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Autore: MiketsukamiArisu    30/04/2014    1 recensioni
Lavis è un giovane al servizio dell'Esercito Reale. Suo padre, il comandante, gli ha assegnato una missione senza precedenti: accompagnare il Re Bambino nel Regno del Nord, prima che gli alti ufficiali tentino il Colpo di Stato e lo uccidano. Non sarà da solo, un guerriero lo accompagnerà: un demone, un essere di un'altra dimensione... Che nasconde una sorpresa inaspettata.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO



Il buio era sceso da parecchie ore quando Lanis udì bussare al suo uscio. Aveva atteso quel suono a lungo, in religioso silenzio, a malapena guardandosi intorno nella stanza spoglia. “Arrivo”, mormorò alzandosi dal letto. Si avvicinò scalzo, e aprì la porta con circospezione.
Una ragazza dai capelli neri e lisci si fiondò nella stanza, piangendo. Si guardò attorno freneticamente, e vide i bagagli già fatti, sul pavimento.
“Lanis!” ringhiò in tono accusatorio.
“Marie” sussurrò l'altro. Aveva aspettato tanto per parlarle, e invece adesso voleva solo che tutto finisse velocemente, senza confronti, senza parole. Odiava gli addii.
Sua sorella prese fiato, con voce acuta e rotta dal pianto. “Mamma mi ha detto tutto. Come hai potuto accettare? Come è possibile che papà abbia scelto te? E' una missione suicida!”
“Marie, cerca di calmarti. Ho dovuto accettare, capisci? E' un ordine diretto di nostro padre in qualità di comandante dell'esercito. Io non...”
“No! Starai lontano per mesi, e niente garantisce il tuo ritorno. Che ne sarà di me, se tu muori in battaglia?”
Lanis sospirò. Prima la madre, e adesso Marie. Non aveva speranze di convincere le persone che amava a lasciarlo andare per una missione così approssimativa. Accidenti a te, papà.
“Ascoltami, per favore. Non è una battaglia, non è una guerra, non rischio praticamente nulla. Devo solo accompagnare Sua Maestà fino al regno del Nord. E' un viaggio lungo, ma non impossibile... Sarò accompagnato dal guerriero, ricordi?”
Il silenzio scese nella stanza, e il viso di lei sbiancò. “Allora è vero, mamma non scherzava”.
Senza fiato, si lasciò cadere sul letto sfatto, e si passò una mano sugli occhi scuri. “Ti prego, ti prego, dimmi che non è vero che verrai accompagnato da un demone.”
“Marie...” la ammonì lui con voce severa.
“Lanis! Sono mostri! Assassini ! Non sappiamo nulla di loro e del loro mondo! Hai intenzione di mettere la tua vita nelle mani di un essere assetato di sangue, che viene dall'altro mondo? Sei pazzo?!”
“Non è stata una decisione mia! E' stata la casata dei Lord a decidere i dettagli per questa missione, e la scelta di farci scortare da un demone guerriero è coraggiosa e saggia. Non sono mostri, Marie, sono i migliori combattenti mai esistiti! Possono proteggere Sua Maestà da ogni pericolo, il che è esattamente il nostro obiettivo!”
Lei non replicò, riprendendo a singhiozzare come una bambina. “E' una cosa da folli. Perchè tu?”
“Perchè sono al servizio di Sua Maestà, come nostro padre, e mi sono già state affidate missioni in cui ho viaggiato per tutta la nazione. Sono giovane, e i nostri nemici non mi conoscono. Possiamo partire in gran segreto”
“Hai solo vent'anni...” gemette la sorella.
“Ma sono la persona giusta.”
“Non possono aspettare che Sua Maestà diventi più grande? Proteggere un bambino non è facile... Forse così non sarà necessario farvi scortare da un demone.
Lanis sospirò. Era vero, il Re Bambino non aveva ancora compiuto sei anni, ma era proprio entro quella data che la missione avrebbe dovuto essere conclusa. Aveva poco tempo.
“La... faccenda è molto più urgente di quanto il Consiglio credesse.”
Lei si asciugò il viso, mettendosi a sedere. Guardava Lanis come l'aveva guardato sua madre, appena poche ore prima. Come se non ci fosse speranza.
“E quindi hai accettato?” mormorò con voce tremante.
“Partirò domatt... Ah. Tra circa tre ore. Mi dispiace, Marie”
Lei si alzò, schiarendosi la voce. “Bene. Immagino di non poterci fare nulla. Non ti importa di che sarà di noi.”
“Nel villaggio tutti vi vogliono bene. Provvederanno a voi, nel tempo che io e nostro padre saremo assenti” cercò di consolarla Lanis, colpevole.
La verità è che non vedeva l'ora di andarsene. Odiava il suo villaggio, odiava le persone che incontrava tutti i giorni, odiava le superstizioni e le stupide credenze che aleggiavano tra i paesani. Erano persone rozze, ignoranti, e lui non ne poteva più. Il mondo di suo padre era elitario e crudele, ma non poteva essere peggio di questo.
“Vedrai che andrà tutto bene” riprese il ragazzo stancamente.
Lei scosse la testa con sdegno e si diresse verso la porta. “Allora io vado. Ciao” mormorò, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
“Ciao” sussurrò Lanis alla stanza vuota.
 

  
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