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Autore: Laurana Lauranthalasa Efp    28/04/2014    0 recensioni
La sedia è scomoda, la sala d’attesa è piena di gente e sembra che tutti mi guardino.
Quel maledetto dottore è sempre in ritardo.
Il telefono stretto in mano vibra con insistenza ed io speranzosa rivolgo lo sguardo allo schermo.
Non sei tu.
Da "Scelte" Capitolo 2
Raccolta di piccoli racconti dimenticati in un cassetto.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Considerazioni

 
Ultimamente mi sento come quando andavo a scuola.
Di tempo ne è passato da allora ma il mio stato d’animo mi riporta a quei giorni, a quelle mattine interminabili dove nonostante fossi in classe con ventuno persone mi ritrovavo il più delle volte a parlar con il silenzio della mia solitudine.
Ero quella che inizialmente camminava sola per il corridoio, senza guardare minimamente in faccia nessuno. Non che non avessi il coraggio sia ben chiaro, solo che mi bastava quel che le orecchie sentivano e vedere le loro facce sorridenti che mi insultano sottovoce sarebbe stato troppo E poi mia madre fin da bambina mi diceva: “Quando loro ti prendono in giro, tu ignorali e non rispondergli. Si stuferanno e non ti daranno più fastidio, più tu t’arrabbi, più loro ci trovano gusto. Ignora!”.
Quindi tenevo lo sguardo fisso davanti a me e andavo per la mia strada.
Forse questo metodo funziona con i bambini, ma quando ti trovi di fronte ai classici adolescenti deficienti che non smettono di darti fastidio, qualche dubbio sulle parole di tua madre ti deve pur venire.
Non ho mai capito, e forse non capirò mai come possano solo giudicarti dai chili che ti porti addosso. I miei cari compagni di classe passarono anni ad inventare  esclusivamente per me i peggiori nomignoli che potessero esistere, senza porsi minimamente il problema che per chi non è abbastanza forte da farci su una risata, sarebbe rimasto marchiato per sempre. Il problema comunque non erano i nomi dispregiativi che sentivo sussurrare tutti i santi giorni sulla mia persona, ma tutte quelle brutte sensazioni che ciò hanno provocato.
E che sono continuate nel tempo, negli anni a venire.
Persino ora che sono adulta mi sento ancora sbagliata, fuori luogo, come quella ragazzina che non faceva ricreazione per non dare nell’occhio, che faceva finta di stare male per non infilarsi una tutina aderente e fare ginnastica. Sai che risate con la cicciona in short e maglietta aderente?
Ti sputano addosso sentenze, ma non sanno di quel che c’è dietro.  Pensano che una persona un po’ in carne sia solo qualcuno che non ha voglia di fare due passi e che pensi solo a mangiare sprofondata sul divano davanti alla televisione.. Che ne sanno loro del vuoto che hai dentro creato dai mille problemi e della poca stima che hai verso te stesso.
Come puoi spiegare tutto ciò a quel pubblico ottuso e poco interessato al tuo stato d’animo? Non capirebbero mai, mai e poi mai.
Ad un certo punto capisci che non potrai mai contare su quell’involucro che ti porti addosso, non sarai mai interessante per quello e allora decidi di puntare ad altro vista la poca determinazione e forza di volontà che potrebbe farti perdere peso e taglie di jeans. Punti ad avere un bel carattere, essere una buona amica, mostrarsi simpatica e di compagnia. Di essere una bella persona.
Con parecchi sbagli e tanti anni di tentativi forse ci riesci, sai dico forse perché non credo mai nella persona che sono arrivata ad essere. Si, ad un certo punto sai di poter puntare solo su quello, perché sei sempre quella cessa di ragazzina solo un po’ cresciuta, con poche soddisfazioni e misere rivincite. Ti senti quasi come un super eroe, sei arrivata a piacerti almeno un poco, hai compiuto la missione e il tuo star bene fa star bene anche gli altri sempre che ti dimentichi di guardarti allo specchio. Sia ben inteso.
E poi se come non bastasse arriva l’amore nella vita di una persona a complicare le cose, le prime cotte i primi accorgimenti, i primi desideri… convinta che tutte le volte sia una cosa diversa che non hai mai provato prima, mentre poi si rivelano tutte uguali. E qui viene la parte più difficile per una come me… l’esteriorità , che sai già che non porterà lontano… arriverai solo a prenderti tanti schiaffi  in faccia che fanno male,  paura, e ti fan passare la voglia di rischiare e di metterti in gioco, di provarci.
Ho quasi sempre sostenuto che se qualcuno si sarebbe innamorato di me non sarebbe stato per i capelli, il vestito, il trucco o il mio bel visino inesistente Insomma se davvero esistesse il colpo di fulmine con me sarebbe stato impossibile. Prima avrebbero dovuto inevitabilmente scavare in quel che sono per trovare qualcosa di interessante o curioso e che dopo averlo fatto forse avrebbero potuto avere un interesse che li spingesse a provarci.
E poi sei arrivato tu.
Quello che ho sempre desiderato.
Quello che pensavo non esistesse.
Quello che se anche hai quel chilo in più se ne frega, che non si vergogna a portarti al cinema o in spiaggia al mare, quello che cerca in tutti modi di farti sentire bella così come sei. Che bene o male riesce a scavare e riesce a scoprire qualcosa di te. Che ti ami e ti faccia sentire amata.
Purtroppo in tutta questa bella favola c’e una pecca. Peccato non averla vista in tempo.
Lui ti vede solo come ‘’carne’’, quella da portare a letto insomma.
Una botta e via, amici come prima.
Sinceramente non ho mai pensato che qualcuno potesse trovare una come me “ da botta e via” soprattutto perché hai cercato di mostrarti per quello che eri, il più che potevi.
Avevi mostrato l’anima, il tuo “Io” più profondo.
E  quindi  il lavoro di una vita cade. L’autostima anche  All’improvviso non sei più una bella persona e tutto ciò che decidi di fare è sbagliato. Pensi di non valere niente e tutti stanno bene senza di te. La tua presenza è superflua e soprattutto senti che forse non riesci a trasmettere nulla. Se non sei riuscita a trasmettere tutto l’amore che provavi, e non gli hai lasciato nulla, come puoi pensare di poter conquistare qualcuno???
E ora non hai più nulla su cui contare.
Più nessuna arma, più nessun punto buono. Niente di niente.
Ti  senti come a scuola tanti anni fa, quella ragazzina che in pochi conoscono e che pur di camminare tra quella gente vorrebbe sparire.
Quella fallita in partenza, e quella che continuerà a fallire.
Quella che non riesce a lasciare un segno,
quella di cui facilmente si dimenticano. 
   
 
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