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Autore: AndersonL    24/04/2014    0 recensioni
Una canzone sconosciuta, due occhi, "Salvami". Il più famoso cioccolatiere del mondo ricorda solo questi pochi frammenti di un sogno che lo ossessiona da tempo; ma grazie all'aiuto di una macchina e di un inaspettato invito ad una festa di compleanno, Willy Wonka riuscirà a dare un'immagine definita a quella creatura evanescente che risiede nella sua mente.
E una volta incontrata, si spingerà oltre ogni limite per averla.
Ringrazio Riccardo Cocciante per aver scritto la canzone che fa da titolo alla mia storia. Lui e Vangelis alle tastiere fanno un'accoppiata geniale!
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Bucket, Nuovo personaggio, Willy Wonka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un piano geniale il suo.
Far entrare di soppiatto due umpa-lumpa muniti di barella e di fazzolettino impregnato di cloroformio, lasciarne due fuori a guida di una limousine e, una volta entrati nella fabbrica, segregarla in una suite ariosa e sfarzosa; perchè va bene il rapimento, ma la sua principessa doveva avere tutti i comfort.
Incomprensibilmente, la reazione di Charlie alla suddetta idea, fu un misto fra sorpresa e sconcerto.
-MA TU SEI LETTERALMENTE FUORI DI TESTA!! SE RAPISCI LA CONTESSINA CENCI TI RITROVERAI UN BEL "SEQUESTRO DI PERSONA" SULLA FEDINA PENALE!!
All'insensata riunione strategica indetta dal signor Wonka era presente anche Aurora, e anche lei manifestò il suo leggerissimo disappunto.
-Non mi lacererò le corde vocali come Charlie, ma devo dirti che è un po' un'idea del menga, come dicono a Milano.
-Sentite, in sogno quella ragazza mi ha pregato di salvarla, se avete idee migliori comunicatele pure.
-E come la vorresti salvare, tirandola fuori da una prigione per portarla in un'altra?- aggiunse sensatamente Charlie.
-Voglio tirarla fuori da una prigione per potarla in un mondo fatto su misura per lei. Le allestirò un'ala tutta per lei, con sala di registrazione, sala da ballo e appartamento. Voglio che stia bene. E voglio che sia mia per sempre. Le costruirò un mondo dove finalmente potrà essere se stessa, e voi non ne sarete esclusi, specialmente tu Aurora. Allora, ci state?
Aurora ci riflettè su; sapeva quanto Laura schifasse la vita da nobile: al di là dei bei vestiti e dei costosi profumi francesi vi era solo desolazione e ipocrisia; il rapporto burrascoso con il padre non aiutava di certo, per cui non aveva veramente nulla da perdere, se non uno stock di borse di Louis Vuitton in esubero (che peraltro non aveva mai portato).
-Senti, William, il tuo intento di voler dare amore a mia sorella è lodevole, anche se ritengo che i metodi con cui vuoi ottenere il suo consenso siano parecchio discutibili. Io sono con te, e ti coprirò per quanto mi sia possibile, ma ci sono delle cose che devi far prendere ai tuoi  collaboratori; senza quelle cose mia sorella si sentirebbe persa.
-Ti ascolto, piccola.
-L'iPod; la sua boccetta di Chanel n°5, senza quello non riuscirebbe a sentirsi una vera donna; il vestito bianco ghiaccio di Yves Saint Laurent, è uno dei ricordi di sua madre. Lasciale solo queste cose della sua vita precedente, non chiedo altro.
-Siamo d'accordo, allora. Grazie per l'aiuto, Aurora.
-Fammi chiamare prima mia sorella. Devo... prepararla psicologicamente.

Poco dopo...
-
Pronto, chi è?
-Laura, sono tua sorella...
-Oh Aurora!! Come mai mi chiami a quest'ora?? Non avevi i corsi all'università?
-Lascia stare l'università, devo dirti una cosa importante.
-Oh... Beh , dimmi tutto!
-Laura... Sii forte ok?? Sii forte e vivrai la più bella delle vite possibili. Ti voglio bene sorellona.
Detto ciò il telefono all'altro capo venne agganciato, lasciandola attonita e preoccupata.
Laura ricordò quella notte come la più profonda della sua vita.
Dormiva talmente bene che il suo orecchio assoluto non percepì alcun suono strano in camera sua. Non sentì nemmeno l'odore medicinale del cloroformio che un umpa-lumpa le aveva fatto inalare. Non fece nemmeno caso all'altro che frugava nei suoi cassetti per cercare l'iPod, lo Chanel n°5 e l'abito di Yves Saint Laurent. Non sentì il freddo pungente della notte mentre la portarono in barella nella limousine.
Non fece caso al nuovo materasso su cui la poggiarono arrivati nella suite. Nemmeno alle manette che la attaccarono alla testiera del letto.

Benvenuta nel mio mondo, principessa.
Oh, mio buon cavaliere! Siete venuta a salvarmi?
Meglio, sono venuto a darti una nuova vita! E attenta ai polsi, si stanno graffiando!
Eh, cosa, i polsi?

Che strano sogno, che aveva fatto!! Il suo cavaliere che la avvertiva di stare attenta ai suoi polsi che si stavano graffiando! Ma, sia ringraziato il cielo, ora si stava svegliando in camera sua, aspettandosi di trovare Ambrogio con la sua tazzina di caffè e una tavoletta di cioccolato Won...
-AAAAAAAAAH!!! AIUTO!!! AMBROGIO!! AURORA!!! DOVE SONO??? AIUTO!!
Come aveva fatto a ritrovarsi lì, attaccata alla testiera di un letto che non era il suo, in una stanza che non era sua e, al 100% di possibilità, in una casa che non era sua? E chi le aveva ammanettato i polsi?
-QUALCUNO MI AIUTI!! DOVE SO...Ah, ho i polsi lacerati... Mamma, aiutami tu, dove sono?? Ti prego....
Mentre Laura cercava aiuto nel suo nuovo ambiente, da qualche parte in America un simpatico cameriere urlava terrorizzato piangendo la scomparsa della sua adorata contessina.

Ore dopo, un umpa-lumpa entrò per verificare se la contessina stesse bene e per portarle una buona dose di zuccheri firmati Wonka, non senza essere accolto dalle urla della ragazza.
-AAAAH!! UN NANO DI TWIN PEAKS!!! CHI CAVOLO SEI?? DOVE SONO?? MA NON VEDI CHE SONO IN CAMICIA DA NOTTE? DATEMI QUALCHE VESTITO, DANNAZIONE!!
-Ehi, signorina Cenci, si calmi! Sono venuto per vedere come sta!
-Come sto?? COME STO?? TE LO DICO IO COME STO!! SONO LEGATA A UN LETTO CON SOLO LA CAMICIA DA NOTTE E IL BRACCIALE DI FAMIGLIA E UN NANO IN CAMERA MIA CHE MI CHIEDE SE STO BENE CON UN VASSOIO DI CIOCCOLATO WONKA IN MA... Fermo lì, quella è tutta roba Wonka?
-Beh, sì signorina Cenci. Diciamo che qui la cioccolata Wonka è di casa.
-Allora sei perdonato, ma fammi assumere zuccheri prima di impazzire.
L'umpa-lumpa sciolse i polsi della contessina e poggiò il vassoio sul letto.
-Hmmm, ci voleva proprio un risveglio del genere.- Laura parve più rilassata. -Ah scusami per la brusca accoglienza, non volevo spaventarti...
-Si figuri, contessina. Convengo con lei che la situazione, beh, non è delle più rosee.
-Dove sono?
-Siete a casa vostra, signorina Cenci. Il nostro anfitrione ha allestito a casa sua un'ala tutta per lei.
-Beh... pare fico, ma perchè rapirmi, perchè ammanettarmi alla testiera del letto?
-Misure di sicurezza.- A quest'ultima affermazione Laura rimase di sasso, ma non riuscì a replicare. -Bando alle ciance, se ha finito di mangiare, la farò vestire con calma prima e poi le rimetterò le manette con mio sommo rammarico. Provvederà il nostro anfitrione a liberarla.
Nell'unico armadio presente nella suite Laura trovò dei pantaloni neri, un top nero, uno spolverino viola e -con sua immensa sorpresa- il suo vestito di Yves Saint Laurent. Insieme all'iPod e alla boccetta di profumo Chanel. Optò per il completo e si cambiò rapidamente dietro il separè. Dopo venne nuovamente ammanettata alla testiera del letto.
"Chissà se Aurora sta bene..."

Nel frattempo...
-TROVATE QUELLA DANNATA RAGAZZINA!! CERCATELA OVUNQUE!!- La voce di Mariano tuonò verso la tenuta e oltre.
-Sinceramente signor conte, non trovo alcuna ragione per la scomparsa di vostra figlia. Lei è nobile, dalla vita ha avuto tutto, non capisco perchè debba essere scappata.- disse il detective Waldo Sandiego. Per quanto riguardava le persone scomparse era il migliore. -No, qui si tratta di rapimento, signor Cenci.
-Rapimento? E chi mai dovrebbe rapire mia figlia?
-Beh tante persone sono attirate dall'idea di un cospicuo riscatto per la vita di un nobile, signore. Ma andiamo in camera della ragazza, magari troveremo qualcosa.
Il detective Sandiego si avvicinò al letto di Laura e, oltre a un pungente odore di Chanel n°5, trovò anche un leggero sentore di cloroformio, che lo stordì momentaneamente.
-Allora? Trovato qualcosa?
-Sua figlia è stata stordita con del cloroformio, così che durante il sonno non potesse udire suoni sospetti, i suoi 5 sensi saranno stati completamente intorpiditi.
-Ah beh, altrimenti se ne sarebbe accorta subito. Mia figlia ha il dono dell'orecchio assoluto.
-Allora si spiega tutto. Qualcuno sapeva di questa sua dote e ha sfruttato le proprietà del cloroformio. Ha per caso qualche idea di che genere di persone frequentasse? Magari nei luoghi in cui studia, o amici comuni...
-Aspetta aspetta...- Mariano si ricordò subito di come quel Richard Dawkins guardava sua figlia la sera della festa. -C'è un figlio di puttana che si chiama Richard Dawkins che studia tedesco alla Columbia. Tipo parecchio strano. Appena ha visto mia figlia si è messo a piangere come una donnicciola.
-Reazione abbastanza singolare, ma abbiamo un punto di partenza. Datemi qualche giorno di tempo e vedremo come rintracciare questo Dawkins.
 
Ore dopo un umpa-lumpa entrò nella suite con una boccetta di collirio in mano.
-Ehi tu, ma cos'è quella boccetta?
-Collirio, contessina. Il nostro anfitrione vuole mantenere un po' di mistero, così mi ha ordinato di farvi mettere questo collirio. Il suo effetto durerà poco meno di un'ora, non deve temere nulla.
-Beh ma a che pro? Non capisco... Oh diavolo, che ci devo capire? Sono alla mercè di un pazzo. Meglio assecondarlo. Mettimi il collirio e chiudiamo la faccenda.
Quel liquido bruciava come mille inferni messi assieme. Dopo 30 secondi la sua vista cominciò a vacillare, dopo un minuto non riuscì più a vedere nulla. Anche il cuscino di fronte a lei sembrava completamente sfocato, non riusciva più a cogliere i dettagli di nulla.
-Riesce a vedere qualcosa??
-Non vedo più ad un palmo dal mio naso.
-Bene, faccio entrare il padrone.
Per cercare di rinfrancare il morale, Laura cominciò a cantare.

Io non posso stare fermo con le mani nelle mani, tante cose devo fare prima che venga domani...
-Ricordo la prima volta in assoluto che ho sentito quella canzone...- disse una voce suadente alle spalle di Laura. -Sì, era stata una giornata massacrante e mi ero addormentato sulla scrivania. E ti ho sognata mentre cantavi proprio questi versi. Da quel momento non hai smesso di popolare le mie notti.
-Ma cosa...! Ma lei...! SIGNOR DAWKINS!! GRAZIE AL CIELO, MI FACCIA USCIRE DI QUI!!
-Oh, mia principessa, come posso farti uscire?? Proprio io che qui ti ci ho fatto entrare!!
-Cos...? Mi ha rapita lei?
-Oh, rapire... Che termine improprio!! Ti ho semplicemente costruito un mondo attorno!! Un mondo dove potrai essere te stessa.
-Mio padre potrebbe uccidere per cercarmi.
-Se lo vuoi avvertire ti faccio usare un telefono pubblico.
-E mia sorella?? Dov'è Aurora?
-Aurora sta bene; anzi, è stata lei a darmi il suo consenso per portarti qui.
Sentendo quelle parole, Laura cominciò a pensare: Aurora ha lasciato che le mettessero le mani addosso per portarla Dio solo sa dove, in casa di un pazzo semi-sconosciuto che la ammanetta a letto. Troppo irrazionale per una come lei. Ma se gliel'ha lasciato fare sicuramente ci doveva essere qualcosa sotto, qualcosa che nemmeno lei immaginava. Aurora sapeva qualcosa che a lei sfuggiva
E perdio ce l'avrebbe messa tutta per scoprire di che si trattava.

"Laura sta bene e sta con me. Smettila di preoccuparti. Ti voglio bene." era un sms di Aurora.
Quelle parole, al posto di tranquillizzare Mariano, lo fecero infuriare ancora di più: da una figlia in pericolo sono diventate due.
Nel mentre, il telefono squillò.
-Pronto, villa Cenci?... Oh, siete voi mister Sandiego. Un momento che vi passo il signor Mariano... Signor conte, è per lei. Il detective vuol parlarle.
-Waldo, la prego, dica che ha trovato qualcosa...
-Beh sì. Abbiamo scoperto che alla Columbia non si è mai iscritto nessuno con il nome di Richard Dawkins...
-CHE COSAAAAA?
-Eh già, il signor Dawkins non si è mai iscritto alla Columbia, e probabilmente nemmeno esiste. Di Dawkins ce ne è solo uno, ed è uno scrittore ultrasettantenne.
-Maledetto figlio di troia!! Non sapremo mai chi diavolo è e cosa vuole dalle mie figlie!!
-Mi serve un altro sopralluogo in camera della contessina, le dispiace??
-Forse non ha capito: lei deve fare L'IM-POS-SI-BI-LE per recuperare le mie figlie, chiaro?? Vuole fare un sopralluogo? E LO FACCIA!! PORTI LE SUE LURIDE CHIAPPE QUI ALLA TENUTA IM-ME-DIA-TA-MEN-TE!
-Oh ma che dia...! Come vuole, signor Cenci.
"Dannato Dawkins o come cazzo ti chiami. Se scopro chi sei finirai a far da concime ai miei vigneti."

-Adesso io ti toglierò le manette. Sarai libera di vagare per tutto l'edificio e di curiosare per cercare di scoprire chi sono veramente.
-Perchè, lei non si chiama Richard Dawkins?
-Mia principessa, siete così ingenua!! Mai sentito parlare di pseudonimi? Ho semplicemente preso in prestito il nome di un famoso scrittore per non far sapere al mondo chi veramente sono!! HAH! piano geniale, nevvero?
-Oh cavolo...!
-Ma torniamo a noi; io ti libererò, ma non provare ad uscire da qui.
-E se uscissi? Cosa mi accadrebbe?
-Oh, mia dolce principessa,- disse quell'uomo dalla voce suadente accarezzandole le braccia. Il tocco della mano guantata irrigidì i suoi muscoli per un microsecondo, prima di rilassarli completamente. Sentiva il suo respiro contro il collo, che le scompigliava i ciuffi ribelli. La mano guantata le accarezzò la guancia, mentre le labbra le lasciarono un piccolo segno rosso sul collo. Lei non poteva far altro che emettere piccoli gemiti di sconcerto e piacere al tempo stesso. La mano libera, nel frattempo girava la serratura delle manette. -sono sicuro che non vorrai più uscire da qui.
Liberatasi dalla presa e con la vista annebbiata dal collirio, Laura rotolò via dal letto per precipitarsi verso una qualsiasi uscita. Sbandò più volte prima di trovare il percorso di esodo da seguire in caso di emergenza, segnalato da apposite lucine verdi fluorescenti.
Alla fine di quel percorso si trovò in un grande corridoio cupo, con una grossa porta con su scritto "EXIT".
Percorse tutto il corridoio, fino a toccare quel grande maniglione.
Ma alla fine non aprì quel portone. Sentiva che c'era qualcosa di più, qualcosa che doveva sapere, e decise che sarebbe stato meglio trattenersi per un po'.
Nel frattempo l'effetto del collirio era svanito del tutto.
  
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