Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |       
Autore: Richhh    01/05/2014    4 recensioni
" Loro non possono ferirmi. Non sono come il resto di voi. Non ho nessuno per cui vale la pena tornare."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Johanna Mason
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fumo e morte

L’odore della legna bruciata del cammino mi costringe ad alzarmi dal letto. Dalla finestra riesco già a vedere le sagome della gente con l’ascia sulle spalle, devono essere le 9:00 e questa l’ora di punta nella quale i falegnami si incamminano nella fitta foresta a est del distretto per raccogliere la legna. La maggior parte di essi la baratta al mercato del centro città poiché non penso che un paio di tronchi riescano a sfamare un’intera famiglia. Esco dal letto e mi incammino in cucina ormai impolverata da anni. Mio padre dopo la morte di mia madre sta fuori tutto il giorno e riesce al massimo a portare a casa qualche verdura o carne selvatica barattata con il legno. Ormai mio padre e come se non esistesse so che tiene a me perché già il fatto di portare il cibo in casa è un buon gesto ma adesso come adesso in questi tempi tanto vale morire prima di soffrire o avere ritorsioni. La bacinella piena d’acqua era sopra al tavolo; Mi lavo la faccia mi metto la giacca appesa davanti alla porta ed esco fuori di casa. Il profumo di legna bruciata che sentivo prima veniva proprio dal mercato, di solito non bruciano mai legna al mercato se non per casi estremi quando fa troppo freddo ma era una giornata tiepida e si stava tranquillamente bene fuori casa. Mi incammino verso il mercato correndo, la brezza del mattino mi pervade il viso ma non ci faccio caso ero curiosa di scoprire di quella legna bruciata; Più mi avvicinavo più le voci alte del mercato si facevano più forti quando arrivai una massa di gente agitata andava in bancarelle in bancarelle per impadronirsi di cose non loro senza pagare. I falegnami che ormai dovevano essere ai confini della foresta erano lì ad urlare parole da me incomprensibili, non capivo cosa stava succedendo la situazione di stava aggravando sembrava una rivolta civile in un semplice mercato. Insieme alle urla si aggiunse un altro suono quello delle ruote sulla ghiaia che portava al mercato. Due macchine si accostarono violentemente ai confini del mercato. Le urla si erano placcate. La portiera di una macchina si aprì scoprendo il volto di un pacificatore. Insieme a lui altri 6 gli andarono in coda. Il mercato si stava spopolando; Poi in quel momento realizzai una cosa, mio padre.
Mio padre doveva essere lì in quella massa di gente visto che a quanto pare i falegnami oggi hanno deciso di fare festa. I pacifictori si fecero largo nella massa insieme a dei lunghi bastoni di ferro le cui estremità regnava ogni 2 secondi una scossa di elettricità. Il mio cuore batteva a mille io ero lì immobile a guardare e mio padre a quanto pare era lì in mezzo a quella massa e quei pacificatori avevano di sicuro istinti omicidi. Corro verso il mercato a più non posso con la speranza di cercare mio padre. Poi una voce rauca parlò – BASTA! Avete 10 secondi per spiegarmi il motivo di questa rivolta civile. O ne subirete le conseguenze. –
Non capivo più niente nella folla  viaggiavano molti sussurri e ululati di stupore, nessuno aveva il coraggio di parlare eccetto uno. – AL DIAVOLO! TU E LA TUA GENTE! – Riconobbi subito quella voce era mio padre. Sapevo cosa aveva fatto, insultare una delle autorità più alte del paese o disobbedire riportava gravi conseguenze. Prima che i pacificatori potessero ribattere corsi verso la voce di mio padre – Papa! – Lo trovai – Johanna, ferma lì –I pacificatori spostarono lo sguardo vero di me – Johanna che bel nome – Disse un pacificatore con tono sarcastico. – Nome? – Adesso si rivolse verso mio padre – Bhe ormai in questi tempi il nome non vale più niente di conseguenza non ne vedo l’utilità – Rispose mio padre. La gente attorno era stupita e allo stesso tempo spaventata – Gli e lo chiedo una seconda volta, NOME? – Mio padre continuò a guardarlo con sguardo di sfida. – bene a quanto pare qua c’è gente che ha voglia di giocare. TUTTI NELL VOSTRE CASE! OGNI PERSONA TROVATA FUORI DA ESSA SARA’ GIUSTIZIATA SUL POSTO. Quanto a lei signor “ il nome non vale più niente “ viene con me. – Il pacificatore prese per la spalla mio padre. Ero in preda al panico. Sapevo cosa volevano farli. – PAPA’! – Lui si voltò verso di me poi spostò lo sguardo verso un’uomo molto alto e annuì. – Johanna ci vediamo per cena! – sapevo che non era vero. Incominciai a correre verso di lui ma il signore alto mi bloccò. Diedi strattoni a più non posso urlando il nome di mio padre. Lui e i pacificatori. Svolatarono l’angolo che portava verso la piazza. Poi un colpo elettrico e i corvi posati sulle case volarono più veloce che potevano. 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Richhh