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Autore: JordanKyle97    01/05/2014    10 recensioni
Questa one shot vede un futuro in cui Hazel tenta di superare la perdita di Gus e ha trovato in un amico una seconda possibilità.
Spero possa piacervi, aprite e lasciate una recensione, okay? Okay
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Augustus 'Gus' Waters, Hazel Grace Lancaster, Isaac
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Un anno. Un anno era passato dalla morte di Augustus Waters. Anno in cui i medici avevano compiuto un secondo Miracolo. Avevano trovato una cura, rischiosa da tentare, minime le probabilità di riuscita, ma ci erano riusciti.
Hazel Grace Lancaster era guarita. Aveva sconfitto il cancro.
Il dottor Maria accolse Hazel nel suo studio quella mattina, cinque mesi dopo l’intervento che le aveva asportato il cancro. Parlarono principalmente delle condizioni della ragazza: stava bene, nessun dolore particolare, ad esclusione del costante, inappagabile vuoto che sentiva nel petto. Il dolore della perdita di Augustus non l’aveva ancora abbandonata del tutto.
Dolore che condivideva con Isaac, il suo migliore amico, l’unica persona  in grado di impedirle di fare sciocchezze come il tentare di togliersi la vita.
Si, Hazel Grace aveva tentato il suicidio, dopo che i medici si erano tanto impegnati nella sua lotta contro il cancro. Hazel era guarita ma vedeva la sua guarigione come una terribile ingiustizia. Involontariamente era stato proprio Isaac a fermarla, al momento però non aveva idea di quello che Hazel stava per fare.
Era entrato nella stanza di ospedale della ragazza, pochi giorni dopo l’intervento, durante l’orario di visite, e aveva colpito in pieno il carrello che un’infermiera distratta aveva lasciato in mezzo alla stanza. Aveva urlato, facendo sobbalzare Hazel che aveva lasciato cadere la siringa che stringeva nella mano destra. Non si sa come, era riuscita a procurarsene una.
-Isaac! Tutto bene?- chiese lei, aveva la voce roca, probabilmente causata dall’operazione che aveva subito da poco -Che ci fai qui?- chiese poi, protendendosi oltre il bordo del letto, nel frattempo, a cercare la siringa scomparsa. Non trovandola si rimise comoda tra i cuscini, ci avrebbe pensato dopo
-Sono passato a vedere come stavi- disse –Ma se non mi vuoi posso anche tornarmene a casa, a giocare a The Price of Dawn. Da solo- mise una particolare enfasi nelle ultime parole. Solo, naturale, gli mancavano la sua migliore amica e le ore passate con lei a combattere nei panni del Sergente Mayhem.
Isaac avanzò verso il letto di Hazel, a bacchettate a destra e a sinistra, calpestando qualcosa di forma cilindrica. Si sentì il rumore della plastica che viene fatta a pezzi. Il sospetto si fece strada nella mente di Isaac, si abbassò e a tastoni trovò la siringa distrutta di Hazel –Cosa stavi facendo Hazel?- la sua voce era calma, ma fredda, venata da una punta di rabbia. Hazel deglutì, lui continò –Non dirmi che questa serve a ciò che penso- prese in mano la siringa e ne studiò le parti: stantuffo alzato, nessuna traccia di liquidi di nessun genere –Volevi farla finita Hazel Grace? Iniettarti aria nelle vene?-
A Hazel sembrò di aver ricevuto un pugno nello stomaco. Hazel Grace. L’aveva veramente chiamata così?! Solo Gus la chiamava in quel modo, dimenticò le parole con cui avrebbe dovuto rispondere a Isaac abbandonandosi invece alle lacrime, la mano alla bocca, come a voler fermare i singhiozzi che la scuotevano, le gambe rannicchiate contro il petto nel tentativo di tenere insieme i pezzi di se stessa. Voleva raggiungere Gus, Augustus, era ingiusto! Lui era morto, nessuno era riuscito a trovare una cura per lui! Lei era sopravvissuta al cancro, anzi lo aveva sconfitto. Lui no, lui non ce l’aveva fatta. Non c'era stato il tempo di trovare una cura anche per lui, i numeri a sua disposizione erano finiti.
Isaac le si avvicinò, si sedette accanto a lei, sul letto, le passò un braccio intorno alle spalle e lasciò che lei gli inzuppasse la maglia di lacrime –Lui non c’è riuscito, perché io si? Non è giusto Isaac, non è giusto… Non è giusto…- la voce di Hazel era rotta dal pianto che non riusciva a controllare, Isaac la lasciava sfogare, accarezzandole la schiena per infonderle conforto, per tentare di calmarla.
Rimasero lì a lungo, senza dire più una parola, poi fu Isaac a spezzare il silenzio –Non avrebbe voluto, lo sai questo, vero?-
Lei lo guardò –Lo so…-
-Allora perché? Lui avrebbe voluto che tu andassi avanti Hazel! Lui sarebbe andato avanti senza di te, sarebbe rimasto forte, avrebbe tentato di superare la tua morte- ma in realtà, proprio mentre pronunciava queste parole, Isaac sapeva che non erano vere.
 

Augustus glielo aveva detto, nei giorni prima che la sua malattia degenerasse –Non potrei più vivere in un mondo senza Hazel Grace, Isaac. Ne sarei distrutto- aveva detto, poi aveva cominciato a premere freneticamente sui tasti del joystick in modo da far fuori qualche soldato in più con qualche tecnica tutta sua –Quando non ci sarò più…-
-Gus…- aveva detto Isaac 
-No, stammi a sentire. Sto morendo, questo lo sai bene quanto me, io me ne andrò. Hazel Grace, lei avrà bisogno di qualcuno che le stia vicino al posto mio, che le impedisca di fare sciocchezze- lo aveva guardato, cosa stupida in effetti dato che Isaac non poteva vederlo, e aveva lasciato il joystick sul divano.
-Non posso Augustus- disse lui
-E perché non…-
-Perché la amo!- le lacrime iniziarono a scorrere sul viso di Isaac, lui stesso rimase stupito delle sue parole, non voleva dirlo a Gus, non voleva che lo accusasse di… Che colpa potevi avere se ti piaceva la ragazza del tuo migliore amico? Traditore? Si, poteva andare. Traditore, traditore, traditore!
Scosse la testa e si alzò. Gus rimase per un attimo interdetto, poi sorrise.
-Allora è perfetto!- anche Augustus si alzò e abbracciò forte Isaac
-Okay, Augustus Waters, il mio migliore amico, ha ufficialmente perso il senno- lo allontanò -Come può, questa cosa, essere perfetta? E' completamente sbagliato!-
Augustus lo fece risedere sul divano e riprese il joystick lasciandosi cadere accanto a lui
–Se la ami le starai vicino, forse più vicino di quanto avrei potuto fare io. Falla felice Isaac, se dovesse soffrire te la farei pagare cara- lo disse ridendo, ma faceva sul serio, anche se dubitava del fatto che Gus avrebbe potuto fargliela pagare, da morto.
-Mi uccido- disse Isaac
Il sergente MayHem si porta il coltello alla gola: “Sei sicuro di voler…”
 

-Sarebbe andato avanti- disse Isaac.
La ragazza annuì stretta tra le braccia di Isaac. In quel momento entrò l’infermiera
-Su, su! L’orario delle visite è terminato- poi notò la siringa a terra –E questa?-
Hazel la fissò spaventata, Isaac la precedette –Se lei evitasse di lasciare i suoi carrelli in mezzo alla stanza, io eviterei di andarci a sbattere ed eviterei di far cadere siringhe che poi pesterei e potrebbero farmi cadere… Spezzandomi l’osso del collo. Io lo eviterei volentieri. Sa, alla mia vita ci tengo- lasciò aleggiare quelle parole in modo che arrivassero alla ragazza come un'ammonizione e le diede un ultimo abbraccio –Niente cazzate, entrambi saremo forti, per lui. Okay?- le sussurrò, poi se ne andò, picchiettando il suo bastone contro mobili e pareti. L’infermiera lo lasciò passare, senza dire una parola.

 
Il dottor Maria sventolò la mano di fronte al viso di Hazel –Ehy! Hazel? Ho detto che puoi andare! Ma se vuoi rimanere qui, ho un sacco di pazienti oggi, potresti…-
Hazel scattò in piedi –No, no! Devo andare, mi scusi- con la mano cercò il carrellino della bombola di ossigeno. Non trovandolo si voltò, ricordandosi solo in quel momento di non averlo più con se e di non averne più bisogno. Sarebbe stato difficile abituarsi.
Uscì dallo studio e cercò con lo sguardo sua madre. Quella mise a posto una rivista presa dal tavolino della sala d’aspetto e le andò incontro –Vogliamo andare?-
-Da Gus, dopo da Isaac- disse, e senza perdere altro tempo trovarono la macchina e si diressero al cimitero.
 
La ragazza raggiunse la tomba di Augustus, sua madre aspettò in macchina –Con Isaac sono più forte. Sarò più forte. Per te, andrò avanti, vivrò, okay? Mi manchi Augustus, ti amo- lasciò dei tulipani arancioni sulla tomba di Augustus e tornò alla macchina
 
Pochi minuti dopo Hazel bussò alla porta della casetta di Meridian Hills, la madre di Isaac aprì, le sorrise e la lasciò entrare.
Dopo che Hazel venne dimessa, diventò un’assidua frequentatrice di quella casa, passava tutto il tempo libero che aveva a disposizione in compagnia del ragazzo cieco.
Lui stava di fronte alla tv a sbraitare ordini al Sergente Mayhem quando entrò, come al solito
-Ehy- disse la ragazza
-Hazel!- Isaac mise il gioco in pausa –Com’è andata con il dottore?-
Lei sorrise –Tutto okay… Posso unirmi anche io?-
Isaac unì Hazel al gioco e passarono un’ora intera a ridere per gli stupidi suggerimenti che Isaac suggeriva al gioco –Allora, abbiamo già testato che non posso scoparmi la caverna, non posso succhiare il ramo dell’albero, non posso grattarmi là sotto contro la parete di roccia… LIMONA CON IL SOLDATO JACKS!- gridò
“Non capisco” fu la risposta del gioco
-Allora te lo spiego- rise Isaac –Prendi per le spalle il soldato Jacks, poi appoggi le labbra sulle sue e gli ficchi la lingua in bocca. E’ così difficile da capire?-
Hazel rise, Isaac la guardò –Cosa ci trova di divertente soldato Jacks? Dovrebbe sentirsi onorata di farsi baciare dall’affascinante Mayhem!- Hazel non smetteva di ridere
“Non capisco”
-Allora ti darò una dimostrazione pratica- si sporse sul divano e diede a Hazel un dolce bacio sulle labbra.

Lei smise di ridere. Lui la guardò. Lei lo guardò a sua volta.
Si guardarono. Poi si baciarono una seconda volta.
 
Insieme sarebbero riusciti a superare la perdita dell’amico che entrambi avevano amato, senza mai dimenticarsi di lui. Ma sarebbero rimasti forti, per lui, sarebbero andati avanti. Potevano riuscirci

>>THE END<<
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...L'angolo di Deb...
Per questa ff ringrazio in particolare Leda che ha letto tutte le mie ff
Dice che le piacciono, le piacciono.
Sono contenta di questa cosa e la ringrazio per il sostegno (?)
Ringrazio anche Cecilia, Chiara, Cecilia e Laura che mi aiutano sempre 
Vi voglio bene, nessuna esclusa. Okay? Okay.





 
  
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