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Autore: Peanut    30/04/2014    2 recensioni
Un lago meraviglioso sulle rive del quale nascono delle gemme preziose; un luogo di ricchezza, un luogo di morte e sparizioni. L'avidità di un mercante lo spingerà fin lì, per impossessarsi delle gemme, cercando però di tenere salva la vita.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tanti anni fa, quando ancora non c’erano tutte le costruzioni e palazzi che siamo abituati a vedere oggi, esisteva un piccolo paesino, Gemma Secca, che era conosciuto in tutto il mondo.
In realtà si trattava di un paesino molto semplice, in sé non aveva nulla di speciale, era più che altro conosciuto per un territorio poco distante che attraeva ogni anno milioni e milioni di curiosi.
Questo luogo era caratterizzato dalla presenza di un profondissimo lago cristallino, circondato da alte canne, fusti di tifa e un’infinita varietà di fiori, grandi, piccoli e di tutti i colori. Tuttavia non era la sua bellezza e tranquillità ad attrarre così tanti visitatori, bensì il fatto che sulle rive del lago nascessero delle vere e proprie gemme. Erano meravigliose, mai viste, ed essendo così rare non potevano che rappresentare una fortuna per chiunque fosse riuscito a coglierle.
Per questo motivo ogni anno moltissimi nobili, commercianti, uomini di ogni genere, avevano cercato di appropriarsi di quel territorio tanto fruttuoso quanto pericoloso. Da sempre, chiunque aveva cercato di realizzare quest’impresa per arricchirsi mettendo le mani sulle gemme era stato ritrovato morto, oppure dato per disperso.
Date le numerose morti e sparizioni che quel luogo aveva causato, molti uomini decisero di rinunciare ancor prima di iniziare, pensando bene che la loro vita fosse più importante di qualche gemma. Il mistero rimase irrisolto, e nessuno mai riuscì a capire cosa accadesse lì, cosa causasse stragi simili.


La nostra storia però si concentra su un ragazzo, un avido mercante per la precisione, che viveva molto lontano dal paesino di Gemma Secca. Ma si sa che le leggende e le storie sui tesori si spargono facilmente, e così anche lui venne a conoscenza del famigerato luogo di ricchezza e morte.
L’avidità e la passione per la ricchezza spinsero il giovane ad imbarcarsi con la sua fedele truppa, e in pochi giorni riuscì a raggiungere il celebre paesino.
Conoscendo la fine di coloro che prima di lui avevano tentato quest’impresa, decise di mandare i suoi uomini al suo posto, ordinando loro di prendere più gemme possibili e di uccidere chiunque li avesse ostacolati. Il giovane, essendo molto prudente, prese da parte uno dei suoi uomini e gli ordinò di rimanere a controllare la situazione in lontananza, senza mai avvicinarsi alle gemme, in modo da potergli poi riferire tutto ciò che sarebbe accaduto.


Il giovane mercante rimase dunque ad attendere sulla sua barca, diventando sempre più nervoso man mano che il tempo passava. Dopo svariate ore uno degli uomini, quello che era rimasto in disparte, arrivò correndo a perdifiato; aveva un aspetto orribile, tremava, era pallido e non riusciva a parlare. Ancor più curioso, il mercante lo fece sedere e calmare, facendosi raccontare l’accaduto.
“Eravamo lì” disse l’uomo “Pronti a prendere le gemme in quel luogo così bello e tranquillo. Io ero accanto ad un cespuglio abbastanza distante dal lago. Lo giuro! Non ho mai visto nulla di così spaventoso! Morti! Sono morti tutti!” gridò l’uomo.
“Morti? Ma com’è possibile! Parla, cosa succede laggiù?” domandò il mercante.
“Una donna, una ninfa forse, la ninfa del lago. Emerse dalle acque non appena il primo di noi toccò una gemma. Oh era così bella, di una bellezza sopraffina! Gli altri continuavano a prendere le gemme e a metterle nei sacchi di iuta, quando lei all’improvviso si avvicinò al primo uomo e.. e.. oh signore! Gli tagliò la gola con una delle sue gemme! Così fece con altri, e chi non ebbe questa sorte fu preso da lei e trascinato giù nelle profondità del lago. Io sono l’unico sopravvissuto, ma vi prego, non mi fate mai più mettere piede lì”.


I giorni passavano, e il mercante non sapeva cosa fare. Non voleva rinunciare alla sua vita, ma neanche a quelle gemme, di questo era certo. Pensò e pensò, finché la più brillante delle idee non gli balzò in mente: far innamorare di sé la ninfa per poi ucciderla.
Spinto da un grande senso di sicurezza si avviò al lago, portando con sé dei fiori da piantare. Si avvicinò dunque alla riva, e sfiorò per caso una delle gemme. Subito dalle acque emerse la figura della ninfa. Era bella, bellissima, lunghi capelli, occhi d’argento, un lungo vestito di perle; era perfetta, a parte l’espressione scura e minacciosa che caratterizzava il suo volto.
Il mercante le fece un finto sorriso e la salutò inchinandosi. Anziché prendere le gemme, il giovane iniziò a piantare fiori tutt’intorno e a strappare le erbacce sotto lo sguardo allibito della ninfa. Per lei tutto ciò era nuovo, mai nessuno si era comportato in quel modo, tutti si erano sempre preoccupati di arricchirsi, senza rispettare la natura di quel luogo. Ora, per la prima volta, un ragazzo sembrava preferire i fiori alle gemme.
Il giovane tornò ogni giorno, portando sempre più fiori, curandoli, salutando con garbo la ninfa, e man mano riuscì ad avvicinarsi a lei, che con il tempo si innamorò perdutamente di lui.


Un giorno così, con un pugnale nella giacca, il giovane mercante si recò nuovamente al lago, e offrendo alla ninfa un anello di gigli le chiese di avvicinarsi a lui. La giovane, accecata dall’amore, abbandonò le acque del lago, avvicinandosi all’altro. Subito il mercante estrasse il pugnale e la colpì a fondo, molte volte, e la ninfa cadde a terra sanguinante, morta.
Il ragazzo non si occupò di lei, ma si impegnò piuttosto a raccogliere tutte le gemme che poteva, mettendole al sicuro con avidità e fretta. Ciò che egli ignorava è che si può uccidere il corpo di una ninfa, ma non la sua anima, che continua a vivere nelle acque del lago.
Sulla superficie del lago apparve quindi l’immagine del corpo morto e galleggiante del mercante, e questo, alzato lo sguardo e riconosciutosi lì, al centro del lago, preso dal panico si gettò senza riflettere nell’acqua verso il proprio corpo, nuotando come meglio poteva.
Arrivato al centro del lago avvolse l’immagine del suo corpo, che immediatamente sparì. Subito dal fondo delle acque si alzarono delle alghe che circondarono stringendo con forza le caviglie del ragazzo, trascinandolo giù, nelle profondità del lago, con le gemme ben strette in mano, e senza la possibilità di esalare un ultimo respiro.
 
 

- FINE
  
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