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Autore: hotaru    22/07/2008    1 recensioni
Diciamoci la verità: dopo la gita a Okinawa, la storia di Anko Uehara e Noboru Yoshikawa è stata messa un po' in disparte... qui mi propongo di rimediare!
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Latte e biscotti

 

-         Ti vanno latte e biscotti?

Anko temette di non aver sentito bene. Si scostò leggermente, alzò un po’ la testa e chiese:

-         Come?

-         Scusa, potrà sembrarti un po’ strano, ma il fatto è che sono quasi le sei. Potremmo fare merenda, che ne dici?

La ragazza si spostò del tutto, staccandosi finalmente dal corpo di lui.

-         Cosa? Merenda? A quest’ora? – lo guardò come se a parlare fosse stato un bambino delle elementari.

-         Non guardarmi in quel modo. So che ti sembra assurdo, ma immagino che dopo la camminata che hai fatto sotto la pioggia ti sarà venuta fame, e ti assicuro che qualcosa di dolce è l’ideale per chi si sente giù di morale. Allora? Ne hai voglia?

Quel “ne hai voglia” suonò alle orecchie di Anko come qualcosa di più di una semplice offerta di latte e biscotti. Ma era comunque di qualcosa di caldo e dolce che aveva bisogno, perciò, con il sorriso di una bambina, rispose:

-         D’accordo!

 

Sembravano due bambini che si svegliano di notte e, come ladri, vanno in cucina ad ingozzarsi delle cose più dolci che trovano: Yoshikawa riscaldò il latte e, dopo che lo ebbe versato in due tazze belle capienti, lo porse ad Anko. La ragazza lo prese, guardandolo dubbiosa, come soppesando un pensiero, poi si decise a chiedere:

-         Yoshikawa, hai del miele?

Senza fare domande, il giovane aprì la dispensa e ne tirò fuori un vasetto.

-         Ne vuoi anche tu? – domandò Anko.

-         Sì, grazie – rispose lui, per poi dedicarsi con serietà alla ricerca dei biscotti, mentre la ragazza addolciva il latte con due generose cucchiaiate di fluido ambrato.

-         E al diavolo la dieta! – la sentì mormorare, soddisfatta.

Yoshikawa aprì la dispensa.

-         Allora, abbiamo una scelta abbastanza ampia – esordì – Ci sono biscotti secchi, integrali, dei pasticcini da tè e i cookies.

-         Caspita! Ma cos’è? Un biscottificio? – chiese Anko, colpita.

-         No, tranquilla. È che i biscotti secchi e integrali piacciono molto a mio padre, mentre i pasticcini da tè li compra mia madre per quando incontra le amiche. Le piacciono i vecchi usi occidentali, e ogni tanto prepara il tè all’inglese.

-         Non mi dire! Davvero? – domandò allegra Anko.

-         Già. E poi… ci sono i cookies.

-         Sono dei biscotti americani, vero?

-         Sì, quelli piuttosto grossi con le gocce di cioccolato…

-         … e pieni di burro…

-         Mi sembrava che poco fa avessi detto: “Al diavolo la dieta!” – le fece notare Yoshikawa, sorridendo.

Anko arrossì:

-         M-ma… mi hai sentito?

Il ragazzo si limitò a continuare a guardarla sorridendo, senza rispondere, facendo così arrossire la ragazza ancora di più.

-         Allora, ti vanno? – chiese alla fine.

-         C-certo! Perché no? – rispose lei. Ah, che figura!

“Fortuna che Yoshikawa non fa caso a queste cose” pensò Anko, vedendo che il comportamento del ragazzo non era cambiato. “No, infatti, non è proprio da lui”.

-         Bene, serviti pure! – disse il giovane, presentandole davanti agli occhi piattini con sopra ogni sorta di biscotti, e interrompendo le sue riflessioni.

Anko alzò lo sguardo, e quegli occhi scuri e tranquilli la rassicurarono ancora una volta. Con lui stava così bene! Perché?

-         Grazie mille! - esclamò lei.

-         E buon appetito – rispose lui, come se si fossero trovati di fronte ad un lauto banchetto.

Anko non aveva mai pensato che, dopo il suo primo bacio, si sarebbe ritrovata a far merenda con il ragazzo che l’aveva appena baciata, e che oltretutto avrebbe avuto a disposizione una tale varietà di biscotti e dolcetti. Era sicura che a nessuna delle ragazze della sua classe era mai successa una cosa del genere.

…ma che importa? Con lui mi sento a mio agio. Posso mangiare miele e cioccolato, farmi i “baffi” con la schiuma del latte, sporcarmi la bocca di briciole, leccarmi le dita... sembra che per lui non cambi niente.   

E così rimasero lì, nella calda cucina di casa Yoshikawa, a bere latte e a mangiare biscotti, chiacchierando per chissà quanto tempo. Sembrava che le ore e i minuti avessero perso il loro significato, come all’interno di una bolla di sapone, e l’unica cosa che importava davvero fosse la presenza della persona che avevano di fronte.

Ma il tempo passò comunque. Non lo si può fermare in ogni caso.

Ad un certo punto, dopo essersi appena pulita un baffo di cioccolata da una guancia, Anko gettò un occhio all’orologio appeso alla parete della cucina.

-         Oh, santo cielo! Sono già le nove? – esclamò esterrefatta. Come aveva fatto il tempo a volare così?

-         Devi tornare a casa? – le chiese Yoshikawa.

-         Io… - fece Anko, pensierosa. Improvvisamente realizzò la cosa: doveva proprio tornare là? Là da loro? Come poteva tornare nell’ipocrita casa Uehara dopo aver sperimentato il calore di casa Yoshikawa, la spontaneità del suo Noboru? Le venne un vago senso di nausea solo a pensarci – Io…

-         Se vuoi puoi fermarti qui – fu l’improvvisa offerta di Yoshikawa.

-         Cosa? – domandò lei, alzando repentinamente il capo e arrossendo vistosamente.

-         Se non te la senti di tornare a casa, puoi passare la notte qui – spiegò lui pazientemente, volendo ben chiarire quello che intendeva dire – I miei non ci sono, avresti un intero letto matrimoniale a disposizione…

-         Ah… - rispose Anko, tirando mentalmente un sospiro di sollievo. Ah, era questo che intendeva. Yoshikawa non si smentiva, era gentile come al solito. Per un attimo si era spaventata. Solo spaventata? No, per un attimo c’era stato anche qualcosa di più, oltre all’incredulità per l’offerta di lui. Per un attimo era arrossita anche per un altro motivo. Passare la notte con lui? Se trascorrere insieme un noioso pomeriggio di pioggia era stato così piacevole, forse di notte… più vicini… più al caldo…

“Basta, Anko, che vai a pensare? È Yoshikawa, Yoshikawa! L’otaku fissato con i videogiochi, eccetera eccetera. Come può anche solo venirti in mente un’eventualità del genere?” Sì, ma l’otaku fissato con i videogiochi tu l’hai anche baciato, giusto tre ore fa, disse una vocina nella sua testa. Quindi… 

-         Quindi che cosa? – esclamò la ragazza, non accorgendosi di aver parlato ad alta voce.

-         Eh? Cosa intendi dire? – le chiese Yoshikawa, un po’ sorpreso.

-         Eh? Cosa? B-beh, ecco, io… - balbettò Anko, imbarazzata. Yoshikawa doveva aver pensato che fosse ammattita, a parlare da sola a voce alta, all’improvviso.  E quindi…

-         Quindi cos’hai deciso? – le domandò lui ancora una volta, paziente – Ti fermi qui?

-         Io… sì - accettò finalmente la ragazza -  Non so come ringraziarti… - tanto ormai non capiva più nulla…

-         Bene, ne sono contento. Vieni, ti faccio vedere la stanza dei miei. Se vuoi riesco anche a trovarti un pigiama per la notte…

 

 

Sono sicura che se li facessi davvero solo dormire, mi lincereste in massa. Quindi immagino sappiate tutti come andrà a finire… d’altra parte, altrimenti, che soddisfazione c’è? Nell’anime non succede niente (il manga non l’ho letto, perciò non so)… quindi dobbiamo arrangiarci da soli.

Quando l’ho scritta dovevo ancora fare colazione… penso che si veda.

Ringrazio darkmoon87 , che anche se non lo sa è stata la prima persona in assoluto a recensire un mio scritto. Grazie mille per l’incitamento!

   
 
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