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Autore: Madcap    21/07/2008    2 recensioni
L'odio cresce, e sai coltivarlo a regola d'arte, elegante ed ironico Saemon, sai forgiarlo come una spada silenziosa e portatrice di morte.
La disperazione infuria – ma non sai cosa fare, non puoi riparare a questo, non alla perdita di lei.
[...] Il gioco è malvagio, il gioco non ammette la bontà se ha espulso lei – e allora che ti importa di apparire crudele?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esecuzione perfetta, Kisaragi Saemon.


Perfetto attore, re impeccabile della finzione, è ciò per cui sei nato e vivi – però... è dolce dimenticarlo per qualche istante, essere te stesso, con le persone che ami.


E cosa succederà quando tutti se ne andranno via, Kisaragi Saemon?


Non piangerai, perchè sei il re della finzione, impeccabile, gioirai di sopravvivere ai tuoi stessi amici.


Più forte, più furbo, sempre il primo della lista, perchè hai capito il gioco.


Perciò chiedi scusa a quel ragazzino di Iga e alla fanciulla eccentrica, con il sorriso sulle labbra, ti puoi permettere di schernire gente inferiore a te - arbitro delle vite altrui.


In fondo no, non hai mai pensato di essere immortale.

Ma conforta la tua anima mortale, il pensiero che potrai schernire la debolezza di chi morirà prima di te.


Non sei mai stato immortale, e non ti importa.

Però lei – ti ricordi ancora di quando è nata, sorrideva già, la piccola Okoi!

Per lei eri il fratello amato, per lei hai imparato ad amare il vivere in pace – per lei, lei, per poter sempre vivere del suo sorriso e della sua voce.


Conosci le regole del gioco – le conosci davvero, Saemon?


Allora come ti sei potuto illudere che lei fosse immortale?

Come hai potuto credere che nessuno le avrebbe fatto del male?

-La tua sorellina!-


Il cuore fa male - ha una stretta a quei ricordi che ti hanno invaso, come un fiume in piena, come lei quando ride.

E la tenevi per mano, agonizzava già, la tua piccola Okoi; la crudeltà del gioco ti ha sommerso, è spietato persino per il migliore degli attori, per il più elegante esecutore del gioco stesso, vero?


Ma non ti importa più nulla del gioco e delle regole.

-La tua sorellina, agonizzante! La piccola Okoi, lontana, lontana da te!-


L'odio cresce, e sai coltivarlo a regola d'arte, elegante ed ironico Saemon, sai forgiarlo come una spada silenziosa e portatrice di morte.


La disperazione infuria – ma non sai cosa fare, non puoi riparare a questo, non alla perdita di lei.


Come hanno potuto, quei mostri di Iga, come si sono permessi, di strappare via il sorriso dal suo volto? – e mentre già le sue labbra che per te furono sempre di una bambina sgorgavano sangue, si aggrappava con le ultime forze al tuo nome, fino all'ultimo doloroso respiro.


Il gioco è malvagio, il gioco non ammette la bontà se ha espulso lei – e allora che ti importa di apparire crudele?

È solo una rappresentazione, loro sono solo maschere mostruose, non cadaveri, e tu puoi conservare dentro di te la consapevolezza di essere nel giusto.


Tu hai giurato di prenderti cura di lei – sei un uomo buono.

Uccidi il nemico, il malvagio – sì, sei un uomo buono.

Uccidi un uomo cieco fingendo che la voce sia quella della fanciulla che lo ama – sei... sei un uomo buono, Saemon...?

Però, ti è quasi dispiaciuto di ammazzare la ragazzina eccentrica – buono, buono, buono tanto da vendicarne la morte! Non è a Koga il malvagio, non sei tu!


Arbitro delle vite dei tuoi avversari – e sei sicuro che rideresti dentro di te, mostrando soltanto un sorriso sardonico, vedendoti adesso.


Beffardo. Il sorriso del ladruncolo che è riuscito ad imbonire la dama ingenua, il sorriso sornione dell'attore che si cuce addosso il suo personaggio preferito.


E quasi con la maschera addosso, muori adesso, trafitto da troppe lame per un uomo solo – guarda, qualcuno più abile di te sta uccidendo ogni tuo personaggio, la maschera si scioglie, attento.


Tutti muoiono soli – e non pensi nemmeno che stai per raggiungere lei, perchè ogni lama che ti colpisce il corpo, sembra urlare il suo dolore.


Tutto il male che hai fatto.


Tutti gli affetti che hai tradito.


Hai amato sinceramente solo la tua sorellina, in fondo – e quante persone hanno sofferto, dannazione, sei da solo, davanti ad uno specchio!, per le tue maschere?


Solo allo specchio, senza maschere, Kisaragi Saemon.


Fa male, guardare se stessi, re impeccabile – o ragazzino spaventato dalla morte?


E ti sorprendi ad essere contento che sia finita la recita, per sempre, per sempre adesso sarai solo Saemon; scopri che non c'è bene in te e non c'è male, solo quei sentimenti umani che hai cercato di sminuire con il sarcasmo


Ninja impeccabile, non puoi esserlo, lo sai – perchè ti piace sentire che sei vivo, ancora per un attimo, ti piace sentire di provare affetto per i Koga – sai che è giusto – sai che è umano – mentre ti abbandona la vita tolta da innumerevoli lame – sai che è giusto provare pietà per le vittime, e non essere il gelido arbitro delle loro vite.

  
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