ucciso io, se è quello che stai pensando. È stato colto da una tempesta venticinque anni fa mentre era in mare con la sua barca.”

“Cavolo, una brutta storia…ma tu…non hai più di trent’anni. Hai detto che tuo padre ti ha insegnato a uccidere, ma non credo lo abbia fatto quando avevi cinque anni.”

Sorrido nel ricordare tutto quello che mi è successo. Come ho fatto a diventare così.

“Va bene, ti racconterò tutto. Non era il dialogo che avevo in mente per questa scena, ma visto che ci tieni, ti racconterò tutto. Tanto abbiamo un po’ di tempo.

Si, ciò che sono diventato lo devo a mio padre. Lui lo faceva prima di me, e la mia madre adottiva me lo ha insegnato quando ha visto che ero uguale a lui. Mi ha dato un codice, mi ha detto come lui nascondeva le prove, come faceva a farla franca. Era un uomo incredibile. Per poter diventare come lui sono entrato in polizia, sono un tecnico forense, capo investigatore scientifico. Eh, ci crederesti?!”

“Dov’è la tua madre biologica?”

“…è morta…l’hanno uccisa davanti a me quando ero poco più che un neonato”

“E questo evento ti ha segnato, per questo sei diventato quello che sei”

“Tutta la mia famiglia era…particolare!”

Sta sospirando. È forse un segno di esitazione?! La sua voce ora è più insicura.

“…e la tua madre adottiva?!”

“…morta anche lei, qualche anno fa. Cancro.”

Un altro sbuffo dal naso. Ma che ha quest’uomo?!

“E ora tu sei solo. Completamente solo…”

Ha chiuso gli occhi, ora è silenzioso. Sarei curioso di sapere, ma forse sono solo i deliri di un vecchio che non ha contatti umani decenti da anni ormai, e sta legando con il suo assassino perché è l’unico legame vero che può creare. Ma io non riesco a creare legami! Ogni legame della mia vita si è spezzato, è finito sempre nel sangue. Mia madre, mio padre, la zia Deb, Hannah, tutti. Forse è questo l’unico legame che sono in grado di creare? Quello con le mie vittime? In fondo è appropriato, anche in questo caso finirà nel sangue. E va bene, andrò fino in fondo!

“…no, non sono completamente solo.”

Lui mi guarda sorpreso.

“…mio padre…mi accompagna sempre! Mi da consigli, mi aiuta nei momenti di difficoltà. A volte lo odio, perché mi ha abbandonato troppo presto. Ma per una persona come lui, crescere un figlio non dev’essere stato affatto facile. Eppure Hannah mi ha sempre raccontato di come mi volesse bene, di come avrebbe fatto di tutto per me, di come mi trattasse quando ero un bambino. Ho pochi ricordi e mi sembra quasi di ricordare che non mi ha mai sgridato in vita mia…forse mi sbaglio, ma è l’immagine che mi è rimasta di lui.

Non so perché ti racconto queste cose. Ti avrei dovuto chiedere perché hai ucciso così tante persone, che tipo di mostro sei, ti avrei dovuto spaventare e ora dovrei ucciderti!”

“Io uccido perché non avevo più nulla nella vita. Speravo un giorno di essere scoperto da una persona come te, qualcuno che mi avrebbe fermato, qualcuno più furbo di me, in grado di scoprire il mio segreto e di porre fine alla mia inutile vita. Ma nei miei sogni più vivi, mai ho ardito a immaginare questa scena!”

“Ti fa paura?”

Sembrerebbe quasi che voglia piangere.

“No…è bellissima! Non potevo desiderare di più”

“Mi fa piacere Derril”

Ora mi preparo. È la notte giusta, e ho aspettato tanto per questo. Il mio oscuro passeggero potrà nutrirsi ora. Un po’ mi dispiace, quest’uomo non è il mostro feroce che immaginavo di trovare sul mio tavolo, ma non fa niente. Stringo le mani sul coltello, e guardo per un’ultima volta il suo volto. Mi sta guardando…mi sta aspettando…

Lo desidera!

Chi sono io per negarglielo?!

Affondo il coltello nel suo petto.

Lui espira con la bocca, ma non muore immediatamente. Gli vedo affiorare del sangue dalla bocca. Mi tremava la mano, era parecchio che ero sulle sue tracce e l’ebbrezza di un omicidio dopo così tanto tempo era enorme. Credo di aver solo sfiorato il cuore, ma gli ho colpito un polmone. Quando cerca di inspirare il sangue esce leggermente a spruzzi dal buco nel petto. Ma lui sorride ancora.

“Grazie…Harrison…Sono…fiero…di te… ”

Il ragazzo sgranò gli occhi. L’uomo aveva appena pronunciato il suo nome, ma lui era sicurissimo di non averglielo detto fino a quel momento. Cercò di fermare l’emorragia con le mani inguantate, per guadagnare del tempo, e cominciò a gridargli innumerevoli domande. Ma l’uomo spirò inesorabilmente.

Harrison lo guardò con i suoi occhi azzurri, cercando di riconoscere in lui qualcosa, ma non aveva nulla di familiare. La pelle ruvida, raggrinzita, le rughe, la barba bianca imbrattata di sangue, i capelli lunghi, le stempiature, non c’era nulla che potesse dargli degli indizi. Gli occhi stanchi. No, era sicuro di non conoscerlo affatto. Così prese un vetrino e raccolse una goccia del suo sangue.

Dopodiché si affrettò a pulire ogni cosa e a distruggere le prove. Non fece a pezzi il corpo come suo solito, lo portò dove Derril teneva i suoi e lo sotterrò in una fossa che aveva lasciato aperta appositamente.

Il giorno dopo era in laboratorio. I risultati arrivarono in fretta, così poté inserire il DNA nel database.

Un riscontro

Al 99.9%

Restò a fissare lo schermo, paralizzato di fronte a quel nome

Dexter Morgan

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dexter / Vai alla pagina dell'autore: Leo