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Autore: PrettyLittle_    24/04/2014    0 recensioni
Storia creata dall'ispirazione datami dal bellissimo film The wedding date L'amore ha il suo prezzo da dove ovviamente ho preso parte del titolo.
Alexis, ragazza ferita più volte dall'amore, ma l'ultimo ragazzo ha lasciato un vuoto in lei che nessuno riesce a riempire, per questo crede di colmare il vuoto con drink discoteche e ragazzi diversi ogni week end.
Ma che succede se un giorno i genitori di lei volessero conoscere il fidanzato inesistente di Alexis?
Zayn Malik pakistano sexy che lavora per un'agenzia di "accompagnatori" per chi vuole essere delicato oppure "Escort" per chi non vuole esserlo. Lui non ha mai conosciuto l'amore in vita sua con le sue clienti cerca di non affezionarsi perché come dice lui "Io con te ci scopo e basta".
Cosa può succedere se queste due persone dal cuore distrutto dalle troppe ferite e cicatrici, che non sono capaci di amare si incontrano per una questione che all'inizio può sembrare lavoro ma che poi...
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Chi ha gia visto il film può capire più in fretta la storia lo consiglio è veramente carino e simpatico.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’amore ha il suo prezzo.
     
                                                                           


La mattina seguente ero distrutta, sono tornata a casa molto tardi e ignorando mia madre che cercava di estorcermi qualche indizio sulla misteriosa scomparsa di Zayn, mi sono rifugiata in camera crollando letteralmente a dormire sul letto, senza neanche togliere il vestito, che da bianco era diventato, marroncino, e senza neanche struccarmi.

Andai in bagno e cercai di far sembrare la mia faccia quella di un essere umano, ma sembra che quella del panda voglia rimanere quindi ci rinuncio e inizio a pettinarmi i capelli, cercando di domare almeno quelli. Vestita molto comoda scesi in salotto, diretta verso la cucina, trovando mio padre che faceva finta di leggere il giornale. (Come lo sapevo? Beh non si era accorto che lo teneva al contrario)
. –Buongiorno Pà- lo salutai, non con molto entusiasmo.
–Buongiorno Al- quel soprannome era come una doccia gelata per me, solo Zayn mi chiamava così. Cercando di trattenere le lacrime entrando in cucina, sperando vivamente che mia madre non ci fosse. Speranze vane, perché come da copione, mia madre stava seduta su uno sgabello accanto a Zayn, che molto probabilmente aveva spiegato che sarebbe andato via prima per urgenti impegni di lavoro, a giudicare dalla faccia di mia madre, che era diventata prima bianca pallida, poi verde e alla fine bordeaux, e sicuramente non era per l’imbarazzo, a giudicare dallo sguardo di fuoco che mi aveva lanciato.

Quando qualche minuto dopo Zayn aveva salutato mia madre con un bacio sulla guancia e me con un casto bacio sulle labbra (dovevamo pur sempre far finta di essere fidanzati no?) si fece accompagnare da mio padre all’aeroporto. Quando sentimmo la porta chiudersi con un tonfo mia madre si girò verso di me.
–E’ per quello che è successo ieri vero?- aveva i radar.. solo quella poteva essere una soluzione. Oppure la mia faccia da panda in via d’estinzione..
–No.. al contrario di come pensi tu, questa volta non è colpa mia, non abbiamo litigato, ma abbiamo chiarito, poi ieri sera ha ricevuto una chiamata importante dal lavoro e ha dovuto svolgere delle commissioni da qui, poi lo hanno richiamato per dirgli che da qui non avrebbe potuto fare poi tanto quindi, gli hanno ordinato di tornare immediatamente a New York.- Wow, mi meravigliai anche io di come mi fosse uscita bene quella bugia. Naturalmente il fatto che questa mattina io abbia impiegato due ore per fare la doccia non implica che io abbia pianificato tutto.

Mia madre parve convinta della mia giustificazione, infatti non mi chiese più nulla, e io potei godermi la mia colazione in santa pace.
Dopo due giorni in quella casa alla fine non ce la feci più. Era inutile rimanere,  il matrimonio era andato, Zayn era andato, stare li in quella stanza mi faceva solo ricordare quanto fossi stata bene insieme a lui, e mi faceva soffrire, così decisi che il giorno dopo sarei dovuta partire, almeno sarei potuta tornare nel traffico caotico di new York, e mi sarei buttata a capofitto sul mio lavoro al giornale, cosi da non pensare alla mia vita privata che va a rotoli. Sarebbe stata un’idea geniale, fino a quando un sollevato Louis e un disperato Harry  non entrarono quella sera durante l’ora di cena in casa. Preoccupati ci sedemmo tutti in salotto aspettano che ci informassero della catastrofe che era inevitabile adesso che andava tutto “liscio” come l’olio no?
–Allora, Louis spara quale cataclisma è avvenuto?- iniziai subito io irritata di essere stata interrotta mentre stavo facendo le valigie. Il castano mi guardò un secondo per poi sorridere. –Non è successo niente di cui vi dovreste preoccupare.- Questo.. mi fece preoccupare ancora di più.. ma non replicai, anche perché lo sguardo furioso di mia madre mi fece desistere, così Louis continuò .
–Ci siamo chiariti- un sospiro di sollievo generale si sollevò nel salotto e si.. devo ammettere anche il mio.
–Abbiamo deciso che se non è troppo tardi vorremmo sposarci il più presto possibile.- Alle sue parole scattai in piedi contentissima e lo andai ad abbracciare, poi mi bloccai. –Scusa, ma se avete chiarito.. perché Harry è disperato?- chiese notando il mio cuginetto in lacrime. Louis sorrise e gli circondò la vita con le braccia.
–E’ da quando ho deciso di perdonarlo che piange, dice di non meritarselo e che è troppo contento.-
Lasciammo Louis e Harry da soli e entrammo tutti molto più felici in cucina a mettere qualcosa sotto i denti. Ero contenta che avessero chiarito, ma allo stesso tempo triste. Loro ci erano riusciti, loro si amano talmente tanto da affrontare qualsiasi ostacolo, io e Zayn per una situazione che neanche ci riguardava ci siamo comportati come due bambini.

A riscuotermi dai miei pensieri malinconici è sempre Louis, aveva lasciato Harry alle cure della zia che gli saltellava intorno dicendo che era orgogliosa che avessero fatto pace. –Dimmi Louis- mi rivolsi al castano.
–Vorrei parlarti in privato- io annuì solamente. Ci recammo nella mia stanza, la più vicina fra tutte, chiusi la porta e mi sedetti sul letto.
–Di cosa volevi parlarmi?.. Anzi no aspetta.. centra Zayn vero?- chiesi assolutamente certa che era lui il centro di quella che tra qualche minuto sarà una filippica degna di un padre apprensivo.
–Alex… non è vero che Zayn è partito per un impegno di lavoro vero?- non mi stupii del fatto che non aveva creduto alla mia balla.
–Ma dai? Era questo il suo lavoro- dissi, ma nella mia voce non c’era sarcasmo ma amarezza. Louis sospirò.
–L’hai trattato di merda Al..- disse sedendosi vicino a me.
–Come pensavo.. hai parlato con lui.. beh se ti ha mandato qui a parlarmi solo per ricevere il mio perdono beh può scordarselo e tornare al suo “lavoro”- dissi inferocita mimando l’ultima parola con le virgolette e disgusto nella voce.
–Non mi ha mandato lui Alex!- ecco ora anche lui era arrabbiato.
–Smettila di fare la bambina e la vittima, perché non hai ragione tu e non ha ragione lui.- Smise per un secondo per riprendere il controllo di se stesso. Cercai di aprire bocca ma subito dopo continuò il suo discorso impedendomelo. –
Siete stati due emeriti coglioni lasciatelo dire, tu l’hai attaccato per una situazione che non vi riguardava assolutamente e che lui non aveva il diritto di spifferare tutto quello che gli aveva confidato anche se involontariamente Harry, e infatti non l’ha fatto e tu non puoi giudicarlo per questo, io.. te avremmo fatto esattamente la stessa cosa e per Harry siamo un fidanzato, e una cugina quasi sorella. Lui per Harry non era niente un amico, eppure non l’ha tradito perdendo però la donna che ama..- non lo lasciai finire.
–Lui non mi ama- cercai di non gridare ma quelle parole mi avevano messo un’ansia addosso che non riuscivo a trattenere. Louis si mise una mano fra i capelli, per poi guardarmi negli occhi.
–Scusami Alex se te lo dico, ma te sei la persona più testarda di questo mondo, e anche cieca se devo dirla tutta. Ma non vedi come ti venera? Anzi come ti venerava? I primi giorni eravate tesi, vi stuzzicavate, non vi comportavate come due fidanzati. Dopo un po’ io.. ma non solo, anche Harry, abbiamo notato che ovunque andaste vi cercavate con lo sguardo, e appena vi trovavate sorridevate, tu arrossivi perfino. C’era più intimità tra di voi, lui ti guardava come se stesse guardando la cosa più bella di questo pianeta. Eravate persi l’uno dell’altra. L’unica cosa che mi fa arrabbiare è che avete litigato per un nonnulla che poi neanche vi riguardava. – non era arrabbiato, era…determinato. Non avevo notato questa confidenza tra me e Zayn, io mi comportavo normalmente. Certo ho subito capito che mi ero innamorata di lui, ma non credevo che anche lui mi ricambiasse. Dopo le parole che mi ha rivolto ieri poi ne sono più che certa. Ma adesso che Louis mi ha rivelato quello che vedeva lui quando io e Zayn eravamo insieme mi ha aperto un mondo, ma quel velo di incertezza che era calato su quel mondo non voleva andarsene.
–Louis, lui lo ha detto esplicitamente di non amarmi, ieri mi ha esplicitamente detto che per lui è stato sempre lavoro- dissi cercando di convincere più che me stessa che il ragazzo che mi stava accanto.
–Cieca e pure stupida tu che gli vai a credere a quel cretino. Se per lui fosse stato solo lavoro, allora ieri sera non sarebbe venuto da me, spiegandomi quello che gli aveva confessato Harry quando era ubriaco, e si so che gli ubriachi dicono sempre la verità. Secondo te perché io ho deciso di perdonare Harry? Per le sue scuse? Ma andiamo…Harry non è mai stato bravo con le parole. Zayn mi ha aperto un mondo sulla mia relazione su Harry, quando se ne è andato sono corso da Harry per chiarirci e per confessarci tutte le cose che non cii eravamo mai detti in tutti questi anni. E’ grazie a lui che domani ci sposiamo.- Rimasi spiazzata da quella confessione, da quello che aveva fatto Zayn, per la mia famiglia, per Harry, per Louis e si,… anche per me. Perché vedere mio cugino e Louis contenti è la cosa più bella che io possa desiderare.
–Louis, forse hai ragione, ma se ne è andato… stamattina mio padre l’ha accompagnato all’aeroporto.- Gli dissi quasi disperata mettendomi le mani nei capelli realizzando di quanto io sia cogliona ad averlo cacciato.
–Il volo è stato cancellato Alex, il prossimo parte tra due ore.- Alzai di scatto la testa.
–E tu che ne sai?- gli chiesi curiosa.
–Mi ha telefonato, gli serviva un posto per riposarsi giusto le ore indispensabili per non crollare e aspettare il volo. Gli ho consegnato le chiavi della casetta sul lago… la ricordi?- mi chiese alzandosi dal letto, io lo seguii.
–Certo quella in cui stavamo sempre ogni weekend prima della mia partenza a New York.- gli risposi, ricordandomi di quella bellissima casetta con una veranda che si affacciava sul lago.
–Dovrebbe essere ancora li Alex.. và e riprenditelo.. sbrigati però- Detto questo scese in cucina. Io non perdetti tempo, mi infilai un paio si stivaletti e la giacca, per poi correre verso la macchina, salutai di fretta le persone che si erano spostate in salotto e riuscì a udire solo la frasi di mia madre: “Ma dove corre?2, e la risposta di Louis: “Va a riprendersi ciò che è suo”.

Ricordavo vagamente la strada per la casetta sul lago, ma entro pochi minuti riuscì a raggiungerla, un pezzo lo so doveva fare a piedi, così corsi il più veloce che potevo, ma quando spalancai la porta della casetta, questa era vuota. Entrai piano, come se non volessi spezzare la pace di quel posto. Non poteva essersene andato… non poteva avermi lasciato così.
Lo cercai nella veranda ma niente.. sparito, insieme alla mia speranza di abbracciarlo e baciarlo.
Quando tornai a casa, distrutta e con le lacrime agli occhi tutti mi guardarono speranzosi, sicuramente Louis aveva raccontato tutto su istigazione di mia madre. Non parlai, feci solamente un cenno di diniego con la testa, per poi correre in camere e fiondarmi sul letto.  Ma non potevo abbattermi, domani ci sarebbe stato il matrimonio delle due persone più importanti della mia vita, e non me lo perdonerei mai se dovessi in qualche modo rovinarglielo.
Così mi addormentai, con l’angoscia di parole non dette e speranze vane, perché ormai se ne era andato e io.. non potevo far nulla per riaverlo con me. Una Ward si piega ma non si spezza. Ho paura di essermi scalfita. Forse sarò l’unica Ward a spezzarsi in tutte queste generazioni.
 
Alexis non lasciarti andare, la vita  va avanti. Hai fatto quel che potevi, adesso goditi gli attimi di felicità, poi penserai ai problemi, adesso cullati nella felicità dei tuoi cari, poi penserai a quello che ti affligge. Non preoccuparti perché tutto potrà sistemarsi. Ma non ti spezzare Alexis, se ti spezzi tu, si spezzerà anche qualcun altro che adesso ti pensa e che sta tornando indietro solo per te.  Resisti… sta arrivando.
  
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